Centro agricolo, commerciale e industriale noto per l'architettura barocca, sorge sulle propaggini meridionali delle Murge, al confine delle province di Taranto e Brindisi con la città metropolitana di Bari.
Geografia fisica
Posta sulle colline sud orientali della Murgia, Martina Franca si trova ad un'altitudine di 431 ms.l.m. e copre una superficie di circa 299 km², risultando al quarantesimo posto per ordine di estensione fra i comuni italiani.[5]
La stazione meteorologica di riferimento è quella di Martina Franca Specchia Tarantina.
Origini del nome
Il termine Martina deriva dalla devozione degli abitanti già dal Mille a san Martino di Tours: infatti il primitivo insediamento della città nacque sul monte detto appunto di San Martino, mentre l'aggettivo Franca fu aggiunto da Filippo I D'Angiò nel 1310 quando riconobbe alla città diversi privilegi, ossia franchigie e la demanialità perpetua. Allora nel 1310 la città fu chiamata Franca Martina, poi nel corso dei secoli, perdendo la demanialità perpetua, scomparve l'aggettivo Franca. Solo dopo l'unità d'Italia, nel 1861, la città fu ribattezzata Martina Franca.[7]
Storia
Origini
Uno dei più antichi insediamenti umani è presso Monte Fellone. I ritrovamenti[8] (tra cui frammenti di ceramica impressa, incisa, graffita)[9] della grotta Monte Fellone[10], oggetto di scavi archeologici negli anni sessanta, testimoniano la presenza umana dal neolitico[11] al IV secolo d.C.[12]. Nel caso di Monte Fellone, l'allevamento di cavalli risale già al medio neolitico, fenomeno alquanto raro per il Sud Italia e unico in Puglia.[13] Numerose sono le specchie, la più nota delle quali è Specchia Tarantina, in corrispondenza del confine tra i territori messapi e tarantini, con funzione difensiva, di controllo del territorio e di demarcazione territoriale[14].
Dall'alto medioevo all'epoca moderna
Nell'Alto medioevo il territorio è stato sotto l'influenza dei Longobardi alternatisi all'autorità dell'Impero Romano d'Oriente e nel X secolo luogo di difesa contro l'invasione dei Saraceni. I resti di alcuni grandi muri a secco detti paretone potrebbero essere riferibili alla presenza del Limitone dei greci a sud ovest[15]. Nel IX secolo un gruppo di ebrei fuggitivi da Oria, e tra i pochi superstiti della grande comunità ebraica di Oria si aggrega all'insediamento sorto intorno al casale San Salvatore nella Lama del Fullonese.[16].
Le origini di Martina Franca, come borgo, risalgono al X secolo, quando sul Monte di San Martino sorse un piccolo villaggio di profughi tarantini, fuggiti dalle continue devastazioni dei Saraceni, e ai quali si aggiunse successivamente una comunità di pastori. Nel XIII secolo difatti il monte rientra nelle proprietà di Glicerio de Persona (Glicerio de Matino), feudatario di Matino e Tuglie e signore delle Terre di Ceglie del Gualdo, di Mottola, di Soleto e del Casale di San Pietro in Galatina
Glicerio parteggiò per Manfredi di Sicilia figlio di Federico II di Svevia e Re di Sicilia contro gli angioini. Caduto anche Corrado IV di Svevia, l'ultimo degli Svevi, Glicerio si rifugierà a Gallipoli, guidandone la difesa contro l'assedio angioino. Alla caduta della città fu catturato, condotto in carcere nel castello di Brindisi (insieme ai figli Gervasio, Giovanni e Perello) e subì infine il patibolo[17].
Intorno al 1300 Martina Franca fu eletta comune su ordine del Principato di Filippo I d'Angiò. Filippo I concesse Martina a Pietro del Tocco per ricompensarlo dei servigi da lui svolti.
Il territorio all'epoca consisteva in un castello che sorgeva dove adesso sorge il palazzo ducale, e da due miglia di terreno intorno al castello, sottratto dal territorio di Taranto, dall'Università di Monopoli e dall'Università di Ostuni per l'insediamento rurale di massari (in martinese u massèr è un contadino affittuario di terreni e masserizie). Sembra che Filippo d'Angiò avesse concesso anche dei diritti e delle franchigie a chi fosse venuto ad insediarsi a Martina, e per questo fu denominata "Franca".
Tra il 1770 e il 1776 sant'Alfonso Maria de' Liguori tentò più volte[18] di costruire una missione redentorista nel territorio di Martina Franca[19] e scrisse in risposta ad alcune tesi dell'abbate Magli di Martina una piccola operetta: Dichiarazione del sistema intorno alla regola delle azioni morali[20].
