La lista delle pietre d'inciampo in Lombardia contiene l'elenco delle pietre d'inciampo (in tedescoStolpersteine) poste in Lombardia. Esse commemorano le vittime lombarde della persecuzione del regime nazista nell'ambito di un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig estesa a tutta l'Europa.
La prima pietra d'inciampo in Lombardia è stata collocata a Collebeato il 23 novembre 2012 in onore di Enrico Brognoli. La prima Soglia d'Inciampo in Lombardia è posata il 29 gennaio 2024 a Bergamo.
Provincia di Bergamo
In provincia di Bergamo sono posate 33 pietre d'inciampo e una pietra collettiva, una soglia d'inciampo, Stolperschwelle, la prima posata in Lombardia, il 29 gennaio 2024.
Bergamo
A Bergamo si trovano 10 pietre d'inciampo, posate tra il 2021 e il 2024.[1][2] Il 29 gennaio 2024 è stata posata una Stolperschwelle, prima soglia d'inciampo in Lombardia, davanti la Caserma Montelungo.[3]
QUI LAVORAVA ALESSANDRO ZAPPATA NATO 1903 ARRESTATO LUG.1944 DEPORTATO FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 22.2.1945 HERSBRUCK
Zappata, Alessandro Alessandro Zappata (Vicenza, ??? 1903 – Lager di Flossenbürg, 22 febbraio 1945), Guardia carceraria a Sant'Agata, Bergamo. Alessandro e la moglie adottano prima Carlo e nel 1942 avviano le pratiche per l'adozione di Anna Maria. Sospeso dal servizio nel febbraio 1944 e deferito alla commissione di disciplina dopo che fu scoperto a far uscire fuori dal carcere le lettere dei detenuti: lui stesso è incarcerato a San Vittore, poi Bolzano, infine deportato nel Lager di Flossenbürg.
Risulta deceduto il 22 febbraio del 1945. Anna Maria viene adottata dalla moglie a conclusione della pratica.
QUI ABITAVA ROBERTO BRUNI NATO 1914 ARRESTATO 4.03.1944 INTERNATO BOLZANO DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO FEB.1945
Bruni, Roberto Roberto Bruni (Bergamo, 8 ottobre 1914 – Dachau, 12 febbraio 1945)
figlio di Luigi Bruni e Maria Artifoni. Aveva una sorella maggiore, Amalia (nata nel 1913), e un fratello minore, Eugenio (nato nel 1915). Famiglia antifascista,il padre fu licenziato per la sua avversione al fascismo. Insieme al fratello e alcuni amici, Roberto è tra i primi attivisti antifascisti della città di Bergamo. L'11 novembre 1941 vengono arrestati i due fratelli Bruni, Popi Taino, Virgilio Caffi e Gino Antonucci; prima detenuti a Sant'Agata, poi portati a Roma, dove furono processati il 4 marzo 1942. Assolti, nel maggio del 1944 Roberto Bruni e suo fratello volevano unirsi ai partigiani sulle montagne a ovest del Lago Maggiore, ma vennero rrestati in Valle Cannobina e internati prima a Luino e poi a Como. 19 luglio reclusi entrambi nel carcere milanese di San Vittore, il 9 ottobre trasferiti nel campo di transito di Bolzano dove trascorrono un mese prima di essere deportati a Dachau: Roberto con il numero 113156, Eugenio con l’113157; Eugenio contrae il tifo, malato, entra in infermeria, Roberto resta nel blocco e muore il 12 febbraio del 1945. Eugenio Bruni sopravvisse e torna a Bergamo. Divenne consigliere comunale socialista e presidente del comitato antifascista della città. In memoria del fratello, volle battezzare il proprio figlio col nome di Roberto, che sarà sindaco di Bergamo dal 2004 al 2009.
QUI ABITAVA ALDO GHEZZI NATO 1923 ARRESTATO 4.2.1944 INTERNATO FOSSOLI, BOLZANO DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN MORTO 3.6.1945 EBENSEE
Ghezzi, Aldo Aldo Ghezzi (Bergamo, 21 luglio 1923 – Ebensee, 3 giugno 1945), nasce in via Pignolo 42 e in quella strada cresciuto. Unico figlio del falegname Camillo Ghezzi e di Giulietta Guerini. Aldo eredita la passione per la politica da suo padre, un convinto socialista. Nel 1941, tramite Tobia Piccinini, entra in contatto con il combattente della resistenza Dante Paci. Iniziò ad educarsi politicamente. Di mestiere Tipografo, antifascista, milita nella Resistenza. Viene catturato nel febbraio del 1944, detenuto nel carcere di Sant'Agata[4] a Bergamo e poi in quello di San Vittore a Milano. Trasferito poi a Fossoli e quindi Bolzano. Deportato infine Il 18 novembre del 1944 nel Lager di Mauthausen: è ad Ebensee quando,nella primavera del 1945, vi entrano gli Alleati, ma muore di stenti e privazioni all'età di 21 anni il 3 giugno 1945. La sua salma fu sepolta nel cimitero del Campo di concentramento di Ebensee. A Bergamo una strada porta il suo nome.
QUI ABITAVA GIUSEPPE STELLA NATO 1913 ARRESTATO 8.9.1943 DEPORTATO 1943 BERLINO ASSASSINATO 1.4.1944
Stella, Giuseppe Giuseppe Stella (Bergamo, 1 giugno 1913 – Berlino, 1 aprile 1944), è arruolato nella guerra d’Etiopia e successivamente prende parte alla guerra di Spagna. Nasce il suo primo figlio un mese dopo l'inizio della Seconda guerra mondiale. La paternità lo matura e assorbe: nei primi quattro mesi del 1943 chiede quattro licenze. Nasce la figlia Annamaria. Giuseppe è uno dei 650.000 militari internati, portati nel Reich che rifiutano di combattere a fianco dei nazifascisti, pur consapevole delle probabili tragiche conseguenze. Il primo aprile 1944 muore a Berlino.
Via San Bernardino 22
45°41′51.49″N 9°40′48.28″E45°41′51.49″N, 9°40′48.28″E (Pietra d'inciampo di Bella Mariana e Ilda Sonnino)
QUI ABITAVA BELLA MARIANA SONNINO ORTONA NATA 1875 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 10.4.1944
Sonnino Ortona, Bella Mariana Bella Mariana Sonnino Ortona (Casale Monferrato, 24 febbraio 1875 – Lager di Auschwitz, 10 aprile 1944), figlia di Consiglio Ortona e Giuditta Valenza. Sposò il vedovo Amleto Sonnino, dalle cui prime nozze di lui era nato Pilade. Bella Mariana, dal matrimonio con Amleto, ebbe Ilda, nata a Genova nel 1904. La famiglia si stabilì a Bergamo all'inizio degli anni '20. Gestivano un negozio di tessuti in Viale Roma (ora Viale Papa Giovanni XXIII). Bella Mariana Sonnino Ortona e sua figlia Ilda furono arrestate a Bergamo il 31 gennaio 1944. Prima incarcerate a Sant'Agata[4] e poi trasferite nel Campo di transito di Fossoli. Il 5 aprile 1944, con il convoglio n. 9, sono deportate nel Lager di Auschwitz. Bella Mariana Sonnino Ortona fu uccisa in una camera a gas subito dopo il suo arrivo ad Auschwitz il 10 aprile 1944.
QUI ABITAVA ILDA SONNINO NATA 1904 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA 1945 BERGEN - BELSEN
Sonnino, Ilda Ilda Sonnino (??? 1904 – Bergen-Belsen, ? febbraio 1945), nasce dal matrimonio tra Amleto Sonnino e Bella Mariana Ortona. Aveva un fratello, Pilade, di quattro anni più anziano di lei, che proveniva dal primo matrimonio di suo padre. La famiglia Sonnino, di origine ebraica, si trasferisce a Bergamo all’inizio degli anni ‘20: apre un negozio di tessuti in viale Roma (oggi viale Papa Giovanni). Ilda Sonnino lavora come segretaria, nubile ha continuato a vivere con i genitori. Suo fratello si è sposato, si è trasferito e ha avuto una figlia. Dal 1938 tutti gli ebrei in Italia furono interessati dalle leggi razziali, ma fu solo dopo che i nazionalsocialisti tedeschi presero il potere nel settembre del 1943 che le persecuzioni travolsero le vite degli ebrei. Arrestate Dopo essere state detenute nel carcere di Bergamo, Sant'Agata[4], Ilda e la Mamma Bella Mariana sono trasferite prima al campo di Fossoli e da questi al campo di sterminio di Auschwitz: Bella Marianna viene selezionata all'arrivo per la camera a gas.È il 10 aprile 1944. ILda Muore a Bergen-Belsen nel febbraio 1945. Il fratello Pilade fu assassinato nel campo di Mauthausen il 29 aprile 1945, poco prima della liberazione del campo. Il padre Amleto, evaso dagli arresti,morì a Bergamo nel 1947.
QUI ABITAVA TERESA SAVIO NATA 1913 ARRESTATA 2.12.43 IMPRIGIONATA CARCERE MONACO
Savio, Teresa Teresa Savio (Valtesse, 16 marzo 1916 – Göppingen, 27 maggio 1945), figlia di Antonio Savio e Rosa Scarpellini. I suoi fratelli gemelli più piccoli, Marco e Angelo, sono nati nel 1916. Savio abbandona presto la scuola e inizia a lavorare in una fabbrica di calze, nel 1931 è a servizio dalla famiglia Curti. Con la signora Lydia Curti si fa carico di aiutare i prigionieri in fuga; fino al giorno dell'arresto, 2 dicembre del 1943. Condannate il 29 dicembre dal tribunale militare tedesco per coinvolgimento in attività partigiane. Lydia Curti è stata condannata a tre anni di reclusione, Savio a due anni. Portate nel carcere di Monaco, poi trasferite a Hagenau. Forzate al lavoro per l'industria tedesca, sono entrambe trasferite a Ebersbach. Ritrovano la libertà il 22 aprile del 1945, ma Teresa, vittima di un incidente stradale, ferita, muore all’ospedale di Göppingen il 27 maggio del 1945.
QUI STUDIAVA GIOVANNI D'AMICO NATO 1907 ARRESTATO 14.8.1944 INTERNATO BOLZANO DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 31.1.1945 MELK
D'Amico, Giovanni Giovanni D'Amico (Bergamo, ??? 1907 - Melk, 31 gennaio 1945), frequenta il Liceo Paolo Sarpi[5], studente universitario, allievo ufficiale, tenente degli alpini è inviato sul fronte greco albanese nel 1941 dove rimane ferito. Convalescente a Bergamo, richiamato nel 1942 a Gorizia dove vive lo sbandamento conseguente all'armistizio dell'8 settembre 1943. Riesce a rientrare in famiglia e sceglie di salire in montagna e unirsi alla lotta partigiana. Arrestato nell'agosto del 1944 è deportato nel Reich e richiuso nel campo di concentramento di Mauthausen. MUore nel sottocampo di Melk il 31 gennaio 1945.
QUI ABITAVA ADOLFO BARNABA NATO 1884 ARRESTATO 14.12.1944 INTERNATO BERNAU INCARCERATO 1944 MARCHTRENK ASSASSINATO 1.8.1944
Barnaba, Adolfo Adolfo Barnaba (Buja, ??? 1884 - Marchtrenk, 1 agosto 1944), di nobili origini famigliari, riceve dal padre, già volontario tra i Mille di Garibaldi, un'educazione liberale. Si impiega nel cementificio dell'Italcementi di Vittorio Veneto, quindi si sposta a Cividale del Friuli. Dal suo matrimonio avrà tre figli. Combattente nella Prima Guerra Mondiale, alla fine delle ostilità giunge a Bergamo per assumere il ruolo di direttore dello stabilimento Italcementi locale. Alla proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943 entra nelle file della Resistenza. Scoperto, arrestato e condannato a quattro anni di carcere, viene deportato e rinchiuso nel carcere di Monaco quindi Bernau[6], infine nel campo di lavoro di Marchtrenk. Sessantenne, malato e sfinito dai lavori forzati muore il 1 agosto 1944.
MARZO-APRILE 1944 - CAMPO DI TRANSITO DOPO GLI SCIOPERI DEL MARZO 1944, DA QUI FURONO DEPORTATI A MAUTHAUSEN 807 UOMINI E 43 DONNE. POI LE DONNE FURONO DEPORTATE A BIRKENAU. SOLO 217 TORNARONO
d'Inciampo collettiva, Soglia Soglia d'Inciampo collettiva, posata a ricordo degli 850 lavoratori e lavoratrici, 807 uomini e 43 donne, che transitarono dall'allora Caserma Umberto I°[7], in seguito Caserma Montelungo, in questo luogo trasferiti dopo l'arresto per la loro partecipazione agli scioperi del marzo 1944. Detenuti prima a San Vittore,[8] quindi in questa caserma che nel marzo e aprile del '44 fu un vero e proprio campo di transito prima della deportazione nel Reich, avvenuta con due convogli, cosiddetti treni della morte partiti dal Binario 1 della stazione cittadina, il 17 marzo e 5 aprile 1944 con destinazione Mauthausen per gli uomini e Birkenau per le donne. Solo 217 fecero ritorno. È la prima Stolperschwelle posata in Lombardia.[3]
Ambivere
A Ambivere sono presenti 8 pietre d'inciampo, poste il 15 gennaio 2023.[9]
QUI ABITAVA VITTORIO LEONI NATO 1913 ARRESTATO 1943 INTERNATO FOSSOLI DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 13.1.1945
Leoni, Vittorio Vittorio Leoni (Ambivere, 6 ottobre 1913 - Redl-Zipf ("Schlier")[10], 13 gennaio 1945) lavora all'ammasso del grano presso la vecchia chiesa di Ambivere adibita allo scopo. Dopo l'8 settembre, in circostanze poco chiare, la popolazione assalta l'ammasso. In conseguenza a questo fatto Vittorio e i due suoi colleghi, Alessandro Gandolfi e Luigi Perico, vengono arrestati nell’estate del 1944. I tre vengono portati a Parma in attesa di processo. Sono trasferiti poi al campo di Fossoli. Il 21 giugno del 1944, i tre sono sul convoglio che parte da Carpi con destinazione Mauthausen: Leoni è immatricolato con il numero 76397 come deportato politico. Muore il 13 gennaio del 1945 nel sottocampo di Redl-Zipf ("Schlier").[10][11]
via Guglielmo Marconi 22
45°43′11.07″N 9°32′52.94″E45°43′11.07″N, 9°32′52.94″E (Pietra d'inciampo di Nora-Laura-Clara-Emma-Ada Levi)
QUI ABITAVA NORA LEVI NATA 1920 ARRESTATA 1.12.1943 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA 1945 BERGEN-BELSEN
Levi, Nora Nora Levi (Cengio, 9 dicembre 1920 - Bergen Belsen, 31 maggio 1945) figlia di Guido Levi ed Emma Bianca Tedeschi. Guido è farmacista e arriva ad Ambivere nel 1932 rilevandone la farmacia. Famiglia ebrea benvoluta in paese, ma la promulgazione delle Leggi Razziali sconvolge la loro esistenza. Guido richiede ed ottiene, dall'allora vescovo di Bergamo mons. Bernareggi il battesimo per sé e le tre figlie: Nora, Laura e Clara. Guido, volendosi credere protetto dai rapporti e amicizie influenti coltivate in paese, riunisce la famiglia facendosi raggiungere dalle sue due sorelle: Lia Marta e Elda e dalla sorella della moglie Ada Tedeschi. Il capofamiglia si ammala presagendo il tragico destino che li attende. Muore nell'ottobre del 1943. In seguito ad una delazione le donne della famiglia Levi sono arrestate e detenute nel carcere di Sant'Agata[4] fino al 23 febbraio, quindi trasferite al Campo di Fossoli. Il 10 aprile entrano ad Auschwitz. Nora muore nel campo di Bergen Belsen il 31.05.1945.[12]
QUI ABITAVA LAURA LEVI NATA 1922 ARRESTATA 1.12.1943 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ LIBERATA
Levi, Laura Laura Levi (Cengio, 11 settembre 1922 - ???) figlia di Guido Levi ed Emma Bianca Tedeschi. Guido è farmacista e arriva ad Ambivere nel 1932 rilevandone la farmacia. Famiglia ebrea benvoluta in paese, ma la promulgazione delle Leggi Razziali sconvolge la loro esistenza. Guido richiede ed ottiene, dall'allora vescovo di Bergamo mons. Bernareggi il battesimo per sé e le tre figlie: Nora, Laura e Clara. Guido, volendosi credere protetto dai rapporti e amicizie influenti coltivate in paese, riunisce la famiglia facendosi raggiungere dalle sue due sorelle: Lia Marta e Elda e dalla sorella della moglie Ada Tedeschi. Il capofamiglia si ammala presagendo il tragico destino che li attende. Muore nell'ottobre del 1943. In seguito ad una delazione le donne della famiglia Levi sono arrestate e detenute nel carcere di Sant'Agata,[4] a Bergamo, fino al 23 febbraio, quindi trasferite al Campo di Fossoli. Il 10 aprile entrano ad Auschwitz. La mamma e le zie non sfuggono alla selezione per la camera a gas al loro arrivo nel Lager. Laura, malata, è abbandonata al momento dell'evacuazione del campo prima dell'ingresso dei sovietici. Farà ritorno ad Ambivere unica superstite della sua famiglia.
QUI ABITAVA CLARA LEVI NATA 1929 ARRESTATA 1.12.1943 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA 1945 BERGEN-BELSEN
Levi, Clara Clara Levi (Cesano Maderno, 1 marzo 1929 - Bergen Belsen, 31 maggio 1945) figlia di Guido Levi ed Emma Bianca Tedeschi. In seguito ad una delazione le donne della famiglia Levi sono arrestate. Clara viene attesa al rientro da Bergamo dove frequentava l'Istituto delle Orsoline: “l’hanno aspettata che arrivasse con il treno e le hanno portate via”. Clara, come la sorella Nora, muore nel campo di Bergen Belsen il 31.05.1945.
