Il Panathīnaïkos Athlītikos Omilos (in greco: Παναθηναϊκός Αθλητικός Όμιλος, Club Atletico di Tutti gli Ateniesi; IPA: [panaθinaiˈkos]), noto più semplicemente come Panathinaikos e colloquialmente come Pao o Pana, è una società polisportivagreca di Atene.
Per distinguersi dalle altre sezioni sportive il settore calcistico usa spesso presentarsi su testi anglofoni come Panathinaikos FC, sebbene l'originale ed ufficiale denominazione greca coincida con quella della polisportiva generale. Nomi particolari attengono invece agli altri sport, tra i quali quello della sezione cestistica, che è tra le principali realtà europee nella sua specialità.
Storia
Le origini
Il Panathīnaïkos venne fondato il 3 febbraio 1908 come P.O.A. - Podosferikos Omilos Athinon (Π.Ο.Α. - Ποδοσφαιρικός Όμιλος Αθηνών) da Giōrgos Kalafatīs, calciatore che aveva appena partecipato alle Olimpiadi del 1906 tenutesi proprio ad Atene[1], e da alcuni suoi atleti appena usciti dal loro vecchio club, il Panellinios G.S. per creare una nuova associazione dedicata interamente al calcio[2].
Kalafatīs prese in affitto come primo terreno di gioco e di allenamento un campo sulla strada Patission dopo aver raggiunto un accordo con l'Ethnikos G.S. Athens e il Panellinios G.S.: i due club sportivi beneficiari erano esitanti nell'istituire una sezione calcistica perché ritenevano questo uno sport dedicato alla classe lavoratrice[3]. La prima partita non ufficiale fu disputata nel settembre 1908 contro il Piraeikos, un'antenata dell'Olympiacos; questa si concluse con una vittoria per 9-0[3], ed attirò i primi tifosi. L'anno successivo venne invece istituito il primo torneo calcistico ufficiale greco, la Coppa S.E.G.A.S., che il Panathīnaïkos concluse subito al terzo posto.[3]
Alla fine del 1909 Kalafatīs ebbe alcune divergenze con il resto del vertice della società, e decise di ricostruire la squadra cambiando il nome della società in P.P.O. - Panellinios Podosferikos Omilos (in grecoΠ.Π.Ο. - Πανελλήνιος Ποδοσφαιρικός Όμιλος?, Club Calcistico Panellenico). Si assicurò inoltre un campo in piazza Amerikis[3], e venne presto raggiunto dalla dirigenza del vecchio club[2]. Nel 1912 Kalafatīs, finora allenatore-giocatore della squadra, chiamò in panchina John Cyril Campbell, che proveniva dall'università di Oxford[4]: per quanto i metodi di allenamento del tecnico fossero al di sotto dello standard inglese, essi furono considerati rivoluzionari in Grecia. Questo fu più chiaro quando abbandonò la squadra nel 1914: grazie anche all'apporto di giocatori come Michalis Papazoglou, Michalis Rokos, Loukas Panourgias e Apostolos Nikolaïdīs il club aveva infatti già una certa notorietà a livello nazionale.
Cambiamenti di nome
Un altro cambiamento di nome avvenne al termine del primo conflitto mondiale, quando mutò in P.P.A.O. - Panellinios Podosferikos ke Agonistikos Omilos (Πανελλήνιος Ποδοσφαιρικός και Αγωνιστικός Όμιλος, in italianoClub calcistico e sportivo panellenico) per sottolineare la giurisdizione di società polisportiva[5]. Nel 1919 il club adottò il verde come colore sociale e, su proposta di Papazoglou, il trifoglio come emblema[3][6] In quello stesso anno la squadra vinse il primo campionato greco disputato del dopoguerra, che venne organizzato dall'Unione Calcistica di Atene e del Pireo[7]. Anche a causa dell'acquisizione dello status di società polisportiva si dovette affrontare il problema dello stadio, che venne risolto nel 1923 con il trasferimento della squadra in un impianto situato nel distretto di Ampelokipoi che prese inizialmente il nome della strada su cui sorgeva, Leoforos Alexandras (Leoforos può essere tradotto come "viale")[8]. Questo coincise con un altro cambiamento nella denominazione del club, che assunse definitivamente il nome di P.A.O. - Panathīnaïkos Athlitikos Omilos (Π.Α.Ο. - Παναθηναϊκός Αθλητικός Όμιλος, in italiano Società sportiva pan-ateniese)[5].
