Sancho VII di Navarra

Sancho VII
Sigillo di Sancho VII l'Arrano Beltza[1]
Re di Navarra
Stemma
Stemma
In carica27 giugno 1194 –
7 aprile 1234
PredecessoreSancho VI
SuccessoreTebaldo I
Nome completoSancho Sánchez
NascitaTudela, 17 aprile 1154
MorteTudela, 7 aprile 1234 (79 anni)
Casa realeCasa di Navarra
PadreSancho VI
MadreSancha di León e Castiglia
ConsorteCostanza di Tolosa
FigliGuglielmo Sánchez
Rodrigo Sánchez
Ramiro Sánchez[2][3]

Sancho Sánchez, detto el Fuerte (il Forte). (Sancho in spagnolo, aragonese, portoghese e galiziano; Sanç in catalano; Antso in basco) (Tudela, 17 aprile 1154Tudela, 7 aprile 1234), fu l'ultimo re di Navarra della dinastia Jimena, dal 1194 al 1234.

Alcune fonti storiche narrano che il re fosse alto circa 2.20 m, per questo è a volte descritto come il "sovrano più alto della storia"[4].

Origine

Secondo il Nobiliario de D. Pedro Conde de Barcelos hijo del Rey D. Dionis de Portugal Sancho era il figlio maschio primogenito del re di Navarra Sancho VI il Saggio e Sancha di Castiglia, figlia del re di León e Castiglia, Alfonso VII[5] e di Berenguela di Barcellona[6], figlia del conte di Barcellona, Raimondo Berengario III[6] e quindi sorella del principe d'Aragona e conte di Barcellona Raimondo Berengario IV.[3][7][8].
Sancho VI, secondo le "Corónicas" Navarras[9], era figlio del re di Navarra García IV Ramírez il Restauratore e di Margherita de l'Aigle[10] (?-25 maggio 1141), figlia di Gilbert de l'Aigle e Giuliana di Perche[11][12][13].
Una delle sue sorelle, Berengaria di Navarra, era la moglie del re d'Inghilterra, Riccardo Cuor di Leone, come riporta Alberico delle Tre Fontane (Berengariam, quam rex Anglorum Richardus....in uxorem duxerat)[14].

Firma e sigillo (l'Arrano Beltza o Aquila Nera[1]) di Sancho VII.

Biografia

Come riporta il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia, Sancho, all'inizio degli anni 90 del dodicesimo secolo, intervenne in armi in Aquitania e Normandia, per difendere gli interessi del cognato, Riccardo Cuor di Leone, re d'Inghilterra e duca d'Aquitania, assente in quanto impegnato nella terza crociata e poi prigioniero nel Sacro Romano Impero, continuando a collaborare con Riccardo, dopo il suo ritorno in Aquitania[15].

Secondo le "Corónicas" Navarras[9], suo padre, Sancho VI morì a Pamplona il 27 giugno 1194 (Anno Domini MCXCIIII obiit Santius illustris rex Navarre....quinto Kalendas Iulii)[16], mentre gli Annales Compostellani erroneamente riportano il 1195 (Era MMXXXIII. Sancius Rex Navarræ)[17] e fu tumulato nella stessa Pamplona nella cattedrale di Santa Maria, come riporta il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia[18].
Gli succedette il figlio primogenito, Sancho, come riportano le "Corónicas" Navarras[19], come Sancho VII, che fu incoronato a Pamplona il 15 agosto dello stesso anno.

Regno di Navarra
Jiménez

Sancho I
Figli
Jimeno II
Figli
  • García
  • Sancho
  • Dadildis
  • Munia
  • García, figlio naturale
García I
Sancho II
Figli
García II
Figli
Sancho III
Figli
García III
Figli
Sancho IV
Figli
  • García
  • Ramón, figlio naturale
  • Urraca, figlia naturale

Sancho V

Pietro I

Figli
  • Pietro
  • Isabella

Alfonso I

García IV

Figli

Sancho VI

Figli

Sancho VII

Modifica

Nel 1196, arrivò in ritardo ad Alarcos, dopo che la battaglia contro gli Almohadi si era risolta in un disastro per i castigliani di Alfonso VIII ed i rapporti tra i due re si guastarono, come riporta lo storico Rafael Altamira, si affrettò a dichiararsi vassallo di Alfonso VII di Castiglia[20].
Nella guerra che ne seguì Sancho devastò Soria e Almazán e Alfonso VIII chiese la pace di Tarazona.

Alfonso VIII strinse un'alleanza col nuovo re d'Aragona, Pietro II, per combattere il regno di Navarra (Tratado de Calatayud), nel 1198[15], per cui Sancho VII si alleò con il califfo almohade Abu Yusuf Ya'qub al-Mansur; Sancho fu scomunicato da papa Innocenzo III, con la bolla del 16 aprile 1198 (annullata poi il 29 gennaio 1199)[15].