QUI ABITAVA EMMA BIANCA LEVI TEDESCHI NATA 1887 ARRESTATA 1.12.1943 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA 10.4.1944
Levi Tedeschi, Emma Bianca Emma Bianca Levi Tedeschi (Firenze, 13 febbraio 1887 - Auschwitz, 10 aprile 1944) figlia di Emanuele Tedeschi e Amalia Latis. Sposa Guido Levi, farmacista ad Ambivere. Madre di Nora, Laura, Clara. Le donne della famiglia Levi di Ambivere seguono un unico comune tragico destino. In seguito ad una delazione le donne della famiglia Levi sono arrestate e detenute nel carcere di Bergamo, Sant'Agata,[4] fino al 23 febbraio, quindi trasferite al Campo di Fossoli. Il 10 aprile entrano ad Auschwitz. Anche Emma Bianca è selezionata all'arrivo per la camera a gas. Solo la figlia Laura sfugge alla Shoah e farà ritorno dal Lager.
QUI ABITAVA ADA TEDESCHI NATA 1883 ARRESTATA 1.12.1943 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA 10.4.1944
Tedeschi, Ada Ada Tedeschi (Firenze, 3 febbraio 1883 - Auschwitz, 10 aprile 1944) figlia di Emanuele Tedeschi e Amalia Latis. Sorella di Emma Bianca, cognata di Guido Levi. Condivide il destino della sorella e della altre donne della famiglia Levi di Ambivere: in seguito ad una delazione le donne della famiglia Levi sono arrestate e detenute nel carcere di Bergamo, Sant'Agata,[4] fino al 23 febbraio, quindi trasferite al Campo di Fossoli. Il 10 aprile entrano ad Auschwitz. Come anche la sorella Emma Bianca, è selezionata all'arrivo per la camera a gas.
QUI ABITAVA LIA MARTA LEVI NATA 1888 ARRESTATA 1.12.1943 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA 10.4.1944
Levi, Lia Marta Lia Marta Levi (Modena, 11 settembre 1888 - Auschwitz, 10 aprile 1944) figlia di Sansone Levi e Rosa Levi, sorella di Guido farmacista ad Ambivere. Lia Marta, con la sorella Elda, segue il destino delle donne della famiglia Levi di Ambivere. Avviata alla camera a gas del lager di Auschwitz all'arrivo del convoglio il 10 aprile 1944.
QUI ABITAVA ELDA LEVI NATA 1894 ARRESTATA 1.12.1943 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA 10.4.1944
Levi, Elda Elda Levi (Modena, 13 agosto 1894 - Auschwitz, 10 aprile 1944) figlia di Sansone Levi e Rosa Levi, sorella di Guido farmacista ad Ambivere. Elda con la sorella Lia Marta, segue il destino delle donne della famiglia Levi di Ambivere. Avviata alla camera a gas del lager di Auschwitz all'arrivo del convoglio il 10 aprile 1944.
QUI VIVEVA ANGELO BIANCHI NATO 1924 DEPORTATO 1943 LUKENWALDE ASSASSINATO 10.5.1944
Bianchi, Angelo Angelo Bianchi (Cornalba, 10 dicembre 1924 - Stalag III A Lukenwalde,[14] 10 maggio 1944), contadino e boscaiolo, soldato del V Reggimento Alpini "Tirano", all'indomani della proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943 è catturato dai tedeschi e deportato nel Reich. Al suo rifiuto di aderire alla RSI, così come altri circa 650mila soldati italiani, è internato con lo stato di IMI nello Stalag III A Lukenwalde[14], dove muore il 10 maggio 1944. Riposa nel cimitero di Cornalba.[15][16]
Dalmine
Dalmine ospita due pietre d'inciampo poste il 27 gennaio 2023.[17]
QUI ABITAVA GIUSEPPE GRAZIOTTI NATO 1923 ARRESTATO 9.9.1943 DEPORTATO 1943 NEUBRANDENBURG,TREVIRI ASSASSINATO 2.2.1945 HILDESHEIM
Graziotti, Giuseppe Giuseppe Graziotti (Dalmine, 12 settembre 1923 - Hildesheim, 2 febbraio 1945), l'8 settembre 1943 il caporalebersagliere "Pino", nonostante la strenua resistenza della Compagnia di appartenenza e del suo Battaglione, viene arrestato in caserma a Rovereto dagli occupanti Tedeschi. Deportato nel Reich, internato prima nello Stalag II-A di Neubrandenburg, quindi nel campo di Treviri ed infine ad Hildesheim, dove non sopravvisse all'inverno. Muore il 2 febbraio 1945.
QUI ABITAVA ANGELO AMBONI NATO 1923 ARRESTATO 9.9.1943 DEPORTATO 1943 THORN, LAMSDORF ASSASSINATO 24.6.1944 GÖRLITZ
Amboni, Angelo Angelo Amboni (Dalmine, 12 giugno 1923 - Görlitz, 2 aprile 1945), svolge servizio militare a Venezia presso le officine dell'Arsenale adibito a riparatore delle navi. All'occupazione della città ad opera delle truppe tedesche, l'8 settembre 1943, si ritrova prigioniero in caserma. Con un compagno fugge, con difficoltà finisce in Austria in seguito al rifiuto ad arruolarsi nell'esercito tedesco viene deportato al campo di prigionia per militari Stalag XX-A di Thorn, che raccoglieva già 30000 prigionieri italiani. In seguito, fu spostato all'Stalag VIII B a Lamdorf, oggi Łambinowice, costretto al lavoro forzato nell'acciaieria della località, quindi trasferito allo Stalag di Görlitz dove muore, a ventun anni, di tubercolosi.
Misano Gera d'Adda
Misano Gera d'Adda ospita una pietra d'inciampo posata il 27 gennaio 2023,[18] davanti l'ingresso del palazzo municipale.
A MISANO GERA D'ADDA ABITAVA EMANUELE CARIONI NATO 1921 ARRESTATO 18.5.1944 INTERNATO FOSSOLI ASSASSINATO 12.7.1944 POLIGONO DI TIRO DI CIBENO CARPI
Carioni, Emanuele Emanuele Carioni (Misano di Gera d'Adda, 20 novembre 1921 - Poligono di tiro di Cibeno, Carpi, 12 luglio 1944), Studende universitario della facoltà di chimica a Milano, frequenta il corso ufficiali perfezionandosi come paracadutista e raggiungendo il grado di tenente.
Inviato sul fronte greco albanese trattiene intenso contatto epistolare con la famiglia. Ha il dono della scrittura e nelle sue numerose lettere descrive le miserie della guerra e le sofferenze dei compagni e sottoposti. Alla data fatidica dell'8 settembre 1943 compie la scelta di non aderire alla Repubblica di Salò ma di mettersi a disposizione della Resistenza che lo invia in missione paracadutandolo oltre la linea del fronte con il compito di racogliere informazioni e trasmetterli al comando, mantenere i collegamenti, ma la fortuna non lo assiste e cade nelle maglie dei fascisti. Arrestato, detenuto nel carcere di San Vittore, internato nel campo di concentramento e di transito di Fossoli, infine fucilato presso il poligono di tiro di Cibeno, allora frazione di Carpi, in quello che ricordiamo come l'eccidio di Cibeno, efferato assassinio di 67 internati del campo per mano delle SS tedesche.
Premolo
Premolo accoglie ufficialmente una sola pietra d'inciampo, la quale è stata collocata il 17 gennaio 2016.[19]
QUI È STATO ARRESTATO LUIGI BARCELLA NATO 1925 ARRESTATO 9.11.1943 DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN ASSASSINATO APR.1945 EBENSEE
Barcella, Luigi Luigi Barcella (Trescore Balneario, 10 gennaio 1925 - Ebensee, 15 aprile 1945) vive a Ranica. Riceve e diffonde copie de l’Unità e materiale di propaganda antifascista. Viene fermato ed arrestato, insieme al cugino, il 9 novembre del 1943 dai tedeschi e rinchiusi nel carcere di Sant'Agata,[4] quindi a San Vittore. Luigi scagiona il cugino assumendo su di sé la responsabilità del materiale clandestino. Il 4 marzo del 1944 è tra i cento detenuti che partono dal Binario 21 della stazione centrale di Milano: destinazione il campo di Innsbruck-Reichenau, poi Mauthausen, infine a Ebensee per lo scavo della galleria che avrebbe dovuto fare da riparo ai missili V2. Sfinito per le massacranti condizioni di lavoro forzato, dopo dolorosa agonia muore il 15 aprile del 1945, nei registri risulta la data del 22 aprile.
25 aprile 2024
Passaggio Sciopero di Ranica 1909 accesso Centro Culturale R.Gritti
QUI ABITAVA ANTONIO AGONI NATO 1924 ARRESTATO 9.9.1943 FRONTE GRECO INTERNATO MILITARE ASSASSINATO 12.4.1945 PADERBORN
Agoni, Antonio Antonio Agoni (Schilpario, 24 aprile 1924 - Paderborn, 12 aprile 1945), figlio di Alberto e Maddalena Maj. Come i cugini Mario e Simone, Antonio è arruolato nel V Alpini «Edolo». Antonio ed il cugino Mario sono fatti prigionieri dai tedeschi, il primo a Merano Mario a Trento e portati nel Reich. Come altri centinaia di migliaia di militari italiani internati, pur consapevoli delle conseguenze, si rifiutano di combattere per i nazisti: Antonio morirà il 12 aprile 1945 a Paderborn. Mario ha sorte migliore e fa ritorno al paese natale dove muore nel 1988.[23]
QUI ABITAVA SIMONE AGONI NATO 1925 CATTURATO 11.4.1944 DEPORTATO KHALA ASSASSINATO 25.2.1945
Agoni, Simone Simone Agoni (Schilpario, 4 luglio 1925 - Kahla 25 febbraio 1945), di Giuseppe e Amalia Agoni, fratello più piccolo di Mario. Col cugino Antonio, Simone ed il fratello Mario, sono arruolati nel V Alpini «Edolo». Simone lavora in miniera. Nell’aprile del 1944 i tedeschi attuano i rastrellamenti per raccogliere manodopera specializzata per realizzare a Kahla il progetto di proteggere sottoterra i macchinari per la produzione degli aerei Messerschmitt Me 262. Qui Simone muore di tubercolosi il 25 febbraio del 1945.[23]
QUI ABITAVA GIACOMO BONOMI NATO 1923 ARRESTATO 8.9.1943 DEPORTATO 1944 OSCHATZ ASSASSINATO 22.3.1945 BRANDIS
Bonomi, Giacomo Giacomo Bonomi (Barzesto, 8 settembre 1923 - Brandis 22 marzo 1945), arruolato negli Alpini nel 1942, richiamato dopo breve congedo nei primi giorni del 1943. Alla proclamazione dell'l'armistizio dell'8 settembre 1943, nel giorno del suo ventesimo compleanno, è fatto prigioniero dai tedeschi all'interno della caserma dove era di stanza il V Alpini «Edolo» a cui apparteneva e al suo rifiuto di combattere per la RSI è deportato nel Reich, Stalag IV-G,[24] come Internato Militare (IMI). Muore a Brandis il 23 marzo 1944.[25]
QUI ABITAVA VINCENZO MAJ NATO 1922 ARRESTATO 16.9.1943 DEPORTATO 1944 NEUBRANDENBURG, DORTMUND GASSASSINATO 6.10.1944 FORELLKRUG
Maj, Vincenzo Vincenzo Maj (Schilpario, 16 aprile 1922 - Forellkrug,[26] 16 ottobre 1944), a 18 anni è chiamato alla leva militare in Fanteria, congedato nella primavera del 1941, è richiamato ed arruolato nel 1942 ed impiegato nella campagna di aggressione, a fianco degli alleati nazisti, al Montenegro. A seguito dell'l'armistizio dell'8 settembre 1943 è catturato ed al suo rifiuto di combattere per i nazifascisti deportato nel Reich con lo stato di Internato Militare (IMI) È immatricolato nello Stalag II-A nei pressi della città di Neubrandenburg, con il numero 111833, successivamente trasferito nello Stalag VI-K[26] di Forellkrug dove muore il 6 Ottobre 1944. È sepolto nel cimitero militare italiano d'onore di Amburgo.[25]
Taleggio
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
20 aprile 2024
Via Sottochiesa, 389 Sacello dei caduti a destra della Chiesa
QUI VIVEVA ARCANGELO PESENTI NATO 1918 ARRESTATO 8.9.1943 DEPORTATO 1943 MARKT PONGAU,SALISBURGO ASSASSINATO 31.1.1945 MONACO -STADELHEIM
Pesenti, Arcangelo Arcangelo Pesenti (Taleggio, 8 marzo 1918 - Monaco Stadelheim, 31 gennaio 1945) artigliere, è catturato presumibilmente sul fronte greco-albanese dov'era di stanza, il giorno stesso dell'armistizio dell'8 settembre 1943 e deportato nel Reich. Il 10 maggio 1944 risulta internato come IMI nello Stalag XVIII C[27] a St. Johann im Pongau nei pressi di Salisburgo. In ottobre è al "lavoro coatto civile"[28] nelle ferrovie tedesche. Accusato di complicità nel furto di 200 sigarette approfittando del caos generato dal bombardamento alleato al campo, è condannato dal tribunale speciale militare di Salisburgo alla pena di morte per decapitazione. Sentenza eseguita il 31 gennaio 1945. È sepolto presso il cimitero militare italiano d'onore di Monaco di Baviera. Una pietra d'inciampo a suo nome è posata dal 2015 in Südtiroler Platz a Salisburgo.[29]
Treviglio
A Treviglio è presente una pietra d'inciampo, posta il 26 gennaio 2022.[30]
A TREVIGLIO VIVEVA RACHELE LEA MÄNAS STERN NATA 1889 ARRESTATA DIC.1944 INTERNATA FOSSOLI DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA
Mänas Stern, Rachele Lea Rachele Lea Mänas Stern (Tarnopol, 11 settembre 1889 - Auschwitz-Birkenau, ???), di famiglia ebrea polacca, vive a Vienna. Sposa Simon Mänas, originario della Romania; dal loro matrimonio nasceranno Charlotte, Stella, Karoline, Blanka e Cecilia, sarà nonna di Nenry. Nel febbraio del 1942 arriva a Treviglio. mentre comincia la caccia agli ebrei: Rachele e Simon, nel dicembre 1943 vengono arrestati e portati nel carcere di piazza Setti, a Treviglio. Un'emorragia cerebrale stronca la vita di Simon il 30 gennaio del 1944. Rachele è portata a Fossoli e poi nel Lager di Auschwitz-Birkenau. Il 16 maggio del 1944, nella sua nuova casa di via Calvenzano, si fa l’inventario per la confisca dei beni, ma Rachele è certo sia lontana. Quell’elenco è l’unica traccia che conserviamo di lei.
Villa di Serio
Villa di Serio ospita due pietre d'inciampo poste il 27 gennaio 2023[31] all'ingresso di Villa Carrara, sede del Municipio.
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
27 gennaio 2023
Via Papa Giovanni XXIII, 60
45°43′18.66″N 9°44′05.7″E45°43′18.66″N, 9°44′05.7″E (Pietra d'inciampo di Antonio Rossi e Giovanni Piastrella)
A VILLA DI SERIO ABITAVA ANTONIO ROSSI NATO 1924 ARRESTATO 8.9.1943 DEPORTATO 1943 FICHTENHAIN ASSASSINATO 5.4.1945 GROSS-FULLEN
Rossi, Antonio Antonio Rossi (??? 1924 - Fullen, 5 aprile 1944), di famiglia contadina, diciottenne è arruolato. Arrestato dalle truppe occupanti tedesche l'8 settembre 1943, condivide il tragico destino del concittadino Giovanni Piastrella e degli oltre 600mila IMI, i militari italiani che rifiutano di arruolarsi nell'esercito tedesco. Deportato nel Reich è internato nello Stlag VI-J di Fichtenhain, quindi nel campo di Fullen dove lo colse la morte per polmonite il 5 aprile 1945.
A VILLA DI SERIO ABITAVA GIOVANNI PIASTRELLA NATO 1919 ARRESTATO 8.9.1943 DEPORTATO 1943 ASSASSINATO 13.6.1944 ESSEN
Piastrella, Giovanni Giovanni Piastrella (??? 1919 - Essen, 13 giugno 1944), come il concittadino Antonio di origini contadine. Arrestato dalle truppe occupanti tedesche l'8 settembre 1943 è deportato nel Reich e internato ad Essen, uno dei sottocampi di Buchenwald. Il telegramma che ne annuncia la morte ai famigliari, l'attribuisce come conseguenza di una ferita da scheggia di ordigno militare.
In provincia di Brescia sono presenti ufficialmente 56 pietre d'inciampo. La prima pietra venne collocata a Brescia il 26 gennaio 2019.
Provincia di Cremona
In provincia di Cremona sono presenti 19 pietre d'inciampo.
