L'euroscetticismo è un orientamento di critica ai leader dell'Unione europea e di opposizione al processo di integrazione politica europea; è presente all'interno di tutto lo spettro politico. Tradizionalmente, la fonte principale alla base dell'euroscetticismo è stata l'idea secondo cui il processo di integrazione indebolisca i singoli Stati membri dell'Unione europea; altre cause includono le percezioni di una UE antidemocratica o eccessivamente burocratica[1][2].
Tra i successi storici degli euroscettici ci sono la bocciatura della Costituzione Europea nel Referendum francese e in quello olandese del 2005, che portarono all'affossamento della carta comune europea. Un altro successo è il noirlandese nel referendum sul Trattato europeo, che nel giugno 2008 sostituiva la Costituzione Europea proprio in seguito alle bocciature francese e olandese. Una sconfitta per gli euroscettici è però arrivata proprio con il secondo referendum sul Trattato di Lisbona dove più di due terzi degli irlandesi si sono espressi per il sì, dando il via libera definitivo alla ratifica.
Terminologia
Possono essere considerati due tipi di pensiero euroscettico, che si differenziano nella misura in cui gli aderenti rifiutano l'integrazione europea e nelle loro ragioni per farlo. Aleks Szczerbiak e Paul Taggart definirono tali correnti di pensiero "euroscetticismo forte" ed "euroscetticismo moderato"[3][4][5][6][7].
Definizioni alternative ai summenzionati nomi sono rispettivamente «withdrawalist» ed «euroscetticismo riformista». Alcuni euroscettici forti come gli aderenti all'UKIP preferiscono chiamarsi «eurorealisti» piuttosto che «scettici» e considerare la loro posizione pragmatica piuttosto che "in linea di principio". Anche molte persone riconducibili alla sinistra come Tony Benn tendono a non utilizzare il termine «euroscettico» per riferirsi a loro stesse, sebbene condividano molte delle critiche all'Unione europea; possono infatti utilizzare definizioni come «eurocritico» o chiamarsi semplicemente «democratici» o «socialisti».
Il presidente cecoVáclav Klaus respinse il termine «euroscetticismo», con le sue presunte sfumature negative, dicendo nel 2012 che le espressioni atte a designare un euroscettico ed un suo avversario dovrebbero essere rispettivamente «eurorealista» ed «euronaïf».
François Asselineau della UPR ha messo sotto accusa il termine «scettico» per descrivere l'euroscettico forte o coloro che vogliono uscire dalla UE, preferendo appoggiare l'uso del termine «euroavversario»[8]. Ad ogni modo, Asselineau ritiene appropriato il termine «scettico» per gli euroscettici moderati, dal momento che gli altri partiti francesi si limitano alla "semplice critica" della UE senza tener conto del fatto che il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea è modificabile solo con l'approvazione unanime, che lui ritiene impossibile da raggiungere, dei Paesi membri[9]
Il principale obiettivo di tale gruppo è stato la bocciatura del proposto Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa – più comunemente noto come "Costituzione europea". Alcune delegazioni interne al gruppo, in particolare quella dell'UKIP, sostennero inoltre la completa uscita del loro Paese dall'Unione, mentre altre vollero semplicemente porre limiti più stringenti all'integrazione europea.
Elezioni del 2009
Le Elezioni europee del 2009 videro un significativo calo degli euroscettici in determinate aree; tutti gli eurodeputati polacchi, danesi e svedesi persero il proprio seggio. Di contro, l'UKIP ottenne il secondo posto tra i partiti del Regno Unito superando il Partito Laburista al governo. Inoltre, sempre nell'ambito dei risultati britannici, il BNP ottenne i suoi primi due rappresentanti all'europarlamento.
Il gruppo Indipendenza e Democrazia si riformò sotto la nuova denominazione di Europa della Libertà e della Democrazia con una rappresentanza composta da 32 eurodeputati provenienti da nove Paesi.
