I giocatori sono da qualche anno soprannominati I giganti (in sardoSos gigantes/Is gigantis) in riferimento ai giganti di Mont'e Prama, un gruppo di statue di pietra di epoca nuragica, divenuti uno dei simboli dell'archeologia e della cultura sarda.
La prima squadra è nota con il nome di Dinamo Banco di Sardegna Sassari per via di un accordo di sponsorizzazione con l'omonimo istituto di credito.
Storia
La fondazione
Nel 1960 dieci giovani sassaresi (Pietro Barracani, Rosario Cecaro, Graziano Bertrand, Antonio Manca, Giovanni Pilo, Bruno Sartori, Antonio Lavosi, Roberto Centi, Francesco Soccolini e Salvatore Virdis) studenti del Liceo Azuni di Sassari, spinti dal professor Fadda, insegnante di educazione fisica che nei sotterranei della scuola insegnava i fondamentali della pallacanestro, incominciavano a darsi appuntamento nei campetti della scuola di San Giuseppe per giocare a pallacanestro. Sul campetto di via Enrico Costa nacque progressivamente l’idea di dare vita a una squadra e la fondazione avvenne il 23 aprile 1960, con Giovanni Pilo primo presidente. Per la scelta del nome il gruppo volle discostarsi da nomi tradizionali delle società già esistenti in città come ad esempio Libertas, direttamente riconducibile a movimenti a trazione politica cattolica, in modo da preservare un animo laico. I fondatori provarono ad ispirarsi alle realtà cestistiche già esistenti e si pensò a Virtus, ma per mantenere un diretto legame con il liceo classico alla quale facevano tutti parte, decisero di tradurlo nel greco Dinamis. Tuttavia, l'avvenuta difficoltà nel recuperare lettere greche per la creazione delle maglie, decisero di tradurlo ulteriormente in Dinamo. Paradossalmente, tale scelta riscontrò una certa avversione nella comunità sassarese in quanto il nome era spesso utilizzato da società dell'Est Europa, territori allora sotto l'egemonia comunista e iniziò a diffondersi l'idea che la squadra si ispirasse e fosse vicina a tale ideale. Tra i vari inconvenienti, capitò che altre squadre appartenenti alle varie parrocchie cattoliche davano forfait pur di non giocare contro una squadra considerata comunista. All'inizio diversi esponenti consigliarono ai membri del club di cambiare il nome considerato scomodo, ma questi ultimi la presero come sfida e pur portando avanti la laicità decisero si mantenere e difendere tale nome. Contestualmente alle partite di pallacanestro, gli stessi ragazzi fondatori giocavano anche a pallavolo nei campionati CSI, pertanto scelsero di adottare come nome societario Polisportiva Dinamo, nome che tuttora resiste anche oggi pur di fatto essendo un club solamente cestistico.[2][3]
Gli inizi e lo sbarco in Italia
L’atto di affiliazione alla Federazione Italiana Pallacanestro fu la base con cui nel 1963 la Dinamo giocò il suo primo campionato, in B regionale, sul campo del “Meridda” e si spostò poi alla palestra del CONI. La squadra salì di categoria ma retrocedette subito, però anche complice la veloce crescita del basket in Italia, la Dinamo già nel 1967 militò nel campionato nazionale di Serie C. In questa stagione si assiste a un primo sostanziale cambio: Le maglie biancoblù con la D stampata sul fronte, si trasformano in amaranto. Sassari disputò anche la Coppa Italia, arrivando al terzo turno. Curiosamente non uscì mai dall'Isola, vincendo infatti primo e secondo turno rispettivamente contro Aquila e Olimpia, entrambe di Cagliari e perse al terzo turno contro l'allora blasonata Brill Cagliari. Nel frattempo, a cavallo fra i ‘60 ed i ‘70, si succedono alla presidenza oltre a Pilo, Alessandro Ponti, Sandro Agnesa e soprattutto Dino Milia, il quale diede la prima spinta per una crescita sostanziale del sodalizio.[4]
La crisi degli anni '70
Se a Cagliari si assisteva al periodo di massimo splendore con l'era della Brill, Sassari incominciò a vedere i primi tempi bui per quanto riguarda la palla a spicchi. Nel 1974 la squadra militò in Serie D, e l’Avvocato Milia capì che era necessario trovare il primo sponsor da affiancare alla maglia: ci pensa un'azienda ligure che aveva interessi nella zona industriale di Porto Torres, la L.I.S.A. Parodi, mentre per le successive tre stagioni fu targata Olio Berio. Sportivamente la Dinamo si stabilì nel campionato di C nazionale (la quarta serie) con qualche sortita in serie B (terzo livello), come nel 1981, anno particolare in cui si spostò nel neonato Palazzetto dello Sport di Piazzale Segni.[4]