Cremona
A Cremona si trovano diciotto pietre d'inciampo, posate il 12 gennaio 2023.[32][33][34]
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
12 gennaio 2023
Cortile Federico II°
45°08′00.69″N 10°01′28.13″E45°08′00.69″N, 10°01′28.13″E (Pietra d'inciampo di Ernesto Tessaroli-Mario Ferrari-Renzo Pedroni)
A CREMONA ABITAVA MARIO FERRARI NATO 1924 ASSASSINATO 11.4.1945 BORGO SAN DALMAZZO
Ferrari, Mario Mario Ferrari (???, 1924 - Borgo San Dalmazzo, 11 aprile 1945), nasce in via Passirano 19. Coniugato con Siboni Teresa. Sconosciute le cause dettagliate della morte.[33]
A CREMONA ABITAVA RENZO PEDRONI NATO 1924 ARRESTATO COME POLITICO DEPORTATO ASSASSINATO 26.4.1945 GUSEN
Pedroni, Renzo Renzo Pedroni (Cremona, 22 maggio 1924 - Gusen, 26 aprile 1945), figlio di Angelo Ernesto e Adele. Manovale prima, poi ferroviere. Arruolato in artiglieria, subito dopo l'8 settembre 1943 entra nelle file della Resistenza assumento il nome di battaglia "Tito" nella 100ª Brigata Garibaldi "Vignale". Partecipa ad uno scontro con i fascisti presso Alessandria. Catturato il 5 dicembre 1944 viene deportato in Germania. Muore nel campo di concentramento e sterminio di Mauthausen "in seguito a sofferenze da maltrattamenti e privazioni". " Partigiano combattente caduto".[33]
A CREMONA ABITAVA ERNESTO TESSAROLI NATO 1912 ARRESTATO COME POLITICO DEPORTATO ASSASSINATO 4.6.1944 BARYSAU
Tessaroli, Ernesto Ernesto Tessaroli (Casalbuttano, 31 maggio 1912 - Barysaŭ, 4 giugno 1944), figlio di Giovanni Secondo e Maffezzoni Anna. Residente in Cremona, sposa Giuseppa Tamagnini. Contadino, inviato da Brindisi, nel 1941, sul il fronte greco - albanese indi Cefalonia, Corfù. Combattente contro i tedeschi a Cefalonia, catturato, rifiuta di combattere per i tedeschi e tanto meno per la Repubblica Sociale di Mussolini. Rimane vittima di un attacco aereo alleato sul campo di prigionia di Barysaŭ (territorio russo occupato dai tedeschi) dove era tenuto prigioniero. La sua figura di Resistente è rappresentativa delle centinaia di migliaia di militari italiani identificati con l'acronimo "IMI".[33]
QUI ABITAVA CARLO CONCARI NATO 1903 DEPORTATO ASSASSINATO 25.9.1944 BUCHENWALD
Concari, Carlo Carlo Concari (Cremona, 12 dicembre 1903 - Buchenwald, 25 settembre 1944), di Angelo e Lazzari Adelaide, di professione chauffeur, è noto l'ultimo suo indirizzo di residenza dove è posta la pietra. Sposa Piva Alice. Muore a Buchenwald il 25 settembre 1944.[33]
QUI ABITAVA ENRICO UGONI NATO 1888 ARRESTATO COME POLITICO DEPORTATO ASSASSINATO 24.8.1944 GUSEN
Ugoni, Enrico Enrico Ugoni (Duemiglia, 12 marzo 1888 - Gusen, 24 aprile 1944), ferroviere, partigiano, figlio di Daniele e Teresa Cibolini. Dopo lunga permanenza in Cremona, si trasferisce nel 1936, con la moglie e i tre figli, a Milano. È attivo nel locale gruppo CLN clandestino dei ferrovieri. È arrestato il 3 marzo 1944, deportato a Mauthausen, quindi Gusen. Vittima di ripetute torture, muore nel campo il 24 aprile 1944.[33]
QUI ABITAVA MARIO DUCHI NATO 1902 ARRESTATO COME POLITICO DEPORTATO ASSASSINATO 12.1.1945 GUSEN
Duchi, Mario Mario Duchi (Duemiglia, 13 febbraio 1902 - Gusen, 12 gennaio 1945), figlio di Sante Pietro e Grassi Rosa Maria Elvira. Oste, dal 1923 risiede a Cremona. Sposa Adele Mangiarotti, si trasferisce nel 1943 a Castelvetro Piacentino dove gestisce una trattoria che diventerà dal giugno 1944 punto di riferimento della Resistenza cremonese. Lui stesso è attivo nelle file della 62ª Brigata Garibaldi“Luigi Evangelista” della Divisione Valdarda.[35] È Catturato a Castelnuovo Fogliani nel novembre '44 e detenuto a Cremona, poi Brescia, quindi Bolzano a cui segue la deportazione nel Reich destinato a Mauthausen ed infine trasferito a Gusen, muore il 12.1.1945 nel sottocampo di Melk. Partigiano combattente riconosciuto.[33]
QUI ABITAVA BRUNO ARDIGÒ NATO 1922 DEPORTATO ASSASSINATO 19.7.1944 ZEITHAIN
Ardigò, Bruno Bruno Ardigò (Cremona, 3 luglio 1922 - Zeithain, 19 luglio 1944), figlio di Francesco e Ines Lazzarini. Studente universitario, sfollato a Sovere nel 1941, è arruolato nel 3º Reggimento Artiglieria. Arrestato, è deportato nel campo di Hohnstein quindi trasferito a Zeithain il 25 giugno 1944. Assassinato il 19 luglio 1944.[33]
QUI ABITAVA DAVIDE BASTONI NATO 1897 DEPORTATO ASSASSINATO 25.4.1945 GUSEN
Bastoni, Davide Davide Bastoni (Cremona, 27 luglio 1897 - Gusen, 25 aprile 1945), figlio di Antonio e Tullia Rondini. Deportato a Mauthausen, quindi a Gusen dove muore il 25 aprile 1945.[33]
QUI ABITAVA FRANCO FINETTI NATO 1925 ARRESTATO COME POLITICO DEPORTATO ASSASSINATO 12.3.1945 DACHAU
Finetti, Franco Franco Finetti (Cremona, 4 luglio 1925 - Dachau, 12 marzo 1945), figlio di Mario e Ida Roda trasferitisi nel 1935 a San Giorgio di Mantova. Antifascista, frequenta gli ambienti della Resistenza mantovana. Scoperta l'attività di raccolta informazioni a favore degli Uffici inglesi, viene arrestato dalla Gestapo insieme ad altri quindi patrioti, ai primi di marzo del 1944 e deportato nel Reich, internato nel sottocampo di Uberlingen[36] di Dachau, dove è assassinato il 12 marzo 1945.[33]
QUI ABITAVA BRUNO GREGORI NATO 1907 ARRESTATO COME POLITICO DEPORTATO ASSASSINATO 15.2.1945 EBENSEE
Gregori, Bruno Bruno Gregori (Cremona, 10 maggio 1907 - Ebensee, 15 febbraio 1945), partigiano, figlio di Luigi e Virginia Rigoni, rappresentante di commercio, coniugato con Giulia Maruti, una figlia. Appartenente alla IV Brigata SAP “Ghinaglia” operante a Cremona, è catturato il 3 gennaio 1945 e rinchiuso prima a Pavia, quindi al campo di Fossoli a cui segue la deportazione a Mauthausen ed infine trasferito a Ebensee, dove muore il 15 febbraio 1945. “Partigiano combattente caduto” riconosciuto.[33]
QUI ABITAVA GIUSEPPE ROBOLOTTI NATO 1885 ARRESTATO COME POLITICO ASSASSINATO 12.7.1944 FOSSOLI
Robolotti, GiuseppeGiuseppe Robolotti (Cremona, 27 dicembre 1885 - Fossoli, 12 luglio 1944), figlio di Giovanni e Albina Maffi, coniugato con Elvira Dal Collo, nel 1926 si trasferisce a Brescia. Generale di Brigata, pluridecorato. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 si oppone alle truppe di occupazione tedesche a Fiume ed a Trieste. Col nome di battaglia “Micheli” entra nelle file della Resistenza, assumendo a Milano, su designazione del CLNAI il comando militare di zona. È Catturato nel maggio 1944, detenuto a Fossoli, è tra i detenuti politici fucilati il 12 luglio nell'eccidio di Fossoli (tra le vittime un altro antifascista cremonese, Antonio Martinelli di Castelverde).[34]
QUI ABITAVA ERNESTO FRASCA NATO 1924 DEPORTATO ASSASSINATO 22.2.1945 DACHAU
Frasca, Ernesto Ernesto Frasca (Cremona, 4 agosto 1924 - Dachau, 22 febbraio 1945), figlio di Giuseppe e Alice Bellini, meccanico, si trasferisce a Dovera nel 1942. Deportato nel Reich muore nel campo di Dachau il 22 febbraio 1945.[34]
QUI ABITAVA MARTINO MAGRI NATO 1918 ARRESTATO COME POLITICO DEPORTATO ASSASSINATO 2.5.1945 EBENSEE
Magri, Martino Martino Magri (Cremona, 29 gennaio 1918 - Ebensee, 2 maggio 1945), figlio di Giovanni e Emma Brianzi, studente e artigiano, aviere scelto, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, entra nella Resistenza e dal giugno 1944 tra le file della Brigata “Barnaba”[37] di Giustizia e Libertà di Sulzano. Catturato e deportato nel Reich il 13 ottobre 1944. Alla fine della guerra ritenuto disperso, successive ricerche ne hanno certificato la morte come prigioniero politico nel campo di Ebensee il 2.5.1945. "Partigiano combattente" riconosciuto.[34]
Via XI Febbraio, 14
45°07′56.11″N 10°01′37.4″E45°07′56.11″N, 10°01′37.4″E (Pietra d'inciampo di Fernando Quaini e Ernesto Frosi)
QUI ABITAVA FERNANDO QUAINI NATO 1922 ARRESTATO COME POLITICO DEPORTATO ASSASSINATO 8.3.1945 GUSEN
Quaini, Fernando Fernando Quaini (Cremona, 12 maggio 1922 - Gusen, 8 marzo 1945), partigiano, figlio di Angelo e Caterina Piva, pilota civile poi Ufficiale nella Aeronautica. Catturato il giorno stesso dell'armistizio dell'8 settembre 1943 dai tedeschi, fugge e ripara in Svizzera. Torna nel gennaio del 1944 in Italia, si unisce i partigiani della Val d'Ossola dei fratelli Di Dio[38], Tenente della 7ª Brigata “Stefanoni”.[39] È catturato in una imboscata sul Mottarone, detenuto a San Vittore a Milano, quindi deportato a Mauthausen, infine Gusen dove è assassinato l'8 marzo 1945. Il fratello Aldo, comandante nel CVL della zona di Pieve d'Olmi cadde sotto il fuoco tedesco il 26 aprile 1945.[34]
QUI ABITAVA ERNESTO FROSI NATO 1922 DEPORTATO ASSASSINATO 12.6.1944 ZEITHAIN
Frosi, Ernesto Ernesto Frosi (Cremona, 22 luglio 1922 - Zeithain, 12 giugno 1944), di Alfredo e Udilia Bianchini, studente universitario, Allievo Ufficiale Artiglieria. Deportato nel Reich, muore a Zeithain il 12 giugno 1944.[34]
Via Zaccaria del Maino, 4
45°08′10.91″N 10°01′42.33″E45°08′10.91″N, 10°01′42.33″E (Pietra d'inciampo di Jenny Hammerschmidt e Alfred Lewin)
QUI ABITAVA JENNY HAMMERSCHMIDT NATO 19881 ARRESTATOA 6.8.1944 ASSASSINATA 17.9.1944 FORLI
Hammerschmidt, Jenny Jenny Hammerschmidt (Schloppe, 11 gennaio 1881 - Forlì, 17 settembre 1944), di Leopold e Berta Ascher vedova Lewin, madre di Alfred Lewin. Alla morte del marito, avvenuta nel 1936, nell'autunno si trasferisce a Cremona con alcuni familiari, conducendo una panetteria e una piccola attività agricola. Le leggi razziali del 1938 la censiscono come ebrea straniera. La figlia Lissi, sorella di Alfred, ripara in Inghilterra nel 1939. Nel 1940 l'arresto del figlio “per motivi politici” e internato nel Campo di internamento di Campagna. Jenny rimane al nord. Si ritrovano nell'agosto 1944 detenuti entrambi nel carcere di Forlì dove rimarranno vittime dei due episodi conosciuti come eccidio di Forlì.[34]
QUI ABITAVA ALFRED LEWIN NATO 1911 ARRESTATO 6.8.1944 ASSASSINATO 5.9.1944 ECCIDIO DI FORLI
Lewin, Alfred Alfred Lewin (Berlino, 11 settembre 1911 - Forlì, 5 settembre 1944), figlio di Giulio e Jenny Hammerschsmidt, segue il tragico destino della madre, che li vedrà rimanere vittime dell'eccidio di Forlì il 5 settembre Alfred, il 17 la madre.[34]
San Bassano
A San Bassano si trova una pietra d'inciampo, collocata il 12 marzo 2022.[40]
A SAN BASSANO VIVEVA PAOLO RIZZI NATO 1900 ARRESTATO 16.1.1945 MILANO DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 12.3.1945
Rizzi, Paolo Paolo Rizzi (San Bassano, 7 gennaio 1900 - Mauthausen, 12 marzo 1945) viene alla luce in via Maggiore. La sua famiglia è originaria di San Daniele Po, per un breve periodo risiede a Castelleone con le 3 sorelle e 2 fratelli, quindi giunge a San Bassano. Nel 1925 sposa Ines Salina, è operaio a Milano. Antifascista entra nella Resistenzapavese con la formazione Crespi nella divisione Aliotta. Arrestato in seguito ad un rastrellamento dei nazifascisti viene incarcerato a San Vittore. Nel gennaio ‘45 è al campo di Bolzano quindi deportato nel Lager di Mauthausen con l'ultimo convoglio che partirà dall'Italia per questa destinazione giungendovi il primo febbraio. Muore il 12 marzo 1945, gasato con lo Zyklon B’ nelle cosiddette docce.
Provincia di Como
Appiano Gentile
Appiano Gentile accoglie ufficialmente una sola pietra d'inciampo, la quale è stata collocata il 16 gennaio 2020.
QUI ABITAVA CHERUBINO FERRARIO NATO 1900 ARRESTATO 24.4.1944 INTERNATO FOSSOLI DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN-GUSEN ASSASSINATO 22.4.1945
Ferrario, Cherubino Cherubino Ferrario (Appiano Gentile, ??? 1900 - Gusen, 22 aprile 1945), suonava nella banda del paese, tipografo a Milano. Accusato di stampare propaganda clandestina è arrestato il 24 aprile 1944 dai tedeschi ed internato a Fossoli, quindi Mauthausen dove è assassinato il 22 aprile 1944.Gli è stata intitolata una via ad Appiano.
QUI ABITAVA LINO CICERI NATO 1923 ARRESTATO 23.2.1944 INCARCERATO S. VITTORE, MILANO INTERNATO CAMPO DI FOSSOLI ASSASSINATO 12.7.1944 CIBENO DI CARPI (MODENA)
Ciceri, Lino Lino Ciceri (Lecco, 30 luglio 1923 - Carpi, 12 luglio 1944), si unì ai partigiani di Erna subito dopo l'8 settembre 1943; partecipò ad atti di sabotaggio a danno delle ferrovie fasciste e in particolare fece parte del gruppo di liberazione dei prigionieri italiani detenuti ad Arcore. A causa delle sue azioni, Ciceri fu arrestato dalla Guardia Nazionale Repubblicana a Lecco il 23 febbraio 1944; successivamente venne deportato al carcere di San Vittore, matricola 1461 (cella 31). Fu poi trasferito al campo di Fossoli il 27 aprile 1944 e fucilato con altri 66 detenuti durante l'eccidio di Cibeno il 12 luglio 1944.[43][44]
QUI ABITAVA PIETRO CICERI NATO 1892 ARRESTATO 8.3.1944 DEPORTATO GUSEN-MAUTHAUSEN ASSASSINATO 4.1.1945
Ciceri, Pietro Pietro Ciceri (???, 1923 - Mauthausen, 12 luglio 1944), Padre di Lino Ciceri. Partecipò agli scioperi del marzo 1944, per questo fu arrestato insieme ad altre 26 operaie e operai lecchesi l'8 marzo 1944. Fu deportato a Mauthausen, dove morì il 4 gennaio 1945.[45]
QUI LAVORAVA EMMA CASATI NATA 1914 ARRESTATA 7.3.1944 INTERNATA BERGAMO DEPORTATA 1944 MAUTHAUSEN ASSASSINATA AUCHWITZ
Casati, Emma Emma Casati (???, 1914 - Auschwitz, ???), operaia presso la Bonaiti di Lecco partecipa allo sciopero generale indetto nella prima settimana del marzo 1944 nelle aziende del nord Italia. Per questo è arrestata il 7 marzo del 1944, una tra le prime sette donne italiane a subire la deportazione, come politica, nel Reich dopo il transito dalla Caserma Umberto I°[7] di Bergamo, internata prima a Mauthausen, quindi Auschwitz dove muore in data ignota.[46]
A CASSINA VALSASSINA ABITAVA RINALDO COMBI NATO 1910 ARRESTATO 9.9.1943 DEPORTATO 1943 MORTO 26.61945 SCHLEUSINGEN
Combi, Rinaldo Rinaldo Combi (Cassina Valsassina, ??? 1910- Fagrhaus-Schleusingen, 26 giugno 1945), muratore, nel 1940 è arruolato nel 5º Alpini lasciando una giovane moglie e un figlio piccolo. Arrestato come altri centinaia di migliaia di militari italiani immediatamente dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, ne condivide il tragico destino: deportato nel Reich, qualificato come IMI, Rinaldo è internato nello stammlager III C di Alt Drewit[47] vicino a Krustin Brandeburgo prima, nel lager XI C di Bad Sulza[48] in Turingia poi e infine nel campo di concentramento di Fagrhaus-Schleusingen Thuringen Wald, nei pressi di Erfurt. Assiste alla liberazione del campo ad opera degli alleati, ma il suo stato di grave debilitazione, nonostante il ricovero all’ospedale di Suhl Bez, ne provoca la morte il 26 giugno 1945. Fu seppellito in una fossa comune in Turingia.[49]
QUI ABITAVA SFOLLATO PAOLO CARPI NATO 1926 ARRESTATO 31.7.1944 DEPORTATO FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 25.2.1945 KAMENZ/GROSS-ROSEN
Carpi, Paolo Paolo Carpi (Milano, ??? 1926- Kamenz, 25 febbraio 1944), figlio dell'artista Aldo Carpi e Maria Arpesani, quinto di sei fratelli, famiglia tutta impegnata nella Resistenza. Paolo in seguito a delazione è arrestato il 31 luglio 1944, a Milano durante una riunione di partigiani e antifascisti. Prima la prigionia a San Vittore, poi al campo di Bolzano; appena diventato maggiorenne il trasferimento con il Trasporto 81 nel lager di Flossenbürg, infine a Kamenz, sottocampo di Gross-Rosen, dove è assassinato con un’iniezione di fenolo il 25 febbraio 1945. La pietra viene collocata a Mondonico, frazione di Olgiate Molgora, davanti alla porta di casa dove Paolo era sfollato durante la guerra insieme a tutta la famiglia. Il padre è arrestato a Olgiate, ancor prima del figlio, dai fascisti il 23 gennaio 1944, in seguito a delazione, consegnato alle SS è deportato a Mauthausen e quindi al campo di Gusen. Della prigionia scrive nel suo Diario di Gusen[50]. A differenza del figlio Paolo, Aldo sopravvive e fa ritorno in Patria.[51][52]
Premana
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
27 gennaio 2023
Piazza Consiglio
46°03′05.36″N 9°25′25.09″E46°03′05.36″N, 9°25′25.09″E (Pietra d'inciampo per Giovanni Battista Todeschini)
A PREMANA ABITAVA GIOVANNI BATTISTA TODESCHINI NATO 1915 ARRESTATO 27.12.1944 DEPORTATO 1945 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 11.4.1945
Todeschini, Giovanni Battista Giovanni Battista Todeschini (Premana, ??? 1915- Mauthausen, 11 aprile 1945), tenente degli Alpini. Durante un rastrellamento alla vigilia del Natale 1944, i fascisti rinvengono il suo zaino contenente tre dei quattro quaderni in cui annotava informazioni significative dell'attività resistenziale; come conseguenza, arresti e cattura di partigiani come di malcapitati inermi cittadini. Per evitare sanguinose rappresaglie, consapevole delle conseguenze che dovrà affrontare, si consegna alle Brigate nere salvando in tal modo la vita a tre partigiani ed ad almeno altri 15 ostaggi. Prima il carcere a Bellano, poi a Como, quindi San Vittore nel braccio gestito dalle SS resiste alle torture e sevizie. Trasferito a Bolzano, infine deportato nel lager di Mauthausen assassinato l'11 aprile 1945.[53]. Nel dicembre 2022 viene pubblicato il quarto quaderno di appunti partigiani del tenente Todeschini, quello che non finto in mano dei fascisti.[54]
Provincia di Lodi
Lodi
Lodi accoglie quattro pietre d'inciampo collocate tra il 2023[55] e 2024[56].
