Il centro della Marsica è situato ai piedi del monte San Nicola non distante dal margine nord-occidentale dell'alveo del Fucino, a 700 ms.l.m., estendendosi su una superficie di oltre 3.000 ettari. Il paese antico domina sui piani Palentini, teatro nel Medioevo della battaglia di Tagliacozzo. In alcuni periodi dell'epoca preistorica e in periodi successivi di piena, l'area palentina e il lago Fucino formavano un unico specchio d'acqua[5].
Nel periodo 1951-2000 la temperatura media annua è di 10,3 °C con una media di 123 gelate. Il mese più freddo è gennaio con una media di 1,8 °C e il più caldo è agosto con 19,2 °C. La temperatura più bassa è di –25,0 °C. La temperatura più alta del periodo 1951-2000 è di 41 °C. La stagione più piovosa è l'autunno, seguita dall'inverno e dalla primavera[7][8]. Sono presentati di seguito i valori climatici medi di riferimento ufficiali per Scurcola Marsicana pubblicati dall'ARSSA[9].
L'etimologia di Scurcola sarebbe legato al termine latinoExcubiae e in seguito a quello longobardoSculk. Entrambi i termini hanno significato di "sentinella", "guardia", pertinente rispetto alla posizione del centro posto su un'altura che domina le direttrici confluenti verso l'antico lago Fucino, da Roma ad ovest, dalla costa adriatica ad est, dalla Sabina a nord attraverso il Cicolano e la valle del Salto, infine dalla Campania a sud attraverso la valle Roveto e i Piani Palentini[10].
In epoca longobarda, i termini sculka e sculcula appaiono nell'editto di Rotari del 643 e, successivamente, nella normativa del re longobardo Rachis datata tra il 744 e il 749. Gli omofoni toponimi si ritrovano nei territori di Sgurgola, Celano e Cugnoli, alla foce del fiume Vomano, e nella valle del Tirino[10].
Storia
Origini
Le prime tracce di un abitato nel territorio scurcolano risalgono all'età del bronzo e successiva età del ferro, come da ricerche degli anni ottanta[11], con la necropoli dell'età del ferro sita nei pressi del fiume Imele-Salto che scorre nei pressi dell'abitato; si tratta di tombe a tumulo in cui sono stati ritrovati una serie di oggetti in ferro e bronzo, quali fibule, spade e pettorali (conservate presso il museo archeologico nazionale d'Abruzzo di Chieti). La presenza di questa grande necropoli testimonia l'esistenza di un villaggio posto alla sommità del monte San Nicola, che sovrasta il borgo attuale.
Nel periodo preromano la zona era popolata da genti eque in perenne conflitto con i confinanti Marsi il cui territorio si estendeva intorno al lago del Fucino, poco distante da Scurcola. La scarsità delle risorse e la presenza di una fertile piana (Piani Palentini) erano alla base di questi contrasti[12].
Età romana
Nel momento in cui Roma emergeva tra le città-stato latine, per assurgere al ruolo di guida delle genti italiche, si scontrò anche con gli Equi che assoggettò in diverse campagne militari; nel territorio equo, sul confine di quello marso, realizzò la colonia di Alba Fucens, mentre il territorio scurcolano venne inserito nell'Ager publicus aequicolanus, riconducibile al contemporaneo Cicolano, data la vicinanza geografica e di relazioni con la valle del Salto. Nell'occasione il territorio di Scurcola fu inserito nella centuriazione albense realizzata a seguito della costituzione della colonia latina di Alba Fucens[13].
Durante la Guerra sociale Roma combatté con i suoi ex alleati italici dall'89 al 91 a.C., mentre gli italici furono già assoggettati nel 304 a.C. al termine della seconda guerra sannitica e, i Marsi, nel 294 a.C. dopo la ribellione contro l'istituzione della colonia latina di Carsioli. L'agognata cittadinanza fu raggiunta dopo la guerra sociale, con essa iniziò il processo di romanizzazione del popolo. Alba Fucens non partecipò alla "lega italica" e subì quindi le devastazioni ad opera delle truppe marse insorte che assediarono e distrussero la colonia romana. Durante l'epoca imperiale, e soprattutto nel tardo impero, ci fu una proliferazione di ville di campagna, conseguentemente all'abbandono dell'Urbe da parte dei ceti privilegiati.
