Il nome generico (Thymus) deriva da un antico nome greco usato da Teofrasto (371 a.C. – Atene, 287 a.C.), un filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici, per una pianta profumata utilizzata come incenso nei sacrifici.[2][3] L'epiteto specifico (pulegioides) significa letteralmente "simile a pulegium"; pulegium è il nome di una pianta le cui foglie bruciate uccidono le pulci (da Gaio Plinio Secondo (Como, 23 – Stabiae, 25 agosto 79]) è stato uno scrittore, ammiraglio e naturalista romano).[4][5]
Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum - 2: 592. 1753"[6] del 1753.[7]
Descrizione
Queste piante arrivano ad una altezza di 20 – 30 cm. La forma biologica è camefita reptante (Ch rept), sono piante che si distinguono per l'accrescimento degli organi aderente al suolo, con carattere strisciante. Possono essere presenti anche forme biologiche tipo camefita suffruticosa (Ch suffr), piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose). In queste piante sono presenti delle ghiandole essenziali.[3][8][9][10][11][12]
La parte aerea del fusto è pseudorepente (portamento suberetto o lievemente prostrato). Il fusto è tetragono, con una sezione quadrangolare, a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici. I peli del fusto sono deflessi (inclinati verso il basso) lunghi 0,2 - 0,3 mm e del tipo goniotrico(si trovano solamente sui quattro angoli del fusto).
Foglie
Le foglie, picciolate, lungo il fusto sono disposte in modo opposto (in genere a 2 a 2) e ogni coppia successiva è disposta ad angolo retto rispetto alla sottostante. La forma varia da ovata a lanceolata. La proporzione fra larghezza/lunghezza varia da 1:2 a 1:3. Le foglie in genere sono subuguali tra di loro o progressivamente rimpicciolite verso l'apice. La consistenza è coriacea e la superficie è glabra con nervi deboli (sono poco rilevanti è più o meno verdi). I fascetti basali e le stipole sono assenti.
Infiorescenza
Le infiorescenze sono formate da alcuni fiori raccolti in verticilli spicati eretti a forma da sferica a ovoide (le infiorescenze si trovano nella porzione superiore dei fusti). I verticilli sono terminali o (nel caso di infiorescenze allungate) ascellari distribuiti lungo il fusto più o meno spaziati. Le brattee dell'infiorescenza sono simili alle foglie.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X, K (5), [C (2+3), A 2+2] G (2), supero, 4 nucule[9][11]
Calice: il calice del fiore è del tipo gamosepalo e più o meno bilabiato (zigomorfo), con forme campanulate (convesso sul dorso) e terminate con 5 denti acuti disuguali: tre denti per il labbro superiore; due denti per quello inferiore. La superficie del calice, pubescente, è percorsa da una decina (10 - 13) di nervature longitudinali. Le fauci sono pelose per peli cotonosi e candidi. Lunghezza del calice: 3 – 5 mm.
Corolla: la corolla, gamopetala, è a simmetria bilabiata (zigomorfa con struttura 1/3) terminante con 4 lobi patenti (due petali sono concresciuti). Il tubo è cilindrico-campanulato ed è ricoperto in parte dal calice. Il labbro superiore è piegato all'insù; il labbro inferiore ha tre lobi oblunghi. I lobi sono appena smarginati. Il colore varia da rosa a purpureo. Lunghezza della corolla: 5 – 6 mm.
Androceo: gli stami sono quattro (manca il mediano, il quinto) didinami (una coppia è più lunga); sono tutti fertili e sporgono spaziati dal tubo corollino. I filamenti, adnati alla corolla, sono divergenti e ravvicinati al labbro superiore della corolla. Le antere, hanno forme più o meno arrotondate, mentre le teche sono due e separate. I granuli pollinici sono del tipo tricolpato o esacolpato.
Gineceo: l'ovario è supero formato da due carpelli saldati (ovario bicarpellare) ed è 4-loculare per la presenza di falsi setti divisori all'interno dei due carpelli. La placentazione è assile. Gli ovuli sono 4 (uno per ogni presunto loculo), hanno un tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[13]. Lo stilo inserito alla base dell'ovario (stilo ginobasico) è del tipo filiforme e più o meno lungo come gli stami. Lo stigma è bifido con lobi subuguali. Il nettario è un disco alla base e intorno all'ovario più sviluppato anteriormente e ricco di nettare.
Fioritura: fiorisce nel periodo che va da (aprile) maggio a agosto.
Frutti
Il frutto è uno schizocarpo composto da 4 nucule (tetrachenio) secche, con forme da ovoidi a oblunghe, con superficie liscia e glabra. L'endosperma è scarso o assente.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Tassonomia
La famiglia di appartenenza della specie (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie[11], ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. La famiglia è suddivisa in 7 sottofamiglie: il genere Thymus è descritto nella tribùMentheae (sottotribù Menthinae) appartenente alla sottofamiglia Nepetoideae.[8][15]
Il genere Thymus è molto difficile da "trattare" in quanto le varie specie sono molto simili ad un esame superficiale. Solamente dopo una analisi completa del portamento compreso l'apice vegetativo e i rami laterali è possibile identificare un campione.[10] Fondamentalmente si possono trovare tre tipi di portamento:
(1) "repente": i fusti sono striscianti e radicanti ai nodi e terminano con un apice solamente foglioso (i fiori si trovano solamente sui rami laterali eretti);
(2) "pseudorepente": come sopra ma tutti gli apici sono fioriferi;
(3) "suberetto": il fusto è brevemente strisciante e tutti gli apici sono fioriferi.
