Mayor, verso il 1037, portando in dote terreni e castelli nella zona d'Albì e di Nîmes, venne data in sposa all'erede delle contee di Tolosa, di Nîmes e d'Albi, Ponzio, figlio primogenito del conte di Tolosa, duca di Settimania, conte di Nîmes e conte d'Albi, Guglielmo III Tagliaferro e di Emma di Provenza (come risulta da una donazione, del 999, che si trova negli Archives du Gard in cui Emma è citata come moglie di Guglielmo III Tagliaferro e dove sono ricordati anche i figli, tra cui Ponzio[5]), figlia del marchese di Provenza, Rotboldo III e di Ermengarda (come viene ribadito nel documento nº 172 del volume V delle Preuves de l'Histoire Générale de Languedoc[6]), di cui non si conoscono gli ascendenti. Al momento del matrimonio, secondo il documento nº 211 del volume V delle Preuves de l'Histoire Générale de Languedoc, in cui suo padre Guglielmo III, compare come sottoscrittore, Ponzio fece dono di una proprietà a Mayor, che era la sua prima moglie[7] e che i cronisti francesi chiamavano "Majorie" [3]. In quello stesso anno, alla morte del padre, suo marito Ponzio II gli subentrò nei titoli di conte di Tolosa, Nîmes ed Albì; mentre il cognato, Bertrando (998 circa-1062), affiancò la madre, Emma nel governo del marchesato di Provenza.
Dopo pochi anni, 1040 circa, Mayor venne ripudiata dal marito. Poco dopo, verso il 1043, Mayor morì ed il marito contrasse un nuovo matrimonio con Almodis de La Marche[8] (1020-1071, che aveva sposato in peme nozze, il signore di Lusignano, Ugo V[8] detto il Pio († 1060), e poi, nel 1053, dopo essere stata anch'ella ripudiata, avrebbe sposato, in terze nozze, il conte Raimondo Berengario I di Barcellona[8].
Ponzio il Giovane (confermato dalle Europäische Stammtafeln[9], libro III, non consultate[5]) (?-1063), che venne escluso dalla successione, pur essendo il primogenito, per cui alcuni storici ne mettono in dubbio l'esistenza. Ad ereditare i titoli paterni furono i primi due figli che il conte ebbe dalla seconda moglie: Guglielmo[8] e Raimondo[8].