La regione transcaucasica comprende la parte meridionale delle montagne del Caucaso e le loro pianure e si estende verso sud dalla parte meridionale della catena montuosa del Gran Caucaso nella Russia sud-occidentale fino ai confini turco e armeno, e da ovest a est, dal Mar Nero fino alla costa del Mar Caspio.
Secondo la convenzione che pone il confine tra i due continenti sulla depressione del Kuma-Manyč, la regione transcaucasica è un territorio asiatico non confinante con l'Europa[3][4]. Secondo invece la convenzione che pone il confine tra l'Europa e l'Asia, lungo lo spartiacque del Gran Caucaso, la Transcaucasia è un territorio asiatico confinante a nord con l'Europa[5].
L'odierna Armenia e la maggior parte del territorio della Georgia e dell'Azerbaigian rientrano nella regione transcaucasica. Anche alcune parti dell'Iran e della Turchia sono incluse nella regione della Transcaucasia.[7] Nella regione è presente il petrolio, il manganese e la produzione di tè, agrumi e vino. Rimane una delle regioni politicamente più instabili dell'area post-sovietica e comprende tre regioni fortemente contese: l'Abcasia, l'Ossezia del Sud e il Nagorno Karabakh.
Etimologia
Il termine "Transcaucasia" corrisponde al russoZakavkazye (Закавказье) e significa "territorio al di là delle Montagne del Caucaso".[8] La regione è anche chiamata Caucaso meridionale o Caucaso del sud.
Da queste caratteristiche ne trasse profitto la Russia zarista, in quest'epoca in piena espansione territoriale verso le sue periferie, sia verso l'Estremo Oriente, che in Asia centrale o nel Caucaso, difficilmente valicabile. La penetrazione russa iniziò quindi innanzitutto dai margini settentrionali per estendersi poi alle coste fino ad aggirare le cosiddette Porte caspiche (Derbent, attualmente in Daghestan), un passo montano difficile da attraversare a piedi, un territorio aspro che si presenta così anche sul versante russo, con il suo clima particolare. L'interesse strategico era chiaro: i persiani e gli ottomani erano relativamente ostili ai russi, e il massiccio montuoso dava vantaggio a chi l'avesse controllato.
Tra il 1800 e il 1870, al tempo dei diversi eventi della guerra del Caucaso, l'avanzata russa avveniva progressivamente, con difficoltà, e si concretizzava con l'installazione di guarnigioni. Degli avamposti vennero posti nella regione, particolarmente a Gyumri dove si trovava la guarnigione di Alessandropoli tenuta dai cosacchi, soldati-contadini dell'armata zarista, incaricati di rendere coltivabili queste terre. Una strada militare venne costruita attraverso le colline che vanno da Vladikavkaz fino a Tbilisi. Al fine di rafforzare il controllo del territorio, la Russia vi inviò delle popolazioni russe settarie, principalmente dissidenti ortodossi dei quali lo zar voleva sbarazzarsi, come i molokani, autoritariamente insediati nel Caucaso.
Gli effetti di questa storia hanno dato alla regione il suo carattere attuale, mescolando aspetti orientali ed europei, anche se saranno relativamente attenuati durante l'epoca sovietica.
Dal 1909 al 1918
Negli anni che seguono l'avvento del governo dei Giovani turchi nell'Impero ottomano (1909), il Caucaso del Sud è un luogo di tensione tra russi e ottomani, che ritroveranno in schieramenti opposti durante la prima guerra mondiale.
In seguito alla Rivoluzione d'ottobre del 1917 in Russia, le truppe russe che erano avanzate in territorio ottomano, si ritirarono dal Caucaso, lasciando l'area transcaucasica disorganizzata e senza governo. Il 28 novembre del 1917 armeni, tatari e georgiani si uniscono per formare l'Assemblea di Transcaucasia, chiamata Seim, a Tiflis (Tbilisi), creando così un governo unificato delle tre regioni. Poco tempo dopo, venne firmato l'armistizio di Erzincan tra Russia e Impero Ottomano, il 18 dicembre 1917. Ostile ai bolscevichi e minacciata dall'avanzata turca, la Repubblica Federale Democratica Transcaucasica si ritrovò isolata e debole. Con la firma del trattato di Brest-Litovsk, la Russia restituì alla Turchia i territori della Transcaucasia, impedendo la possibilità di un vero stato transcaucasico. Costretti ad entrare in trattative, i transcaucasici si incontrarono con i turchi a Trebisonda. Il 24 febbraio del 1918, la Transcaucasia si autoproclamò indipendente, e rivendicando di fatto certi territori acquisiti dalla Turchia nel Caucaso. Questo nuovo stato non viene riconosciuto né dai russi né dall'impero ottomano che prese possesso lo stesso anno dei territori negoziati a Brest-Litovsk, permettendo così di concentrare i suoi sforzi sul fronte persiano, contro i britannici.
Di fronte ai conflitti, al loro isolamento nella regione e alla loro inferiorità militare, i popoli transcaucasici non potevano mantenere una grande coesione tra loro. In effetti, gli azeri, musulmani, erano storicamente vicino ai turchi, i georgiani avevano buone relazioni con la Germania alleata dell'impero ottomano, mentre gli armeni, vittime del genocidio, erano decisamente contro i turchi. Il 26 maggio del 1918, il Seim riconosceva delle «divergenze radicali sulla questione della guerra e della pace tra i popoli che avevano creato la Repubblica Indipendente Transcaucasica». La Georgia proclamò per prima la sua indipendenza proprio in questo giorno, imitata dall'Azerbaigian (27 maggio) e poi dall'Armenia (28 maggio). Quest'ultima firmò la pace con l'impero ottomano al prezzo di una perdita considerevole del suo territorio.
