Fu il principale artista attivo alla corte ferrarese degli Este nel primo Cinquecento, l'epoca dell'Ariosto, delle cui evocazioni fantastiche fu un suggestivo interprete[1]. Alcuni dei suoi motivi mitologici furono ancora fonte di ispirazione per i pittori emiliani del primo Seicento come Annibale Carracci[1].
Biografia
I dati biografici sull'artista sono scarsi e la data il luogo di nascita esatti sono dibattuti dagli storici. Nella breve biografia compilata da Giorgio Vasari nel 1568, viene detto quasi contemporaneo di Ludovico Ariosto;[2] tuttavia successivi studi di Carlo Giovannini collocano la nascita tra il 1486 e il giugno 1487.[3] Si suppone inoltre che fosse figlio di Nicolò di Alberto di Costantino Luteri[4], di professione spenditore (economo) presso la corte estense dei duchi di Ferrara, e di Jacopina da Porto.[5] Originario del Trentino, Nicolò Luteri fu censito in un registro storico del 15 gennaio 1485 presso Tramuschio,[4] dove divenne proprietario di un podere nella località di Dosso della Scaffa (oggi chiamata San Giovanni del Dosso) e di alcuni terreni della Fossa delle Pietre[6] e di Villa Pentita in distretto di Mantova e vicariato di Quistello.[7] Il fatto che Nicolò abbia battezzato i propri figli con i nomi di Giovanni e Battista potrebbe essere collegato al fatto che il santo patrono di San Giovanni del Dosso è appunto san Giovanni Battista.[7] Peraltro, nel primo documento che attesta la presenza del pittore a Ferrara, egli venne chiamato Dosso della Mirandola.[8] Il fratello, altro pittore attivo alla corte ferrarese, venne comunemente chiamato Battista Dossi (Battista del Dosso), sicché nel XVIII secolo gli storici locali, credendo che Dossi fosse il cognome, iniziarono a chiamare anche il fratello maggiore come Dosso Dossi, forma scorretta poi rimasta nella storia dell'arte.[9].
Nella sua formazione Dosso non attinse direttamente alla prestigiosa scuola ferrarese del Quattrocento, ma vi fu influenzato solo dopo avere già imparato i segreti dei pittori veneti, in particolare Giorgione. A questi insegnamenti di base aggiunse poi rimandi alla cultura classica e a Raffaello, oltre a una propria attitudine narrativa ben sviluppata[10].
Nel 1510 si trovava a Mantova al servizio dei Gonzaga,[11] e nel 1514 fu nominato pittore di corte a Ferrara. In tale veste fu coinvolto nelle principali imprese decorative di Alfonso d'Este, quali i Camerini d'alabastro. A lui è infatti attribuita la coreografia generale dell'apparato decorativo, a cui parteciparono da Venezia anche Giovanni Bellini e Tiziano, nonché la realizzazione di alcuni dipinti, tra cui il Trionfo di Bacco in India per il quale Raffaello aveva fornito i disegni senza però riuscire a dipingerlo per l'improvvisa scomparsa. A Dosso spettarono anche le tele che ornavano i soffitti e molte decorazioni minori. Come è noto il complesso dei Camerini venne smantellato con la devoluzione di Ferrara allo Stato Pontificio nel 1598 e i dipinti vennero dispersi. Quelli di Dosso finirono infine in parte alla Galleria Estense di Modena[10]. Per questa città tra il 1518 e il 1521 realizzò una pala per l'altare di San Sebastiano nel duomo che gli era stata commissionata dalla Confraternita della Mensa Comune dei Preti.
Con frequenti viaggi (Firenze, Roma e soprattutto Venezia), Dosso si tenne sempre aggiornato alle ultime novità dei centri artistici nevralgici della penisola, avviando soprattutto un proficuo dialogo con Tiziano, da cui riprese la ricchezza cromatica e le ampie aperture paesaggistiche. Nonostante ciò nella sua arte non si registrano forti scarti stilistici tra le varie fasi, ma piuttosto l'uso di registri diversi a seconda del soggetto: monumentale per le pale d'altare, più fluido e ricco d'inventiva per i soggetti letterari e mitologici, che tuttora sono la parte della sua produzione più apprezzata dalla critica[1]. Per un periodo fu in contatto con Michelangelo, dipingendo massicci nudi virili.