45°18′51.39″N 9°30′27.34″E45°18′51.39″N, 9°30′27.34″E (Pietra d'inciampo per Luigi Vincenzo Marzagalli)
QUI ERA RICOVERATO LUIGI VINCENZO MARZAGALLI NATO 1899 ARRESTATO 29.5.1943 DEPORTATO FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 23.3.45
Marzagalli, Luigi Vincenzo Luigi Vincenzo Marzagalli (Lodi, 12 luglio 1899 - Flossenbürg, 23 marzo 1945), straccivendolo, coniugato, due figlie. Antifascista, "Barba" così detto, è arrestato il 5 marzo 1943, accusato di propaganda anti regime. Nel giugno 1944, colpito da un militante fascista rimane ferito in uno scontro di piazza e ricoverato in ospedale dal quale è poi prelevato per essere rinchiuso nel carcere di San Vittore,[8] quindi Bolzano a cui segue la deportazione a Flossenbürg, il 7 settembre, fino al trasferimento a Legenfeld, nell'ottobre del 1944, dove muore il 24 marzo del 1945.[56]
QUI ABITAVA LUIGI GIULIO MARZAGALLI NATO 1901 ARRESTATO 16.11.1943 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 22.4.1945
Marzagalli, Luigi Giulio Luigi Giulio Marzagalli (Lodi, 20 ottobre 1901 - Mauthausen, 22 aprile 1945), figlio di Bassano e Adele Marni, fabbro, coniugato con Serena Fenocchi, “Gino” così detto, aiuta ex prigionieri alleati, indirizza i primi giovani partigiani in montagna, raccoglie armi per la Resistenza. È arrestato nel novembre 1943, trasferito a San Vittore,[8] poi deportato nel Reich a Mauthausen dove “Gino” Marzagalli muore il 22 aprile del 1945.[56]
QUI ABITAVA E LAVORAVA BASILE COSTANTINO NATO 1894 ARRESTATO 9.12.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN-GUSEN ASSASSINATO 14.8.1944
Costantino, Basile Basile Costantino (Martina Franca 1894 - Gusen, 14 agosto 1944), antifascista, dopo il diploma in Ragioneria ottiene l'incarico di segretario comunale a Codogno, dove incontra colei che sarà la moglie. Giunge nel 1938 a Caselle Landi per ricoprire il medesimo ruolo; non prenderà la tessera del PNF nonostante fosse obbligo; oppone strenua opposizione alle continue vessazioni delle camicie nere giunte a pretendere fosse loro consegnata la cassa comunale per apprroppriarsi indebitamente dei soldi. Il 9 dicembre 1943 è prelevato e condotto al carcere di San Vittore[8] per essere poi deportato nel Reich con uno dei tanti treni della morte partiti dal Binario 21 della Stazione Centrale[57], con destinazione Mauthausen ed infine Gusen dove muore il14 agosto 1944.[58]
QUI ABITAVA UMBERTO BIANCARDI NATO 1903 ARRESTATO 5.8.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 25.2.1945
Biancardi, Umberto Umberto Biancardi ([???, 28 agosto 1903 - Dachau, 25 febbraio 1945), partigiano. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 si unisce alle Brigate del popolo al cui comando è Enrico Mattei. Dal gennaio al luglio 1944 nella sua tipografia stampa l'edizione milanese di un giornale clandestino antifascista, Risorgimento Liberale, con contributi giornalistici di Alessandro Tonolli e Piero Speziani. Il 5 agosto 1944 è arrestato e rinchiuso nel carcere di San Vittore di Milano, per essere trasferito, il 7 settembre 1944, a Bolzano a cui segue la deportazione, il 5 ottobre 1944, nel Reich con destinazione Dachau, immatricolato col numero 113151, classificato "Schutz" – (Schutzhäftlinge)[59]. È assassinato il 25 febbraio 1945.[60]
Provincia di Mantova
La provincia di Mantova ospita otto pietre d'inciampo.
Mantova
Mantova accoglie 6 pietre d'inciampo, collocate tra il 2020 e il 2023.[61][62] La posa delle pietre dedicate alla famiglia Levi nel 2020 è stata promossa da Franco Levi, unico sopravvissuto della famiglia.[63]
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
10 gennaio 2020
Via Principe Amedeo 40/42
45°09′13.99″N 10°47′24.45″E45°09′13.99″N, 10°47′24.45″E (Pietra d'inciampo di Elide-Enea-Silvana-Luisa Levi)
QUI ABITAVA ELIDE LEVI NATA 1892 ARRESTATA 20.3.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 10.4.1944
QUI ABITAVA ENEA SAMUELE LEVI NATO 1883 ARRESTATO 20.3.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 1.6.1944
Levi, Enea Samuele Enea Samuele Levi (??? 1883 - Auschwitz, 1 giugno 1944)
QUI ABITAVA SILVANA LEVI NATA 1920
ARRESTATA 20.3.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 18.1.1945
Levi, Silvana Silvana Levi (Mantova, 1920 - Auschwitz, 18 gennaio 1945)
QUI ABITAVA LUISA LEVI NATA 1929 ARRESTATA 20.3.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 31.1.1945 BERGEN-BELSEN
Levi, LuisaLuisa Levi (Mantova, 10 novembre 1929 - Bergen-Belsen, 31 gennaio 1945) Figlia più giovane di Enea Samuele Levi ed Elide Levi, aveva due fratelli: Franco e Silvana. Il 20 marzo 1944 fu arrestata insieme ai genitori e alla sorella a Milano, dove la famiglia si era rifugiata. Dopo il carcere milanese, Luisa Levi con la madre e la sorella Silvana fu poi detenuta nella casa di riposo ebraica di Mantova in Via Gilberto Govi. Il 5 aprile 1944, tutti e tre furono deportate ad Auschwitz dove giunsero il 10 aprile 1944 con il Transport 9. Luisa fu poi trasferita nel campo di concentramento di Bergen-Belsen e lì assassinata il 31 gennaio 1945. Fu la più giovane vittima mantovana della Shoah.[64]
QUI ABITAVA JOLANDA DUGONI NATA 1924 ARRESTATO COME POLITICO 2.3.1944 DEPORTATA RAVENSBRÜK LIBERATA
Dugoni, Jolanda Jolanda Dugoni (Frejus, 7 novembre 1924 - Mantova, 11 luglio 2019), all'epoca residente in Francia in seguito alla sua opera in difesa degi Ebrei, è deportata il 10 marzo 1944 in Germania come politica, rinchiusa nel lagernazista per donne di Ravensbrück, alla liberazione del campo dell'aprile 1945, nel settembre arriva a Mantova stabilendovisi. Diventerà testimone degli orrori vissuti nel campo di concentramento presso gli studenti delle scuole mantovane.
QUI ABITAVA BRUNO RODELLA NATO 1917 ARRESTATO 1.1.1944 ROMA ASSASSINATO 24.3.1944 FOSSE ARDEATINE
Rodella, BrunoBruno Rodella (Guidizzolo, 17 ottobre 1917 - Roma, 24 marzo 1944) partigiano. Nel 1933 si trasferisce con la famiglia a Roma. Studente di giurisprudenza è chiamato alle armi nel giugno del 1940 come Sottotenente dei Bersaglieri e assegnato alla "Divisione Piave". Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 entra nella Resistenza tra le fila di Giustizia e Libertà. Fermato il 1º gennaio 1944 durante un rastrellamento fascista è trovato in possesso di tre documenti d'identità, due falsificati. Arrestato, condotto a Regina Coeli[65], emergono volantini e materiale di propaganda antifascista nella perquisizione del suo appartamento. Il 22 marzo 1944 è condannato dal "Feldgericht"[66] -il Tribunale Militare di Guerra tedesco- a 15 anni di reclusione.
Nel pomeriggio del 24 marzo 1944 è prelevato dai nazisti da Regina Coeli e condotto alle Cave Ardeatine e trucidato insieme ad altri 334 patrioti nell'Eccidio delle Fosse Ardeatine. Una pietra d'inciampo a suo nome è posata nel Municipio XIII di Roma.[67]
QUI ABITAVA GIOVANNI TAMAGNI NATO 1902 ARRESTATO COME POLITICO 2.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN-GUSEN ASSASSINATO 14.1.1945
Tamagni, Giovanni Giovanni Tamagni (Viadana, 2 febbraio 1902 - Gusen II, 14 gennaio 1945) diplomatosi elettricista apre un'attività in proprio. Venticinquenne sposa Adalgisa Soliani dalla quale avrà due figli. Giuseppe ed il figlio Dante si trasferiscono a Sesto San Giovanni. Il primo trova lavoro alla Breda, il secondo alla Osva, ed in conseguenza al contributo di queste due aziende alla guerra, entrambi sono esentati dal servizio militare. In fabbrica Giovanni si avvicina alla Resistenza, assumendosi compiti di collegamento e supporto alle attività del Gap interno alla fabbrica. Partecipa ai grandi scioperi operai del 1944 dell'hinterland milanese. Come conseguenza, il 2 marzo viene condotto alla sede della Legione 'Muti' per essere interrogato e arrestato, rinchiuso nel carcere di San Vittore, quindi dal binario 21 della stazione centrale di Milano deportato a Mauthausen, quindi Gusen II. Ricoverato nell'ospedale del campo, il 14 gennaio 1945, viene ucciso con un'iniezione di fenolo al cuore. Per il suo contributo alla causa partigiana riceve la Croce al merito di guerra e la Medaglia d'oro al valor militare.[68]
Città metropolitana di Milano
Nella città metropolitana di Milano sono presenti 292 pietre d'inciampo. La prima pietra d'inciampo venne collocata a Milano il 19 gennaio 2017 e fu dedicata ad Alberto Segre, padre di Liliana Segre.
Cassano d'Adda
A Cassano d'Adda sono presenti 9 pietre d'inciampo, tutte posate il 27 gennaio 2022.[69]
QUI ABITAVA AUGUSTO LUISADA NATO 1882 ARRESTATO 17.11.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO
Luisada, Augusto Augusto Luisada (Livorno, 13 aprile 1882 - Auschwitz, ???), figlio di Vittorio Luisada e Enrichetta Della Torre. Sposa Gina Della Rocca. Da lei avrà du figli, Clara e Piero. Condivideranno il tragico destino. Deportati ad Auschwitz non faranno più ritorno
QUI ABITAVA GINA DELLA ROCCA NATA 1889 ARRESTATA DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA
Della Rocca, Gina Gina Della Rocca (Livorno, 11 marzo 1889 - Auschwitz, ???), figlia di Sabato Enrico Della Rocca e Clara Morais. Sposa di Augusto Luisada. Madre di Clara e Piero. Deportata ad Auschwitz da dove non fece più ritorno.
QUI ABITAVA CLARA LUISADA NATA 1911 ARRESTATA 17.11.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA
Luisada, Clara Clara Luisada (Livorno, 26 novembre 1911 - Auschwitz, ???), di Augusto e Gina Della Rocca. Sorella di Piero, deportata ad Auschwitz da dove non farà più ritorno.
QUI ABITAVA PIERO LUISADA NATO 1913 ARRESTATO 17.11.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO
Cognome, Nome Nome Cognome (Livorno, 1 agosto 1913 - Auschwitz, ???), di Augusto e Gina Della Rocca. Fratello di Clara. Deportato ad Auschwitz non farà più ritorno
QUI ABITAVA LEONELLO MORAIS NATO 1895 ARRESTATO 17.11.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO
QUI ABITAVA GRECA NELLA FINZI NATA 1898 ARRESTATA 17.11.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA
Finzi, Greca Nella Greca Nella Finzi (Torino, 5 aprile 1898 - Auschwitz, ???), figlia di Achille Finzi e Linda Levi. Sposa Leonello Morais e dal matrimonio nasce Giorgina: Tutta la famiglia sarà deportata il 17 novembre 1943 a Auschwitz. Nessuno sopravvive alla Shoah.
QUI ABITAVA GIORGINA MORAIS NATA 1922 ARRESTATA 17.11.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA
Morais, Giorgina Giorgina Morais (Genova, 27 giugno 1922 - Auschwitz, ???), d1 Leonello Morais e Greca Nella Finzi. Sposa Piero Luisada. Ė arrestata il 1 novembre 1943 a Cassano. Detenuta a San Vittore a Milano dal cui Binario 21 il 6 dicembre un convoglio partì con destinazione Auschwitz da dove non fece più ritorno.
QUI ABITAVA FRANCO DAVID LUISADA NATO 1942 ARRESTATO 17.11.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO
Luisada, Franco David Franco David Luisada (Milano, 11 luglio 1942 - Auschwitz, 10 aprile 1944), di Piero Luisada e Giorgina Morais. Deportato con i genitori ad Auschwitz. Nessuno sopravviverà alla Shoah.
QUI ABITAVA IDA GINA CARMI NATA 1880 ARRESTATA 17.11.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA
Carmi, Ida Gina Ida Gina Carmi (Vercelli, 2 agosto 1880 - Auschwitz, ???), di Raffaele e Olimpia De Benedetti. Con i cinque fratelli fu cresciuta da uno zio in seguito alla morte precoce dei genitori. Sposò Massimo Vulpes, cattolico, a Torino nonostante le resistenze della di lui famiglia che non vedeva di buon occhio l'unione del figlio con una ebrea. La coppia si trasferì a Milano e qui nacque la loro figlia Massimiliana il 16 giugno del 1922, battezzata con rito cattolico a Torino. La famiglia sfollò a Cassano d'Adda in seguito ai bombardamenti su Milano nel 1942 insieme ai parenti di Ida stabilendosi in una casa di proprietà di un fascista. Il marito e la figlia fecero i pendolari con Milano, il primo per lavoro, la figlia per frequentare l'università. Nonostante gli avvertimenti e inviti rivoltele dal marito a nascondersi in seguito all'arrivo degli occupanti nazisti, Ida non volle abbandonare i familiari. Il 17 novembre del '43, al ritorno da milano, suo marito e sua figlia, trovarono la casa vuota; una vicina riferì loro che Ida era stata prelevata insieme ai parenti ebrei e rinchiusa nel carcere di Cassano. Trasferita il giorno successivo a San Vittore. Nel gennaio del '44 è nel Campo di transito di Fossoli mentre i parenti già nel dicembre del '43 erano stati deportati in Germania. Nel luglio del '44 Ida invia una lettera al marito e figlia comunicando il suo imminente trasferimento a Verona. Da qui successivamente sarà internata ad Auschwitz non facendo più ritorno.
