Bagnoli Irpino sorge a ridosso dei monti Picentini, nell'alta valle del Calore. Le vette più alte che appartengono al territorio comunale sono il monte Cervialto (1809 m), il Rajamagra ed il monte Cervarolo. L'altopiano di Laceno è sito tra questi ultimi; sul piano sono presenti un lago di origine carsica, le Grotte del Caliendo e piccole sorgenti che alimentano l'acquedotto comunale[8]. Il bacino idrografico del Cervialto, invece, dà tutta l'acqua alle sorgenti di Caposele, di conseguenza all'Acquedotto pugliese.[senza fonte]
Storia
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Il comune fa parte della regione storica del Sannio Irpino, da quando (intorno all'anno 1000 a.C.) i Sanniti Hirpini giunsero alle sorgenti del Calore irpino sotto la guida dell'''hirpus'' (lupo in lingua osca). Con la conquista del Sannio da parte dei romani e il suo smembramento, il paese rinacque sotto il dominio dei Longobardi e del loro castello, intorno all'anno 870. L'arrivo dei Normanni, intorno all'anno 1000, servì a ricomporre il paese, unendo tutti i suoi casali. Nel 1450 la venuta dei Cavaniglia, che comperarono la contea di Montella, diede nuovo impulso al paese non solo nell'artigianato (famosa la seta di Bagnoli), ma anche nelle arti. Nel quadriennio 1743-46 il suo territorio fu soggetto alla giurisdizione del regio consolato di commercio di Ariano, nell'ambito della provincia di Principato Ultra[9].
Nell'archivio della biblioteca statale di Montevergine esiste una sezione dedicata alle "Famiglie locali", in cui sono conservati documenti appartenuti a famiglie "notevoli per la storia dell'Irpinia", tra cui figurano le seguenti di Bagnoli Irpino: Cione, De Rogatis, Dell'Osso, Pallante.
La chiesa si trova nel centro storico del paese. Databile intorno al 900, con l'arrivo dei Longobardi, è a croce latina con tre navate. Un incendio divampato nel 1651 distrusse il vecchio impianto. La successiva ricostruzione, vede la lunghezza diventare larghezza, il resto come oggi si presenta. All'interno vi sono opere d'arte (quasi tutte fattura di artisti bagnolesi), tra quelle di rilievo possiamo elencare:
Il coro ligneo, raffigurante scene dell'Antico e Nuovo Testamento, è stato dichiarato nel 1912 monumento nazionale. Questo complesso scultoreo, rilevante esecuzione del intaglio artistico in legno, fu eseguita tra il 1651 ed il 1657, con fondi provenienti da pubbliche offerte, da gli intagliatori: Scipione Infante, Gian Domenico Vecchia, Giovan Angelo Vecchia, questi anteriori di Bagnoli, un tale Francesco di Napoli, guidati dal intagliatore-scultore Iacopo Bonavita detto "Il Capoccia". Il coro e diviso in 19 stalli, rappresentandovi i principali fatti del Vecchio Testamento con altorilievi rilevati nel masso delle colonnine, e quelli del Nuovo Testamento con bassorilievi posti negli specchi degli stalli; il tutto eseguito completamente in legno di noce; nel bassorilievo del XIX stallo è impressa a fuoco, la data del 1653 con il monogramma di Iacopo Bonavita di Lauro.[11][12][13][14][15][16][17]
Il battistero, sostenuto da un particolare gruppo di figure, tutto in legno noce, opera d’intaglio degli artisti: Scipione Infante di Bagnoli, e Iacopo Bonavita di Lauro.[11][12][13][14][15][16][17]
Nella sagrestia, dove esiste l’archivio ed il tesoro, possono ammirarsi diversi busti di santi, fra i quali van distinti il San Carlo Borromeo, e il San Francesco d’ Assisi, opere di Domenico Venuta, scultore bagnolese del secolo XVIII. Nel Cappellone ammirasi l'opera giacente il Cristo morto, scultura in legno, anche questa opera del Venuta nato nel 1687.[11][12][13][14][15][16][17]
Complesso monumentale di San Domenico
La chiesa è databile intorno al 1458, mentre il complesso del convento con studentato è del Seicento, voluto da padre Ambrogio Salvio, confessore dell'imperatore Carlo V. Lo studentato fu molto importante per il comune per il suo sviluppo e cultura. Presenta un campanile alto 30 metri e all'interno vi sono opere di Marco dal Pino da Siena, tra cui Madonna col Bambino e Madonna del Rosario.[11]
I castelli
Nel paese sono presenti due castelli. Il primo è di origine longobarda, eretto intorno all'870, quando il principato di Benevento fu diviso dando origine a quello di Salerno; il secondo è di origine normanna, datato tra il 1050 e il 1100. Ne restano mura ben visibili e ben conservate (anche oggetto di restauro)[11].