Alfonso VIII approfittò del fatto che Sancho stava combattendo in Murcia, Andalusia e Nordafrica, alleato degli Almohadi, per togliere alla Navarra, tra il 1198 e il 1200, l'Álava e la Gipuzkoa[15].
La cessione venne confermata dal trattato di Guadalajara del 1207[15].

Il Regno di Navarra sotto Sancho VII il Forte (1194-1234).

      Regno di Navarra

      Territorio ceduto al Regno di Castiglia (1198-1200)

      Territori divenuti vassalli del Regno di Navarra (1196-1203)

      Regno di Castiglia

      Corona d'Aragona

La sua presenza alla battaglia di Las Navas de Tolosa fu determinante per la coalizione di Castiglia, Navarra, Aragona e Portogallo, che, nel 1212, sconfisse duramente il califfo almohade Muhammad al-Nasir[21].
La tradizione vuole che le sue truppe navarresi fossero arrivate sino alla tenda del califfo (conosciuto anche come Miramamolin) dopo aver tagliato le catene dorate che la proteggevano, e che ne trattenevano la guardia del corpo personale, formata da schiavi; sarebbe questa l'origine dell'adozione delle catene d'oro come emblema personale del re, in seguito divenuto distintivo della stessa monarchia di Navarra[22] Sebbene alcuni studi abbiano mostrato come la questa tradizione possa in realtà essere stata elaborata successivamente, per la precisione intorno al XVI secolo, è certo come Sancho VII fu il primo ad adottare il simbolo divenuto caratteristico della Navarra per primo[23].

Con l'avanzare degli anni e sofferente per una malattia, Sancho VII si ritirò a Tudela[15], e, negli ultimi anni, aveva lasciato la reggenza alla sorella, Bianca di Navarra, contessa di Champagne e dopo la morte della sorella, nel 1229, la reggenza passò all'altra sorella, la sorella maggiore, Berengaria, la vedova di Riccardo Cuor di Leone, che nel dicembre del 1230 morì anche lei.

Nel febbraio 1231, dopo la morte delle due sorelle, firmò il trattato di Tudela col re d'Aragona, Giacomo il Conquistatore che prevedeva che colui che fosse sopravvissuto avrebbe occupato il regno dell'altro re[15]. Ma il trattato, alla morte di Sancho non venne rispettato.

Sancho in una vetrata della Collegiata Reale di Roncisvalle.
Il nuovo scudo di Navarra, modificato dopo la battaglia di Las Navas de Tolosa.

Secondo gli Annales Compostellani, Sancho VII morì nel 1234 (Era MCCLXXII. Sancius Rex Navarræ)[24], mentre Alberico delle Tre Fontane, riporta che Sancho morì senza eredi legittimi (Sanctio sine erede mortuo)[25], e infine le "Corónicas" Navarras[9] riporta che Sancho VII morì il 7 aprile 1234, nei pressi di Tudela e fu tumulato nella Collegiata Reale di Roncisvalle[26].
Alla sua morte, non avendo discendenti maschi legittimi, il regno venne assunto da Tebaldo I di Navarra, che era figlio di Bianca di Navarra, sorella di Sancho VII e di Tebaldo, conte di Champagne e Brie[27].

Fu un sovrano avventuroso dai modi eleganti, mantenne l'amicizia con i Mori e oltraggiò i cristiani con i suoi rapporti con la dinastia musulmana degli Almohadi, ma mantenne buoni rapporti con i re di Castiglia, Aragona ed anche con il re d'Inghilterra e duca d'Aquitania, Giovanni senza Terra.

Con Sancho VII, sulla Navarra, finì il dominio della dinastia spagnola Jimena e gli subentrò la dinastia francese di Champagne, che si occupò maggiormente della politica francese[27].

Matrimoni e discendenza

Nel 1195, Sancho sposò Costanza di Tolosa (?-dopo il 1260), figlia del conte di Tolosa, Raimondo VI, e della sua seconda moglie, Beatrice di Carcassonne, da cui divorziò nel 1200 e da cui Sancho non ebbe discendenza[3][7][28].

Solo secondo le Dinastie reali di Navarra, Sancho VII ebbe tre figli illegittimi da amanti di cui non si conosce il nome:[3]

  • Guglielmo Sánchez
  • Rodrigo Sánchez, sepolto a Tudela
  • Ramiro Sánchez (?) - (22 febbraio 1228), vescovo di Pamplona[2].

Solo secondo le genealogie mittelalter[28], Sancho VII si sposò altre due volte:[28]

  • Sancha (?-1211), forse una delle sorelle dell'emiro Mohammed el Nasr di Siviglia, da cui non ebbe figli
  • Clemenza, forse parente di Federico Barbarossa, nel 1228. Dato che Sancho si era ritirato in convento, questo matrimonio appare dubbio; comunque non ebbe discendenza.