QUI ABITAVA VIRGINIO ORIANI NATO 1927 ARRESTATO 18.12.1943 DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 22.4.1945 EBENSEE
Oriani, Virginio Virginio Oriani (Cernusco sul Naviglio, 5 giugno 1927 - Ebensee, 22 aprile 1945), sedicenne è arrestato a Cernusco il 18 dicembre 1943, con altri cinque cernuschesi, per attività di propaganda antifascista. Portato nel carcere di San Vittore, vi passa l’inverno. In primavera è deportato nel Reich destinato al campo di Mauthausen, trasferito a Ebensee dove muore a 17 anni il 22 aprile 1945. Di Virginio rimane il commosso ricordo del compagno di prigionia, Roberto Camerani, che con le sue dolci e strazianti parole, lo ha strappato all’oblio nelle pagine del libro "Il Viaggio" di cui è autore.[70][71][72]
QUI ABITAVA ROBERTO CAMERANI
NATO 1925 ARRESTATO 18.12.1943 DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN-EBENSEE LIBERATO
Camerani, Roberto Roberto Camerani (Triuggio, 9 aprile 1925 - Cernusco sul Naviglio, 20 luglio 2005), Giovane antifascista, con la famiglia, è sfollato a Cernusco sul Naviglio. Dopo l'8 settembre 1943 entra nella Resistenza facendo, ingenuamente, apertamente opera di propaganda. Arrestato dai tedeschi il 18 dicembre 1943 con altri cinque compagni, tra i quali Virginio Oriani, è rinchiuso a San Vittore da dove il 4 marzo 1944 sarà deportato nel Reich destinato al campo di Mauthausen, matricola 57555. Trasferito a Ebensee, adibito al lavoro forzato per gli scavi di una galleria. Perde trenta chili, ma sopravvive: all'arrivo degli americani e la liberazione del campo[73] è allo stremo delle forze. Ricoverato e curato dalla Croce Rossa, dopo un periodo di convalescenza, torna in Italia, si sposerà nel 1955. Per il resto della sua vita è testimone instancabile della sofferenza della deportazione, raccontata anche nel libro di cui è autore: "Il Viaggio".[70][71] Muore il 20 luglio 2005.[74]
QUI ABITAVA CARLO INZOLI
NATO 1892 ARRESTATO 23.11.1944 DEPORTATO MORTO 20.2.1945 KAHLA
Inzoli, Carlo Carlo Inzoli (Cerro al Lambro, ??? 1892 - Kahla,[75] 20 febbraio 1945), marito di Velia e padre di quattro figli, operaio alla Pirelli Bicocca di Milano, sindacalista, antifascista. È prelevato dalle SS il 23 novembre 1944 nello stabilimento nel corso dello sciopero generale.[76]. Arrestato, detenuto a San Vittore nel braccio gestito dalle SS, quindi deportato nel Reich al campo di lavoro di Kahla[75], dove muore il 20 febbraio 1945.[77]
45°33′24.54″N 9°12′34.93″E45°33′24.54″N, 9°12′34.93″E (Pietra d'inciampo per Riviero (Oliviero) Limonta)
QUI ABITAVA «Oliviero» LIMONTA NATO 1923 ARRESTATO 13.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 24.8.1944 CASTELLO DI HARTHEIM
Limonta, Riviero (Oliviero) Riviero (Oliviero) Limonta (Barzago, 28 gennaio 1923 - Harteim, 24 agosto 1944), apprendista lattoniere alla Breda, per la partecipazione allo sciopero generale del marzo 1944 è arrestato a casa nella notte del il 14 marzo 1944, tradotto a San Vittore, quindi trasferito alla Caserma Umberto I°[7] di Bergamo ed infine deportato il 17 marzo 1944, col convoglio partito dal Binario 1 della stazione ferroviaria locale, a Mauthausen, matricola 58942, quindi trasferito al Castello di Hartheim dove è assassinato il 24 agosto 1944[78]
QUI ABITAVA ALDO BERETTA NATO 1924 ARRESTATO 22.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 21.4.1944 GUSEN
Beretta, Aldo Aldo Beretta (Vimercate, 29 maggio 1924 - Gusen, 21 aprile 1945), tornitore specializzato alla Ercole Marelli, accusato di aver partecipato allo sciopero generale del marzo 1944 sfugge ad una prima cattura il 28 marzo 1944, ma non all'arresto definitivo avvenuto in un locale pubblico il 22 ottobre 1944, tradotto a San Vittore, quindi al campo di Bolzano da dove è deportato, via Brennero, al campo di concentramento di Mauthausen, matricola 110107, quindi trasferito ad Auschwitz, nuovamente Mauthausen, infine al campo di Gusen dove muore il 21 aprile 1945.[78]
QUI ABITAVA ANTONIO FANZEL NATO 1908 ARRESTATO MARZO 1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 20.8.1944 GUSEN
Fanzel, Antonio Antonio Fanzel (Teglio Veneto, 2 dicembre 1908 - Gusen, 20 agosto 1944), residente a Cologno Monzese, lavora alla Falck Vittoria di Sesto San Giovanni. Antifascista, partigiano è arrestato il 27 marzo 1944 a causa della partecipazione allo sciopero generale di inizio mese. Portato a S. Vittore a Milano, poi trasferito alla caserma Umberto I°[7] di Bergamo dal cui Binario 1 cittadino è deportato nel Reich con uno dei tanti treni della morte partito il 5 aprile 1944 con destinazione Mauthausen, matricola 61630, trasferito in seguito al campo di Gusen dove muore il 20 agosto 1944. Ai familiari sono giunte alcune lettere scitte da Antonio in prigionia grazie a delle persone alle quali sono state consegnate per essere spedite. Le ultime sono state lanciate dai treni diretti ai campi di concentramento, raccolte da sconosciuti, che le hanno poi inviate ai destinatari.[79][80]
QUI ABITAVA MARCELLO PIANTA
NATO 1908 ARRESTATO 8.8.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 26.3.1945 MÜHLDORF
Pianta, Marcello Marcello Pianta (Corbetta, 1908 - Mühldorf am Inn, 26 marzo 1945), bracciante agricolo e partigiano, viene arrestato l'8 agosto del 1944 durante una visita medica all'ospedale di Magenta e deportato in un campo satellite di Dachau nella categoria "Schutz" con numero di matricola 113475. Muore assassinato il 26 marzo 1945 mentre si trova nel campo di concentramento di Mühldorf[81].
QUI ABITAVA MARIO GRASSI NATO 1924 ARRESTATO 16.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 30.4.1945
Grassi, Mario Mario Grassi (Cornaredo, 4 gennaio 1924 - Mauthausen, 30 aprile 1945), saldatore dipendente della Falck di Sesto San Giovanni è arrestato a Milano il 16 marzo 1944, deportato politico nel Reich destinato a Mauthausen dove giunge l'8 aprile 1944; matricola 61660, è assassinato il 30 aprile 1945.[82]
QUI ABITAVA ADOLFO BRIVIO NATO 1912 ARRESTATO MAR. 1943 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 31.10.1944 GUSEN
Brivio, Adolfo Adolfo Brivio (Cornaredo, 9 aprile 1912 - Gusen, 31 ottobre 1944), operaio, antifascista, arrestato a Cornaredo a seguito di una probabile delazione. Con uno dei tanti treni della morte partiti dal Binario 21 della stazione centrale di Milano è deportato nel Reich destinato a Mauthausen dove giunge l'8 aprile 1944, matricola 61583; trasferito a Gusen muore tra il 3 e il 31 ottobre 1944.[82]
QUI ABITAVA LUIGI SALMA NATO 1902 ARRESTATO 13.11.1943 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 18.6.1944
Salma, Luigi Luigi Salma (Corsico, ??? 1902 - Mauthausen, 18 giugno 1944), sposa Erminia, un figlio (in vita alla data di posa). Operaio alla cartiera Burgo, esponente di spicco della commissione interna, rispettato dai compagni di lavoro di cui perorava la causa con generosità e buon senso. Antifascista, è prelevato in casa dalle SS all'alba del 13 novembre 1943, alla presenza del piccolo figlio Alberto, assente la moglie, quella mattina di turno alla cartiera, che non lo vedrà mai più. Portato nel carcere di San Vittore a Milano, quindi, prigioniero politico è deportato nel Reich destinato a Mauthausen, matricola 57624. Muore il 18 giugno 1944..[83]
QUI È NATO E HA ABITATO BRUNO BERTELLI NATO 1914 ARRESTATO MARZO 1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 30.4.1945 EBENSEE
Bertelli, Bruno Bruno Bertelli (Gessate, 21 settembre 1914- Ebensee, 30 aprile 1945). Seppellito nella fossa comune del campo, nel luogo dove la vedova di Roberto Lepetit fece erigere un monumento a ricordo del marito e dei compagni di prigionia con lui lì sepolti.[84]
QUI ABITAVA GIOVANNI BRAMBILLA NATO 1915 INTERNATO SETT. 1943 STALAG IV B MAUTHAUSEN ASSASSINATO 13.1.1944 KÖNIGSWARTHA
Brambilla, Giovanni Giovanni Brambilla (Gessate, 12 marzo 1915- Königswartha, 1 gennaio 1944), caporal maggiore del 41° Reg. Fanteria. Fu sepolto nel cimitero di Königswartha.[84]
QUI ABITAVA MARCELLO CAVENAGHI NATO 1921 INTERNATO 9.8.1943 STALAG VICC ASSASSINATO 11.9.1944 FÜLLEN
Cavenaghi, Marcello Marcello Cavenaghi (Gessate, 22 luglio 1921- Fullen, 11 settembre 1944), appartenente al 41º fanteria è catturato sul fronte Croato immediatamente dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943; deportato nel Reich, matricola 41449, muore nel campo per malattia l'11 settembre 1944. Fu seppellito nel Cimitero militare italiano di Amburgo.[84]
Legnano
A Legnano sono presenti 12 pietre d'inciampo, posate tra il 2022 e il 2023. Il 5 gennaio 1944 le SS fanno irruzione nel piazzale della fabbrica "Franco Tosi" dove i dipendenti, operai e impiegati, proseguono gli scioperi per rivendicare miglior trattamento economico, allora limitato alla pura sopravvivenza e il porre fine alla guerra. Decine di dipendenti sono portati a San Vittore,[8] in seguito rilasciati tranne otto, deportati in seguito nel Reich. Paolo Cattaneo fu l’unico a sopravvivere al lager, ma si suicidò un paio d’anni dopo la fine della guerra.[85][86][87][88].
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
10 gennaio 2022
Piazza Monumento ingresso "Franco Tosi"
45°35′40.24″N 8°54′42.62″E45°35′40.24″N, 8°54′42.62″E (Pietra d'inciampo per i 7 operai della Franco Tosi)
QUI LAVORAVA PERICLE CIMA NATO 1899 ARRESTATO 5.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 11.4.1945 STEYR
Cima, Pericle Pericle Cima (???, 1899 - Steyr, 11 aprile 1945), ingegnere, dopo gli scioperi del marzo 1944 è tra gli otto dipendenti della Franco Tosi arrestati il 5 gennaio e incarcerati a San Vittore[8] prima, quindi Fossoli, a cui segue la deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen. Muore nel sottocampo di Steyr, l'11 aprile 1945.[86]
QUI LAVORAVA ALBERTO GIULIANI NATO 1910 ARRESTATO 5.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 6.2.1945
Giuliani, Alberto Alberto Giuliani (???, 1910 - Mathausenu, 6 febbraio 1945), in seguito agli scioperi del marzo 1944 è tra gli otto dipendenti della Franco Tosi arrestati il 5 gennaio e incarcerati a San Vittore[8] prima, quindi Fossoli, a cui segue la deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen, dove muore il 6 febbraio 1945.[86]
QUI LAVORAVA CARLO GRASSI NATO 1902 ARRESTATO 5.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 14.2.1945 GUSEN
Grassi, Carlo Carlo Grassi (???, 1902 - Gusen, 14 febbraio 1945), dopo gli scioperi del marzo 1944 è tra gli otto dipendenti della Franco Tosi arrestati il 5 gennaio e incarcerati a San Vittore[8] prima, quindi Fossoli, a cui segue la deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen. Muore nel sottocampo di Gusen il 14 febbraio 1945.[86]
QUI LAVORAVA FRANCESCO ORSINI NATO 1882 ARRESTATO 5.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 5.10.1944 SCHLOSS HARTHEIM
Orsini, Francesco Francesco Orsini (???, 1882 - Castello di Hartheim,[89] 5 ottobre 1944), a seguito degli scioperi del marzo 1944 è tra gli otto dipendenti della Franco Tosi arrestati il 5 gennaio e incarcerati a San Vittore[8] prima, quindi Fossoli, a cui segue la deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen. Muore al Castello di Hartheim,[89] il 5 ottobre 1944.[86]
QUI LAVORAVA ANGELO SANTAMBROGIO NATO 1913 ARRESTATO 5.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 19.9.1944 SCHLOSS HARTHEIM
Santambrogio, Angelo Angelo Santambrogio (??? 1913 - Castello di Hartheim,[89] 19 settembre 1944), dopo gli scioperi del marzo 1944 è tra gli otto dipendenti della Franco Tosi arrestati il 5 gennaio e incarcerati a San Vittore[8] prima, quindi Fossoli, a cui segue la deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen. Muore al Castello di Hartheim,[89] il 19 settembre 1944.[86]
QUI LAVORAVA ERNESTO VENEGONI NATO 1899 ARRESTATO 5.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 26.3.1944 LINZ III
Venegoni, Ernesto Ernesto Venegoni (???, 1899 - Linz,[90] 26 marzo 1944), a seguito degli scioperi del marzo 1944 è tra gli otto dipendenti della Franco Tosi arrestati il 5 gennaio e incarcerati a San Vittore[8] prima, quindi Fossoli, a cui segue la deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen. Muore nel sottocampo di Linz[90] il 26 marzo 1944.[86]
QUI LAVORAVA ANTONIO VITALI NATO 1899 ARRESTATO 5.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 9.3.1945 GUSEN
Vitali, Antonio Antonio Vitali (???, 1899 - Gusen, 9 marzo 1945), dopo gli scioperi del marzo 1944 è tra gli otto dipendenti della Franco Tosi arrestati il 5 gennaio e incarcerati a San Vittore[8] prima, quindi Fossoli, a cui segue la deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen. Muore nel sottocampo di Gusen il 9 marzo 1945.[86]
18 gennaio 2023
QUI LAVORAVA CARLO CIAPPARELLI NATO 1902 ARRESTATO 14.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 26.5.1945 GUSEN
Ciapparelli, Carlo Carlo Ciapparelli (Legnano, aprile 1902 - Gusen, 26 maggio 1945), antifascista, attivista socialista. Scampato alla prima deportazione del gennaio 1944 di cui furono vittime 8 operai della Franco Tosi, dopo gli scioperi del marzo 1944 proclamati dal CLN Alta Italia, in seguito ad una delazione, è individuato e arrestato il 14 marzo 1944. Non sfugge alla tragica sequenza della deportazione: prima il carcere di San Vittore[8] a Milano, quindi Fossoli per la deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen, infine Gusen dove muore il 26 maggio 1945, ventun giorni dopo la liberazione del campo.[87]
17 aprile 2023
Via Gaeta, 9 davanti alla lapide
45°35′38.13″N 8°54′36.33″E45°35′38.13″N, 8°54′36.33″E (Pietra d'inciampo per Giuseppe Ciampini e Giannino De Tomasi)
QUI LAVORAVA GIUSEPPE CIAMPINI NATO 1892 ARRESTATO 18.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 25.3.1945
Ciampini, Giuseppe Giuseppe Ciampini (??? 1892 - Mathausenu, 25 marzo 1945), padre di 10 figli, tornitore della Ercole Comerio. Per la partecipazione agli scioperi del marzo 1944 è arrestato il 18 marzo e deportato nel Reich destinato a Mathausenu dove muore il 25 marzo 1945.[87]
QUI LAVORAVA GIANNINO DE TOMASI NATO 1912 ARRESTATO 18.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 17.3.1945
De Tomasi, Giovanni "Giannino" Giovanni "Giannino" De Tomasi (??? 1912 - Mathausenu, 17 marzo 1945), fresatore della Ercole Comerio. Per la partecipazione agli scioperi del marzo 1944 è arrestato e deportato nel Reich destinato a Mathausenu dove muore il 17 marzo 1945.[87]
Via XX Settembre, 32 davanti alla lapide
45°35′18.93″N 8°54′28.33″E45°35′18.93″N, 8°54′28.33″E (Pietra d'inciampo per Rino Cassani e Mario Pomini)
QUI LAVORAVA RINO CASSANI NATO 1912 ARRESTATO 17.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 26.4.1945 GUSEN
QUI ABITAVA DOMENICO DOSSI NATO 1909 ARRESTATO 23.11.1944 DEPORTATO KAHLA ASSASSINATO 15.2.1945
Dossi, Domenico Virgilio Domenico Virgilio Dossi (Melzo, 17 febbraio 1909 - Kahla,[91] 15 febbraio 1945) capo squadra presso la Pirelli, per la sua partecipazione agli scioperi è arrestato in fabbrica il 23 novembre 1944 e detenuto a San Vittore[92], prima della deportazione nel Reich, internato nel campo di Kahla,[91] dove muore il 15 febbraio 1945.[93]
A Milano sono presenti 212 pietre d'inciampo. La prima pietra d'inciampo venne collocata a Milano il 19 gennaio 2017 e fu dedicata ad Alberto Segre, padre di Liliana Segre.