Nell'XI secolo l'area territoriale di Scurcola fu annessa al Regno di Sicilia sotto dominio normanno. A questo periodo risale il primo castello di Scurcola, una torre (forse di epoca più antica) circondata da una cerchia di mura e successivamente inglobata nel castello di forma pentagonale. Risale intorno all'anno mille l'edificazione di una delle più antiche chiese della Marsica, la pieve di Sant'Egidio, lungo il tragitto dell'antica via Tiburtina Valeria, arteria utilizzata dai pellegrini per raggiungere Roma[14]. Quando l'Italia meridionale divenne possedimento della casata sveva la regione conobbe un periodo di stabilità e di crescita economica; il borgo a ridosso del fortilizio si ingrandì e si svilupparono le attività agricole ed artigianali.
Nel 1268 la zona divenne il teatro della battaglia di Tagliacozzo, scontro finale tra svevi e Angioini per la conquista del sud: proprio nei piani Palentini sotto il villaggio di Scurcola si svolse l'atto finale che portò alla sconfitta della dinastia tedesca da parte di quella francese; qui infatti si affrontarono Corradino di Svevia e Carlo I d'Angiò, il quale, con un'abile mossa della sua cavalleria, sconfisse l'esercito avversario. In seguito alla vittoria Carlo d'Angiò fece decapitare lo sconfitto Corradino nella piazza del Mercato di Napoli. Nello stesso anno Carlo I trasferì la capitale del Regno di Sicilia da Palermo a Napoli che, all'epoca, era la città principale della Terra di Lavoro. Da questo momento in poi il territorio scurcolano, come tutta l'Italia meridionale, passò sotto il dominio angioino. A questo periodo risale la grande abbaziacistercense di Santa Maria della Vittoria, di cui restano i ruderi dei Piani Palentini e la statua lignea di arte francese della Vergine Maria, secondo alcuni studiosi risalente al Quattrocento[15].
La zona fu quindi controllata dai monaci francesi e dalla famiglia De Ponte (ramo dei Berardi della contea di Celano), che ricevette dai re una serie di privilegi[16]. Lo stemma della famiglia, con la dicitura Sculcule, è il simbolo del comune di Scurcola Marsicana[17].
Età moderna
La storia di Scurcola restò legata alle sorti della Marsica fino al XVI secolo, quando nella regione iniziò ad inserirsi la famiglia romana degli Orsini, la quale aveva come obiettivo quello di estendere le proprietà dallo Stato Pontificio a quello del Regno di Napoli. Questo è il periodo in cui il vecchio castello fu inglobato nella nuova rocca, realizzata secondo i nuovi canoni costruttivi, per resistere meglio agli assedi fatti anche con l'uso delle prime armi da fuoco.
Con l'arrivo degli Orsini presto si ebbe anche la penetrazione dell'altra importante famiglia romana, i Colonna, la quale entrò ben presto in conflitto con quella. Più volte la Rocca passò da una famiglia all'altra per rimanere infine saldamente ai Colonna fino al XIX secolo[18]. Nel frattempo la situazione dell'abbazia andava peggiorando: i contrasti tra i potenti del luogo, le carestie e le pestilenze determinarono la rovina di quello che era considerato da tutti il più grande esempio di gotico cistercense francese d'Italia.
Alla fine del XVI secolo e gli inizi del XVII secolo nel paese furono realizzate una serie di grandi opere: la chiesa della Santissima Trinità, in stile controriformista, riccamente decorata nel corso dei secoli e restaurata negli anni Duemila, con la sua splendida scalinata barocca; la chiesa di Sant'Antonio da Padova facente parte dell'ex convento dei terzisti, con interni barocchi; la nuova chiesa di Maria Santissima della Vittoria, posta a ridosso della Rocca Orsini, sopra l'abitato.
Tra il XVII e il XVIII secolo la vita della piccola comunità agropastorale scurcolana fu scandita solo dal duro lavoro e dalle carestie che spesso imperversarono nella regione anche a causa del passaggio dei numerosi eserciti.
Età contemporanea
Pochi mesi prima della proclamazione del Regno d'Italia avvennero a Scurcola e nei Piani Palentini gravi scontri tra le truppe filo-borboniche e quelle filo-piemontesi. Il 13 gennaio 1861, i piemontesi subirono a Tagliacozzo una pesante sconfitta perdendo 23 uomini. Costretti a ritirare verso Avezzano si riorganizzarono occupando con una compagnia Magliano de' Marsi. Giunti a Scurcola con una seconda squadra militare i piemontesi prima respinsero l'attacco borbonico e dal 22 gennaio, coadiuvati dai rinforzi giunti da Avezzano e Magliano, diedero vita all'accerchiamento del nemico e al successivo rastrellamento. Il 23 gennaio vennero catturati 366 uomini che rinchiusi nella cappella delle Anime Sante furono condannati alla fucilazione. Dopo 89 esecuzioni arrivò l'ordine di bloccare immediatamente le condanne a morte. I 277 superstiti furono destinati prima ad Avezzano e poi presso il tribunale militare dell'Aquila, dove non è sicuro che tutti arrivarono in vita[19][20][21].