La conquista della Serie A2
Dopo le apparizioni degli sponsor Sella&Mosca e Mercury Assicurazioni, le basi per la risalita vennero poste nel 1984 sotto il marchio della banca sassarese Banco Popolare. Quattro anni a metà classifica nel terzo livello (prima Serie B poi Serie B d'Eccellenza) per poi ottenere la consacrazione nel 1988-1989 con il secondo posto in regular season alle spalle della Stefanel Trieste e la successiva vittoria in tre gare nel playoff contro la Mens Sana Siena. Il primo anno di Serie A2 non fu semplice per la matricola sassarese: la panchina fu affidata a Cesare Pancotto e ci furono i primi due americani della storia sassarese, Floyd Allen e Tom Sheehey guidati dal playmaker italiano Lino Lardo. La prima salvezza arrivò sul filo di lana e dopo due tempi supplementari, e ci fu anche la soddisfazione di essere ricevuti al Quirinale dal Presidente della Repubblica Italiana, il sassarese Francesco Cossiga.[4]
Gli anni '90 in Legadue: l'era Banco di Sardegna
Dal 1990 il main sponsor diventa il Banco di Sardegna, il quale due anni dopo impone anche il secondo cambio di colori sociali: dall'amaranto si passa al biancoverde, i colori dell'istituto finanziario sassarese, e la Pintadera diventa un simbolo del club. Nel 1991 entra a far parte della squadra Emanuele Rotondo, che diventerà bandiera della Dinamo fino alla stagione 2007-2008. Sono campionati non semplici, e due stagioni con i play-out lo dimostrano, ma la salvezza viene raggiunta quasi sempre, e anzi nel 1994-1995 la Dinamo arriva fino alla semifinale playoff, persa per 3-0 contro Basket Rimini. Sulla fine del millennio arriva il primo periodo di difficoltà in colori biancoverdi: la stagione 1998-99 si chiude con la retrocessione in Serie B d'Eccellenza ma grazie all'acquisizione del titolo sportivo della Libertas Pallacanestro Forlì, la Dinamo parteciperà ugualmente al campionato di A2.
A fine stagione si ripresenterà però ancora una volta la retrocessione. In terza serie sono comunque annate da protagonista per la Dinamo: nel 2000-2001 domina la regular season, arrivando prima nel suo girone, ma incredibilmente esce nel primo turno dei playoff contro Cefalù 3-0 nella serie. La stagione successiva è seconda in regular season ma il sogno promozione sfuma in finale contro Osimo in due gare. Dovrà attendere il 2003 con Franco Ciani in panchina, dopo la finale vinta contro Trapani Shark per festeggiare il ritorno in Legadue.[4]
Dopo due salvezze abbastanza tranquille, nel giugno del 2005, il controllo della società vede l'addio alla presidenza dall'avvocato Dino Milia dopo 33 anni, il quale passa la mano all'imprenditore Luciano Mele e che resterà in sella per sei stagioni, coadiuvato dai suoi soci e da suo figlio Pinuccio Mele nelle vesti di general manager societario. Da quell'anno torneranno anche i colori originari della società, il biancoblù. Sono anni di transizione alla ricerca della stabilità nella serie cadetta (con tre playoff di fila) e i primi passi per uno step in avanti avvengono nel 2009 dopo un biennio con coach Demis Cavina, il quale dopo la finalissima playoff persa con Soresina lascerà Sassari per scelta e la squadra viene affidata a Meo Sacchetti, ex giocatore, medaglia d'argento alle Olimpiadi del 1980 e oro agli Europei del 1983. Nella prima stagione del coach varesino, i sassaresi arrivano terzi in regular season ma ai playoff questa volta non falliscono: le vittorie contro Pistoia Basket ai quarti, Casale Monferrato in semifinale e Veroli Basket in finale regalano la Serie A per la prima volta nella storia e dopo 31 per la Sardegna.[4]
Nella stagione successiva l'acquisto più importante fu Drake Diener, che si raggiunse quindi il cugino Travis. Il 15 gennaio del 2012 la squadra conquista per la prima volta la qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia, ma viene eliminata al primo turno dalla Mens Sana Siena.