Rho
A Rho sono presenti 9 pietre d'inciampo: le prime 7 sono state posizionate nel gennaio 2021[94], le ultime 2 nel gennaio 2022[95]
QUI ABITAVA GAETANO BELLINZONI NATO 1901 ARRESTATO 29.5.1944 DEPORTATO FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 23.12.1944
Bellinzoni, Gaetano Gaetano Bellinzoni (Milano, 31 ottobre 1901 - Flossenbürg, 23 dicembre 1944), dopo l'arresto nel maggio 1944, è carcerato a San Vittore,[8] quindi Bolzano da cui il 5 settembre col trasporto 81, di cui faceva parte anche il concittadino Pietro Meloni, è deportato nel Reich con destinazione Flossenbürg, dove è assassinato il 23 dicembre 1944.[96][97]
QUI ABITAVA PIETRO MELONI NATO 1906 ARRESTATO 22.7.1944 DEPORTATO 1944 FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 7.1.1945 HERSBRUCK
Meloni, Pietro Pietro Meloni (Sassari, 11 ottobre 1906 - Hersbruck[98], 7 gennaio 1945), dopo l'arresto nel luglio 1944, è carcerato a San Vittore,[8] quindi Bolzano da cui il 5 settembre col trasporto 81, di cui faceva parte anche il concittadino Gaetano Bellinzoni, è deportato nel Reich con destinazione Flossenbürg, quindi trasferito al sottocampo di Hersbruck[98] dove è assassinato il 7 gennaio 1945.[96][97]
QUI ABITAVA GIUSEPPE CECCHETTI NATO 1921 DEPORTATO 1943 STALAG XX-A TORUŃ STALAG VIII-B HINDENBURG ASSASSINATO 6.3.1944
Cecchetti, Giuseppe Giuseppe Cecchetti (??? 1921 - ???, 6 marzo 1944), deportato nello Stalag XX-A,[99] quindi Stalag VIII-B[100], infine Hindenburg[101], dove è assassinato il 6 marzo 1944.
QUI ABITAVA MARIO DRAGONI NATO 1922 ARRESTATO DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 14.4.1945 GUSEN
Dragoni, Mario Mario Dragoni (San Giuliano Milanese, agosto 1922 - Gusen, 14 aprile 1945) antifascista, di professione meccanico, è arrestato sul luogo di lavoro per la sua attività antiregime. Internato prima a Fossoli quindi deportato nel Reich destinato a Mauthausen trasferito in seguito a Gusen, dove muore il 14 aprile 1945.[103]
A Sesto San Giovanni sono state posate 11 pietre d'inciampo il 16 gennaio 2023, 17 nel 2024.[106][107][108]La restituzione di un'identità ai deportati politici sestesi, saranno 553, è opera meritoria di Giuseppe "Peppino" Valota, figlio di uno dei deportati, autore delle due pubblicazioni citate.[109][110]
QUI ABITAVA STEFANO BELLI NATO 1911 ARRESTATO 28.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 5.5.1945 GUSEN
Belli, Stefano Stefano Belli (Monza, 6 gennaio 1911 - Gusen, 5 maggio 1945), aggiustatore meccanico presso il reparto bulloneria dell'azienda siderurgica Falck di Sesto San Giovanni. Riconosciuto partecipante agli scioperi operai del marzo 1944 è arrestato, a casa, nella notte del 28 marzo 1943 dai fascisti e incarcerato a San Vittore. Deportato politico nel Reich internato a Mauthausen col numero di matricola 61556, quindi a Gusen dove muore il 5 maggio 1945.[110]
QUI ABITAVA ANGELO BIFFI NATO 1909 ARRESTATO 28.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 15.4.1945 GUSEN
Biffi, Angelo Angelo Biffi (Villa d'Adda, 11 giugno 1909, - Gusen, 15 aprile 1945), tornitore presso la Falck. Per la sua partecipazione agli scioperi operai del marzo 1944, è prelevato in casa, di notte, dai fascisti, rinchiuso nel carcere di San Vittore, poi alla Caserma Umberto I[112] di Bergamo, da dove sarà poi deportato come detenuto politico, con uno dei tanti treni della morte in partenza dal binario 1[113] della stazione ferroviaria orobica, nel Reich, internato nei campi di lavoro e di sterminio: prima Mauthausen con immatricolazione 61566, infine Gusen dove si spegne a pochi giorni dalla liberazione del campo.[110]
QUI ABITAVA GIUSEPPE VALENARI NATO 1897 ARRESTATO 14.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 15.11.1944 GUSEN
Valenari, Giuseppe Giuseppe Valenari (Cologna Veneta, 26 agosto 1897 - Gusen, 15 novembre 1944), gruista presso le officine Breda, in seguito alla partecipazione agli scioperi operai del marzo 1944, viene arrestato a casa, nella notte, incarcerato a San Vittore, portato alla Caserma Umberto I[112] di Bergamo quindi internato come detenuto politico nel campo di Gusen. Dalla Caserma Umberto I riuscirà a far trapelare alcuni biglietti alla famiglia.[110]
QUI ABITAVA GUIDO VALOTA NATO 1905 ARRESTATO 14.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 5.4.1945 STEYR
Valota, Guido Guido Valota (Bariano, 3 dicembre 1905 - Steyr, 5 aprile 1945), attrezzista meccanico presso le officine meccaniche Breda, appassionato dilettante autoditatta violinista, in seguito agli scioperi operai del marzo 1944 è prelevato di notte da casa e tradotto a San Vittore, quindi come i tanti compagni e colleghi, alla Caserma Umberto I[112] di Bergamo, da dove riesce a far uscire una lettera per la moglie, quindi con uno dei treni della morte in partenza dal Binario 1[113] della città, deportato politico nel Reich, internato Mauthausen quindi Gusen. Muore durante una delle cosiddette "marce della morte". Bruciato nel forno crematorio di Steyr. Papà dell'autore del libro citato.[110]
QUI ABITAVA GIUSEPPE MERATI NATO 1885 ARRESTATO 4.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 16.12.1944 HARTHEIM
Merati, Giuseppe Giuseppe Merati (Sesto San Giovanni, 27 maggio 1885 - Hartheim, 16 dicembre 1944), pensionato, custode di un deposito di biciclette, arrestato in casa, di sera, tradotto a San Vittore quindi nel campo di concentramento e transito di Fossoli e poi Bolzano, infine internato ad Hartheim dove muore il 16 dicembre 1944. Padre di Ettore.[110]
QUI ABITAVA ETTORE MERATI NATO 1912 ARRESTATO 4.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 22.4.1945 GUSEN
QUI ABITAVA NATALE CANDUCCI NATO 1897 ARRESTATO 6.12.1943 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 8 10.194A
Canduccci, Natale Natale Canduccci (Cesena, 25 dicembre 1897 - Wien-Floridsdorf[114] 8 ottobre 1944), antifascista, attivista del PCd'I nel 1935 a seguito delle angherie delle camicie nere si trasferisce, con moglie e le tre figlie piccole, nell'hinterland milanese, trovando lavoro presso la Falck Concordia di Sesto San Giovanni. Attivo nella "184ª Brigata Sap Luciano Migliorini” è arrestato in fabbrica il 6 dicembre 1943 e carcerato prima a Monza quindi San Vittore[8], fino al 4 marzo, quando dal Binario 21 di Milano è deportato nel Reich, a Mauthausen prima quindi Florisdorf[114] dove muore l'8 ottobre 1944.[115]
QUI ABITAVA RAFFAELE CARDELLINI NATO 1898 ARRESTATO 4.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 15.11.1944 GUSEN
Cardellini, Raffaele Raffaele Cardellini (Offagna, 30 aprile 1898 - Gusen, 15 novembre 1944), trasferitosi a Sesto San Giovanni trova lavoro come meccanico presso la Falck Concordia. Per la sua partecipazione allo sciopero generale dei giorni precedenti è arrestato fuori da un esercizio commerciale il 4 marzo 1944. Trasferito a San Vittore[8], è deportato nel Reich il 13 aprile, con destinazione Mauthausen, matricola 63705, quindi Gusen, dove muore il 15 novembre 1944.[110]
QUI ABITAVA ANGELO VILLA NATO 1913 ARRESTATO 13.10.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 17.5.1945
Villa, Angelo Angelo Villa (Sesto San Giovanni, 6 febbraio 1913 - Mauthausen, 17 maggio 1945), partigiano, lattoniere presso la Breda, è commissario politico di distaccamento della "55ª Brigata Garibaldi Rosselli". L'8 ottobre del 1944 è ferito durante un combattimento a Introbio, curato dai vallligiani, in seguito a delazione è arrestato a Barzio il 13 ottobre. Dal carcere di Monza è a San Vittore[8] il 17 novembre, quindi Bolzano da dove è deportato il 1 gennaio 1945 per Mauthausen giungendovi l'11 gennaio. Trasferito subito a Gusen, poi nuovamente Mauthausen dove muore il 17 maggio 1945.[110]
QUI ABITAVA ALESSANDRO DONADONI NATO 1913 ARRESTATO 14.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 7.7.1944 GUSEN
Donadoni, Alessandro Alessandro Donadoni (Sesto San Giovanni, 18 febbraio 1913 - Gusen, 7 luglio 1944), operaio alla Breda, accusato di aver partecipato allo sciopero generale dei giorni precedenti, è arrestato in casa di notte il 14 marzo 1944. Al carcere di Monza segue quello di San Vittore[8], quindi il transito dalla Caserma Umberto I°[112] di Bergamo da dove, il 5 aprile è deportato nel Reich col convoglio partito dal Binario 1 cittadino destinato a Mauthausen. Segue l'internamento al sottocampo di Gusen, dove muore il 7 luglio 1944.[110]
QUI ABITAVA ALDO GUERRA NATO 1912 ARRESTATO 1.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 22.3.1945 GUSEN
Guerra, Aldo Aldo Guerra (Amriswil, 10 settembre 1912 - Gusen, 22 marzo 1945), ragioniere alla Bianchi, è arrestato davanti alla fabbrica il 1 marzo 1944 e detenuto a San Vittore[8], trasferito a Fossoli, dal quale il 5 aprile 1944 è deportato a Mauthausen, matricola 61664. Infine è trasferito a Gusen, dove muore il 22 marzo 1945.[110]
QUI ABITAVA FRANCESCO ARRICIATI NATO 1913 ARRESTATO 14.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 25.7.1944 LINZ
Arriciati, Francesco Francesco Arriciati (Bressana Bottarone, 21 novembre 1911 - Linz, 25 luglio 1944), occupato presso la Breda di Sesto San Giovanni è arrestato il 14 marzo 1944 a casa, di notte, a causa della partecipazione allo sciopero generale dei giorni precedenti. Da San Vittore[8], immediatamente trasferito alla Caserma Umberto I°[112] di Bergamo da dove, il 17 marzo è deportato nel Reich col convoglio partito dal Binario 1 cittadino e destinato a Mauthausen, matricola 58675. Muore al sottocampo di Linz il 25 luglio 1944.[110]
QUI ABITAVA CELESTE BOLOGNESI NATO 1884 ARRESTATO 14.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 16.5.1944
Bolognesi, Celeste Celeste Bolognesi (Montanaso Lombardo, 9 luglio 1884 - Mauthausen, 16.5.1944), occupato presso la Breda di Sesto San Giovanni è arrestato al posto del figlio Alfredo. Dopo il transito da San Vittore prima, Caserma Umberto I°[112] di Bergamo poi, il 17 marzo è sul convoglio con destinazione Mauthausen, dove muore il 16 maggio 1944.[110]
QUI ABITAVA ALBERTO BUOSO NATO 1895 ARRESTATO 28.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 1.4.1945 AUSCHWITZ
Buoso, Alberto Alberto Buoso (Fratta Polesine, 17 settembre 1895 - Auschwitz, 1 aprile 1945), muratore, occupato presso la Falck di Sesto San Giovanni è arrestato il 28 marzo 1944 a casa, di notte, a causa della partecipazione allo sciopero generale dei giorni precedenti. Da San Vittore[8], immediatamente trasferito alla Caserma Umberto I°[112] di Bergamo da dove, il 5 aprile è deportato nel Reich col convoglio partito dal Binario 1 cittadino e destinato a Mauthausen, matricola 61585. Il 1º dicembre 1944 risulta la sua presenza ad Auschwitz, dove muore il 1º aprile 1945.[110]
QUI ABITAVA PRIMO BULGARELLI NATO 1900 ARRESTATO 1.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 22.4.1945 GUSEN
Bulgarelli, Primo Primo Bulgarelli (Pegognaga, 16 marzo 1900 - Gusen, 22.4.1945), falegname modellista presso la Breda di Sesto San Giovanni è arrestato il 1º marzo 1944, a casa, di notte. Dopo il transito da San Vittore prima, è a Fossoli a cui segue, l'8 marzo, la deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen, quindi Gusen, dove muore il 22 aprile 1945.[110]
QUI ABITAVA LUCIANO MORGANTI NATO 1897 ARRESTATO 3.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 15.11.1944 EBENSEE>
Morganti, Luciano Luciano Morganti (Villadossola, 17 luglio 1897 - Ebensee, 15 novembre 1944), antifascista, operaio presso la Breda di Sesto San Giovanni, con la moglie gestisce anche un locale pubblico che è base per gli antifascisti clandestini e per tale ragione subisce numerose e ripetute disposizioni di chiusura e nel locale subisce l'arresto il 3 marzo 1944. Il giorno successivo, dal carcere di San Vittore è immediatamente deportato a Mauthausen, immatricolato 57602, quindi trasferito a Ebensee dove è assassinato il 15 novembre 1944.[110]
QUI ABITAVA LUIGI TANSINI NATO 1888 ARRESTATO 13.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 28.12.1944 GUSEN
Tansini, Lugi Lugi Tansini (Paderno Cremonese, 17 novembre 1888 - Gusen, 28 dicembre 1944), noto anarchico, capo squadra elettricisti alla Breda, di Sesto San Giovanni. Il suo attivismo politico, l'opposizione manifesta al regime gli causano tre anni di confino politico e continua sorveglianza fino all'arresto del marzo 1944, conseguenza dello sciopero generale dei giorni precedenti. Da San Vittore a Fossoli fino al 27 aprile, è a Bolzano, quindi deportato nel Reich con destinazione Mauthausen, infine trasferito a Gusen, dove muore il 28 dicembre 1944.[110]
QUI ABITAVA ANGELO BARBIERI NATO 1907 ARRESTATO 14.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 7.3.1945 GUSEN
Barbieri, Angelo Angelo Barbieri (Borgo San Giovanni, 6 settembre 1907 - Gusen, 7 marzo 1945), attivista comunista, condannato nel 1931 a 5 anni di reclusione, liberato per amnistia nel '32, sorvegliato dalla polizia fino all'arresto del marzo '43 per la partecipazione allo sciopero generale dei giorni precedenti alla Breda, di Sesto San Giovanni dov'era occupato come fresatore. Dal carcere di San Vittore è trasferito alla Caserma Umberto I°[112] di Bergamo da dove, il 17 marzo 1944 è deportato nel Reich col convoglio partito dal Binario 1 cittadino e destinato a Mauthausen, matricola 58691. Muore al campo di Gusen il 7 marzo 1945.[110]
QUI ABITAVA MARIO PIRACCINI NATO 1903 ARRESTATO 6.12.1943 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 26.11.1944 GUSEN
Piraccini, Mario Mario Piraccini (Cesena, 5 dicembre 1903 - Gusen, 26 novembre 1944), socialista, trasferitosi a Milano è assunto alla Falck come segretario del direttore dello stabilimento. All'interno della fabbrica organizza l’invio in montagna dei renitenti alla leva. Una delazione ne causa l'arresto, unitamente a Natale Canducci, il 6 dicembre 1944, nella Direzione, ad opera dell'OVRA, la Polizia politica fascista, accompagnata dalle SS. Al carcere allestito nella Villa Reale di Monza seguono 6 mesi di reclusione a San Vittore, dove le testimonianze ci parlano della solidarietà e aiuto morale che dava a chiunque. Il 9 giugno è trasferito a Fossoli quindi Bolzano, prima della deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen, matricola 82475 ed infine trasferito a Gusen, dove muore il 26 novembre 1944 di setticemia per una ferita al braccio.[115]
QUI ABITAVA ELISEO PICARDI NATO 1920 ARRESTATO 16.11.1943 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 29.3.1945 EBENSEE
Picardi, Eliseo Eliseo Picardi (San Giovanni Valdarno, 8 agosto 1920 - Ebensee, 29 marzo 1945), patriota, operaio alla Falck di Sesto San Giovanni è arrestato il 16 novembre 1943 a Bratto, insieme al fratello Licinio, per attività politica clandestina. Recluso a Clusone, poi Monza, San Vittore, prima della deportazione, il 4 marzo 1944 per il Reich con destinazione Mauthausen, matricola 57614. Muore al campo di Ebensee il 29 marzo 1945.[110]
QUI ABITAVA SEVERINO SINGIA NATO 1917 ARRESTATO 7.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 19.1.1945 GUSEN
Singia, Severino Severino Singia (Villa Cogozzo, 21 novembre 1917 - Gusen, 19 gennaio 1945), operaio presso la Breda di Sesto San Giovanni è arrestato IL 7 marzo 1944, in strada. Dopo il transito da San Vittore, Fossoli, quindi Bolzano, il 4 agosto 1944 è deportato a Mauthausen, poi trasferito a Gusen dove muore il 19 gennaio 1945.[110]
QUI ABITAVA MICHELE LEVRINO NATO 1880 ARRESTATO 5.3.1944 INTERNATO FOSSOLI ASSASSINATO 12.7.1944 CIBENO DI CARPI
Levrino, MicheleMichele Levrino (Cumiana, 8 settembre 1880 - Poligono di tiro di Cibeno, Carpi, 12 luglio 1944), originario del torinese, sposato con due figli. Durante la prima guerra mondiale è arrestato, perché attivista socialista, e inviato al fronte da dove torna ferito. Nel 1919 si trasferisce a Sesto San Giovanni per lavorare come manovale alla Breda. In conseguenza della sua partecipazione agli scioperi del 1944 è arrestato per attività antifasciste nella propria abitazione il 5 marzo 1944 e portato a San Vittore, quindiil 27 aprile, venne trasferito a Fossoli dove, il 12 luglio dello stesso anno è fucilato nel tragico eccidio di Cibeno.