Elezioni del 2014
Le elezioni europee del 2014 hanno visto un grande voto anti-establishment a favore dei partiti euroscettici, che hanno preso circa un quarto dei seggi disponibili. Quelli che sono arrivate per primi alle elezioni europee nei rispettivi paesi includevano: lo UKIP nel Regno Unito (la prima volta dal 1906 che un partito diverso dai laburisti o dai conservatori aveva vinto un voto nazionale), il Fronte Nazionale in Francia , il Partito Popolare Danese in Danimarca e Syriza in Grecia. I secondi posti sono andati allo Sinn Féin in Irlanda e al Movimento Cinque Stelle in Italia. Herman Van Rompuy, il Presidente del Consiglio europeo, ha deciso dopo le elezioni di rivalutare l'agenda dell'area economica e di avviare consultazioni sui futuri settori politici con i 28 Stati membri.
Elezioni del 2019
Le elezioni europee del 2019 hanno visto i partiti filoeuropeisti di centrosinistra e centrodestra subire perdite significative inclusa la perdita della loro maggioranza assoluta, mentre verdi, liberali filoeuropeisti, e alcuni partiti di destra euroscettici hanno registrato guadagni significativi.[13][14] Tra questi troviamo : il Brexit Party nel Regno Unito (lanciato solo il 12 aprile 2019 dall'ex leader dell'UKIP Nigel Farage visto il fallimento del governo May di attuare la Brexit entro il marzo 2019), il Rassemblement National in Francia (ex partito del Fronte Nazionale fino a giugno 2018), Fidesz in Ungheria, Lega in Italia e Diritto e Giustizia in Polonia. Ci sono stati anche notevoli cali di sostegno al Partito Popolare Danese (precedentemente in testa alle elezioni europee del 2014). Mentre Vox è stato eletto con 3 seggi, il primo partito euroscettico spagnolo e il Vlaams Belang del Belgio si sono radunati per guadagnare il secondo posto dopo il pessimo risultato del 2014.
Euroscetticismo negli Stati membri dell'Unione
La seguente tabella riporta i risultati dell'indagine del Standard Eurobarometer 86, un sondaggio ufficiale comunitario dell'autunno 2016, sulla percentuale di coloro che hanno un'opinione totalmente negativa dell'Unione europea e la relativa variazione rispetto ai risultati riportati nella primavera 2016[16].
In Belgio nella parte fiamminga il partito Vlaams Belang che è definito di estrema destra e indipendentista (propone l'indipendenza delle Fiandre) è anche definito euroscettico.
Bulgaria
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Cipro
Le misure di austerità imposte dalla cosiddetta troika a seguito della crisi bancaria del 2013 e del successivo prestito di 10 miliardi di euro hanno probabilmente contribuito a minare la fiducia della popolazione cipriota nei confronti dell'Unione europea, visto che uno dei sondaggi ufficiali del 2016, l'Eurobarometro, ha rivelato che solo circa il 40% dei cittadini riteneva l'Unione europea un fatto positivo per Cipro[18].
Croazia
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Danimarca
La socialista Alleanza Rosso-Verde e il piccolo Movimento Popolare contro l'UE esprimono la volontà di indire un referendum per uscire dall'Unione europea, che, secondo alcuni sondaggi del 2016, accomuna il 33% della popolazione[19][20], mentre il Partito Popolare Danese, votato dal 21,1% degli elettori alle elezioni legislative del 2015, è stato il principale oppositore del referendum dello stesso anno per una maggiore integrazione europea, che è stato respinto dall'elettorato[21][22].
Estonia
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Finlandia
Anche se in un sondaggio realizzato dopo la Brexit risultava che a desiderare un referendum era solo il 16% della popolazione, il partito dei Veri Finlandesi l'ha inserito nel suo programma elettorale del 2015[18].
Francia
In Francia, molti partiti presentano posizioni euroscettiche: essi oscillano tra il sostenere un intervento minore da parte dell'UE negli affari nazionali e la posizione secondo la quale è necessaria l'uscita definitiva dall'Unione e dall'eurozona. Questi partiti sono presenti in tutto lo spettro politico nazionale, sicché le ragioni del loro euroscetticismo possono risultare diverse; ad ogni modo, tutti si sono opposti al Trattato di Lisbona. Molti francesi non sono comunque interessati a questioni di carattere europeo: solo il 40% dell'elettorato francese ha votato alle Elezioni europee del 2009[23].