Nel 1926 anche in Grecia venne fondata la federazione calcistica nazionale, che l'anno successivo organizzò il primo campionato greco di calcio in sostituzione della coppa S.E.G.A.S.; si trattava comunque di molti campionati locali con una successiva fase nazionale per le sole squadre "meritevoli". Durante gli anni trenta il Panathīnaïkos non ottenne risultati degni di nota, anche a causa di dissapori all'interno della dirigenza del club[4]; gli unici risultati di rilievo furono la conquista del titolo nella stagione 1929-1930 e quella della Coppa di Grecia 1939-1940 in seguito alla vittoria per 3-1 sull'Arīs Salonicco nella finale.
Intanto in Europa era nata la Coppa dei Campioni. Sebbene il Panathīnaïkos avesse rappresentato la Grecia in più occasioni, raramente era riuscito a superare il primo turno, e comunque mai il secondo. Le cose cambiarono quando venne chiamato a sedersi in panchina Ferenc Puskás, che da giocatore aveva invece sollevato il trofeo in tre occasioni: infatti nell'edizione 1970-1971 della Coppa dei Campioni i greci superarono la Jeunesse Esch e lo Slovan Bratislava nei primi due turni, poi l'Everton nei quarti e la Stella Rossa in semifinale; il passaggio in quest'ultimo turno fu complicato dalla sconfitta per 4-1 subita a Belgrado, a cui venne posto rimedio con la vittoria per 3-0 di Atene. Il 2 giugno 1971 il club andò quindi a Wembley a giocare la finale, e qui trovò l'Ajax del calcio totale, che era guidato da Rinus Michels in panchina e da Johan Cruijff in campo. A vincere l'incontro furono però gli olandesi, per 2-0, che conquistarono il primo dei loro tre successi consecutivi, ma Antōnīs Antōniadīs si laureò capocannoniere della competizione. Inoltre, a causa della rinuncia dei campioni continentali, il Panathīnaïkos ebbe la possibilità di giocare contro il Nacional nella Coppa Intercontinentale 1971. La coppa non venne però conquistata: allo Stadio Geōrgios Karaiskakīs la prima gara finì 1-1, mentre nel ritorno in Uruguay i padroni di casa vinsero 2-1 (a segnare per gli ellenici fu in entrambe le occasioni Totīs Fylakourīs). Negli anni successivi il Panathīnaïkos continuò ad affermarsi in campo nazionale, vincendo un campionato nel 1971-1972 e centrando il double nel 1976-1977. Questo anche grazie anche ai gol di Antōniadīs, più volte miglior marcatore in campionato oltre che secondo nella Scarpa d'oro 1972 con 39 gol, solo uno in meno di Gerd Müller.
Nel 1979, con l'avvento del professionismo in Grecia, la squadra fu acquistata da Yiorgos Vardinogiannis[10], facente parte di una famiglia di imprenditori televisivi e petroliferi[2][4]. In quello stesso periodo la società istituì una sezione dedicata al calcio femminile, divenendo il primo club greco a farlo. Dopo un periodo di transizione il Panathīnaïkos attraversò un periodo di forma per il resto del decennio, centrando il double due volte (nel 1984 e 1986), vincendo un'altra Coppa e una Supercoppa. A livello internazionale offrì una buona prova nella Coppa dei Campioni 1984-1985, quando venne eliminato in semifinale dal Liverpool, mentre in questo periodo il club cominciò a trasferirsi nel nuovo Stadio olimpico, che in futuro si sarebbe spesso alternato col Leoforos.
Il Panathīnaïkos confermò il suo buon periodo anche nella prima metà del decennio successivo: ottenne il double altre due volte (nel 1991 e nel 1995), vinse inoltre il campionato nel 1990 e nel 1996, la coppa nazionale nel 1993 e nel 1994 e la Supercoppa nel 1993 e nel 1994. Sempre nel 1996 i greci raggiunsero le semifinali di Champions League, dove trovarono nuovamente l'Ajax: gli olandesi furono sconfitti in casa per 1-0, ma poi vinsero 3-0 ad Atene ed in seguito persero in finale di Roma contro la Juventus. Nel gennaio del 1998 il polaccoKrzysztof Warzycha divenne il miglior goleador di sempre[11].