Alla fine della stagione regolare 2011-2012 conquista il 4º posto in classifica e ai playoff i sassaresi eliminano ai quarti la Canadian Solar Bologna con un secco 3-0, raggiungendo per la prima volta la semifinale scudetto nella quale ritrovano Siena, da cui vengono come in coppa sconfitti. Questo risultato consente in ogni caso l'accesso per la prima volta a una competizione europea, l'Eurocup, e a coachMeo Sacchetti viene assegnato il premio come miglior allenatore della Serie A.
Nella stagione 2012-2013, la Dinamo Sassari bissa l'accesso alle Final Eight di Coppa Italia, questa volta grazie a un 2º posto nel girone di andata, ma ancora una volta è la Mens Sana Siena, in semifinale, a eliminare i biancoblu. Al termine della stagione regolare conferma il secondo posto in classifica, ma ai playoff l'eliminazione arriva a sorpresa al primo turno ad opera della Pallacanestro Cantù in una serie molto combattuta in sette partite. La partecipazione all'Eurocup, iniziata il 7 novembre, si conclude al termine della prima fase dopo due vittorie contro il Siviglia e due sconfitte contro la Stella Rossa e l'Orléans Loiret.
Il punto di svolta societario avviene nella stagione successiva (2013-14): gli innesti di punta sono il play Marques Green e l'ala grande Caleb Green. La regular season non è fenomenale, ma il sesto posto garantisce la terza partecipazione alla Coppa Italia. Ai quarti si trova di fronte la favorita Olimpia Milano e la Dinamo fa l'impresa vincendo di due punti. In semifinale incontra l'altra sorpresa Pall. Reggiana che eliminò la numero 2 del seeding Pall. Cantù e la vittoria è facile. In finale, il 9 febbraio 2014, incontra ancora una volta la Montepaschi Siena e con il punteggio di 80 a 73 conquista da outsider il suo primo trofeo nazionale. Nel campionato riconquista l'accesso ai playoff, piazzandosi al quarto posto nella classifica della stagione regolare. Accede alla semifinale contro l'Olimpia Milano, dopo aver eliminato Brindisi ai quarti in una serie conclusa 3-0. In semifinale, nonostante due vittorie in trasferta, la squadra sassarese perde tutte e tre le partite casalinghe, venendo quindi eliminata con il risultato di 4-2 nella serie. In Europa gioca per la seconda volta l'Eurocup: la campagna internazionale è migliore e arriva fino agli ottavi di finale, in cui viene sconfitta dall'Alba Berlino.
Nel weekend del 4 e 5 ottobre il PalaSerradimigni di Sassari ospita la Supercoppa italiana, disputatasi con la formula della Final Four. In semifinale i Giganti incontrano la Virtus Roma, semifinalista Scudetto, dilagando di 16 punti. In finale invece c'è la rivincita dei playoff della stagione passata, contro l'Olimpia Milano detentrice dello scudetto. La Dinamo si impone per 96-88 e conquista il secondo trofeo della sua storia.
Il 14 novembre 2014 la Dinamo vince la sua prima partita di Eurolega battendo lo Zalgiris Kaunas in casa con il punteggio 92-80 ma il suo cammino nella massima competizione continentale si conclude con 9 sconfitte in 10 partite.
In Serie A invece la partenza è super e dopo quattro giornate è per la prima volta nella sua storia in testa alla classifica. Con sole quattro sconfitte, ottiene l'accesso alla Coppa Italia 2015 come seconda classificata. Primo turno contro la Vanoli Cremona, secondo ancora la Pall. Reggiana, entrambe vinte facilmente e il 22 febbraio 2015, la finale contro l'ormai rivale Olimpia Milano. Con la vittoria 104-91 la Dinamo Sassari conquista la sua seconda Coppa Italia consecutiva.