Per ciò che riguarda i partiti di destra, il più influente è il Fronte Nazionale. Nel 2009 questo partito ottenne il 6,34%, risultato che lo rese la più importante forza euroscettica francese. Dopo le elezioni europee del 2014 il Front National, guidato da Marine Le Pen, risulta il primo partito di Francia[25].
I partiti euroscettici di sinistra tendono a criticare l'agenda liberale dell'Unione, sebbene essi siano favorevoli all'unificazione delle nazioni, per quanto all'interno di un sistema basato sul socialismo, e all'abolizione dei confini nazionali. Tra questi sono inclusi il Parti de Gauche e il Partito Comunista Francese, all'interno del Fronte di Sinistra, che si è presentato alle Elezioni europee del 2009 ottenendo il 6,3% dei consensi. Altri partiti euroscettici di estrema sinistra sono il Nuovo Partito Anticapitalista – che ottenne il 4,8% – e Lotta Operaia, che ottenne l'1,2%. Il Movimento Repubblicano e Cittadino, partito di sinistra e sovranista, non partecipò alle Elezioni del 2009.
Un'altra formazione euroscettica è l'Unione Popolare Repubblicana guidata da François Asselineau.
Alternativa per la Germania, un partito politico liberale fondato nel 2013 dall'economista Bernd Lucke, aveva tra i suoi obiettivi principali quello di ridurre la burocrazia centralizzata dell'Unione europea e l'abolizione dell'euro con il ritorno alle valute nazionali o la creazione di unioni monetarie più piccole, anche se il fondatore si dichiara filo-europeista[26]. Nel 2015 Lucke abbandonò, a causa del diffondersi di opinioni da lui giudicate xenofobiche, Alternativa per la Germania, che era nel frattempo diventato il primo partito euroscettico a ottenere seggi in una elezione regionale tedesca e aveva potuto eleggere alcuni deputati al Parlamento europeo[27]. Questo movimento politico ora propone una consultazione democratica, simile al referendum sulla Brexit, riguardo alla permanenza della Germania nell'Unione europea[28].
Grecia
Partito Comunista di Grecia, Alba Dorata, ANTARSYA, Unità Popolare, SYRIZA, Greci Indipendenti e LAOS sono i principali partiti euroscettici in Grecia. Secondo la London School of Economics and Political Science, la Grecia è il secondo Paese dell'UE in termini di euroscetticismo (secondo solo al Regno Unito), con il 50% della popolazione che ritiene che il Paese non abbia tratto alcun beneficio dall'Unione. L'81% della popolazione non si fida dell'Unione[29]. Tali percentuali rappresentano un forte aumento dell'euroscetticismo del Paese a partire dal 2009. Nel giugno 2012, i partiti euroscettici rappresentati al parlamento nazionale (Coalizione, Greci Indipendenti, Alba Dorata, Partito Comunista) hanno ottenuto il 45,8% dei voti e il 40,3% dei seggi parlamentari. Secondo i 32 sondaggi condotti a dicembre 2014, i partiti pro-UE (Nuova Democrazia, Movimento Socialista Panellenico, Sinistra Democratica, Il Fiume e Movimento dei Socialisti Democratici) otterrebbero in media il 42,3% dei voti; gli euroscettici di sinistra il 39,6% e gli euroscettici di destra il 9,9%, con la Coalizione della Sinistra Radicale in testa al 33,5%. Nove sondaggi condotti tra il 1º dicembre 2014 e il 3 gennaio 2015 hanno previsto, in media, 158 seggi in parlamento per i partiti euroscettici di sinistra, 29 per i partiti euroscettici di destra e 113 per i partiti pro-UE.
Irlanda
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Italia
In Italia uno tra i più grandi partiti euroscettici è la Lega Nord. Essa, considerata una formazione sovranista e populista di destra, ha espresso varie volte idee contrarie all'Unione europea.