Albori del nuovo millennio
Nell'estate del 2000 il presidente Vardinogiannis si dimise dopo ventun anni dall'incarico, favorendo alla successione il nipote Giannis[12], che cambiò strategia aziendale. Nei primi anni della sua gestione il Panathīnaïkos, che già veniva da alcuni anni senza successi, alternò prestazioni altalenanti in campionato a buone prove in campo internazionale: guidato in panchina da Sergio Markarián e trascinato da Michalīs Kōnstantinou, raggiunse infatti, dopo aver superato due fasi a gironi, i quarti di finale della UEFA Champions League 2001-2002, dove venne eliminato dal Barcellona. Lo stesso traguardo venne raggiunto anche nella successiva edizione di Coppa UEFA, quando la squadra ellenica fu fermata dai futuri vincitori del Porto. In quella stessa stagione il Panathinaikos tornò in corsa per la vittoria finale del campionato, arrendendosi solo all'ultima giornata ai rivali dell'Olympiacos. In seguito la squadra fu rinnovata (arrivarono giocatori come Ezequiel González, Lucian Sânmărtean e Markus Münch) e, affidata al tecnico israelianoItzhak Shum, vinse, dopo otto anni di astinenza, il suo diciannovesimo titolo e la Coppa di Grecia.
Anni senza vittorie e cambio di dirigenza
Subito dopo abbandonarono la squadra sia l'allenatore sia il portiere Antōnīs Nikopolidīs, in seguito seguiti anche da diversi artefici della vittoria del campionato, tra cui Aggelos Mpasinas e Michalīs Kōnstantinou. Vennero invece ingaggiati, tra gli altri, Flávio Conceição ed Igor Bišćan, ma la squadra, sulla cui panchina si sedettero Zdeněk Ščasný e Alberto Malesani, non riuscì a battere i rivali dell'Olympiacos e si classificò al secondo posto nel 2004-2005 ed al terzo posto nel 2005-2006.
Nell'estate del 2008 ci fu un cambio ai vertici dirigenziali, con Nikos Pateras che assunse l'incarico di presidente al posto di Vardinogiannis. La nuova dirigenza chiamò in panchina l'olandeseHenk Ten Cate e operò alcuni acquisti di peso, tra cui il terzino Gabriel e Gilberto Silva, proveniente dall'Arsenal. Il Panathīnaïkos, pur classificandosi nuovamente terzo in campionato, si rese protagonista di un'altra una buona prestazione in UEFA Champions League: chiuso il raggruppamento al primo posto davanti all'Inter e al Werder Brema, venne eliminato agli ottavi dal Villarreal.
Ritorno ai vertici (2009-2011), cambio di proprietà, crisi e risalita
A causa di problemi finanziari e divergenze professionali il Panathīnaïkos cedette poi il capocannoniere Cissé alla Lazio e il portiere titolare Alexandros Tzorvas al Palermo, con lo scopo principale di ridurre il monte ingaggi. Arrivarono invece, Quincy Owusu-Abeyie, Toché, Vitolo e Zeca, mentre la presidenza passò a Dimitris Gontikas. La stagione 2011-2012 iniziò male: la squadra non riuscì ad entrare nel tabellone principale delle due coppe europee, mentre il secondo posto in campionato fu segnato dai gravi fatti[13] del derby con l'Olympiakos del 18 marzo 2012. La società passò poi a Giannis Alafouzos, proprietario dell'emittente greca Skai, che rilevò il club a costo zero e chiese ai tifosi di contribuire con una sorta di azionariato popolare. Una volta raccolti poco meno di 3 milioni di euro grazie al contributo di 8 606 sostenitori (tra i quali gli ex calciatori del club Jean-Alain Boumsong, Sōtīrīs Ninīs, Gilberto Silva e Djibril Cissé), il nuovo proprietario riuscì a rilevare la quota che apparteneva a Vardinogiannis e a costituire un board di 20 nuovi membri con a capo nuovamente Dimitris Gontikas. Giannis Vardinogiannis cedette ufficialmente il 54% del Panathīnaïkos alla Panathīnaïkos Alliance e Giannis Alafouzos divenne presidente del sodalizio.[14] Le difficoltà finanziarie del club pregiudicarono, però, l'annata 2012-2013, che si concluse con un deludente sesto posto in campionato: nella stagione successiva il Panathīnaïkos restò così direttamente fuori dalle competizioni europee per la prima volta dopo sedici anni. In vista della stagione 2013-2014 i membri salirono a 9 305 e nel maggio 2013 la panchina fu affidata a Yannis Anastasiou, che seppe combinare giovani del vivaio con nuovi acquisti stranieri in cerca di riscatto. Malgrado le scarse aspettative, nel 2013-2014 la squadra si piazzò quarta in campionato nella stagione regolare e seconda dopo i play-off, qualificandosi alla UEFA Champions League, con lo svedese Marcus Berg capocannoniere del torneo. Battendo per 4-1 il PAOK nella finale di Coppa di Grecia, venne poi conquistato un nuovo trofeo dopo vari anni.
