Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti la Società Sportiva Calcio Napoli nelle competizioni ufficiali della stagione 1982-1983.
Stagione
Nella stagione 1982-1983 nonostante l'acquisto del secondo straniero, l'argentinoRamón Díaz e l'arrivo in panchina dell'emergente Massimo Giacomini (già allenatore di successo con Udinese e Milan), il Napoli disputa un campionato travagliato, che ha visto la squadra partenopea salvarsi in maniera stentata. Alla fine di novembre, dopo la sconfitta (1-0) patita a Cagliari, c'è stato l'esonero di Massimo Giacomini in favore del direttore tecnico Bruno Pesaola, coadiuvato sul campo dall'allenatore Gennaro Rambone, e anche l'avvicendamento ai vertici della società di Marino Brancaccio, in sostituzione del dimissionario Corrado Ferlaino. Il cambio in panchina, tuttavia, sortisce gli effetti auspicati: dopo un girone di andata fallimentare chiuso addirittura all'ultimo posto in coabitazione con il Catanzaro con soli 9 punti, nel girone di ritorno il Napoli innesta le marce alte e viaggia a ritmo qualificazione in Coppa UEFA. Alla fine sarà salvezza, sancita dal successo di misura sul Cesena nell'ultima giornata. Nella Coppa UEFA i partenopei sono stati eliminati nei sedicesimi di finale dal Kaiserslautern dopo aver estromesso in rimonta nel primo turno la Dinamo Tbilisi, mentre in Coppa Italia il Napoli ha vinto il terzo girone di qualificazione disputato prima del campionato, ma in inverno il cammino della squadra è stato fermato dal Torino nei quarti di finale.
Divise e sponsor
Nella stagione 1982-83 viene introdotto un nuovo stemma della società, costituito da una «N» arrotondata e inglobante una testa d'asino: questo viene anche applicato sulle maglie (firmate anche per questa stagione dalla Ennerre), su cui appare una nuova sponsorizzazione ufficiale, Cirio.[2] Per quindici partite, suddivise tra girone di andata e di ritorno, la prima maglia fu con inserti e pantaloncini blu notte; per questioni scaramantiche si ritornò poi alla classica azzurra con inserti e pantaloncini bianchi.[2]