Un'ultima sua lettera, scritta a Fossoli, di cui non si conosce la data, è pubblicata nella raccolta Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza Italiana. . Oltre alla pietra d'inciampo, Il comune di Sesto San Giovanni gli ha dedicato un largo e un'epigrafe.[116][117]
QUI ABITAVA FELICE LACERRA NATO 1927 ARRESTATO 11.2.1944 INTERNATO FOSSOLI ASSASSINATO 12.7.1944 CIBENO DI CARPI
Lacerra, FeliceFelice Lacerra (Sesto San Giovanni, 22 agosto 1927 - Poligono di tiro di Cibeno, Carpi, 12 luglio 1944), partigiano, nel 1941, a 14 anni, è apprendista alla Breda, dove entra in contatto con gli antifascisti dei GAP. Infiltrato nel PNF fornisce informazioni utili alla Resistenza e partecipa ad un'azione in cui muoino quattro fascisti. Arrestato sul luogo di lavoro, rinchiuso, seviziato e torturato nel carcere di Monza prima del trasferimento a San Vittore e successivamente a Fossoli dove, il 12 luglio dello stesso anno è fucilato, il più giovane delle vittime, nel tragico eccidio di Cibeno.[110]
QUI ABITAVA GUIDO PERCALI NATO 1893 ARRESTATO 11.2.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 20.4.1944 EBENSEE
Percali, Guido Guido Percali (??? 1893- Ebensee, 20 aprile 1944), impiegato alle Poste di Settala, antifascista, partigiano, a seguito della sua partecipazione alla Resistenza è arrestato nel febbraio del 1944, deportato nel Reich con destino Mauthausen quindi trasferito al campo di Ebensee dove muore solo quaranta giorni dopo il suo arresto, è il 20 aprile 1944.[118]
Nella provincia di Pavia sono censite 48 pietre d'inciampo. La prima pietra d'inciampo venne collocata il 14 gennaio 2018 a Varzi.
Provincia di Varese
In provincia di Varese sono state posate 44 pietre d'inciampo tra il 2017 e 2024.[119]
Busto Arsizio
A Busto Arsizio sono posate sei pietre d'inciampo in memoria dei sei operai, componenti della commissione interna dell' "Ercole Comerio", deportati nel Reich il 10 gennaio 1944.[120]
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
5 maggio 2023
Via Magenta,6 ingresso Parco Comerio
45°36′33.42″N 8°50′44.33″E45°36′33.42″N, 8°50′44.33″E (Pietre d'inciampo per i 6 deportati della Comerio Ercole)
QUI LAVORAVA VITTORIO ARCONTI NATO 1901 ARRESTATO 10.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 29.11.1944 HARTHEIM
Arconti, Vittorio Vittorio Arconti, partigiano, (Lonate Pozzolo, 22 aprile 1901 - Hartheim, 29 novembre 1944), iscritto al PCd'I dal 1922. Antifascista, dal 1927 è al confino per due anni a Ponza. Trova lavoro presso la "Ercole Comerio" di Busto Arsizio. Oggetto di stretta sorveglianza del regime, dopo l'8 settembre 1943, la fede comunista, l'attività sindacale, la partecipazione agli scioperi operai, sono a motivo del suo arresto, insieme agli altri cinque compagni della commissione interna della "Comerio", il 10 gennaio 1944 e della successiva deportazione nel Reich al campo di Mauthausen, matricola 56901, trasferito a Gusen, infine al castello di Hartheim dove muore il 29 novembre 1944. Una pietra d'inciampo a suo nome è posata anche a Gallarate dove abitò.[120][121]
QUI LAVORAVA ARTURO CUCCHETTI NATO 1901 ARRESTATO 10.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 25.4.1944 GUSEN
Cucchetti, Arturo Arturo Cucchetti, (???, 1901 - Gusen, 25 aprile 1944), partigiano, tornitore alla "Ercole Comerio" di Busto Arsizio, componente della commissione interna e come per i compagni, l'attività sindacale, la partecipazione agli scioperi operai, sono a motivo del suo arresto il 10 gennaio 1944 e della successiva deportazione nel Reich al campo di Mauthausen, trasferito a Gusen muore al campo il 25 aprile 1944.[120]
QUI LAVORAVA AMBROGIO GALLAZZI NATO 1910 ARRESTATO 10.1.1944 DEPORTATO GUSEN ASSASSINATO 20.4.1944 MAUTHAUSEN
Gallazzi, Ambrogio Ambrogio Gallazzi, (???, 1910 - Mauthausen, 20 aprile 1945), partigiano, operaio alla "Ercole Comerio" di Busto Arsizio, componente della commissione interna e come per i compagni, l'attività sindacale, la partecipazione agli scioperi operai, sono a motivo del suo arresto il 10 gennaio 1944 e della successiva deportazione nel Reich al campo di Mauthausen, trasferito a Gusen di nuovo a Mauthausen, muore al campo il 20 aprile 1944.[120]
QUI LAVORAVA ALVISE MAZZON NATO 1907 ARRESTATO 10.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN LIBERATO GUSEN
Mazzon, Alvise Alvise Mazzon (???, 1907 – ???, ???), partigiano, operaio alla "Ercole Comerio" di Busto Arsizio, componente della commissione interna e come per i compagni, l'attività sindacale, la partecipazione agli scioperi operai, sono a motivo del suo arresto il 10 gennaio 1944 e della successiva deportazione nel Reich al campo di Mauthausen, trasferito a Gusen, liberato.[120]
QUI LAVORAVA GIACOMO BIANCINI NATO 1923 ARRESTATO 10.1.1944 DEPORTATO EBENSEE-MAUTHAUSEN LIBERATO
Biancini, Giacomo Giacomo Biancini (???, 1923 – ???, ???), partigiano, operaio alla "Ercole Comerio" di Busto Arsizio, componente della commissione interna e come per i compagni, l'attività sindacale, la partecipazione agli scioperi operai, sono a motivo del suo arresto il 10 gennaio 1944 e della successiva deportazione nel Reich al campo di Mauthausen, trasferito a Ebensee, liberato.[120]
QUI LAVORAVA GUGLIELMO TOIA NATO 1914 ARRESTATO 10.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN LIBERATO GUSEN
Toia, Gugliemo Gugliemo Toia (???, 1914 - ???, ???), partigiano, operaio alla "Ercole Comerio" di Busto Arsizio, componente della commissione interna e come per i compagni, l'attività sindacale, la partecipazione agli scioperi operai, sono a motivo del suo arresto il 10 gennaio 1944 e della successiva deportazione nel Reich al campo di Mauthausen, trasferito a Gusen, liberato.[120]
QUI ABITAVA DANTE MANDELLI NATO 1897 DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 2.1.1945 GUSEN
Mandelli, Dante Dante Mandelli (Cunardo, 18 settembre 1897 - Gusen, 2 gennaio 1945), partigiano, sindacalista deportato nel Reich con destinazione Mauthausen dove giunge il 7 agosto 1944, matricola 82411, classificato "Schutz"[59]. Trasferito a Gusen muore il 2 gennaio 1945.[122]
QUI ABITAVA GIUSEPPE ALFREDO DAMIA NATO 1923 ARRESTATO 8.3.1944 DEPORTATO BRESALU ASSASSINATO 31.1.1945
Damia, Giuseppe Alfredo Giuseppe Alfredo Damia (Duno, 1923 - Bresalu, 31 gennaio 1945)
Fagnano Olona
A Fagnano Olona sono presenti quattro pietre d'inciampo posate il 2 giugno 2021.[123]
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
2 giugno 2021
Piazza Alfredo Di Dio, 12 aiuola fronte scuola
45°40′11.17″N 8°52′10.77″E45°40′11.17″N, 8°52′10.77″E (Pietre d'inciampo per Annibale Castiglioni, Franco Cagnola, Piero Ferioli e Ugo Lomazzi)
A FAGNANO OLONA ABITAVA ANNIBALE CASTIGLIONI NATO 1912 ARRESTATO 2.11.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 25.1.1945
Castiglioni, Annibale Annibale Castiglioni (Fagnano Olona, 11 agosto 1912 - Dachau, 25 gennaio 1945)
A FAGNANO OLONA ABITAVA FRANCO CAGNOLA NATO 1918 ARRESTATO 4.11.1944 DEPORTATO DACHAU LIBERATO
Cagnola, Franco Franco Cagnola (Fagnano Olona, 4 maggio 1918 - ???, ???), arrestato a Fagnano Olona è deportato nel Reich destinato a Dachau dove giunge il 9 ottobre 1944, matricola 113252, classificato "Schutz",[59] in seguito trasferito a Bad-Gandersheim[124] dove giunge il 18 novembre 1944. Liberato.[122]
A FAGNANO OLONA ABITAVA PIERO FERIOLI NATO 1922 ARRESTATO 1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 20.4.1945
A FAGNANO OLONA ABITAVA UGO LOMAZZI NATO 1923 ARRESTATO 4.11.1944 DEPORTATO DACHAU LIBERATO
Lomazzi, Ugo Ugo Lomazzi (Fagnano Olona, 17 novembre 1923 - ???, ???), è deportato nel Reich destinato a Dachau dove giunge il 9 ottobre 1944, matricola 113370, classificato "Schutz",[59] in seguito trasferito a Bad-Gandersheim[124], dove giunge il 18 novembre 1944. Liberato.[122]
QUI ABITAVA VITTORIO ARCONTI NATO 1901 ARRESTATO 10.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 29.11.1944 SCHLOSS HARTHEIM
Arconti, Vittorio Vittorio Arconti (Lonate Pozzolo, 22 aprile 1901 - Hartheim, 29 novembre 1944), iscritto al PCd'I dal 1922. Antifascista, dal 1927 è al confino per due anni a Ponza. Trova lavoro presso la "Ercole Comerio" di Busto Arsizio. Oggetto di stretta sorveglianza del regime, dopo l'8 settembre 1943, la fede comunista, l'attività sindacale, la partecipazione agli scioperi operai sono a motivo del suo arresto il 10 gennaio 1944 e della successiva deportazione nel Reich al campo di Mauthausen, matricola 56901, trasferito a Gusen, infine al castello di Hartheim dove muore il 29 novembre 1944. Una Pietra a suo nome è posata anche a Busto Arsizio.[125]
28 maggio 2022
Via Palestro angolo Via del Popolo
45°39′33″N 8°47′14.8″E45°39′33″N, 8°47′14.8″E (Pietra d'inciampo per Clara Pirani Cardosi)
QUI ABITAVA CLARA PIRANI CARDOSI NATA 1899 ARRESTATA 12.5.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 6.8.1944
Pirani Cardosi, Clara Clara Pirani Cardosi (Milano, 23 giugno 1899 - Auschwitz, 6 agosto 1944), figlia di Achille e Elda Pisa, maestra elementare coniugata con Francesco Cardosi, avranno tre figlie. Arrestata a Gallarate il 12 maggio 1944 è detenuta prima nel carcere di Varese poi trasferita al campo di Fossoli, successivamente deportata nel Reich col convoglio n° 14 il 2 agosto 1944 destinazione Auschwitz dove è assassinata l'6 agosto 1944. Ad un mese dalla posa, la pietra sarà oggetto di vandalismo ed imbrattata.[126][127]
Induno Olona
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
9 aprile 2022
Via Gian Pietro Porro, 32 marciapiede adiacente Ufficio Postale
45°51′02″N 8°50′19.57″E45°51′02″N, 8°50′19.57″E (Pietre d'inciampo per Emilio Comi e Giuseppe Sulmincio)
QUI ABITAVA EMILIO COMI NATO 1902 ARRESTATO 14.11.1943 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 3.1.1945 GUSEN
Comi, Emilio Emilio Comi (Induno Olona, 22 maggio 1902 - Gusen, 3 gennaio 1945), partigiano, attivo nel"Gruppo Cinque Giornate" del colonnello Carlo Croce, è arrestato a Induno Olona e deportato nel Reich destinato a Mauthausen, dove giunge tra il 24 e il 27 giugno 1944, matricola 76301, classificato "Schutz"[59]. Trasferito a Gusen, muore il3 gennaio 1945.[122][128]
QUI ABITAVA GIUSEPPE SULMINCIO NATO 1910 ARRESTATO 14.11.1943 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 6.4.1945 WIEN-FLORIDSDORF
Sulmincio, Giuseppe Giuseppe Sulmincio (Induno Olona, 18 aprile 1910 - Wien-Florisdorf,[114] 6 aprile 1945), partigiano, attivo nel"Gruppo Cinque Giornate" del colonnello Carlo Croce. Deportato nel Reich con destinazione Mauthausen, giungendovi tra il 24 e il 27 giugno 1944, matricola 76590, classificato "Schutz"[59]. In seguito trasferito a Wien-Floridsdorf[114], dove muore il 6 aprile 1945.
[122][128]
Lonate Pozzolo
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
17 marzo 2024
Piazza Don Mario Manfrin piazza della chiesa vecchia S.Antonino
A LONATE POZZOLO ABITAVA ANNUNCIATO CRIVELLI NATO 1924 ARRESTATO 1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 3.3.1945
Crivelli, Annunciato Annunciato Crivelli (Lonate Pozzolo, 17 marzo 1924 - Mauthausen, 3 marzo 1945), partigiano, arrestato sui monti intorno a Domodossola, è trasferito alla caserma Umberto I°[7] di Bergamo prima della deportazione, il giorno del suo ventesimo compleanno, a Mauthausen, dove è assassinato il 3 marzo 1945.[129]
Luino
A Luino sono presenti cinque pietre d'inciampo posate il 28 aprile 2022.[130]
QUI ABITAVA GUGLIELMO SATRIANI NATO 1908 ARRESTATO 10.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 24.11.1944 GUSEN
Satriani, Guglielmo Guglielmo Satriani (Briatico, 17 aprile 1908 - Gusen, 24 novembre 1944), partigiano, vice Brigadiere di Polizia. Collabora con la Resistenza, in particolare offre protezione all'attività di un agente inglese del SOE, il servizio segreto inglese, che operava da un'abitazione di Luino. Tradito da un delatore, il vice Brigadiere è arrestato, incarcerato, quindi deportato nel Reich come detenuto politico e destinato a Mauthausen dove giunge il 7 agosto 1944, matricola 82517. Infine trasferito a Gusen dove muore il 24 novembre 1944.[131]
Corso XXV aprile, 19
45°59′59.39″N 8°44′36.76″E45°59′59.39″N, 8°44′36.76″E (Pietre d'inciampo per Orlando Vischi e Bruno Balzarini)
QUI ABITAVA ORLANDO VISCHI NATO 1914 ARRESTATO 11.2.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 10.3.1945 GUSEN
Vischi, Orlando Orlando Vischi (???, 1914 – Gusen, 10 marzo 1945), partigiano, attivo nel"Gruppo Cinque Giornate" del colonnello Carlo Croce.
QUI ABITAVA BRUNO BALZARINI NATO 1901 ARRESTATO 12.1.1944 INTERNATO FOSSOLI ASSASSINATO 12.7.1944 CARPI (MO)
Balzarini, Bruno Bruno Balzarini (Vergiate, 10 giugno 1901 - Poligono di tiro di Cibeno, Carpi, 12 luglio 1944), partigiano, partigiano, attivo nel"Gruppo Cinque Giornate" del colonnello Carlo Croce, è uno dei 67 prigionieri del campo di Fossoli fucilati al poligono di tiro di Cibeno nella Strage di Fossoli del 12 luglio 1944.