Chiude la stagione regolare classificandosi al 5º posto in classifica, e al primo turno di play-off affronta l'Aquila Trento. I quarti di finale si giocano al meglio delle 5 partite. La squadra di Meo Sacchetti perde nettamente gara-1 al PalaTrento, ma si rifà prontamente in gara-2 per poi aggiudicarsi la serie vincendo i due seguenti incontri disputatisi al PalaSerradimigni.
In semifinale c'è l'Olimpia Milano vincitrice della Regular season: Sassari vince gara-1 e perde gara-2, si aggiudica le due successive sfide disputatesi al PalaSerradimigni portandosi così ad una sola vittoria dalla conquista della finale. Tuttavia la squadra lombarda, con uno scatto d'orgoglio, si aggiudica le due successive sfide portando la serie in parità. La serie viene decisa in gara-7 all'over time che la squadra sarda si aggiudica ottenendo il diritto di partecipare alla Finale scudetto dove affronta la Pall. Reggiana. L'approccio alla finale non è dei migliori, infatti viene sconfitta piuttosto nettamente sia in gara-1 che gara-2, ma vince le due successive in Sardegna. Si torna al PalaBigi in parità e Gara-5 se la aggiudica la squadra di casa che si porta così ad una sola vittoria dalla conquista del tricolore. In gara-6 vi è la pronta rivincita della squadra sarda che si aggiudica la sfida dopo ben 3 over time. Il campionato viene così deciso all'ultimo tiro dell'ultima partita. Infatti con la Dinamo in vantaggio per 75-73 a poco più di 3 secondi dalla fine dell'incontro Pall. Reggiana ha a disposizione una rimessa in zona d'attacco: la palla finisce nelle mani di Drake Diener che tenta un tiro da tre punti. Il buzzer beater non va a segno pertanto la Dinamo Sassari il 26 giugno 2015 si aggiudica il primo scudetto della propria storia e siglando uno storico Triplete italiano: Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa, impresa riuscita fino ad allora solo a Siena e Treviso.
La Dinamo nonostante i cambi nel roster sembra però appagata, sia in campionato che in Eurolega, tant'è che il 21 novembre in conferenza stampa il presidente Stefano Sardara annuncia che Meo Sacchetti termina la sua esperienza di allenatore alla Dinamo dopo 4 trofei in 6 stagioni, e viene sostituito da Marco Calvani.
La Dinamo chiude la regular season di Eurolega all'ultimo posto del suo gruppo e nelle Last 32 di Eurocup (inserita nel gruppo N) viene appaiata al Galatasaray, al Saragozza e allo Szolnoki Olaj. C'è comunque la qualificazione per il quinto anno consecutivo la Final Eight di Coppa Italia, ma viene eliminata dalla Vanoli Cremona. Il campionato non è dei migliori e il 6 marzo, in seguito alla sconfitta contro la Virtus Bologna, coach Calvani ufficializza le proprie dimissioni. La squadra viene affidata al General Manager Federico Pasquini che conclude la stagione in panchina, portando la squadra comunque ai playoff, ma viene eliminata ai quarti di finale dalla Grissin Bon Reggio Emilia nella rivincita della finale Scudetto.
La stagione successiva Pasquini viene confermato a sorpresa come coach, ma la squadra viene smantellata, lasciando solo il capitano Jack Devecchi (alla sua 11ª stagione a Sassari), Brian Sacchetti (7ª stagione) e Rok Stipčević. La squadra è lontana parente di quella del Triplete, ma nel 2017 raggiunge comunque le Final Eight di Coppa Italia e dopo aver battuto ai quarti di finale la Scandone Avellino e in semifinale il Germani Basket Brescia, viene sconfitta in finale dall'Olimpia Milano. Partecipa anche alla neonata Basketball Champions League, dove sfoggia dopo 15 anni nuovamente una divisa biancoverde in onore del passato negli anni '90, ma esce di scena ai quarti contro il Monaco. In campionato è quinta, ma ai playoff Aquila Trento elimina i sardi in tre gare.
L'annata seguente è da dimenticare e risulta la peggiore dall'arrivo in massima serie. Per la prima volta dopo 7 anni la Dinamo è fuori dalla Coppa Italia e dai playoff. Ad aprile viene anche destituito Pasquini, che ritorna ad essere general manager, e il traghettatore è un ex Dinamo, il macedone Zare Markovski. Disputa la Europe Cup, quarta coppa continentale, la seconda per importanza delle competizioni sotto l'egida FIBA, ma il cammino si ferma agli ottavi contro i francesi de Le Portel.
