Rocca Pia è un comune italiano di 172 abitanti[2] della provincia dell'Aquila in Abruzzo[5]. Fa parte del parco nazionale della Maiella[6] ed è stato parte della comunità montana Alto Sangro e altopiano delle Cinquemiglia[7] fino alla soppressione di quest'ultima, avvenuta nel 2013[8].
Il comune è compreso nell'alta valle del Gizio. Fa parte del comune di Rocca Pia quasi tutto l'altopiano delle Cinquemiglia. La fama di questo altopiano deriva dal fatto che attraversarlo d'inverno era proibitivo per le condizioni meteorologiche avverse. Infatti capitava spesso che morissero persone avventuratesi sull'altipiano e incappate in una bufera di neve. Si ricorda nel febbraio del 1528 la morte di trecento soldati appartenenti alla "lega santissima" della Repubblica di Venezia che erano andati a combattere contro Carlo V d'Asburgo e, nel marzo dell'anno successivo, di cinquecento soldati tedeschi, all'ordine del principe d'Orange Filiberto di Chalon, mentre tornavano dall'Aquila.
Le prime notizie riguardanti Rocca Pia risalgono intorno al X secolo allorché il duca di Spoleto, passando da queste parti, donò ai monaci volturnensi la chiesa di San Marcello in loco Florine, i cui resti sono ancora visibili nei pressi dell'abitato di Rocca Pia. Il paese ha avuto diverse denominazioni: inizialmente era Florina, ma ben presto venne chiamato Vallescura o Rocca Valleoscura, da quando venne costruito il castello verso il XIII secolo. La denominazione trae origine dal fatto che il paese è posto in una stretta valle esposta a nord e circondata da alte montagne.
Quando il Regno di Napoli, di cui faceva parte il villaggio, passò sotto il dominio dei francesi con Gioacchino Murat, il paese prese il nome di Rocca Letizia in onore della madre di Napoleone Bonaparte. Questo nome, comunque, non venne pressoché mai usato perché con il ritorno di Ferdinando di Borbone venne annullato il decreto di Murat e ritornò l'antico nome di Vallescura.
Il 21 ottobre 1860 a Vittorio Emanuele II di Savoia, in viaggio per Teano dove incontrò Giuseppe Garibaldi, fu domandata la grazia che cambiasse il nome al paese. Il re, per affetto a sua figlia Maria Pia, regina del Portogallo, dalla quale aveva ricevuto una lettera in quel giorno, ribattezzò Rocca Valleoscura in Rocca Pia.
In occasione del 150º anniversario dell'Unità d'Italia, una delegazione dei monarchici che hanno cura delle spoglie dei reali sabaudi presso il Pantheon a Roma ha voluto erigere un cippo commemorativo in onore di Vittorio Emanuele II che passò, appunto, lungo la via degli Abruzzi.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 16 novembre 1994[9]. Il profilo araldico dello stemma è il seguente[9]:
«Di azzurro, al castello di argento, murato, chiuso e finestrato di due di nero, torricellato di tre pezzi merlati alla guelfa di quattro, muniti ciascuno di due finestrelle tonde, poste in fascia, di nero, la torre centrale, più alta e più larga, caricata dall'elemento grafico, di nero, formato da due ellissi, unite, con l'asse maggiore posto in fascia, e dalla croce latina, attraversante, esso castello sormontato dal sole d'oro e fondato sulla pianura di verde. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, la scritta, in lettere maiuscole di nero, UNIVERSITAS ROCCAE VALLIS OBSCURAE. Ornamenti esteriori da Comune.[9]»
Il gonfalone è un drappo di giallo[9].
Abitanti censiti[10]
Piatti quali gli gnocchi agli orapi, la pecora alla callara e la zuppa con le lenticchie rappresentano la cucina tipica di Rocca Pia[11].
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