^Il toponimo Porto indicato nel nome della madre potrebbe derivare da Portum Muscli (antico nome latino di Tramuschio) o Porto Mantovano.
^Archivio notarile antico di Ferrara, notaio Cagnaccini
^ab Sergio Poletti, I natali di Dosso Dossi (PDF), in Lo Spino, n. 141, San Martino Spino, Circolo Politeama, giugno-luglio 2014, p. 15.
^(EN) Peter Humphrey, Dosso Dossi His Life and Works, in Dosso Dossi: Court Painter in Renaissance Ferrara, New York, Metropolitan Museum of Art e Paul Getty Museum, 1998, p. 3.
^ A. Franceschini, Dosso Dossi, Benvenuto da Garofalo e il polittico Costabili di Ferrara, in Paragone, XLV, 1995, pp. 110-115.
^In un documento del 30 agosto 1513 Giovanni Lutero (Dosso Dossi) è detto civis et habitator Mantuae in contra Cornu.
Bibliografia
Alessandro Ballarin, Dosso Dossi. La pittura a Ferrara negli anni del ducato di Alfonso I, Cittadella, Bertoncello Artigrafiche, 1994.
Alessandro Ballarin (a cura di), Il camerino delle pitture di Alfonso I, tomi I-VI, Cittadella, Bertoncello Artigrafiche, 2002-2007.
Andrea Bayer (a cura di), Dosso Dossi: pittore di corte a Ferrara nel Rinascimento (catalogo della Mostra tenuta a Ferrara, a New York e a Los Angeles negli anni 1998-1999), Peter Humfrey e Mauro Lucco, Ferrara, Ferrara arte, 1998, ISBN non esistente.
Ezio Chini e Francesca De Gramatica, Il "Magno Palazzo" di Bernardo Cles Principe Vescovo di Trento, Trento, 1988.
Luisa Ciammitti (a cura di), Garofalo e Dosso: ricerche sul Polittico Costabili (catalogo della mostra tenuta a Ferrara nel 1998), Venezia, Marsilio, 1998, ISBN8831771442.
Pierluigi De Vecchi e Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, vol. 2, Milano, Bompiani, 1999, ISBN88-451-7212-0.
Vincenzo Farinella, Dipingere Farfalle. Giove, Mercurio e la Virtù di Dosso Dossi: un elogio dell'otium e della pittura per Alfonso I d'Este, Firenze, Polistampa, 2007.
Vincenzo Farinella (a cura di), Dosso Dossi: Rinascimenti eccentrici al Castello del Buoconsiglio (catalogo della mostra tenuta a Trento dal 12 luglio al 2 novembre 2014), con Lia Camerlengo e Francesca de Gramatica, Cinisello Balsamo, Silvana editoriale, 2014, ISBN9788836628858.
Carlo Giovannini, Nuovi documenti sul Dosso, in Prospettiva, n. 68, 1992, pp. 57-60.
Giuseppe Morselli, Biografia dedicata al pittore Dosso Dossi, in Tre grandi della Mirandola, Modena, Gianfranco Ronchetti Editore, 2000, SBNIT\ICCU\MOD\0598221.
Peter Humfrey e Mauro Lucco, Dosso Dossi. Pittore di corte a Ferrara nel Rinascimento, a cura di Andrea Bayer, Ferrara, Ferrara Arte Editore, 1998, SBNIT\ICCU\FER\0168087. Catalogo della mostra, Palazzo dei Diamanti, 26/9-14/12/1998
Amalia Mezzetti, Il Dosso e Battista Ferraresi, Ferrara, Cassa di Risparmio di Ferrara, 1965.
Marco Jellinek, Giovio, Leoniceno, Dosso: un ritratto dimenticato, in Alessandro Ballarin (a cura di), Il camerino delle pitture di Alfonso I, VI, Cittadella, Bertoncello Artigrafiche, 2007, pp. 129–158.