Nei primi anni della seconda guerra mondiale, tra il 1940 e 1943, Scurcola fu uno dei comuni dell'Abruzzo a essere designato dalle autorità fasciste come luogo di internamento civile per profughi ebrei stranieri presenti in Italia. Gli internati furono 15, uno dei gruppi più numerosi nella provincia dell'Aquila[23].
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati approvati con delibera del consiglio comunale del 31 ottobre 1990[24] e concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 settembre 1996.[25]
Nello stemma sono rappresentate quattro arcate sormontate da una muraglia e da cinque gigli d'oro; esso prende spunto dal blasone della famiglia De Ponte (d'azzurro al ponte di due archi, sormontato da due torri, il tutto d'argento[26]). Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di verde.
Onorificenze
Il comune di Scurcola Marsicana si fregia del titolo di città.
Dagli scavi iniziati nel 1985 sono state rinvenute oltre 30 tombe a tumulo contenenti numerosi oggetti in bronzo e ferro risalenti all'età del ferro. Nei pressi della necropoli, alle pendici del monte San Nicola, è stato scoperto un abitato dell'età del bronzo, in uso dal XIV secolo al X secolo a.C.[34][35]
I cittadini stranieri residenti a Scurcola Marsicana rilevati dall'Istat al 31 dicembre 2020 erano 170, pari circa al 6% della popolazione residente[38].
Tradizioni e folclore
Venerdì Santo: rievocazione della Passione di Gesù Cristo con visita alle sette chiese di Scurcola. Incappucciati in corteo indossano tonache di colore bianco, bordò e nero[39].
Sagra della ciammella, manifestazione enogastronomica e folkloristica che si svolge nella seconda metà di agosto. Prevede la sfilata dei carri allegorici e il corteo dei costumi tradizionali abruzzesi. Si distribuiscono le tipiche ciammelle scurcolane e il vino che sgorga, in via del tutto eccezionale, dalla fontana della Venere[41].
Ultimo fine settimana di agosto: festa in onore di Maria Santissima della Vittoria la cui abbazia venne edificata dopo la battaglia di Tagliacozzo[42].
Cultura
Eventi
Durante l'estate si svolge il premio internazionale D'Angiò, kermesse itinerante riservata alla cultura e allo spettacolo a cui partecipano esponenti del mondo della cultura di fama nazionale[43].
La squadra di calcio, Polisportiva calcio Scurcola Marsicana, ha militato nei tornei dilettantistici abruzzesi. Nel 2017 la società si è unita con quella della vicina Cappelle dei Marsi costituendo il sodalizio denominato Marsicana S.C.[51]
^ Carlo Grassi, La dotazione, su scurcolamarsicana.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato l'8 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2018).
^Castello Orsini di Scurcola Marsicana, su terremarsicane.it, Terre Marsicane, 18 ottobre 2011. URL consultato l'8 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2018).
^Decreto Città di Scurcola Marsicana, su Comune di Scurcola Marsicana. URL consultato il 13 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2015).
^Maria Rita Berardi, Una diocesi di confine tra Regno di Napoli e Stato Pontificio: documenti e regesti del fondo pergamenaceo della Curia vescovile dei Marsi, secc. XIII-XVI, nella collana Documenti per la storia d'Abruzzo, n. 16, della Deputazione abruzzese di storia patria, 2005, pp. 309-397.
^Chiese e monumenti di Scurcola Marsicana, su scurcolamarsicana.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato l'8 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2018).
^Umberto Irti, Fausto Vincenzo Colucci, Un insediamento dell'età del bronzo a Scurcola Marsicana AQ, Dagli atti della Società Toscana di Scienze Naturali, serie A, vol. XCI, Pisa, 1984.
^ Vincenzo d'Ercole, La necropoli di Scurcola Marsicana, su scurcolamarsicana.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato l'8 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2018).
^La quercia di Donato, su molisealberi.com, Molise Alberi. URL consultato il 28 febbraio 2019.
^Scurcola Marsicana, su provincialaquila.info, Provincia dell'Aquila. URL consultato il 10 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2018).
^Sagra della Ciammella, su abruzzonews.eu, Abruzzo News. URL consultato il 10 settembre 2018.