In quanto moglie di Giacomo Francesco Edoardo Stuart, detto il "vecchio pretendente", fu riconosciuta come regina consorte d'Inghilterra, Scozia e Irlanda dalle corti europee e dai sudditi britannici che sostenevano le pretese degli Stuart cattolici e il loro ritorno sul trono (giacobitismo).
Invitati da papa Clemente XI a risiedere a Roma, la coppia visse in un palazzo romano e ad Albano Laziale, frequentando le feste e la nobiltà romana. La Chiesa provvide a loro con il rilascio di una pensione annuale di 12.000 corone.
La vita coniugale di Giacomo e Maria Clementina si dimostrò presto turbolenta e infelice. Nel 1725, subito dopo la nascita del secondo figlio, Enrico Benedetto, battezzato con rito cattolico, la principessa lo accusò di adulterio e lo lasciò, andando a vivere a Roma, presso le suore del convento di Santa Cecilia, dedicandosi alla preghiera e ai lavori di cucito.
Molto deperita, Maria Clementina morì a Roma il 18 gennaio 1735, a soli 32 anni ed ebbe i funerali nella basilica dei SS. Apostoli. Nella seconda cappella della navata destra, sul secondo pilastro, si trova una lapide in marmo realizzata nel 1737 dallo scultore Filippo Della Valle, raffigurante serafini e angeli con un’urna. All'interno fu riposto il cuore di Maria Clementina, mentre il resto del corpo fu deposto nella Basilica di San Pietro.
Tomba in San Pietro
Con straordinaria concessione, papa Benedetto XIV dispose la sepoltura della regina Maria in San Pietro e commissionò all'artista Pietro Bracci e all’architetto Filippo Barigioni un grandioso monumento barocco alla sua memoria, ancora oggi visibile nella basilica (1700-1773), sopra la porta degli ascensori che scendono dalla cupola. La tomba fu realizzata negli anni 1739–1744.
Volgendo le spalle a un obelisco dipinto, un angelo e la figura dell’Assunzione che eleva in alto il cuore ardente reggono un medaglione in mosaico con il ritratto di Maria Clementina, realizzato da Paolo Cristofari. Sotto di loro un manto marmoreo avvolge il sarcofago di porfido con scritte in lettere d'oro i titoli della regina. Due angeli davanti al sarcofago reggono uno scettro e una corona. Con stile prettamente barocco, il monumento è composto di diversi materiali: le carni delle figure sono in marmo bianco, il manto è in alabastro, la corona, lo scettro e il cuore ardente sono realizzati in bronzo dorato.
Su disegno di Giovanni Paolo Pannini furono realizzate le incisioni Apparato all'interno della Basilica dei SS. Apostoli e Corteo funebre. Una medaglia in memoria, con effigie del papa e con il sepolcro di Maria Clementina Sobieski, fu incisa per volere del pontefice.
Di lei sono noti anche due ritratti, dipinti da Antonio David.
Discendenza
Maria Clementina e Giacomo Edoardo ebbero due figli che furono gli ultimi della loro stirpe:
Gaetano Platania, Angielskie małżeństwo ;arii Klementyny Sobieskiej, in "Sobótka", 2, 1980, pp. 401–410.
Gaetano Platania, Morte di Maria Clementina Sobieska Stuart: il caso di Michele Marieschi progettista di apparati funebri, in ARTE/Documento. Rivista di Storia e tutela dei Beni Culturali, 4, 1990, pp. 164–173.
Gaetano Platania, La politica europea e il matrimonio inglese di una principessa polacca: Maria Clementina Sobieska, Accademia Polacca delle Scienze-Biblioteca e Centro Studi a Roma, Manziana (Roma), Vecchiarelli Editore, 1993.
Gaetano Platania, Viaggio a Roma sede d'esilio. Sovrane alla conquista di Roma: secoli XVII-XVIII, Istituto Nazionale di Studi Romani, Roma 2002, pp. 99–118.