Visse il resto della sua vita in esilio in Francia, dove appoggiò, pur invano, i tentativi di restaurare sul trono inglese il marito e poi il loro unico figlio maschio, Giacomo Francesco Edoardo Stuart.
Il fratello minore, Francesco, succedette al padre come duca dopo la morte di questi nel 1662, quando Maria aveva quattro anni[2].
La madre di Maria e Francesco, Laura Martinozzi era rigorosa con loro, e divenne reggente del ducato mentre suo figlio cresceva[3][4]. L'educazione di Maria fu eccellente[5]; parlava francese ed inglese correntemente, aveva una buona conoscenza del latino[6][7].
La duchessa Laura non fu inizialmente propensa ad una risposta alla proposta di Lord Peterborough, sperando, secondo l'ambasciatore francese, in un accoppiamento "più elevato" fra Maria Beatrice e l'undicenne Carlo II di Spagna[11][12].
Luigi XIV, il "Re Sole", appoggiato da papa Clemente X, per ragioni politiche voleva favorire il ritorno del Cattolicesimo in Inghilterra e pensò quindi di ottenere ciò anche facendo sposare al principe di York, Giacomo II Stuart, che era cattolico, una principessa cattolica. All'epoca, in Inghilterra regnava Carlo II, ormai vecchio e senza figli, alla cui morte il trono sarebbe dovuto passare al fratello Giacomo II, quarantenne, vedovo e con due figlie femmine.
Luigi XIV voleva una donna di nobile e antico casato, cattolica, devota ed osservante, che risultasse gradita al duca di York e gli assicurasse una numerosa prole ed altrettanto numerosa discendenza. La sua scelta cadde su Maria Beatrice che, già votata a farsi suora, non ne voleva però sapere. La madre inizialmente l'appoggiò, ma ormai tutto era deciso e a risolvere la questione fu l'intervento del papa, che fece sapere a Maria Beatrice che sarebbe stato più meritorio e utile per la Chiesa cattolica sposare il futuro re d'Inghilterra piuttosto che entrare in convento. Maria Beatrice acconsentì al volere del papa.
Le nozze e l'arrivo in Inghilterra
Il 30 settembre 1673, a Modena, il quarantenne Giacomo II sposò per procura la quindicenne principessa d'Este, senza sfarzo e festeggiamenti, quasi in segreto.[13] Qualche giorno dopo la madre, che era reggente del ducato per il figlio tredicenne, Francesco II, partì con la figlia per Londra, accompagnata dallo zio, il cardinaleRinaldo, e dagli ambasciatori, facendo tappa a Parigi. La sosta a Parigi doveva essere breve ma si prolungò per diverso tempo in attesa del permesso di entrare in Inghilterra, che il Parlamento inglese non voleva concedere temendo il pericolo di un ritorno al cattolicesimo favorito da quel matrimonio.
Dopo lunghe polemiche e diatribe finalmente il Parlamento inglese concesse il permesso e il 1º novembre 1673 Maria Beatrice ed il suo seguito poterono sbarcare a Dover diretti a Londra, dove avvenne l'incontro fra i due sposi, che non si erano mai visti e conosciuti prima. Luigi XIV di Francia, che approvò la candidatura di Maria, la accolse calorosamente a Parigi, dove lei si fermò, in viaggio verso l'Inghilterra, donandole una spilla di circa £8.000[14][note 1]. Il suo arrivo in Inghilterra fu molto freddo[15]. Il Parlamento, che era quasi interamente composto da protestanti, reagì male alla notizia di un matrimonio cattolico, temendo che fosse una "Papista", che complottasse contro il paese[15]. Il popolo inglese, che era in predominanza protestante, marcò la Duchessa di York - come Maria venne chiamata dopo il matrimonio con suo marito - con l'epiteto "figlia del Papa".[16] Il Parlamento minacciava l'annullamento del matrimonio,[16] il che portò Carlo a sospendere il parlamento fino al 7 gennaio 1674, per garantire il matrimonio per salvaguardare la reputazione della Casa degli Stuart.[10]
Il Duca di York, un dichiarato cattolico, aveva venticinque anni in più della sposa, era deturpato dal vaiolo e affetto da balbuzie.[17] Si era segretamente convertito al cattolicesimo intorno al 1668.[18] Maria per prima lo seppe da suo marito il 23 novembre 1673, il giorno della seconda cerimonia.[19][20] Giacomo era contento con sua moglie.[21] Maria, invece, all'inizio non lo amava, e scoppiò in lacrime quando lo vide.[22]. Ciò nonostante, venne ben presto rassicurata da Giacomo.[23] Dal suo primo matrimonio con Anna Hyde, che era deceduta nel 1671, Giacomo aveva avuto due figlie: Lady Maria e Lady Anna.
Duchessa di York (1673-1685) e Regina Consorte (1685-1688)
Fino alla morte di Carlo II nel 1685 la vita a corte per Maria Beatrice fu durissima a causa del disprezzo dei cortigiani, che la chiamavano "la figlia del papa" o "la papista", le loro calunnie, le infedeltà del marito, che continuò la sua vita libertina, e la morte di quattro dei figli avuti dal matrimonio. Dei loro dodici figli, cinque erano nati morti, e gli altri morirono durante l'infanzia tranne due. La quarta dei loro figli e seconda nata viva, Isabella, morì all'età di quattro anni, il che mandò la madre in una mania religiosa e in depressione, preoccupando il suo fisico.