Ascendenza

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Ramiro Sánchez di Monzón Sancho Garcés di Navarra  
 
Costanza Sánchez  
García IV Ramírez di Navarra  
Cristina Rodríguez El Cid  
 
Jimena Díaz  
Sancho VI di Navarra  
Gilbert de L'Aigle  
 
 
Margherita de l'Aigle  
Julienne du Perche  
 
 
Sancho VII di Navarra  
Raimondo di Borgogna Guglielmo I di Borgogna  
 
Stefania di Longwy  
Alfonso VII di León  
Urraca di Castiglia Alfonso VI di León  
 
Costanza di Borgogna  
Sancha di León e Castiglia  
Raimondo Berengario III di Barcellona Raimondo Berengario II di Barcellona  
 
Matilde d'Altavilla  
Berengaria di Barcellona  
Dolce I di Provenza Gilberto I di Gévaudan  
 
Gerberga di Provenza  
 

Note

  1. ^ a b L'Arrano Beltza o Aquila Nera, il sigillo di Sancho VII, assieme al Lauburu o Croce Basca, è usato ancora ai nostri giorni dai Baschi, come simboli di autonomia o addirittura indipendenza dalla Spagna.
  2. ^ a b Solo secondo le Dinastie reali di Navarra è figlio di Sancho VII. Per altre fonti è un suo fratellastro, figlio illegittimo di Sancho VI il Saggio
  3. ^ a b c d (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy: KINGS of NAVARRE 1134-1234 (JIMENA DYNASTY) - Infante don SANCHO de Navarra
  4. ^ (EN) K. Kleyman, 16 World Leaders Who Were (Or Are) Tall AF, su ranker.com, 24 aprile 2020. URL consultato il 5 marzo 2021.
  5. ^ (PT) de D. Pedro Conde de Barcelos hijo del Rey D. Dionis de Portugal, foglio 22, n° 9
  6. ^ a b (PT) de D. Pedro Conde de Barcelos hijo del Rey D. Dionis de Portugal, foglio 7, n° 2 - D
  7. ^ a b (EN) #ES Genealogy: Iberia 7 - King Sancho VII "el Fuerte" of Navarre
  8. ^ (DE) Sancho VI genealogie mittelalter Archiviato il 29 settembre 2007 in Internet Archive.
  9. ^ a b c Le Cronache di Navarra sono un insieme di narrazioni storiche, scritte in parte in latino e in parte in una lingua romanza, aragonese, inerente alla regione navarro-aragonese, a partire dal primo secolo, sino al 1186; la cronaca è divisa in 6 parti, la prima riguarda i re di Aragona dal regno di Ramiro I di Aragona a quello di Alfonso II il Casto o il Trovatore, mentre la seconda è dedicata alla dinastia di Rodrigo Diaz de Bivar (il Cid), la terza alla Storia Antica, dal secolo I al secolo VIII, la quarta agli Annali vecchi, la quinta agli Annali moderni e la sesta agli Annali latini
  10. ^ (ES) #ES "Corónicas" Navarras, par. 2.25, Pag. 46
  11. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy: KINGS of NAVARRE 905-1076 (JIMENA DYNASTY) - Infante don SANCHO de Navarra
  12. ^ (DE) Garcia IV Ramirez genealogie mittelalter (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).
  13. ^ (EN) #ES Genealogy: Iberia 7 - King Sancho VI "el Sabio" of Navarre
  14. ^ (LA) #ES MGH SS 23, pag. 874
  15. ^ a b c d e f g (ES) #ES Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia - Sancho VII
  16. ^ (LA) #ES "Corónicas" Navarras, par. 7.7, Pag. 73
  17. ^ (LA) #ES Espana Sagrada vol. XXIII, Annales Compostellani, Pag. 322
  18. ^ (ES) #ES Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia - Sancho VI
  19. ^ (LA) #ES "Corónicas" Navarras, par. 7.8, Pag. 73 e 74
  20. ^ Rafael Altamira, La Spagna (1031-1248), in «Storia del mondo medievale», vol. V, 1999, pag. 883
  21. ^ Rafael Altamira, La Spagna (1031-1248), in «Storia del mondo medievale», vol. V, 1999, pag. 884
  22. ^ (ES) C. Cervera, La cadena de esclavos que adorna el escudo de Navarra, in ABC Espaňa, 13 settembre 2014. URL consultato il 6 marzo 2020.
  23. ^ (ES) J. Martinez de Aguirre, Así llegaron las 'cadenas' al escudo y la bandera de Navarra, in Diario de Navarra, 30 novembre 2015. URL consultato il 6 marzo 2020.
  24. ^ (LA) #ES España sagrada, Volume 23, Annales Compostellani, Pag. 324
  25. ^ (LA) #ES MGH SS 23, pag. 935
  26. ^ (ES) #ES "Corónicas" Navarras, par. 7.8, Pagg. 73 e 74
  27. ^ a b Rafael Altamira, La Spagna (1031-1248), in «Storia del mondo medievale», vol. V, 1999, pag. 8913
  28. ^ a b c (DE) Sancho VII genealogie mittelalter Archiviato il 29 settembre 2007 in Internet Archive.

Bibliografia

  • Rafael Altamira, La Spagna (1031-1248), in Storia del mondo medievale, vol. V, 1999, pp. 865–896.

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