Palazzo della Tenta
Il palazzo Tenta è un palazzo storico, del Cinquecento, che in passato ha ospitato la sede del municipio. Il palazzo fu eretto per ospitare alcune fabbriche tessili del tempo, dato il fiorente allevamento del baco. Il nome, infatti, deriva dalla "tenta", ovvero la tingitura. È sede di alcune associazioni culturali, della pinacoteca comunale in cui sono custodite molte opere dei pittori Michele Lenzi e Achille Martelli.
Fontana del Gavitone e Torre dell'orologio
La fontana del Gavitone è una fontana del 1400 circa, costruita al centro della città. Con il passare degli anni, sopra la fontana fu edificata una torre con orologio, presumibilmente intorno al 1600, modificata poi nell'Ottocento. A metà del Novecento, la torre fu arricchita con quattro quadranti ed influenzata per stile dal razionalismo italiano. Recentemente, in questi anni, la torre ha subito un ulteriore restauro ed ammodernamento, con una copertura di cristallo ex novo e il rifacimento delle vecchie paraste e ornamenti dell'Ottocento.[11]
Convento dell'Ordine di Santa Caterina
Il convento fu eretto nel 1600, dalle monache dell'Ordine di Santa Caterina. Nel corso degli anni ha ospitato un educandato, un orfanotrofio, ed infine, dopo il restauro avvenuto in seguito al terremoto del 1980, ospita la sede del municipio.
Chiesa di Santa Margherita
La chiesa si trova nella piazza principale. Edificata verso la fine del secolo XVI, prese il nome della pia contessa Margherita Orsini, madre del conte Troiano Cavaniglia. Venne poi ingrandita nel secolo successivo e completata alla fine del secolo XVIII. In principio fu sede dei Parlamenti pubblici, divenne in seguito la sede della congrega dei morti e di recente ha svolto la funzione di cappella funebre dove venivano celebrati i funerali. Negli ultimi anni ha subito dei restauri ed è stata riaperta, ospita esposizioni culturali e mostre.
Centro storico
Il centro storico del paese è di impianto ottocentesco, con strade strette e scoscese. Il nucleo originale e più antico, è il Rione della Giudecca o Giudea di matrice ebraica, databile intorno al 1300/1400. Il centro offre parecchi scorci urbani di particolare rilievo, ospita molti palazzi gentilizi, soprattutto intorno alla piazza principale, dove abitavano gli antichi nobili.
L'altopiano Laceno
L'altopiano Laceno è una zona compresa nel parco dei monti Picentini, un'area naturalistica, in cui è possibile praticare diversi sport sia invernali sia estivi. Esso ospita un lago di origine carsica, un comprensorio sciistico (inattivo dal 2017), vari sentieri per il trekking e diverse attività all'aria aperta, nonché parecchi alberghi e punti di ristoro.
Economia
Turismo
Nel centro storico si nota la crescita di strutture ricettive, soprattutto del tipo bed & breakfast.[18] Le strutture ricettive si sviluppano soprattutto nella frazione di Laceno, dove è presente un lago e vi si trova il comprensorio sciistico che spazia da quota 1100 m a quota 1700 m. Le piste, chiuse a tempo indeterminato dal 2017, sono 10 per un totale di 25 km, di cui quattro nere, quattro rosse, una azzurra e una verde. È presente anche un campo scuola a 1 400 metri e un anello per lo sci di fondo a quota 1 700 metri.[19] In fase di sviluppo è anche il turismo naturalistico.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Le strade che attraversano il territorio comunale sono: