Edificio cinquecentesco rifatto nel XIX secolo in fogge neoclassiche, l'edificio è appartenuto agli Estensi e utilizzato quale dimora per le bandite di caccia nel Bosco della Saliceta.[1]
Storia
Notizie dell'edificio si hanno già a partire dal 1669.
All'inizio del XX secolo la proprietà passò all'imprenditore Alessandro Martini, mentre nel 1909 la villa venne acquistata dal senatore socialista Giacomo Ferri, già sindaco del paese.[3]
Fino alla metà degli anni 1980 erano presenti appartamenti dati in affitto.
Nel 1993 la villa venne acquistata dall'azienda Reggiani Costruzioni, con l'intento di ricavare nuovi appartamenti da destinare a edilizia residenziale. L'allora Soprintendenza dell'Emilia negò l'autorizzazione, per non aumentare il numero delle unità già esistenti all'interno dell'immobile e auspicando una visione unitaria del progetto.
Dopo decenni di abbandono e degrado, Villa Ferri è stata ulteriormente danneggiata dal violento terremoto dell'Emilia del 2012.
Architettura
Il complesso architettonico, arricchito da un timpano a mezzogiorno e da un accesso balconato, rappresenta un esempio di architettura delle dinastie dell'Ancien Régime dell'Emilia. Si sviluppa su quattro piani, per un totale di 45 stanze e circa 2000 metri quadrati.
All'interno le stanze sono decorate con stucchi e apparati a carta; nella Sala ovale, ambiente di rappresentanza, il soffitto è monocromo a grisaille su fondo ocra e verdino con medaglioni, fregi e volute.[2]
Davide Calanca, La nuova estate del Real casino estense di San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Baraldini editore, 2004, SBNLO11007683.
Davide Calanca, Indagini storiche e architettoniche per un progetto di restauro del Real Casino Estense di San Felice sul Panaro, in Quaderni della Bassa Modenese, n. 47, 2005, pp. 31-40.