Il collegio venne creato nel 1948 secondo la legge n. 29 del 6 febbraio 1948 la quale, pur basandosi sull'impianto proporzionale in vigore per la Camera, rispetto a quest'ultima conteneva alcuni piccoli correttivi in senso maggioritario. Tale legge ebbe il suo definitivo perfezionamento col Testo Unico nº361 del 1957. Differentemente dalla Camera, la legge elettorale del Senato si articolava su base regionale, seguendo il dettato costituzionale (art.57). Ogni Regione era suddivisa in tanti collegi uninominali quanti erano i seggi ad essa assegnati. All'interno di ciascun collegio, veniva eletto il candidato che avesse raggiunto il quorum del 65% delle preferenze: tale soglia, oggettivamente di difficilissimo conseguimento, tradiva l'impianto proporzionale su cui era concepito anche il sistema elettorale della Camera Alta. Qualora, come normalmente avveniva, nessun candidato avesse conseguito l'elezione, i voti di tutti i candidati venivano raggruppati in liste di partito a livello regionale, dove i seggi venivano allocati utilizzando il metodo D'Hondt delle maggiori medie statistiche e quindi, all'interno di ciascuna lista, venivano dichiarati eletti i candidati con le migliori percentuali di preferenza.
Con il decreto del Presidente della Repubblica 28 febbraio 1948, n. 84, rettificante il decreto del 6 febbraio che stabiliva i comuni appartenenti al collegio[1], venne assegnato al collegio il comune di Senales inizialmente non compreso in alcun collegio.[2]
Nel 1993, con la cosiddetta Legge Mattarella (Legge n. 276, Norme per l'elezione del Senato della Repubblica), attuata in seguito al referendum abrogativo del 1993, venne istituito per la Camera dei deputati e per il Senato della Repubblica un sistema di elezione misto, in parte maggioritario e in parte proporzionale. Il 75% dei parlamentari dell'assemblea veniva eletto in collegi uninominali tramite sistema maggioritario a turno unico; il restante 25% al Senato veniva eletto tramite recupero proporzionale dei più votati non eletti attraverso un meccanismo di calcolo denominato "scorporo", cioè sottraendo dal conteggio dei voti totali di una lista nella parte proporzionale i voti ottenuti dai candidati collegati alla medesima lista che erano eletti nei collegi uninominali con il sistema maggioritario.
Diversamente dal resto d'Italia, in Trentino-Alto Adige i collegi non vennero aboliti con la promulgazione della legge elettorale successiva, la cosiddetta Legge Calderoli, che per il resto d'Italia prevedeva un sistema proporzionale con premio di maggioranza, che al Senato veniva attribuito a livello regionale. Il Trentino-Alto Adige continuò pertanto fino all'attuale Legge Rosato ad eleggere i deputati con collegi uninominali, mantenuti seppur con nome diverso all'interno della Legge Rosato.
Le mancate elezioni suppletive del 1987
Nell'aprile del 1986 ci fu il decesso del senatore Peter Brugger eletto con il sistema maggioritario (superando il quorum del 65% dei voti). Non era disciplinata alcuna modalità di elezione suppletiva per i collegi uninominali e l'evento portò la questione della surrogazione dei collegi senatoriali eletti con sistema maggioritario all'attenzione del legislatore. Con la legge 14 febbraio 1987, n. 31 si vennero così a disciplinare le elezioni suppletive del Senato della Repubblica, il sistema prevedeva una elezione a maggioranza assoluta con eventuale turno di ballottaggio.[3] Le elezioni suppletive per il collegio di Bressanone furono stabilite per il 24 maggio 1987, con eventuale ballottaggio il 7 giugno, dal decreto del Presidente della Repubblica 7 marzo 1987.[4] Lo scioglimento anticipato della IX legislatura fece annullare l'elezione suppletiva a fronte delle elezioni politiche a giugno.[5]