Il Movimento 5 Stelle è un partito nato con precise posizioni euroscettiche, ma durante il governo Conte II ha moderato la sua posizione[30]. Alle Elezioni politiche del 2013 il partito di Grillo ottenne il 25,5%, diventando il primo partito euroscettico italiano ad ottenere ampi consensi. Nel 2014, il M5S sostenne un referendum per l'uscita dall'eurozona[31] e il ritorno alla moneta nazionale. Tali posizioni euroscettiche sono state moderate successivamente in una dichiarazione ufficiale pubblica di Di Maio.[32] In seguito alle elezioni europee del 2014 il M5S è entrato a far parte del gruppo europeo euroscettico Europa della Libertà e della Democrazia Diretta fondato da Nigel Farage[33]. Nel 2020, dopo un governo basato sull'anti-establishment, si è allineato su molti fronti con il Partito Democratico, abbracciandone, in parte, le idee favorevoli riguardanti l'Europa.[34]
Su posizioni euroscettiche si colloca anche Fratelli d'Italia. La presidenza del partito, infatti, nella persona di Giorgia Meloni, ha criticato la permanenza – "a queste condizioni" – dell'Italia nell'eurozona[35], sostenendo in seguito un generale "scioglimento concordato e controllato" della stessa[36]. Giorgia Meloni ha comunque messo in dubbio anche la presenza dell'Italia nell'Unione stessa[37]. Critico nei confronti dell'euro, ma ipotizzando una soluzione differente che non imponga in linea di principio l'uscita dalla moneta unica, è stato anche Ignazio La Russa, membro dell'ufficio di presidenza e presidente dell'assemblea nazionale del partito[38].
Nel luglio 2020, il senatore Gianluigi Paragone ha formato Italexit, un partito politico con l'obiettivo principale di ritirare l'Italia dall'Unione europea.
Lettonia
Una formazione specificatamente euroscettica è il Partito d'Azione (Rīcības partija), già Organizzazione Politica "Euroscettici" (Politiskā organizācija "Eiroskeptiķi")[57]. Si tratta di una forza politica minoritaria (0,96% alle europee 2004, 0,37% alle parlamentari 2006, 0,43% alle europee 2009, 0,13% alle parlamentari 2018, 0,17% alle europee 2019).
Lituania
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Nel maggio 2010, il presidente ceco Václav Klaus ha sostenuto che "non c'è fretta di entrare nell'eurozona"[59]. L'economista Petr Mach, stretto collaboratore del presidente Klaus e membro – dal 1997 al 2007 – del Partito Democratico Civico, fondò, nel 2009, il Partito dei Liberi Cittadini. Questo partito si propone principalmente di attrarre gli elettori insoddisfatti del Partito Democratico Civico[60]. Durante il periodo della sua ratifica, condussero attivamente una campagna contro il Trattato di Lisbona[61][62], contrariamente al Partito Democratico Civico al governo, che lo approvò alla Camera dei deputati[63]. A seguito dell'avvenuta ratifica del Trattato, si dichiarano favorevoli all'uscita completa dall'Unione europea[64].
Romania
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Slovacchia
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Spagna
Sebbene nessuno tra i principali partiti sia apertamente euroscettico, la fiducia nell'Unione europea degli spagnoli è in declino secondo i sondaggi e Podemos è critico su alcuni aspetti delle sue politiche[18]. Il variegato movimento degli Indignados, che è composto dai simpatizzanti di vari partiti politici di sinistra, è nato anche come espressione della protesta nei confronti dell'Unione europea e delle sue politiche economiche durante la grande recessione[65].
Svezia
In Svezia, paese che tra l'altro non ha aderito all'euro, i principali movimenti euroscettici sono il partito dei Democratici Svedesi, che col 12,9% di preferenze alle elezioni legislative del 2014 intende rinegoziare i trattati con l'Unione europea, e il Partito della Sinistra, che nelle suddette elezioni ha ottenuto il 5,7% ed è favorevole all'uscita dall'Unione europea[66][67].
