«...quando incontreremo le prime ulivelle
magre, solitarie, in bilico sui dirupi,
con i rami stenti, tormentati dalla bufera,
allora saremo in Contado di Molise.»
Partendo dalle montagne della dorsale appenninica, passando per le colline, i laghi e i fiumi dell'entroterra per giungere infine alla fascia costiera dell'Adriatico il territorio si presenta vario e diversificato, in cui si inseriscono borghi, paesi e città.
Il territorio è attraversato dalle valli del Trigno, del Biferno e del Fortore; esse presentano un andamento generalmente rettilineo, circondate dai pendii di colline e montagne, per poi allargarsi notevolmente nei pressi del mare.
Gli unici due invasi presenti nella provincia sono di origine artificiale, e sono:
Il lago di Guardialfiera, soprannominato anche "del Liscione", dal nome della diga grazie alla quale è stato creato. Suggestivi e spettacolari sono i due viadotti della SS 647, denominati "Molise I" e "Molise II", che per 8,5 chilometri attraversano il lago superando la diga.
Il lago di Occhito, posto a cavallo tra il Molise e la Puglia.
Orografia
La provincia, è caratterizzata da antiche formazioni sedimentarie, alcune anche di origine marina. Il territorio si può distinguere in quattro zone in base alla loro costituzione:
Le valli del Trigno e del Biferno insieme ai Frentani, dalla caratteristica composizione argillosa. Proprio per la sua composizione, questa è la zona che più di tutte è soggetta al fenomeno delle frane;
La fascia costiera, caratterizzata da una formazione prevalentemente argillosa e sabbiosa.
Storia
A seguito della guerra contro Roma dal 343 a.C. al 290 a.C. il territorio dell'antica regione del Sannio (la cui zona centrale coincide con l'attuale provincia di Campobasso) fu incluso nella Regio IV in età Augustea.
Nel 570, in seguito ad un'invasione da parte dei Longobardi, il territorio fu annesso al Ducato di Benevento comportando un ridimensionamento dei latifondi e dei patrimoni ecclesiastici dei vescovati di Bojano, Sepino, Venafro, Trivento, Isernia, Larino e Termoli. Ne seguì una divisione dell'area in gastaldati ed il consolidamento di alcune signorie feudali che acquistavano sempre maggiore autonomia.
È da collegare alla divisione del Ducato di Benevento dell'847 ed alla creazione del principato di Capua nell'860 la nascita delle contee di Venafro, di Larino, di Trivento, di Bojano, di Isernia, di Campomarino e di Termoli.
Ugo I de Molinis, conte di Bojano e feudatario normanno di Mulhouse (da cui deriverebbe il nome del Molise), attuando una politica di favore della penetrazione normanna, restituì gli antichi confini ai territori del Sannio nel 1053. Infine grazie al suo successore, Ugo II de Molinis, il Molise si costituì in forma autonoma intorno al 1128, ma dal secolo successivo fu unito alla Terra di Lavoro.
Il 27 settembre del 1806, dopo l'occupazione da parte della Francia, Gioacchino Murat rese il Molise provincia autonoma costituita dai distretti di Campobasso e di Isernia ai quali si aggiunse quello di Larino e il Circondario di Agnone.
Il Molise beneficiò molto di questa operazione, infatti perse solo 2 comuni e ne ottenne ben 31.
Tuttavia nel 1861 il Molise perderà 15 comuni perlopiù in favore della provincia di Benevento e ne ingloberà 13, a cui se ne aggiungeranno 4 della provincia di Caserta, soppressa nel periodo fascista (poi ricostituita e riordinata nei comuni originari)[4].
In seguito ad una modifica costituzionale in doppia deroga, il 27 dicembre 1963, la provincia di Campobasso venne staccata dall'Abruzzo ed elevata al rango di regione col nome di Molise. La situazione restò invariata fino al 1970 quando 52 comuni vennero distaccati per formare la Provincia di Isernia, istituita con la legge 2 febbraio 1970 n. 20.
Al 31 dicembre 2018 nella provincia risiedevano, su un totale di 221 238 abitanti, 10 150 stranieri che rappresentavano quindi il 4,6% della popolazione. Le cinque comunità più numerose erano:[5]
Il sistema sanitario regionale è gestito dall'A.S.Re.M. (Azienda Sanitaria Regionale del Molise), che è presente nel territorio della provincia di Campobasso con quattro distretti socio-sanitari (Campobasso, Termoli, Larino, Bojano-Riccia), e tre presidi ospedalieri:
Si affiancano a queste altre strutture, sia private sia convenzionate con l'azienda sanitaria regionale.
È in corso un'operazione di razionalizzazione del sistema sanitario, che potrà vedere la chiusura di alcuni centri e presidi ospedalieri. In merito a questi ultimi si sta operando verso il mantenimento, nella provincia di Campobasso, dei soli presidi "Antonio Cardarelli" di Campobasso e "San Timoteo" di Termoli.
Qualità della vita
Secondo Il Sole 24 Ore, la provincia di Campobasso nel 2019 era la 74ª provincia italiana con la qualità di vita più alta su un totale di 107; nel 2014 si trovava invece all'82º posto.[6]
In grassetto sono indicate le città metropolitane. In luogo delle province, in Sicilia vi sono i liberi consorzi comunali; in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione, in Friuli-Venezia Giulia le province sono state abolite come enti amministrativi e rimangono esclusivamente come unità territoriali sovracomunali non amministrative; mentre in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomi sui generis.