QUI ABITAVA AURELIO MORO NATO 1905 ARRESTATO 28.2.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 24.4.1945 GUSEN
Moro, Aurelio Aurelio Moro (???, 1927 - Gusen, 24 aprile 1945), "barcaiolo", collabora con la Resistenza nell'organizzazione dedita a favorire il passaggio in Svizzera di ex prigionieri di guerra alleati.[132]
QUI ABITAVA LUIGI BONOMI NATO 1920 ARRESTATO 17.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 26.4.1945
Bonomi, Luigi Luigi Bonomi (Mesenzana, 1 settembre 1920 - Mauthausen, 26 aprile 1945), partigiano, figlio di Sperindio e Vittoria Giorgetti, stuccatore con la passione per la musica. Arruolato nel 1º Reggimento Minatori del Genio, 2º Battaglione, nel giugno 1940 è inviato su diversi fronti di guerra. A seguito di numerosi ferimente è distaccato a servizio sedentario. L'armistizio dell'8 settembre 1943 lo coglie in servizio a Vercelli; sbandato, entra a far parte della formazione partigiana "Gruppo Cinque Giornate" del colonnello Carlo Croce. Nel dicembre 1943, si arruola nell’Esercito Repubblicano, abbandonandolo nel gennaio 1944, ma cade vittima del rastrellamento nazifascista per cui è arrestato il 17 gennaio 1944 accusato di attività partigiana. Incarcerato a Varese, quindi Parma a cui segue la deportazione nel Reich come prigioniero politico destinato a Mauthausen giungendovi il 12 luglio 1944. Trasferito a Gusen quindi il 18 marzo 1945 è nuovamente a Mauthausen dove è assassinato il 26 aprile 1945.[133]
QUI ABITAVA AMEDEO MAGNAGHI NATO 1893 DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 6.1.1945
Magnaghi, Amedeo Amedeo Magnaghi (Samarate, 1 luglio 1893 - Mauthausen, 6 gennaio 1945), commerciante. Non sono chiare le motivazioni del suo arresto non essendo ebreo ne oppositore politco; ciononostante subisce la deportazione nel Reich giungendo a Mauthausen l’11 marzo 1944, poi trasferito Ebensee, dove muore tra il 6 e l’8 gennaio 1945.[134]
QUI ABITAVA PIETRO BASTANZETTI NATO 1901 ARRESTATO COME POLITICO 17.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 2.6.1944 GUSEN
Bastanzetti, Pietro Pietro Bastanzetti (Vittorio Veneto, ??? 1901 - Gusen, 2 giugno 1944), a dodici anni cominciava di lavorare. Di sera studia.va Divenne capo reparto alla Motomeccanica di via Oglio a Milano. Nel 1934 si sposa. La coppia si trasferisce a Saronno. Nel 1943 fu eletto dagli operai nel primo nucleo del consiglio di fabbrica. Venne arrestato per la sua partecipazione agli scioperi del 1943-44 e per la sua lotta antifascista. Fu inviato nel campo di Mauthausen. Non riuscirà a sopravvivere per poco più di due mesi. Muore al sottocampo di Gusen il 2 giugno 1944.[135]
QUI ABITAVA LUIGI CARONNI NATO 1906 ARRESTATO 3.3.1944 DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 23.4.1945
Caronni, Luigi Luigi Caronni (Saronno, ??? 1906 - Mauthausen, 23 aprile 1945), aveva un chiosco per la vendita di giornali in centro a Saronno ed è descritto come persona religiosa. Fu arrestato dalla Guardia Nazionale Repubblicana e trasferito a San Vittore a Milano e poi a Bergamo. Deportato a Mauthausen, morì poco più di un anno dopo.[136]
Sesto Calende
A Sesto Calende sono presenti quattro pietre d'inciampo posate il 27 aprile 2023.[137]
QUI ABITAVA LEANDRO MATTEA NATO 1914 ARRESTATO 5.9.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 26.4.1945 MELK
Mattea, Leandro Leandro Mattea (Vergiate, 1914 – Melk, 26 aprile 1945), figlio di Francesco; socialista, antifascista, organizza l’attività antifascista in fabbrica e nel Sestese. Tra i fondatori del Comitato di Liberazione Nazionale di Sesto, organizza le Squadre di Azione Patriottica. Onde evitare l’arresto si trasferisce ad Arona quindi Milano ed entra a far parte del Comando Generale delle Brigate Matteotti. Il 5 settembre è arrestato dalla cosidetta "banda Koch" e imprigionato nella famigerata "Villa Triste" e poi a San Vittore[8] nei raggi controllati dalle SS, quindi, dopo il trasferimento a Bolzano, deportato nel Reich con destinazione Mauthausen. Trasferito nel sottocampo di Melk dove è assassinato.[138]
Via Camillo Benso Cavour
QUI ABITAVA ATTILIO GALLI NATO 1883 ARRESTATO 8.3.1944 DEPORTATO FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 27.12.1944
Galli, Attilio Attilio Galli (Sesto Calende, 1883 - Flossenbürg, 27 dicembre 1944), figlio di un fruttivendolo è soprannominato "Pomat". Emigrato in America lavora come minatore; si avvicina agli ambienti sovversivi anarchici. Sedici anni più tardi, rimpatriato, sui cantieri dove lavora come manovale svolge propaganda antifascista e a favore della rivoluzione spagnola. Nel 1937 è confinato a San Mauro Forte (Matera). Sessantenne entra nella Resistenza operante in Valsesia. Aarrestato nel marzo del '44 a Milano è deportato a Flossenbürg dove trova la morte il 27 dicembre dello stesso anno. Una pietra d'inciampo in suo ricordo è posata anche a Somma Lombardo dove si era trasferito nel 1933 in seguito al matrimonio. È definito “una delle più belle figure della Resistenza”.[138]
QUI ABITAVA CARLO GAZZULLI NATO 1887 ARRESTATO 26.2.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 4.12.1944
Gazzulli, Carlo Carlo Gazzulli (Sesto Calende, 1887 – Dachau, 4 dicembre 1944), nato in una famiglia di contadini, presto nel mondo del lavoro come facchino. Prende parte alla Grande Guerra conquistandosi la croce al merito; alla fine del conflitto emigra in Lorena, milita nel Partito Comunista Francese e partecipa alla Resistenza. Arrestato dalla Gestapo nel febbraio del 1944 è deportato nel Reich: Natzweiler-Struthof e poi a Dachau, dove è assassinato il 4 dicembre 1944.[138]
Via Sant'Anna
QUI ABITAVA PIERO POLI NATO 1921 ARRESTATO 9.11.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 4.12.1944
Poli, Piero Piero Poli (Sesto Calende, 1921 - Dachau, 4 dicembre 1944), aggiustatore meccanico, precettato per il lavoro nel Reich, il 19 aprile 1944 parte per Augsburg dove è la fabbrica aeronautica della Messerschmitt. In seguito è internato nel Lager di Dachau classificato "Schutz" – (Schutzhäftlinge)[59] cioè detenuto politico internato per motivi di sicurezza e di ordine pubblico che non deve uscire dal lager.[138]
QUI ABITAVA PIETRO GIROLA NATO 1914 ARRESTATO 22.7.1943 DEPORTATO 1943 DACHAU ASSASSINATO 9.4.1944
Girola, Pietro Pietro Girola (Solbiate Olona 16 settembre 1914 - Dachau, 9 aprile 1944), contadino, soldato nell’esercito italiano, dopo l’8 settembre 1943, è attivista antifascista. Sarà incarcerato a Peschiera del Garda per essere successivamente deportato al campo di Dachau dove giunge il 22 settembre 1943, matricola 53979. Muore il 9 aprile 1944.[139][140]
QUI ABITAVA PIETRO MORONI NATO 1906 ARRESTATO 19.7.1944 DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 6.3.1945 BUCHENWALD
Moroni, Pietro Pietro Moroni (Solbiate Olona, 16 ottobre 1906 - Buchenwald, 6 marzo 1945), dipendente di una fabbirica di materiale bellico ad Olgiate Olona, a 37 anni, con il fratello, entra nella Resistenza tra le file della 102ª Brigata Garibaldi. Fallito l'attentato al Commissario del fascio di Busto Arsizio per cui era stato incaricato insieme ad altri compagni, è arrestato, in seguito a delazione di un ex partigiano, il 19 luglio 1944 e detenuto prima a Busto, quindi carcere di Varese, quindi deportato nel Reich destinazione Mauthausen, matricola 119320 poi trasferito ad Auschwitz, infine a Ohrdruf dove muore il 6 marzo 1945, a pochi giorni dalla liberazione del campo avvenuta il 4 aprile.[141]
Somma Lombardo
A Somma Lombardo sono presenti quattro pietre d'inciampo posate il 28 gennaio 2023.[142]
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
28 gennaio 2023
Piazza Vittorio Veneto, 2 ingresso Municipio
45°41′00.94″N 8°42′25.12″E45°41′00.94″N, 8°42′25.12″E (Pietre d'inciampo per Isaia Bianco, Bruno Colombo, Attilio Galli, Carlo Giuseppe Emilio Mossolani)
IN SOMMA LOMBARDO ABITAVA ISAIA BIANCO NATO 1927 ARRESTATO 13.3.1944 DEPORTATO LINZ ASSASSINATO 26.7.1944
Bianco, Isaia Isaia Bianco (Pieve di Soligo, 16 gennaio 1927 – Linz, 26 luglio 1944), partigiano, celibe, appartenente alla "Brigata Partigiana Marcobi". È arrestato dai nazisti il 13 marzo 1944 nella propria abitazione, trasferito a Milano al carcere di San Vittore[8], quindi nel maggio del 1944 a Fossoli a cui segue il 21 giugno la deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen. È fucilato a Linz il 26 luglio 1944.[143]
IN SOMMA LOMBARDO ABITAVA BRUNO COLOMBO NATO 1926 ARRESTATO 12.3.1944 INTERNATO FOSSOLI ASSASSINATO 12.7.1944
Colombo, Bruno Bruno Colombo (Somma Lombardo, 6 aprile 1926 - Gusen, 22 aprile 1945), diciottenne entra nella Resistenza tra le file delle SAP locali. In seguito a delazione, nel marzo 1944, è arrestato insieme al compagno Isaia Bianco; in carcere a San Vittore[8] fino al 27 aprile, quindi trasferito a Fossoli è tra le 67 vittime della Strage di Fossoli, fucilati il 12 luglio 1944 al poligono di tiro di Cibeno, Carpi.[143]
IN SOMMA LOMBARDO ABITAVA ATTILIO GALLI NATO 1883 DEPORTATO FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 27.12.1944
Galli, Attilio Attilio Galli (Sesto Calende, 4 agosto 1883 – Flossenbürg, 27 dicembre 1944), antifascista, condannato al confino politico è liberato in seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943, ma nuovamnte arrestato e nel 1944 deportato nel Reich nel campo di Flossenbürg dove muore il 27 dicembre 1944.[143]
IN SOMMA LOMBARDO ABITAVA CARLO GIUSEPPE EMILIO MOSSOLANI NATO 1920 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 25.7.1944
Mossolani, Carlo Giuseppe Emilio Carlo Giuseppe Emilio Mossolani (Somma Lombardo, 23 marzo 1920 - Mauthausen, 25 luglio 1944), partigiano tra le file della " Brigata Walter Marcobi", è arrestato dalle SS il 22 marzo 1944 con l'accusa di propaganda antifascista. Segue il carcere a San Vittore,[8], quindi il 27 aprile il trasferimento a Fossoli, e poi Bolzano. Deportato nel Reich, al campo di Mauthausen. Muore il 25 luglio 1944.[143]
Tradate
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
19 gennaio 2017
Corso Paolo Bernacchi, 2
45°42′50.65″N 8°54′14.23″E45°42′50.65″N, 8°54′14.23″E (Pietra d'inciampo per Enzo-Eva Maria-Egre Segrè Levy)
QUI ABITAVA ENZO LEVY NATO 1922 ARRESTATO 12.11.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ LIBERATO
Levy, Enzo Enzo Levy (Verona, 28 settembre 1922 - Torino, ??? 1958), figlio di Edgardo Levy e di Egle Segrè ed ha una sorella, Eva Maria. Dopo l'8 settembre 1943, la famiglia si rifugia a Tradate, ma sono scoperti ed arrestati il 12 novembre 1943. Il padre Edgardo sfugge al carcere grazie all'aiuto del Capostazione di Tradate, che lo fa salire su un altro treno piuttosto che su quello diretto a Milano dove, nel carcere di San Vittore finisce il resto della famiglia prima di essere deportata, con il convoglio nº 5 del 6 dicembre 1943 partito dal Binario 21 della stazione centrale di Milano, verso il Reich, destino campo di concentramento di Auschwitz dove la madre è assassinata all'arrivo nella camera a gas. Enzo è trasferito nel campo di lavoro di Monowitz, dove è in funzione un impianto per la produzione di gomma sintetica. Sopravvive, sarà liberato, fa ritorno a Torino nel giugno 1945, ma si toglie la vita nel 1958. La sorella Eva, è aggregata all’orchestra femminile di Auschwitz, vista la sua abilità nel suonare il violino.[144][145]
QUI ABITAVA EVA MARIA LEVY NATA 1921 ARRESTATA 12.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 1944
Levy, Eva Maria Eva Maria Levy (Verona, 13 settembre 1921 - Auschwitz, ??? 1944), figlia di Edgardo Levy e di Egle Segrè, sorella di Enzo. Dopo l'8 settembre 1943 segue la famiglia nella fuga a Tradate, ma saranno scoperti ed arrestati il 12 novembre 1943. Il padre sfugge al carcere grazie all'aiuto del Capostazione di Tradate, che lo fa salire su un altro treno piuttosto che su quello diretto a Milano dove, nel carcere di San Vittore finisce il resto della famiglia prima di essere deportata, con il convoglio nº 5 del 6 dicembre 1943 partito dal Binario 21 della stazione centrale di Milano, verso il Reich, destino campo di concentramento di Auschwitz dove la madre è assassinata all'arrivo nella camera a gas. Il fratello è trasferito nel campo di lavoro di Monowitz, sopravvive, sarà liberato, farà ritorno a Torino nel giugno 1945, ma si toglie la vita nel 1958. Eva Maria è aggregata all’orchestra femminile di Auschwitz, vista l'abilità nel suonare il violino. Muore tra l'aprile ed il giugno 1944. Le fonti si contraddicono.[146]
QUI ABITAVA EGLE SEGRÉ LEVY NATA 1899 ARRESTATA 12.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA
Segrè Levy, Egle Egle Segrè Levy (Messina, 10 gennaio 1899 - Auschwitz, 11 dicembre 1943), figlia di Gino Segré e di Felicina Modena, moglie di Edgardo Levy: avranno due figli, Eva Maria ed Enzo. Dopo l'8 settembre 1943 la famiglia si rifugia a Tradate, ma sono scoperti ed arrestati il 12 novembre 1943. Il marito Edgardo sfugge al carcere grazie all'aiuto del Capostazione di Tradate, che lo fa salire su un altro treno piuttosto che su quello diretto a Milano dove invece sarà richiusa, Egle con i due figli, nel carcere di San Vittore, prima della deportazione, con il convoglio nº 5 del 6 dicembre 1943 partito dal Binario 21 della stazione centrale di Milano, verso il Reich, destino campo di concentramento di Auschwitz dove Egle è assassinata all'arrivo nella camera a gas. La filgia Eva Maria è aggregata all’orchestra femminile di Auschwitz, vista l'abilità nel suonare il violino, morirà poi tra l'aprile ed il giugno 1944. Il figlio Enzo è trasferito nel campo di lavoro di Monowitz, sopravvive, sarà liberato, farà ritorno a Torino nel giugno 1945, ma si toglie la vita nel 1958.[147][148][149]
A VIGGIÙ È NATO GIOVANNI CASSANI NATO 1906 ARRESTATO 28.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 1.3.1945 GUSEN
Cassani, Giovanni Giovanni Cassani (Viggiù, 7 giugno 1906 - Gusen, 1 marzo 1945), trasferitosi a Sesto San Giovanni lavora alla Falck Unione come ricercatore chimico. Arrestato in casa di notte il 28 marzo 1944, in seguito alla sua partecipazione allo sciopero generale della prima settimana di marzo, è trasferito al carcere di San Vittore[150] di Milano, quindi dopo il passaggio dalla Caserma Umberto I°[151] di Bergamo è deportato nel Reich giungendo l'8 aprile 1944 al campo di Mauthausen, matr. 61599. Muore nel sottocampo di Gusen il 1 marzo 1945.[152]
Varese
A Varese sono presenti quattro pietre d'inciampo posate il 27 gennaio 2023.[153]
Pietra d'inciampo
Cenni biografici
Data di posa
Luogo di posa
Stolpersteine
Incisione
27 gennaio 2023
Via Luigi Sacco, 5 a lato ingresso Municipio
45°49′06.98″N 8°49′26.92″E45°49′06.98″N, 8°49′26.92″E (Pietre d'inciampo per Luigi Morellini, Attilio Paolo Vergani, Calogero Marrone, Mario Molteni)
QUI ABITAVA LUIGI MORELLINI NATO 1911 ARRESTATO 20.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 6.4.1945 HINTERBRÜHL
Morellini, Luigi Luigi Morellini (Bianzone, 17 novembre 1911 – Hinterbrühl, 6 aprile 1945), partigiano, attivo nel"Gruppo Cinque Giornate" del colonnello Carlo Croce. Arrestato a Varese, è deportato nel Reich destinazione Mauthausen, dove giunge tra il 24 e il 27 giugno 1944, matricola 76465, classificato "Schutz"[59], trasferito poi a Hinterbrühl dove muore il 6 aprile 1945.[122]
QUI ABITAVA ATTILIO PAOLO VERGANI NATO 1896 ARRESTATO 2.4.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 22.4.1945 GUSEN
Vergani, Attilio Paolo Attilio Paolo Vergani (Varese, 4 febbraio 1896 - Gusen, 22 aprile 1945), partigiano, attivo nel"Gruppo Cinque Giornate" del colonnello Carlo Croce. Arrestato a Varese, è deportato nel Reich destinazione Mauthausen, dove giunge il 27 giugno 1944, matricola 76621, classificato "Schutz"[59], trasferito poi a Gusen dove muore il 22 aprile 1945.[122]
QUI ABITAVA CALOGERO MARRONE NATO 1889 ARRESTATO 7.1.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 15.3.1945
Marrone, Calogero Calogero Marrone (Favara, 12 maggio 1889 – Dachau, 15 marzo 1945), partigiano, attivo nel"Gruppo Cinque Giornate" del colonnello Carlo Croce. Arrestato a Varese è trasferito a Bolzano, quindi deportato a Dachau dove giunge il 9 ottobre 1944, matricola 113393. Muore il 15 marzo 1945.[122]
QUI ABITAVA MARIO MOLTENI NATO 1900 ARRESTATO 2.4.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 9.3.1945 GUSEN
Molteni, Mario Mario Molteni (Varese, 17 novembre 1900 - Gusen, 9 marzo 1945), partigiano, attivo nel"Gruppo Cinque Giornate" del colonnello Carlo Croce. Arrestato a Varese, è deportato nel Reich destinazione Mauthausen, dove giunge il 7 agosto 1944, matricola 82442, classificato "Schutz"[59], trasferito poi a Gusen dove muore il 9 marzo 1945.[122]
^abc Giuseppe Valota, Streikertransport. La deportazione politica nell'area industriale di Sesto San Giovanni 1943 - 1945, Milano, Guerini e Associati, 2013 [2007], ISBN9788883359781.
^ Giuseppe Valota, Dalla fabrica al Lager-Testimonianze di familiari di deportati politici dall'area industriale di Sesto San Giovanni, Milano, Mimesis, 2015, ISBN978-88-5753-005-5.
^abcdefghijklmnopqrstuvwxyz Giuseppe Valota, Streikertransport-La deportazione politica nell'area industriale di Sesto San Giovanni 1943_1945, Milano, Guerini e Associati, 2016 [2007], ISBN978-88-8335-978-1.
^abcdefghi Brunello Mantelli e Nicola Tranfaglia, Il Libro dei Deportati, a cura di Giovanna D'Amico, Giovanni Villari e Francesco Cassata, vol. 1, Mursia, 2009, p. 1295, ISBN9788842542285.