Importante nell'identificare le varie specie è anche il riconoscimento del carattere dei peli lungo il fusto: tipo, lunghezza e distribuzione. In particolare si riconoscono tre tipi di distribuzione dei peli:
"olotrica": i peli sono distribuiti tutto intorno al fusto;
"anfitrica": i peli si trovano solamente sulle facce opposte, alternate ad ogni internodo;
"goniotrica": i peli sono presenti solamente sugli angoli del fusto.
Anche il tipo di nervatura delle foglie è soggetta a variabilità interspecifica. Si distinguono nervature "forti" quando i nervi sono più sporgenti e colorati diversamente (paglierino) rispetto alla superficie della foglia; e nervature "deboli" per nervi meno rilevanti e colorati più o meno di verde come le foglie.
La pianta di questa voce fa parte del Gruppo di Thymus serpyllum (Serpillo, Serpolino e Pepolino) comprendente (relativamente alla flora spontanea del territorio italiano) le seguenti specie (oltre a Thymus pulegioides): Thymus kosteleckyanus Opiz, Thymus praecox Opiz, Thymus odoratissimus Mill., Thymus oenipontanus Heinr. Braun, Thymus thracicus Velen., Thymus longicaulis C. Presl e Thymus alpestris Tausch ex A.Kern. (la specie principale Thymus serpyllum non è presente in Italia). Le specie di questo gruppo sono molto simili tra di loro e spesso vengono confuse le une con le altre; i caratteri comuni a questo gruppo sono:[10]
la forma biologica può essere sia camefita reptante (Ch rept) che camefita suffruticosa (Ch suffr): nel primo caso gli organi sono aderenti al suolo, con carattere strisciante, nel secondo caso sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose); spesso si trovano forme intermedie;
i fusti sono legnosi alla base, più o meno prostrati o striscianti e spesso radicanti ai nodi;
le foglie hanno una consistenza coriacea; la pelosità è variabile;
le infiorescenze sono dense con forme da sferiche a ovali, più o meno allungate; gli apici fioriferi sono eretti;
il calice è lungo 3 – 5 mm; la fauci sono ricoperte da un ciuffo di peli bianchi e cotonosi;
il colore della corolla è da purpureo a rosa; la corolla è lunga 5 – 6 mm;
il frutto è incluso nel calice che è persistente;
L'habitat tipico per queste specie sono i prati aridi di tipo steppico, le pietraie e le rupi soleggiate.
Sandro Pignatti della "Flora d'Italia" elenca, come specie simili a quella di questa voce, la specie Thymus ovatus Millerr (ora considerata sinonimo di T. pulegioides[17]) e la specie Thymus subcitratus Schreber (ora considerata sinonimo di Thymus serpyllum L.[18])
Nome scientifico: Thymus pulegioides subsp. pannonicus (All.) Kerguélen, 1993
Basionimo: Thymus pannonicus All..
Nome comune: Timo di Froelich.
Descrizione: i fusti sono suberetti o brevemente pseudorepenti; la pubescenza dei fusti è di tipo anfitrico (per peli irsuti patenti lunghi 0,5 - 0,6 mm); la lamina delle foglie varia da lanceolata a ellittica, sono subuguali lungo tutto il fusto e sono villose su entrambe le facce.
Habitat: l'habitat tipico per questo taxon sono i prati aridi, praterie rase anche rocciose. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.[25]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1500 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e subalpino (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico alpino questa sottospecie appartiene alla seguente comunità vegetale[25]:
Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche
In altre checklist questa sottospecie è indicata come subsp. carniolicus (Borbás) P.A. Schmidt.[27] Nella "Flora d'Italia" questa entità è indicata come Thymus froelichianus Opiz (o anche come Thymus carniolicus Borbàs). Inoltre Sandro Pignatti associa a questa sottospecie le specie Thymus pseudochamaedrys (Heinr.Braun) Ronniger ex Machule (sinonimo di Thymus oenipontanus Heinr.Braun[28]) e la specie Thymus chamaedrys Fr. (sinonimo di T. pulegioides[29]).
Sottospecie pulegioides
Nome scientifico: Thymus pulegioides L. subsp. pulegioides.
Habitat: l'habitat tipico per questo taxon sono i prati aridi su silice, anche pietrosi e prati e pascoli mesofili. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[30]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 2200 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano, subalpino e in parte quello alpino (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico alpino questa sottospecie appartiene alla seguente comunità vegetale:[30]
Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche
Classe: Festuco-Brometea
Ordine: Brometalia erecti
Alleanza: Mesobromion
Sottospecie pilisiensis
Nome scientifico: Thymus pulegioides subsp. pilisiensis (Borbás)
Thymus porcii subsp. pilisiensis (Borbás) P. A. Schmidt
Thymus porcii f. pilistensis (Borbás) Guşul.
Usi
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Farmacia
Secondo la medicina popolare questa pianta ha le seguenti proprietà medicamentose:[39]
antisettica (proprietà di impedire o rallentare lo sviluppo dei microbi);
disinfettante: disattiva i microrganismi quali, batteri, virus, funghi, protozoi, spore;
deodorante: preparazione cosmetica che ha lo scopo di evitare la formazione di sgradevoli odori corporei;
espettorante (favorisce l'espulsione delle secrezioni bronchiali).
Cucina
In cucina questa pianta è usata come condimento.
Altre notizie
Il timo falso poleggio in altre lingue è chiamato nei seguenti modi:
David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 21 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).