Il nome generico (Thymus) deriva da un antico nome greco usato da Teofrasto (371 a.C. – Atene, 287 a.C.), un filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici, per una pianta profumata utilizzata come incenso nei sacrifici.[2][3] L'epiteto specifico (praecox) indica una pianta con fioritura (o maturazione) precoce.[4][5]
Il nome scientifico è stato definito per la prima volta dal botanico e guardia forestale ceco-tedesco Philipp Maximilian Opiz (Cáslav, 5 giugno 1787 – Praga, 20 maggio 1858) nella pubblicazione "Naturalientausch. - n. vi. (1824) 40; et in Flora, vii. (182)) Beil. 84." del 1824.[6]
Descrizione
Queste piante arrivano ad una altezza di 3 – 10 cm. La forma biologica è camefita reptante (Ch rept), sono piante che si distinguono per l'accrescimento degli organi aderente al suolo, con carattere strisciante; ma sono presenti anche altre forme biologiche come camefita suffruticosa (Ch suffr), sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose). In questa pianta sono presenti delle ghiandole essenziali (è una pianta aromatica).[3][7][8][9][10][11]
Radici
Le radici sono fascicolate e secondarie dai nodi del fusto.
Fusto
La parte aerea del fusto è repente, ossia i fusti sono lungamente striscianti e radicanti ai nodi e terminano con un apice solamente foglioso (i fiori si trovano solamente sui rami laterali eretti a inserzione distica). Il portamento del fusto è anche "a spalliera", è inoltre tetragono, con una sezione quadrangolare, a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici. La superficie è ricoperta da peli deflessi (ripiegati verso il basso) lunghi 0,3 - 0,4 mm olotrichi (i peli sono distribuiti tutto intorno al fusto).
Foglie
Le foglie, picciolate, lungo il fusto sono disposte in modo opposto (in genere a 2 a 2) e ogni coppia successiva è disposta ad angolo retto rispetto alla sottostante (disposizione decussata). La forma può essere ovata o subrotonda. La proporzione fra larghezza/lunghezza varia da 1:1 a 1:2. Le foglie lungo il fusto possono essere progressivamente più grandi verso l'alto oppure no. La superficie superiore è glabra e lucida con nervi forti (i nervi sono più sporgenti e colorati diversamente, paglierino, rispetto alla superficie della foglia). Le foglie inferiori sono riunite in fascetti basali (4 - 6 paia di foglie); le stipole sono assenti.
Infiorescenza
Le infiorescenze sono formate da alcuni fiori raccolti in verticilli spicati eretti a forma da sferica a ovoide (le infiorescenze si trovano nella porzione superiore dei fusti che sono provvisti di peli patenti lunghi 0,5 - 0,7 mm). I verticilli sono terminali o (nel caso di infiorescenze allungate) ascellari distribuiti lungo il fusto più o meno spaziati. Le brattee dell'infiorescenza sono simili alle foglie. La fioritura è precoce.
Fiore
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetrameri (4-ciclici), ossia con quattro verticilli (calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (5-meri: la corolla e il calice, ossia il perianzio, sono a 5 parti). Lunghezza del fiore: 4 – 6 mm.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X, K (5), [C (2+3), A 2+2] G (2), supero, 4 nucule[8][10]
Calice: il calice del fiore è del tipo gamosepalo e bilabiato (subzigomorfo), con forme campanulate (convesso sul dorso) e terminate con 5 denti acuti disuguali: tre denti per il labbro superiore; due denti per quello inferiore. La superficie del calice, pubescente, è percorsa da una decina (10 - 13) di nervature longitudinali. Le fauci sono pelose per peli cotonosi e candidi. Il calice è persistente alla fruttificazione. Lunghezza del calice: 3 – 4 mm. Lunghezza dei denti superiori: 0,6 - 1, 0 mm.
Corolla: la corolla, gamopetala, è a simmetria bilabiata (zigomorfa) con struttura 1/3) terminante con 4 lobi patenti (due petali sono concresciuti). Il tubo è cilindrico-campanulato ed è ricoperto in parte dal calice. Il labbro superiore è piegato all'insù; il labbro inferiore ha tre lobi oblunghi. I lobi sono appena smarginati. Il colore è da rosa a purpureo.
Androceo: gli stami sono quattro (manca il mediano, il quinto) didinami (una coppia è più lunga); sono tutti fertili e sporgono spaziati dal tubo corollino. I filamenti, adnati alla corolla, sono divergenti e ravvicinati al labbro superiore della corolla. Le antere, hanno forme più o meno arrotondate, mentre le teche sono due e separate. I granuli pollinici sono del tipo tricolpato o esacolpato.