Ungheria
Viktor Orbán, leader del partito di destra Fidesz e primo ministro dal 2010, si è mostrato estremamente critico nei confronti delle istituzioni comunitarie, soprattutto al riguardo della gestione della crisi migratoria, pur non protendendo a favore dell'abbandono dell'Unione europea. Al contrario, il movimento di estrema destraJobbik, terzo partito ungherese, è apertamente schierato a favore dell'uscita dell'Ungheria[68][69].
Euroscetticismo in altri Paesi europei
Albania
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Andorra
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Islanda
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Liechtenstein
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Macedonia del Nord
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Moldavia
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Monaco
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Montenegro
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Norvegia
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Russia
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Regno Unito
Nel 1993, quando lo Ukip, partito contrario alla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea, venne fondato dallo storico Alan Sked, che in seguito lo abbandonò, era appena stato firmato il Trattato di Maastricht. Tuttavia il neonato movimento politico non ricevette molto consenso dall'elettorato britannico, tanto che nelle elezioni del 1997 ottenne solo l'1%, ma già nel 2004 conquistò 12 seggi al Parlamento europeo, nel 2009 sorpassò i Liberal Democratici e, nel 2014, divenne il partito britannico con più seggi al Parlamento europeo, sebbene, anche a causa del sistema elettorale britannico, abbiano ottenuto il primo seggio al Parlamento del Regno Unito solo nell'ottobre dello stesso anno. Attualmente membri del gruppo Europa della Libertà e della Democrazia, spesso vicini ad altri movimenti euroscettici, come il Partito per la Libertà olandese e il Rassemblement National francese, il partito è stato guidato da Nigel Farage, che aveva abbandonato il Partito Conservatore per partecipare alla fondazione dello Ukip. In questo contesto il politico conservatore David Cameron, che era primo ministro del Regno Unito, promise un referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea, che fu vinto nel giugno del 2016 dai sostenitori del leave (uscita dall'Unione europea) con il 52% dei voti e il 70% di affluenza alle urne, a dispetto della precedente rinegoziazione sul ruolo del paese all'interno dell'Unione europea[74][75] e nonostante il Partito Laburista e parte del Partito Conservatore, tra cui lo stesso David Cameron, si fossero schierati a favore del remain[76][77]. Il risultato del voto ha avuto risultati differenti tra i paesi costitutivi del Regno Unito, con una maggioranza in Inghilterra e Galles che votarono per andarsene, e una maggioranza in Scozia e Irlanda del Nord, nonché Gibilterra (un territorio britannico d'oltremare), che votarono per restare nell'UE.[78] A causa del fallimento del governo di Theresa May di ottenere un accordo sui negoziati con l'Ue per la Brexit entro il marzo del 2019, il Regno Unito partecipò alle elezioni europee in cui ci fu il successo del neocostituito partito di Nigel Farage, il Brexit Party (che aveva in precedenza abbandonato lo Ukip), partito che aveva come obiettivo unico portare alla fuoriuscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Ciò, unito al nuovo governo conservatore di Boris Johnson (subentrato nel giugno 2019 a Theresa May come leader del Partito Conservatore) ed alle elezioni anticipate nel Regno Unito nel dicembre 2019, ha determinato un'accelerazione nel processo di stipula di un accordo bilaterale per l'uscita del Regno Unito dall'UE. Il 23 gennaio 2020 il Parlamento del Regno Unito ha ratificato un accordo di uscita dall'Unione europea, ratificato dal Parlamento dell'UE il 30 gennaio. Il 31 gennaio il Regno Unito ha ufficialmente lasciato l'Unione Europea dopo 47 anni. Durante un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2020, il Regno Unito ha ancora seguito le norme dell'UE e ha continuato il libero scambio e la libera circolazione per le persone all'interno dell'Unione europea.