Nuova crisi e segnali di ripresa (dal 2014)
Il Panathīnaïkos non riuscì però ad accedere alla UEFA Champions League 2014-2015, e nemmeno alla successiva edizione della manifestazione. Il 2 novembre 2015 Anastasiou fu sollevato dall'incarico[15] e sostituito da Andrea Stramaccioni, che condusse la squadra al terzo posto in campionato. L'italiano terminò la sua esperienza il 1º dicembre 2016, con la squadra terza in campionato a sette punti dalla vetta della classifica;[16] gli subentrò Marinos Ouzounidīs, già calciatore della squadra negli anni '90, e la squadra confermò il terzo posto in Souper Ligka.
Dal punto di vista calcistico la stagione 2017-2018 fu probabilmente la peggiore nella storia del Panathīnaïkos: con il club attanagliato da problemi societari e debiti, la squadra, penalizzata di 8 punti anche a causa delle intemperanze dei propri tifosi, riuscì a salvarsi chiudendo il campionato al tredicesimo posto, il peggior piazzamento nella storia del club in massima divisione. Nell'aprile 2018 il club fu escluso per tre anni dalle competizioni europee a causa della situazione debitoria (violazione del fair play finanziario),[17] divenuta ormai difficilmente sostenibile, tanto che la squadra riuscì a evitare il declassamento in seconda serie pagando quanto doveva al diensore Jens Wemmer[18] e fu scossa da due scioperi dei giocatori per stipendi non pagati, avvenuti tra febbraio e aprile.[17]
Ouzounidis lasciò alla fine della stagione la guida tecnica,[19] mentre alla fine di giugno 2018 la squadra passò sotto il controllo di Pairoj Piempongsant, uomo d'affari thailandese a capo di PAN ASIA Fund, che ne rilevò la proprietà da Alafouzos.[20] In panchina venne poi chiamato Giōrgos Dōnīs, che, dopo un ottimo avvio con 6 vittorie consecutive (il club azzerò così rapidamente la penalizzazione di 6 punti) e la testa della classifica, guidò i verdi all'ottavo posto nel campionato 2018-2019. Nel corso dell'annata il derby con l'Olympiacos venne sospeso[21] e la stagione si chiuse con un totale di 11 punti di penalizzazione. Nel 2019-2020 Donis fece ancora meglio, conducendo i suoi al quarto posto finale, ma nel luglio 2020, dopo la poule scudetto del campionato, lasciò la squadra di comune accordo con il club, a causa di dissapori con il presidente Alafouzos.[22]
Ceduti molti dei calciatori protagonisti della buona annata precedente, nel 2020-2021 la squadra fu affidata al tecnico spagnolo Dani Poyatos, che fu esonerato già ad ottobre per via degli scarsi risultati e sostituito dal rumeno László Bölöni, che concluse il campionato al quinto posto, fallendo la prima qualificazione europea possibile dopo tre anni di bando dalle coppe confederali. Il successore, il croato Ivan Jovanović, condusse i suoi al quarto posto nel 2020-2021 e al quarto posto nel 2021-2022, stagione in cui, battendo per 1-0 il PAOK in finale, fu vinta la Coppa di Grecia, primo trofeo ottenuto dai verdi dopo otto anni. Nel corso della stagione 2023-2024 la squadra passò, nel dicembre 2023, sotto la guida del tecnico turco Fatih Terim, rimasto in lizza per il titolo prima di scivolare al quarto posto dopo tre sconfitte consecutive e dimessosi nel maggio 2024.[23] A una gara dalla fine del campionato il suo posto fu preso da Chrīstos Kontīs. La Coppa nazionale 2023-2024 si chiude però proprio con la conquista del trofeo da parte della squadra.