La stagione 2018-2019 riparte con un nuovo allenatore: l'ex giocatore casertano, secondo italiano della storia NBA, Vincenzo Esposito. Vengono confermati solo gli americani Dyshawn Pierre e Scott Bamforth e gli italiani Marco Spissu, Achille Polonara e ovviamente Devecchi. Arrivano gli americani lunghi Jack Cooley e Rashawn Thomas e il play Jamie Smith, più l'italiano Stefano Gentile. Causa rottura del legamento crociato anteriore di Bamforth, a gennaio viene acquistato Tyrus McGee, ex Reyer Venezia, più Justin Carter. La prima parte di stagione non è esaltante, sembra un remake dell'annata precedente. La squadra è discontinua e non sembra esserci margine di miglioramento, tuttavia una serie di vittorie consentono di riagguantare l'accesso alle Final Eight di Coppa Italia con la sesta piazza. Ciononostante, per ragioni personali coach Esposito si dimette proprio nella settimana che precede l'appuntamento del Nelson Mandela Forum di Firenze e Sardara è costretto a chiamare un sostituto: viene scelto l'ex play di Pall. Varese e Fortitudo BolognaGianmarco Pozzecco. In Coppa si arriva quasi all'improvvisata, ma una partita con grande cuore al primo turno contro la Reyer Venezia fa ottenere sul fil di sirena le semifinali. Questa è un remake del primo turno, ma questa volta allo scadere è N.B. Brindisi a conquistare la finale di un punto. Pozzecco riesce a dare entusiasmo da subito ma non le vittorie. Sono 3 le sconfitte del Poz, sommate alle 2 di Esposito fanno 5 di fila, facendo piombare la Dinamo fuori dalle zone verdi dei playoff.
È l'avventura in FIBA Europe Cup a dare linfa vitale ai sardi. La Dinamo era partita addirittura dal secondo turno preliminare contro i portoghesi del Benfica. Poi le due fasi a girone, passate agevolmente. Inizia la fase ad eliminazione diretta con formule di andata e ritorno proprio con Pozzecco in panchina. Nell'ordine incontra Leida, Karşıyaka e Hapoel Holon, non perdendo mai nelle sei partite totali. La finale, sempre in due match, è contro i tedeschi del s.Oliver Wurzburg. L'andata è a Sassari e i biancoblu si impongono di 5 punti con una bellissima partita vinta grazie ad una rimonta incredibile nel quarto quarto. Il 1º maggio 2019 si gioca il ritorno alla s.Oliver Arena di Würzburg. La Dinamo non parte benissimo, la partita è sporca ma i ragazzi di Pozzecco, in fiducia dalla striscia positiva di 13 vittorie tra campionato e coppa, rimangono attaccati al match per poi strappare nel terzo quarto. Wurzburg ha un sussulto e rimane li, ma non riesce più a mettere la testa davanti: la Dinamo vince anche il ritorno per 91-89 e conquista così il primo titolo europeo della sua storia. Al termine della stagione regolare, la Dinamo arriva quarta in campionato. Dopo aver battuto ai quarti Brindisi e in semifinale Milano, entrambe per 3-0, disputa la sua seconda finale scudetto contro la Reyer Venezia: la serie finisce 4-3 per i lagunari.
