Figlio di Obizzo III d'Este e di Lippa Ariosti, venne legittimato,[1] assieme ai suoi nove fratelli, con una Bolla pontificia[2]. Fu a fianco del fratello Niccolò II sino dal 1361 nel governo della città di Ferrara, e alla morte di questi, avvenuta nel 1388, divenne il solo signore di Ferrara e di Modena[3].
Ebbe un carattere diverso dal fratello, e fu profondamente religioso.[1] Appena solo al potere dovette difendersi dalla congiura di Obizzo IV, figlio di Aldobrandino III, che intendeva deporlo. Fronteggiata con successo la ribellione fece decapitare lo stesso Obizzo, la madre di lui Beatrice da Camino[1] e numerosi altri rivoltosi.
Nel febbraio 1391 si recò a Roma come penitente[1] ed alla guida di un corteo di circa 300 cavalieri, accolto da Papa Bonifacio IX. Qui fu ricevuto con tutti gli onori e ottenne quattro importanti risultati dal punto di vista politico e di prestigio per Ferrara:
il figlio Niccolò fu legittimato come suo successore con atto papale;[1]
vennero condonati tutti i debiti degli Este nei confronti della Chiesa;[1]
la sua casata ottenne la riconferma del vicariato su Ferrara.[1]
Al suo ritorno gli fu concesso l'onore, da parte dei concittadini estensi, di vedersi effigiato in una statua in veste da pellegrino che fu posta sulla facciata del duomo,[1] dove è ancora visibile.
Claudio Maria Goldoni, Atlante estense - Mille anni nella storia d'Europa - Gli Estensi a Ferrara, Modena, Reggio, Garfagnana e Massa Carrara, Modena, Edizioni Artestampa, 2011, ISBN978-88-6462-005-3, OCLC773667675.
Sara Accorsi, Le donne estensi - Donne e cavalieri, amori, armi e seduzioni, Ferrara, Cirelli e Zanirato editore, 2007, ISBN9-788890-415500, OCLC191813638.
Gerolamo Melchiorri, Donne illustri ferraresi dal Medioevo all'Unità, a cura di Graziano Gruppioni, prefazione Enrica Guerra, Ferrara, 2G Editrice, 2014, ISBN9788889248188.