Gineceo: l'ovario è supero (o anche semi-infero) formato da due carpelli saldati (ovario bicarpellare) ed è 4-loculare per la presenza di falsi setti divisori all'interno dei due carpelli. La placentazione è assile. Gli ovuli sono 4 (uno per ogni presunto loculo), hanno un tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[12]. Lo stilo inserito alla base dell'ovario (stilo ginobasico) è del tipo filiforme e più o meno lungo come gli stami. Lo stigma è bifido con lobi subuguali. Il nettario è un disco alla base e intorno all'ovario più sviluppato anteriormente e ricco di nettare.
Frutti
Il frutto è uno schizocarpo composto da 4 nucule (tetrachenio) secche, con forme da ovoidi a oblunghe, con superficie liscia e glabra. L'endosperma è scarso o assente.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Tassonomia
La famiglia di appartenenza della specie (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie[10], ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. La famiglia è suddivisa in 7 sottofamiglie: il genere Thymus è descritto nella tribùMentheae (sottotribù Menthinae) appartenente alla sottofamiglia Nepetoideae.[7][14]
Il genere Thymus è molto difficile da "trattare" in quanto le varie specie sono molto simili ad un esame superficiale. Solamente dopo una analisi completa del portamento compreso l'apice vegetativo e i rami laterali è possibile identificare un campione.[9] Fondamentalmente si possono trovare tre tipi di portamento:
(1) "repente": i fusti sono striscianti e radicanti ai nodi e terminano con un apice solamente foglioso (i fiori si trovano solamente sui rami laterali eretti);
(2) "pseudorepente": come sopra ma tutti gli apici sono fioriferi;
(3) "suberetto": il fusto è brevemente strisciante e tutti gli apici sono fioriferi.
Importante nell'identificare le varie specie è anche il riconoscimento del carattere dei peli lungo il fusto: tipo, lunghezza e distribuzione. In particolare si riconoscono tre tipi di distribuzione dei peli:
"olotrica": i peli sono distribuiti tutto intorno al fusto;
"anfitrica": i peli si trovano solamente sulle facce opposte, alternate ad ogni internodo;
"goniotrica": i peli sono presenti solamente sugli angoli del fusto.
Anche il tipo di nervatura delle foglie è soggetta a variabilità interspecifica. Si distinguono nervature "forti" quando i nervi sono più sporgenti e colorati diversamente (paglierino) rispetto alla superficie della foglia; e nervature "deboli" per nervi meno rilevanti e colorati più o meno di verde come le foglie.
La pianta di questa voce fa parte del Gruppo di Thymus serpyllum (Serpillo, Serpolino e Pepolino) comprendente (relativamente alla flora spontanea del territorio italiano) le seguenti specie (oltre a Thymus praecox): Thymus alpestris Tausch ex A.Kern., Thymus odoratissimus Mill., Thymus kosteleckyanus Opiz, Thymus oenipontanus Heinr. Braun, Thymus thracicus Velen., Thymus longicaulis C. Presl e Thymus pulegioides L.. Le specie di questo gruppo sono molto simili tra di loro e spesso vengono confuse le une con le altre; i caratteri comuni a questo gruppo sono:[9]
la forma biologica può essere sia camefita reptante (Ch rept) che camefita suffruticosa (Ch suffr): nel primo caso gli organi sono aderenti al suolo, con carattere strisciante, nel secondo caso sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose); spesso si trovano forme intermedie;
i fusti sono legnosi alla base, più o meno prostrati o striscianti e spesso radicanti ai nodi;
le foglie hanno una consistenza coriacea; la pelosità è variabile;
le infiorescenze sono dense con forme da sferiche a ovali, più o meno allungate; gli apici fioriferi sono eretti;
il calice è lungo 3 – 5 mm; la fauci sono ricoperte da un ciuffo di peli bianchi e cotonosi;
il colore della corolla è da purpureo a rosa; la corolla è lunga 5 – 6 mm;
il frutto è incluso nel calice che è persistente;
L'habitat tipico per queste specie sono i prati aridi di tipo steppico, le pietraie e le rupi soleggiate.
Sottospecie
Per la specie di questa voce sono riconosciute valide le seguenti sottospecie:[1]
Sottospecie britannicus
Nome scientifico: Thymus praecox subsp. britannicus (Ronniger) Holub, 1973
Basionino: Thymus britannicus Ronniger, 1924
Descrizione: questa sottospecie arriva ad una altezza di 2 – 10 cm; i fusti sono repenti con pubescenza di tipo goniotrica (i peli sono presenti solamente sugli angoli del fusto); lungo tutto il fusto le foglie sono uguali in dimensione.
Fioritura: fiorisce nel periodo che va da maggio a settembre.
