Barroso ha ammesso per la prima volta il 19 luglio 2008 la sua intenzione di svolgere un secondo mandato come presidente della Commissione europea e il PPE ha appoggiato la sua candidatura[1].
Nelle elezioni europee del 2009 il PPE è riuscito ad affermarsi nuovamente come il più grande partito europeo, anche se non dispone di una maggioranza assoluta nel Parlamento europeo nemmeno con l'apporto degli altri partiti di destra. La vittoria del PPE ha ovviamente favorito la riconferma di Barroso alla presidenza della Commissione, dato che generalmente quella carica spetta a un esponente del partito europeo che ha vinto le elezioni. Gli altri grossi gruppi nel Parlamento europeo (S&D e ALDE) non sono riusciti ad accordarsi per proporre una candidatura alternativa per la presidenza della commissione[2].
Assieme ai Verdi, essi hanno comunque cercato di opporsi alla riconferma di Barroso e hanno poi cercato di ottenere delle concessioni da lui, sia in merito al suo programma che alle assegnazione delle competenze ai vari commissari[3].
La procedura di formazione della commissione ha subito un ritardo a causa dell'attesa della fine del processo di ratifica del Trattato di Lisbona da parte di tutti i Paesi membri, completato il 13 novembre 2009. A seguito di questo il 19 dello stesso mese il Consiglio europeo ha nominato il suo primo presidente permanente e il nuovo Alto Rappresentante per la politica estera. Il 27 novembre il presidenteBarroso ha presentato l'elenco dei suoi nuovi commissari designati.
Il rapporto tra uomini e donne all'interno della commissione è rimasto sostanzialmente invariato rispetto alla Commissione Barroso I, con una sola donna in più (nove donne su ventisette commissari).
Alcuni portafogli sono stati modificati rispetto alla commissione precedente. Il portafoglio su giustizia, libertà e sicurezza è stato diviso per creare il nuovo portafoglio su giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza richiesto in particolare dai liberal-democratici. Le altre competenze del vecchio portafoglio sono confluite in quello sugli affari interni. I portafogli sull'allargamento e sulla politica di vicinato sono invece stati fusi. È stato creato il nuovo portafoglio sull'azione per il clima. Alcuni altri portafogli hanno subito delle modifiche, come quello sulla comunicazione e quello sul multilinguismo.
Per quanto riguarda l'assegnazione dei portafogli ai vari commissari, hanno suscitato delle perplessità in particolare la nomina di un francese (Michel Barnier) come commissario per il mercato interno, a causa della tradizione dirigista francese, e la nomina di un rumeno (Dacian Cioloș) come commissario per l'agricoltura, dato che la Romania ha avuto dei problemi di gestione dei fondi europei per lo sviluppo rurale.
Approvazione della Commissione
Le audizioni dei commissari designati di fronte al Parlamento europeo sono state positive, tranne che per i casi di Neelie Kroes e di Rumiana Jeleva. Kroes è stata sottoposta a una seconda audizione e ha soddisfatto maggiormente i parlamentari[5].
La commissaria designata bulgaraRumiana Jeleva è stata invece costretta a rinunciare all'incarico il 19 gennaio 2010, a seguito dei sospetti di corruzione e del giudizio di incompetenza emersi durante l'audizione del 12 gennaio. La nomina di Jeleva - esponente del Partito Popolare Europeo - è stata particolarmente osteggiata dai socialisti e democratici. Il primo ministro bulgaroBojko Borisov ha presentato al presidente Barroso la possibile sostituta, Kristalina Georgieva, allora vicepresidente della Banca Mondiale, cui è stato confermato lo stesso portafoglio della Jeleva il 21 gennaio[6].
Il caso di Rumiana Jeleva ha ritardato ulteriormente la procedura di approvazione ed entrata in carica della nuova commissione. Il Parlamento europeo ha infatti approvato definitivamente la nuova commissione il 9 febbraio 2010 con 488 voti favorevoli, 137 contrari e 72 astenuti. I voti contrari sono stati espressi dai gruppi Verdi/ALE e GUE/NGL, mentre il gruppo ECR si è astenuto[7].
Approvando la Commissione Barroso II il Parlamento europeo ha ottenuto che il presidente del Parlamento possa partecipare alle riunioni della commissione e ai negoziati interni[8].
La Commissione è ufficialmente entrata in carica il 10 febbraio 2010 ed ha terminato il suo mandato il 31 ottobre 2014, a seguito delle nuove elezioni europee.
Composizione politica
A differenza delle commissioni che l'hanno preceduta, la commissione Barroso II è caratterizzata dalla presenza di un numero molto alto di esponenti del Partito Popolare Europeo e di un numero relativamente basso di esponenti del Partito del Socialismo Europeo.
Possiamo riassumere così la composizione della commissione:
A seguito dei risultati delle elezioni europee del 2014, quattro commissari, eletti eurodeputati, si sono dimessi dalla commissione e le loro competenze sono state provvisoriamente redistribuite tra gli altri commissari[10]. Il presidente Barroso ha provveduto a consultare i governi degli stati dei quattro ex-commissari per individuare i sostituti, che resteranno in carica fino al termine del mandato della commissione. Le audizioni dei commissari designati sono avvenute presso le commissioni parlamentari il 14 luglio[11], mentre per il 16 luglio la plenaria del Parlamento europeo ha approvato in blocco le quattro nomine con 421 voti favorevoli, 170 contrari e 32 astenuti[12][13]. L'ultimo passaggio per poter procedere all'assunzione degli incarichi è stata l'approvazione da parte del Consiglio, avvenuta il giorno seguente[14].
^ Joan Marc Simon, Barroso: the candidate of all European parties, su federalists.cafebabel.com, European Federalists (Cafe Babel), 23 marzo 2009. URL consultato il 29 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2010).
^Mimica è stato nominato commissario designato il 25 aprile 2013; dopo le consulatazioni parlamentari, avvenute all'inizio di giugno, ha assunto l'incarico dal 1º luglio 2013, data dell'accesso della Croazia nell'Unione europea.
^Dalli si è dimesso dalla Commissione il 16 ottobre 2012, in seguito a un'indagine dell'OLAF.
^Dal 1º luglio 2013, con l'ingresso della Croazia nell'Unione europea, le competenze della Tutela dei consumatori sono passate al commissario Neven Mimica.