Periodo sovietico
Dopo la fine della prima guerra mondiale e la sconfitta dell'Impero ottomano, una parte del Caucaso, tra cui l'Armenia, passò sotto il controllo britannico e poi francese. Nel 1920, venne firmato il trattato di Sèvres che definì le frontiere dell'Armenia. Tuttavia l'insurrezione turca non tardò a nascere, guidata da Mustafa Kemal, che rifiutava i termini del trattato. Questo movimento indipendentista riconquistò rapidamente l'Anatolia, attaccando l'Armenia nel settembre del 1920, con il sostegno del suo nuovo alleato sovietico.
Dopo la fine degli anni '80, la caduta dell'URSS e la creazione degli stati indipendenti, la regione è stata teatro di conflitti interetnici che videro protagoniste le repubbliche dell'Azerbaigian, del Nagorno Karabakh, dell'Abcasia georgiana e dell'Ossezia del Sud.
Enciclopedia Treccani (1932), voce Europa, capitolo Confini ed area (alla voce più recente della stessa enciclopedia (Europa), invece, si elencano le varie convenzioni sul confine);
AA.VV., Il nuovissimo atlante del Touring, vol. 1, Touring Club Italiano, 1998, p. 85.;
Enciclopedia generale, Istituto geografico De Agostini, 1992 (p. 140);
Enciclopedia della geografia, voce Europa, Istituto geografico De Agostini, 1996 (p. 41);
Calendario Atlante De Agostini 2013, Istituto geografico De Agostini, 2012, ISBN 9788851117054 (pagina 80);
Europa, in Sapere.it, De Agostini. URL consultato il 19 aprile 2021.
Atlante Geografico Mondiale, voce Europa, Istituto Geografico De Agostini, 1995 (in particolare, si precisa che gli Urali sono compresi tutti in Europa, sino al loro margine orientale);
Eva Mª Martín Roda, Aurelio Nieto Codina, Territorio y Turismo Mundial: Análisis geográfico, Editorial Universitaria Ramon Areces, 2014 (p. 130) ISBN 9788499611600.
Germania
Brockhaus Enzyklopädie, 21. Auflage. F. A. Brockhaus. Leipzig/Mannheim 2006, voce Europa
^Sin dal 1958, la Società Geografica Sovietica raccomandò formalmente che il confine tra Europa e Asia fosse disegnato nei libri di testo seguendo la linea che va dal golfo Baydaratskaya, Mar di Kara, lungo il piede orientale dei Monti Urali, il piede orientale delle colline Mugodžary, il fiume Emba e alla depressione del Kuma-Manyč (cioè passando a nord del Caucaso). Vedi (RU) Можаев Б.Н. Где проходит граница между Европой и Азией, Вокруг света. 1959. № 4. С. 17 ("B.N. Možaev, Dov'è il confine tra Europa e Asia, in Il giro del mondo, 1959. n. 4. S. 17"), da cui si cita:
«…Рекомендуется границу Европы и Азии проводить по восточной подошве Уральских гор и Мугоджар, затем по реке Эмбе, по северному берегу Каспия, по Кумо-Манычской впадине и Керченскому проливу… Азовское море следует считать европейским» ("Si consiglia di tracciare il confine tra Europa e Asia lungo il piede orientale dei monti Urali e delle colline Mugodžar, quindi lungo il fiume Emba, lungo la costa settentrionale del Mar Caspio, lungo la depressione di Kuma-Manyč e lo stretto di Kerč ... Il Mar d'Azov deve essere considerato europeo")
Testo riportato in: (RU) Живём мы в Европе или Азии? ("Viviamo in Europa o in Asia?") (PDF). URL consultato il 9 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2022).
Tuttavia, la maggior parte dei geografi dell'Unione Sovietica favorì il confine lungo la cresta del Caucaso e questa è diventata la convenzione standard nell'ultimo XX secolo, sebbene il confine del Kuma-Manyč sia rimasto in uso in alcune mappe del XX secolo. Testo di: (EN) Eldridge M. Moores e Rhodes Whitmore Fairbridge, Encyclopedia of European and Asian regional geology, Chapman & Hall, 1997, p. 34, ISBN0-412-74040-0, OCLC38157559.
«most Soviet geographers took the watershed of the Main Range of the Greater Caucasus as the boundary between Europe and Asia. (trad. la maggior parte dei geografi sovietici ha considerato lo spartiacque della catena principale del Grande Caucaso come confine tra Europa e Asia)»
A tal proposito La Grande Enciclopedia Russa, alla voce Кавка́з definisce il Gran Caucaso come il sistema montuoso più alto della Russia e d'Europa.
^Tra le fonti che pongono il Caucaso come limite naturale tra Europa e Asia si segnala:
L'Enciclopedia Treccani alla voce Europa. informa delle diverse convenzioni e pone nella mappa d'Europa (JPG). lo spartiacque caucasico come confine tra i due continenti.
«il confine a est dell’Europa è stabilito lungo una linea convenzionale che parte dalla catena degli Urali, segue il corso del fiume Ural, raggiunge i monti del Caucaso e separa infine, con gli Stretti del Bosforo e dei Dardanelli, la Turchia europea da quella asiatica (penisola dell’Anatolia).»
La Grande Enciclopedia Russa (RU) Gran Caucaso (БОЛЬШОЙ КАВКАЗ), su bigenc.ru. URL consultato il 2 febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2022).
«Il confine tra Europa e Asia è solitamente tracciato lungo lo spartiacque del Gran Caucaso»