Sono in totale sei i marchi che nella storia della società si sono legati al club di via Roma. La prima azienda a cui furono concessi i naming rights, dal 1974 al 1975, fu la L.I.S.A. Parodi, azienda attiva nel settore industriale dell'attigua zona industriale di Porto Torres e successivamente, per un quadriennio, arrivò la Filippo Berio, azienda attiva nella produzione di oli commestibili e derivati. Dal 1979 al 1982 arrivò il primo sponsor sardo, con l'azienda vinicola Sella&Mosca di Alghero. Per una stagione la squadra biancoblu (allora in maglia granata) fu denominata Mercury Assicurazioni mentre dal 1983 iniziò il rapporto con le banche locali. Da quell'anno per sette stagioni infatti la squadra fu marchiata Banca Popolare di Sassari mentre dal 1990 ad oggi la squadra si legò al Banco di Sardegna. Con oltre 30 anni di sponsorizzazione, si tratta della partnership più longeva nel basket italiano, primato che è valso nel 2015 la vittoria del Premio Speciale Reverberi. Il forte legame con l'istituto finanziario sardo riuscì anche a cambiare il colore delle divise da gioco, che infatti dal 1992 al 2005 passò dal granata che caratterizzò gli anni '70 e '80 al biancoverde.[6] Dal 2005 la Dinamo assunse i colori di fondazione biancoblu ma dalla stagione 2015-2016 la società ha riproposto una divisa di colore verde per le competizioni europee.[7]
Costruito negli anni ottanta, il PalaSerradimigni è la casa della Dinamo Sassari. La struttura ha una capienza totale di 5000 posti e dispone di punti ristoro, baby parking, sala video con 15 postazioni e sala stampa.
Si trova nella parte alta della città, di fronte allo stadio cittadino di calcio “Vanni Sanna”. In passato, nell'impianto si sono disputati anche incontri di pallamano, pallavolo maschile e femminile e varie edizioni del Trofeo Internazionale Guido Sieni di judo.
Il palazzetto nel 2007 è stato intitolato a Roberta Serradimigni, campionessa del basket isolano e nazionale scomparsa nel 1996, a 32 anni, in seguito ad un incidente stradale. Fra le migliori cestiste sarde approdate ai massimi livelli della disciplina, più volte convocata nelle selezioni nazionali, nel 1980 ha vinto la medaglia d'argento ai Campionati Europei categoria cadette, aggiudicandosi il titolo di miglior marcatrice della manifestazione.
* Questi due record sono stati superati nella Serie A 2009-10. Tuttavia, in seguito al fallimento della Nuova AMG Sebastiani, le partite in questione sono state omologate con il risultato di 20-0. Pertanto, il record è ancora detenuto dalla Dinamo Sassari.
Statistiche individuali
65 minuti giocati da un giocatore in una singola partita
Jonathan Haynes in Banco di Sardegna Sassari - Lineltex Trieste 121-116
Warriors (settore "C" del PalaSerradimigni dal 1991)
Onda D'Urto (1991 - X)
Alta Marea (X - 2000)
Dinamo Web Club (2001 - 2002)
Commando Ultrà Dinamo (2002 - oggi)
Coordinamento Settore D (2013 - 2016)
Orgoglio Biancoblu (2016 - oggi)
Peach crew (2018-oggi)
Gemellaggi e rivalità
Negli anni '80, in Serie B, esisteva una rivalità regionale con l'Esperia Cagliari.
Da quando la formazione sassarese milita nel massimo campionato nazionale, gli ottimi risultati sportivi raggiunti hanno fatto sì che si creassero rivalità sportive con alcune delle principali realtà della pallacanestro italiana, come l'Olimpia Milano.
Con le "Scarpette rosse" in particolare la Dinamo ha disputato tre finali di competizioni nazionali, ovvero due finali di Coppa Italia (vincendone una) e una di Supercoppa Italiana, la quale ha visto prevalere i sassaresi. Le due squadre hanno dato vita anche a tre entusiasmanti serie di Play-off scudetto, tutte in semifinale: nella stagione 2013-14 (con la vittoria dell'Olimpia Milano per 4-2), l'anno successivo nella trionfante cavalcata della Dinamo nei Play-off 2015 (decisiva la vittoria della squadra di Sacchetti in gara 7, a Milano) e infine il roboante 3-0 con cui Sassari ha prevalso nella semifinale dei Play-off scudetto 2019. Sardi e meneghini inoltre hanno regalato ai tifosi diverse gare di regular season decise negli ultimi secondi di gioco e nei tempi supplementari.
Il 26 giugno 2020 venne annunciata l'apertura della sezione femminile e la partecipazione al campionato di Serie A1[19] attraverso l'Associazione Sportiva Dilettantistica Dinamo Lab, società già attiva per la squadra di basket in carrozzina. La Dinamo diventò dunque la terza società del massimo campionato italiano, insieme alla Reyer Venezia e alla Virtus Bologna, ad avere sia una squadra maschile che una femminile ai massimi livelli, oltre che l'unica a possedere anche una squadra di basket in carrozzina in Serie A.