La Serbia ha presentato domanda di adesione all'Unione Europea (UE) nel 2009 ed è candidata all'adesione dal 2012, insieme ad altri nove stati. Tuttavia, un sondaggio del giugno 2023 ha rivelato che solo il 33% dei serbi desidera entrare nell'UE, evidenziando un significativo euroscetticismo all'interno del paese.[81] Le motivazioni sono complesse e radicate in vari fattori. Il non riconoscimento del Kosovo da parte della Serbia rimane un punto di attrito significativo con l'UE, che ha riconosciuto l'indipendenza di quest'ultimo. Inoltre, la Serbia mantiene un forte allineamento con la politica estera della Russia, piuttosto che con quella europea.[82][83] Il panorama politico interno della Serbia contribuisce ulteriormente all'euroscetticismo. Il paese sta affrontando un arretramento democratico e un invecchiamento della popolazione, che portano a una maggiore sfaccettatura nazionalista. Le accuse di brogli nelle elezioni del dicembre 2023[84] e le preoccupazioni riguardanti lo Stato di diritto e la libertà dei media rafforzano la percezione di una politica nazionalista, allontanando ulteriormente la prospettiva di adesione all'UE.
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^ Nina Liljeqvist, Svezia: la fuga dai grandi partiti, su cise.luiss.it, Centro italiano studi elettorali, 28 maggio 2014. URL consultato il 4 febbraio 2017.
^ Wolfram Nordsieck, Parties and Elections in Europe, su parties-and-elections.eu, Parties & Elections. URL consultato il 4 febbraio 2017.
^(EN) Wolfram Nordsieck, Northern Ireland / UK, su Parties and Elections in Europe, 2011. URL consultato il 4 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2016).
^(EN) Wolfram Nordsieck, Czech Republic, su Parties and Elections in Europe, 2013. URL consultato il 4 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2013).
^(EN) Wolfram Nordsieck, European Union, su Parties and Elections in Europe, 2014. URL consultato il 4 maggio 2014.
Bibliografia
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Guido Levi, Daniela Preda (edited by), Euroscepticisms. Resistance and Opposition to the European Community/European Union, Bologna, il Mulino, 2019, EAN 9788815271372
«Survey how US economists, those with the Federal Reserve System and those at US universities, looked upon European monetary unification.»
, con
(EN) Commento della Harvard Kennedy School (PDF), su Harvard.edu, 3 gennaio 2009. URL consultato il 17 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2018).
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Open star cluster in the constellation Cassiopeia NGC 663NGC 663 in CassiopeiaObservation data (J2000 epoch)Right ascension01h 46.0mDeclination+61° 15′Distance6,850 ly (2,100 pc)Apparent magnitude (V)7.1Apparent dimensions (V)16.0′Physical characteristicsOther designationsCaldwell 10, Cr 20AssociationsConstellationCassiopeiaSee also: Open cluster, List of open clusters NGC 663 (also known as Caldwell 10) is a young open cluster in the constellation of Cassiopeia. It h...
Any large system of circulating ocean surface currents For other uses, see Gyre (disambiguation). North Atlantic gyre North Atlantic gyre North Atlantic gyre IndianOcean gyre NorthPacificgyre SouthPacificgyre South Atlantic gyre World map of the five major ocean gyres In oceanography, a gyre (/ˈdʒaɪər/) is any large system of circulating ocean surface currents, particularly those involved with large wind movements. Gyres are caused by the Coriolis effect; planet...
Guerra franco-siamesa Barcos franceses durante el incidente de Paknam, 13 de julio de 1893.Fecha 1893Lugar Región de Siam.Resultado Victoria francesa. Firma del Tratado Franco-SiamésCambios territoriales Laos pasa a pertenecer a Francia El Reino de Siam cede Laos a Francia.Beligerantes Tercera República Francesa Reino de Siam Comandantes Auguste Pavie Jean de Lanessan Chulalongkorn Devavongse Phraya Chonlayutyothin [editar datos en Wikidata] La guerra franco-siamesa de 1893 (cono...
Pour les articles homonymes, voir Rochdale (homonymie). Rochdale Administration Pays Royaume-Uni Nation Angleterre Comté Grand Manchester District District métropolitain de Rochdale Code postal OL11 ; OL12 ; OL16 Indicatif 01706 Démographie Population 107 926 hab. (2011) Géographie Coordonnées 53° 36′ 49″ nord, 2° 09′ 40″ ouest Localisation Géolocalisation sur la carte : Royaume-Uni Rochdale Géolocalisation sur la carte&...