L'attuale simbolo e i colori della maglia furono adottati nel 1919, quando il giocatore Michalis Papazoglou[3][6] (proveniente dal quartiere Kadıköy di Istanbul) propose alla società di adottare come logo il trifoglio (Tριφύλλι - Trifylli), già adottato dalla squadra da dove il giocatore proveniva. I colori della divisa sono il bianco e il verde, anche se a volte il bianco non viene utilizzato nella divisa.
Nei primi anni dall'istituzione del verde come colore sociale, i giocatori indossavano magliette verdi, calzoncini bianchi e calzettoni verdi. Da allora l'uniforme ha cambiato diverse volte stile, ma il verde fu mantenuto come principale colore sociale.
Il 6 gennaio 2008, in occasione del centenario della fondazione del club, furono introdotte nuove uniformi, nonché un nuovo logo per celebrare la ricorrenza, un trifoglio stilizzato accompagnato da un numero 100[24]. Questo logo è stato disegnato da Nikos Karokis, un tifoso della squadra, che aveva vinto un concorso che consisteva nel disegnare un logo per celebrare il centesimo anniversario della fondazione[25].
Storicamente il club è però legato allo Stadio Apostolos Nikolaidis, detto anche Leoforos; aperto nel 1922 può ospitare 16.003 persone e si trova nel distretto di Ampelokipi, nel centro di Atene. Questo stadio venne rinnovato nel 2000 per adeguarlo agli standard UEFA (furono ridotti i posti da 25.000 a 16.620, rinnovati gli spogliatoi ed installata una copertura), ma fu abbandonato quattro anni dopo a causa di una nuova normativa che impose nuovi criteri. Nel tempo è stato utilizzato anche per le partite della nazionale greca, nonché degli altri due club cittadini, l'AEK Atene (che lo ha usato fino al 2004 per le partite interne di Champions League) e l'Olympiacos (solo per le amichevoli). Qui si sono cimentate diverse formazioni note a livello internazionale, come Real Madrid, Barcellona, Manchester Utd e Arsenal. Nel frattempo si è anche parlato di costruire un nuovo stadio, ma a causa della crisi economica della Grecia l'idea è stata accantonata; venne quindi deciso di ammodernare il Leoforos, eseguendo dei lavori terminati nel 2013.
Centro di allenamento
Dal 2013 il Panathīnaïkos svolge le sue sedute di allenamento al centro Georgios Kalafatis, che si trova a Koropi[27] ed è stato intitolato al fondatore del club.
Tra i tifosi del Panathīnaïkos, il gruppo principale è il Gate 13, fondato il 19 novembre 1966.[32] Si tratta della più antica associazione di tifosi calcistici della Grecia, con un totale di 80 sodalizi affiliati tra Grecia e Cipro.[33]
Gemellaggi e rivalità
I tifosi del Panathīnaïkos sono gemellati con quelli del Rapid Vienna, con cui condividono i colori verde e bianco. Un gemellaggio lega inoltre i sostenitori del Panathīnaïkos radunati nel Gate 13 con gli ultras della Roma.[34][35]
Dagli anni '10 del XX secolo sussiste un legame con i tifosi della Dinamo Zagabria, in particolare il gruppo dei Bad Blue Boys,[36] con cui condividono la contrapposizione con i tifosi dell'Olympiacos e della Stella Rossa.
Esiste inoltre da qualche anno un'amicizia con i tifosi del Modena che hanno dimostrato rispetto nei confronti del Panathīnaïkos in una partita contro la Roma.
^(EL) Θοδωρής Σιούτας, Συμπαράσταση στους Ultras της Ρομα!, su Leoforos.gr, 27 settembre 2015. URL consultato il 24 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2017).
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