Distribuzione: in Italia questa sottospecie non è presente, ma il suo areale comprende il dipartimento francese di Hautes-Alpes confinante con la provincia di Torino. Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nel Massiccio Centrale e nei Pirenei.[16]
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono le praterie rase, i prati e i pascoli aridi dal piano collinare a quello subalpino. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[16]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante frequentano i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano e in parte quello subalpino.
Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico alpino Thymus praecox appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]
Formazione : comunità pioniere a terofite e succulente
Classe : Koelerio - Corynephoretea
Ordine : Sedo - Scleranthetalia
Sottospecie caucasicus
Nome scientifico: Thymus praecox subsp. caucasicus (Willd. ex Ronniger) Jalas, 1986
Nome scientifico: Thymus praecox subsp. polytrichus (A.Kern. ex Borbás) Jalas, 1970
Basionino: Thymus polytrichus Borbàs, 1890
Descrizione: questa sottospecie arriva ad una altezza di 3 – 15 cm; i fusti sono lungamente repenti; sono olotrichi sotto l'infiorescenza e anfitrichi o goniotrichi nelle posizioni basali; la pubescenza è formata da peli deflessi lunghi 0,3 mm; la forma delle foglie, picciolate e con villosità sulla faccia superiore e nervature forti, varia da lanceolate a ovate e subrotonde (proporzione fra larghezza/lunghezza: da 1:1 a 1:3); lungo tutto il fusto le foglie sono crescenti in dimensione verso l'alto; i fascetti basali sono assenti.
Fioritura: fiorisce nel periodo che va da giugno a settembre.
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono i pascoli subalpini e alpini (su silice); ma anche le zone sabbiose, gli affioramenti rocciosi, le rupi e i ripari sotto rocce. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[23]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 1000 fino a 2500 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: in parte quello collinare, completamente quello montano, subalpino e alpino.
Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico alpino Thymus praecox appartiene alla seguente comunità vegetale:[23]
Formazione: comunità pioniere a terofite e succulente
Classe: Koelerio-Corynephoretea
Nella pubblicazione "Flora d'Italia" questo taxon viene indicato con il nome di Thymus polytrichus Kerner (Timo a peli variabili).[25]
Sottospecie praecox
Nome scientifico: Thymus praecox subsp. praecox
Descrizione: i fusti hanno un portamento pseudorepente o suberetto con peli patenti irti lunghi 0,5 mm (fusto di tipo olotrico); le foglie, con superficie villosa e nervature secondarie anastomosantisi ad arco all'apice, sono lievemente più larghe (proporzione fra larghezza/lunghezza: da 1:1,2 a 1:1) e lungo il fusto tutte hanno le stesse dimensioni; i fascetti basali sono assenti.
Fioritura: fiorisce nel periodo che va da (aprile) maggio a agosto.
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono i prati aridi steppici; in genere predilige terreni leggeri, calcarei, drenanti e soleggiati; ma anche zone sabbiose, affioramenti rocciosi, rupi e ripari sotto rocce. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.[23]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 100 fino a 1850 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano, subalpino e in parte quello alpino.
Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico alpino Thymus praecox appartiene alla seguente comunità vegetale:[23]
Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche
Classe: Festuco-Brometea
Ordine: Ononidetalia striatae
Alleanza: Ononidion striatae
Nella pubblicazione "Flora d'Italia" questo taxon viene indicato con il nome di Thymus humifusus Bernh. (Timo nervoso).[27]Sandro Pignatti inoltre descrive una varietà, chiamata Thymus valderius Ronn., ma attualmente definita con un altro nome: Micromeria marginata (Sm.) Chater[28]
Sottospecie widderi
Nome scientifico: Thymus praecox subsp. widderi (Ronniger ex Machule) P.A.Schmidt, 1973
Fioritura: fiorisce nel periodo che va da maggio a luglio.
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono le pinete e i gineprai. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[23]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante frequentano il seguente piano vegetazionale: montano.
Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico alpino Thymus praecox appartiene alla seguente comunità vegetale:[23]
Formazione: delle comunità forestali
Classe: Erico-Pinetea
Ordine: Erico-Pinetalia
Alleanza: Erico-Pinion
Sottospecie zygiformis
Nome scientifico: Thymus praecox subsp. zygiformis (Heinr.Braun ex Wettst.) Jalas, 1971
Distribuzione: in Italia questa sottospecie è presente nel Lazio e negli Abruzzi.[22] Nel resto del Continente Europeo si trova anche nella Penisola Balcanica (settentrionale).[30]
Thymus euxinus (Heinr.Braun) Heinr.Braun ex Klokov & Des.-Shost.
Thymus zygiformis Heinr.Braun ex Wettst.
Thymus zygiformis subsp. albanus (Heinr.Braun ex Wettst.) Cáp
Thymus zygiformis var. euxinus Heinr.Braun
Thymus zygiformis var. mirkovicii Gajic
Usi
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Fitoterapia
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato l'11 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).