Alla morte di Carlo II e all'ascesa al trono di Giacomo II Stuart, il comportamento del marito cambiò e fra i due si stabilì un rapporto più affettuoso, grazie soprattutto al carattere mite della nuova regina. Non cambiò invece il rapporto con i sudditi protestanti, che non volevano accettare un re e una regina cattolici. Per l'incoronazione della nuova coppia reale fu forgiata la Corona di Maria di Modena, usata per incoronare tutte le regine consorti d'Inghilterra fino al 1831.
Regina in esilio
A seguito della cosiddetta gloriosa rivoluzione, e la conseguente cacciata degli Stuart, Maria Beatrice e Giacomo II furono costretti all'esilio e si stabilirono a Saint-Germain-en-Laye, presso Parigi. Maria Beatrice, anche nell'esilio, tenne un comportamento regale e nelle lettere ai parenti e governanti si firmò sempre secondo l'uso, praticato anche dalla regina Elisabetta II, di far seguire al nome la R maiuscola, iniziale del termine latino regina.
Incoraggiò e appoggiò il proposito del marito di ritornare sul trono, restaurare il cattolicesimo e governare da monarca assoluto. Alla morte di Giacomo II, nel 1701, assunse la reggenza per il figlio Giacomo Francesco Edoardo cui il Re Sole riconobbe il titolo di "Giacomo III": Maria Beatrice difese strenuamente i diritti del figlio e lo spronò a continuare l'azione del padre, ormai anacronistica, di riportare uno Stuart sul trono d'Inghilterra, convinta di essere portatrice di una missione divina. A Giacomo III fu offerto il trono a condizione che, anche solo formalmente, si convertisse al protestantesimo, ma egli rifiutò con sdegno la proposta. Maria spese molti soldi per finanziare i suoi piani per riprendere il trono per il figlio, arrivando anche a vendere i suoi gioielli, ma a un certo punto, intorno al 1711, Luigi XIV ritirò il suo supporto a Giacomo Francesco Edoardo e lo espulse dalla Francia. Non molto tempo dopo, lui e la sorella Luisa Maria si ammalarono di vaiolo, e solo lui guarì, mentre lei morì a 19 anni.
Maria Beatrice, ultima regina cattolica d'Inghilterra, ricordata dagli inglesi come Mary of Modena, morì di cancro al seno il 7 maggio 1718 impoverita e sola, all'età di 59 anni, e fu sepolta accanto al marito. Nel 1793, durante la rivoluzione francese, alcuni fanatici violarono le tombe dei due sovrani e dispersero i resti di entrambi.
Discendenza
A Giacomo II, Maria diede dodici figli, di cui sette nati vivi:
Nel 2007 si è costituito a Modena un comitato per ottenere dall'autorità ecclesiastica l'introduzione della causa di canonizzazione della regina Maria Beatrice, ravvisando nella vita della regina «...tutti gli elementi che contraddistinguono la santità», cioè una condotta di vita moralmente irreprensibile e inattaccabile e la virtù della rinuncia: «Maria Beatrice è stata capace di rinunciare a un trono in nome della propria Fede, seguendo il motto: "non si può barattare il Regno dei Cieli con un regno terreno, per quanto grande esso sia". In un mondo dove il motto dominante è "fai ciò che vuoi" e dove ogni più piccola rinuncia a beni materiali sembra insopportabile, Maria Beatrice costituisce un esempio di vita, un vero e proprio faro».
I contemporanei dicono di lei che fu di bell'aspetto, gentile e regale nel portamento, affabile, sempre di buon umore e religiosissima, per cui anche sotto gli abiti eleganti indossati portava un cilicio e prima di coricarsi pregava lungamente e devotamente in ginocchio sul pavimento freddo. Come tutti gli Estensi era colta e amante delle arti e della letteratura, per cui si circondò di artisti e letterati. Fece affrescare Hampton Court da Benedetto Gennari, pittore di corte e ridestò l'interesse per la pittura, la musica, il canto, l'opera lirica e teatrale.
C'è chi afferma che questo contribuì allo sviluppo dell'arte inglese del tempo. Lo storico inglese Martin Haile che per primo l'ha studiata e descritta nell'opera Queen Mary of Modena. Her life and letters pubblicata nel 1905, afferma che «...più leggiamo le sue lettere e conosciamo il suo carattere, sempre più cresce in noi la stima e l'ammirazione per lei».
E. Bianchini Braglia, O Regina o santa. L'unica italiana sul trono d'Inghilterra: Maria Beatrice d'Este spodestata per la Fede, Modena, Terra e Identità, 2005.
V. Mazza Monti, Le duchesse di Modena, Reggio Emilia, Tecnograf, 1977.
B. Rossi, Gli Estensi, Milano, Mondadori, 1972.
L. Amorth, Modena capitale, Modena, Poligrafico Artioli, 1977.
M. Ragazzi, Maria Beatrice d'Este Regina d'Inghilterra, Assisi, Pro Civitate Christiana, 1941.
G. Silingrdi-A. Barbieri, Enciclopedia Modenese. S. Pietro in Cariano, Il Segno, 1996.
R. Severi, Il matrimonio reale di Maria di Modena, Modena, Il Fiorino, 1993
G. Panini, La famiglia estense da Ferrara a Modena, Modena, Edizioni Armo, 1996.