Ha studiato all'università di Göteborg dal 1991 al 1994, entrandovi poi come assistente ricercatrice nel 1994. Ha conseguito un dottorato in scienze politiche e si è occupata in particolare di partiti regionalisti nell'Europa occidentale. Ha insegnato all'università dal 1998 al 1999, occupandosi anche di politica europea, regionalismo, immigrazione e terrorismo.
Carriera politica
Dalla fine degli anni Ottanta è iscritta al Partito Popolare Liberale e dal 1997 fa parte della sua segreteria. Nel 2007 è stata nominata vicesegretaria del partito.
Nel 1999 è stata eletta al Parlamento europeo e nel 2004 il suo mandato è stato rinnovato. Durante i suoi mandati ha fatto parte della Commissione affari esteri, della Commissione affari costituzionali, della Commissione mercato interno e tutela dei consumatori, della sottocommissione sui diritti umani e della sottocommissione sulla sicurezza e la difesa. È stata anche vicesegretaria delle delegazioni del Parlamento europeo in Ungheria (prima della sua adesione all'Unione europea nel 2004) e in Croazia. Dal 2002 al 2004 è stata portavoce del Gruppo ALDE per la politica estera.
Dopo le elezioni politiche svedesi del 2006, vinte dalla coalizione di centrodestra Alleanza per la Svezia, è stata nominata Ministra per gli Affari europei nel governo Reinfeldt. Sostiene l'adozione dell'euro in Svezia e la riproposizione del referendum sul tema, dopo che nel 2003 gli svedesi avevano rifiutato l'adesione alla moneta unica[1].
Nel febbraio 2010 ha assunto l'incarico di Commissario europeo per gli affari interni, venendo sostituita come ministra dalla collega di partito Birgitta Ohlsson. Una delle sue prime iniziative da commissario è stata la proposta di sanzioni più pesanti contro la pedofilia e di bloccare l'accesso ai siti contenenti materiale pedo-pornografico[2].
Le reazioni alla proposta sono state varie, con delle critiche contro i rischi di censura[3][4][5]