Il nome della città deriva dal Latino arcuata (a sua volta derivata da arcus) ossia "fatta ad arco"[6], riferito all'acquedotto che riforniva la vicina città romana di Libarna e alle sue arcate. Meno attendibile l'ipotesi dell'erudito ottocentesco Bottazzi che ne individua le origini nel latino arcus aquae, ovvero "arco dell'acqua"[7]. Priva di fondamento la teoria di Andrea Poggi che fa derivare Arquata dal dialettale A o coà ossia "Al capo" o "Al promontorio": il toponimo infatti compare nelle fonti documentali secoli prima della formazione dei dialetti. Sorge alla sinistra del torrente Scrivia, lungo la Strada statale 35 dei Giovi, addossato alle prime pendici dei rilievi che, come il monte Lusci (645 m) e il monte Zuccaro, fiancheggiano ad ovest la valle separandola da quella del torrente Lemme. Il territorio del comune si estende anche a destra dello Scrivia, fin quasi all'imbocco della Val Borbera.
Il comune presenta due aspetti nettamente distinti, con il suo nucleo antico, di epoca medioevale, ricco di testimonianze storiche, sopravvissuto ai margini dei nuovi quartieri residenziali e industriali.
Storia
La nascita e lo sviluppo della città
Il villaggio si sviluppa nel territorio della città di Libarna, conquistato dai romani all'inizio del II secolo a.C. e situato lungo la via Postumia. Grazie alla sua posizione strategica, Libarna divenne centro di un territorio amplissimo, acquistando grande importanza militare e commerciale. Tra il V e il VII secolo, nel periodo della sua decadenza la popolazione abbandonò il paese per salvarsi dalle scorrerie di barbari.
Nel IX il paese, ormai ridotto ad un piccolo avamposto militare, appartenne all'Abbazia di Sant'Ambrogio di Milano.
Un diploma di Carlo il Grosso elenca una serie di donazioni dell'imperatore al monastero ambrosiano alla data del 20 marzo 880.
Dal secolo XI è citato nelle fonti come castrum, ossia come luogo fortificato, divenne proprietà del ramo estense degli Obertenghi, che, a sua volta lo concesse nel 1003 a Pietro I vescovo di Tortona.
Negli anni successivi fu oggetto di contesa tra la Repubblica di Genova e i Comuni di Tortona, Alessandria e Alba. Dopo le guerre del 1199 e del 1217 e del 1224, i contendenti, stipulata la pace nel 1228, grazie alla mediazione del comune di Milano decisero lo smantellamento del castello di Arquata, ma questo non bastò a ristabilire la quiete che avvenne solo nel 1231 grazie ad un collegio di tre arbitri, presieduto dal vescovo di Alba, assegnando infine Arquata a Tortona.
Ricostruita dai tortonesi a partire dal 1244, con la riedificazione del castello e del borgo nuovo ai piedi di questo, nel 1278, fu concessa, in feudo, al capitano tortonese Guglielmo VII del Monferrato.
Nel 1310 il paese venne venduto, per necessità finanziarie ad Opicino Spinola di Genova. Il 1313 è l'anno in cui Arquata fu elevata al rango di Feudo imperiale ligure dall'imperatoreEnrico VII e concessa alla famiglia genovese degli Spinola di Luccoli. Arquata diventa quindi una entità politica autonoma con il suo governo, il suo tribunale e le sue leggi (lo statuto della città sarà redatto nel 1486).
Nel 1863 cambia nome da Arquata ad Arquata Scrivia.[8]
Il 7 giugno 2007 ha ottenuto dal comune di Gavi la frazione di Sottovalle.
Gli inglesi ad Arquata (1917-20)
Nel 1917, durante la prima guerra mondiale, l'Inghilterra stabilì di inviare delle sue truppe a combattere insieme ai soldati italiani e scelse come base appunto Arquata Scrivia. L'odierno Palazzo Spinola, sede del Comune, ospitò il Comando Britannico; la vecchia chiesa di Sant'Antonio divenne uno spaccio per tabacchi, marmellata e scatolette; la Società Operaia di Mutuo Soccorso divenne la "House of British Soldier"; la fornace delle Vaie (ora demolita) divenne il panificio militare. Quasi di fronte alla Cappelletta della Madonetta alle Vaie, per iniziativa del cappellano inglese, oriundo romano, don Umberto Bertini, venne costruita la "Casa del Soldato Italiano".
A ricordo del passaggio dei soldati inglesi rimane il piccolo British War Cemetery[9], costruito nel 1921 accanto al cimitero del paese. In esso sono sepolti i militari britannici di stanza nel campo base, morti di influenza spagnola tra il 1917 e il 1920.
Nel 1923, in previsione della visita reale del 13 maggio di quello stesso anno, il cimitero venne ristrutturato dall'architetto inglese Sir Robert Lorimar. Alla data stabilita, il British War Cemetery venne in effetti visitato dal re Giorgio V in persona. Il Re, accompagnato dalla regina Mary e dal grande scrittore premio NobelRudyard Kipling (che era stato nominato Commissario delle tombe di guerra del Regno Unito), venne scortato da un plotone dell'Esercito e dalla banda del Reggimento in uniforme da parata. Ad accoglierlo fu il sindaco di allora, parecchie autorità e la compiaciuta, ma quasi incredula, popolazione locale.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del Comune sono stati concessi con regio decreto il 19 gennaio 1939.[10]
Stemma
«Troncato: nel primo d'argento, al mastio di rosso, merlato e torricellato di un pezzo, finestrato di due e aperto di nero; nel secondo di rosso, a tre archi d'acquedotto romano sostenuti da due piloni, il tutto d'oro, murato di nero.[11][12]»
Gonfalone
«Drappo di colore rosso alla bordura formata di pezze di colore rosso e bianco, alternate. Il drappo caricato nel centro dello stemma comunale: Nel retro il drappo sarà di bianco con la stessa bordura, caricata di cinque fiammelle di rosso, accompagnate, rispettivamente dai nomi ricamati in oro di S. Giacomo maggiore, S. Andrea, S. Bartolomeo, S. Eusebio e S. Nicola di Bari. Le parti di metallo saranno argentate. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto rosso e bianco con bullette argentate poste a spirale. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.[12]»
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture civili
Nella piazza intitolata a Santo Bertelli, un pittore ottocentesco di scuola genovese, nato nel paese, oltre al Palazzo Spinola, oggi municipio, di qualche interesse sono la Casa Grafogliati, Curiosa la Casa Dallegri.
Palazzo Spinola, oggi sede del Municipio.
La casa del Tranquillo o casa gotica è un particolare edificio risalente al XIV secolo, con una caratteristica struttura portante in legno e decorazioni in laterizio.
Casa Grafogliati, risalente al Quattrocento, con archetti e cornici gotiche e un grazioso pozzo barocco, divenuto l'emblema del paese.
Castello su un'altura, in Via Carrara, vicino all'antico borgo del paese, sorge la torre trecentesca, alta circa 22 metri costruita in arenaria di Montaldero, ciò che rimane dell'antico maniero feudale, del quale sono ancora visibili i ruderi delle potenti mura. Torre simbolo della città.
Architetture religiose
La Parrocchiale di San Giacomo e Sant'Antonio venne rimaneggiata verso la metà del XVI secolo e fiancheggiata da un massiccio campanile quadrato. L'interno è caratteristico con cinque navate divise da colonne ottagonali. È conservata una statualignea: l'Assunta di Bartolomeo Carrea.
Situata nel borgo medievale, venne eretta inizialmente nel XII secolo come parrocchia della diocesi di Tortona, ma venne completamente rimaneggiata nel Rinascimento, ricorda le chiese genovesi del '600, inoltre vi sono aggiunte settecentesche barocche (1825). La cripta venne costruita da Filippo Spinola nel 1630.
Davanti alla Chiesa di San Giacomo Maggiore si trova l'oratorio di N.S. dell'Assunta (o di Sant'Anna), edificio con una sola navata con volta a botte. L'oratorio risale al '500 ed è proprietà della locale Confraternita di San Carlo Borromeo, caratterizzato da un altare barocco e da un campanile a forma di lanterna.
Chiesa di Santa Maria e Sant'Antonio abate di Montalto
Posta fra Rigoroso ed il colle dove un tempo vi era il Castello di Montalto.
La nuova chiesa parrocchiale di San Bartolomeo di Vocemola venne costruita nel 1686 ed elevata a parrocchia, in sostituzione della vecchia chiesa romanica di San Bartolomeo, prima chiesa del paese oggi nel cimitero, che risale intorno al 1000, poi rimaneggiata nel '300.
Chiesa parrocchiale di S. Nicola di Bari di Sottovalle
La chiesa di San Nicolò di Bari di Sottovalle è nominata per la prima volta nel 1410 alle dipendenze della parrocchiale di Sant'Andrea di Rigoroso, parte dell'arcidiocesi di Genova, assieme alla chiesa di San Salvatore di Pratolungo di Gavi, la data di costruzione della prima chiesa di Sottovalle non è conosciuta in quanto non sono stati reperiti documenti, andati distrutti in diverse occasioni. Nel 1590 la chiesa di Sottovalle venne staccata da Rigoroso, diventando autonoma divenne parrocchia. La chiesa andò distrutta nel 1625 per opera dei Savoia durante la loro invasione. Venne ricostruita a partire dal 1757. Il 7 giugno 2007 la frazione di Sottovalle passa dal comune di Gavi ad Arquata Scrivia.
Fiera dei santi Giacomo e Filippo - 1º maggio - fiera del bestiame e di merci varie. Tale fiera ha una tradizione lunga 5 secoli e costituiva un importantissimo evento per la vita economica del paese.
Fiera di san Bartolomeo - 24 agosto - detta anche fiera delle cipolle.
Fiera di san Carlo - 4 novembre.
Festa patronale - 16 agosto, san Rocco di Montpellier- festa a cura di Comune, Pro Loco e Croce Verde.
Festa della Madonna della Salute al campo in località Rigoroso. Un tempo era tenuta nella cappella-santuario edificata nel 1815, oggi semplice tumulo per sessanta salme della nobile famiglia Poggi.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Arquata Scrivia è situata lungo la ex Strada statale 35 dei Giovi. Il comune è raggiungibile direttamente tramite autostrada, con casello autostradale di Vignole - Arquata sull'Autostrada A7.
^Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
^G. B. Pellegrini, Toponomastica italiana, Milano 1990, p. 209; D. Olivieri, Dizionario di toponomastica piemontese, Brescia 1965 e M. A. Betoldi, I toponimi del Novese I, in «Novinostra», c1, 1976, pp. 21-23.
^G. A. Bottazzi, Osservazioni storico-critiche sui ruderi di Libarna, Tortona, 1815.
^Regio decreto11 gennaio 1863, n. 1126, in materia di "Decreto col quale sono autorizzati vari Comuni delle Provincie di Milano, Alessandria, Brescia, Cremona, Torino, Ascoli, Macerata, Cuneo, Piacenza, Porto-Maurizio, Ravenna e Sassari ad assumere una nuova denominazione."
^ Afredo Casagrandi e Edoardo Morgavi, Union Jack e Tricolore in Valle Scrivia Union Jack e tricolore in Valle Scrivia (1917-1920), Arquata Scrivia, Società Storica del Novese, 1999.