Tra XIV e XV secolo si insediò la Comunità ebraica di Martina Franca, sottoposta a tentativi di conversione e a soprusi dai martinesi, difatti il comune di Martina chiese ed ottenne dal re Federico d'Aragona di proibire ai "cristiani novelli", ebrei convertiti, di sporgere denuncia nei confronti dei cittadini di Martina che li avevano saccheggiati e vietò loro sempre su richiesta esplicita dell'università di Martina di vivere in città. La Giudecca di Martina è localizzabile nelle attuali via degli Orfanelli, con l'appendice di via Cappelletti e nel vico Montedoro.
Simboli
Stemma
Filippo I d'Angiò concesse a Martina Franca uno stemma raffigurante un cavallo bianco che corre senza freno per una distesa verde, quale simbolo di libero dominio, ed in onore al Casato dei D'Angiò, vi aggiunse il giglio dorato angioino.
L'arma araldica è stata poi riconosciuta nel 1939: Un cavallo bianco senza freno trottante, su prato verdino, foglie di quercia verde, giglio angioino color oro, il tutto sormontato dalla corona turrita della città in campo azzurro.[21][22]
Gonfalone
Il gonfalone è costituito da un drappo azzurro con frangia dorata nella parte inferiore. Riporta al centro lo stemma del Comune, sormontato dalla iscrizione "Città di Martina Franca".[23]
Eretta nella seconda metà del Settecento, su iniziativa dell'arciprete Isidoro Chirulli, sul luogo ove sorgeva la precedente collegiata romanica, è un esempio del barocco martinese.
Si caratterizza per la maestosa facciata, sulla quale spicca centralmente l'immagine del Patrono che divide il mantello con un mendicante ad Amiens. Nell'interno degni di nota sono l'altare maggiore in marmi policromi del 1773 di scuola napoletana, l'ampio cappellone del Santissimo Sacramento, un presepe opera di Stefano da Putignano e varie tele di Domenico Antonio Carella.Ospita le reliquie di Santa Comasia, che la tradizione vuole martire tra il II e il IV secolo e di Santa Martina.
Dal 20 dicembre 2015 all'11 novembre 2016 è stata chiesa giubilare.
La particolarità di questa chiesa consiste nel fatto che nella parte destra ci siano statue, mentre la parte sinistra sia ornata esclusivamente da dipinti. Ci sono anche una statua della Madonna dell'Ausiliatrice e un Gesù Flagellato alla Colonna del 1622.[24]
Altre chiese
Chiesa di San Domenico, eretta tra il 1746 e il 1750 su una preesistente costruzione romanica dedicata a San Pietro martire, in elegante stile barocco.
Chiesa della Beata Vergine del Carmelo o del Carmine, al Padre Carmelitano Pier Tommaso Carbotti si deve la promozione del progetto di costruzione della chiesa del Carmine, di cui il 25 marzo 1730 venne posta la prima pietra, conclusa nel 1758 in elegante stile barocco, la chiesa si trova al di fuori delle mura della città. Conserva una pregiata statua policroma (Santa Maria della Misericordia) attribuita a Stefano da Putignano.
Chiesa di Sant'Antonio da Padova, anticamente dedicata a Santo Stefano, fu edificata dai Francescani Osservanti nel XV secolo; la facciata è stata rifatta in stile neoclassico nel 1835. L'interno conserva due sculture rinascimentali di Stefano da Putignano: Santo Stefano e Sant'Antonio da Padova. Il chiostro conserva affreschi settecenteschi.
Chiesa di Sant'Antonio ai Cappuccini, fu costruita nel XVI secolo sull'antica grancia dei monaci basiliani. La chiesa all'interno conserva dei bellissimi altari ebanistici, oltre all'antico affresco della Madonna dell'Odegitria (da cui deriva il nome della Valle d'Itria) e molte tele datate fra il Seicento e il Settecento: nei locali del vecchio convento ha sede la fondazione di san Girolamo Emiliani - Villaggio del Fanciullo, aiuto per ragazzi con problemi familiari.
Chiesa di San Francesco da Paola, risale ai primi del Seicento e fu realizzata dai minimi su una precedente cappella cinquecentesca della Madonna di Costantinopoli, di cui tuttora conserva una tela in fondo alla navata di sinistra. Adiacente alla chiesa vi è il convento cosiddetto dei Paolotti in cui visse all'inizio del Seicento padre Bonaventura Gaona, morto e sepolto a Roma (in Sant'Andrea delle Fratte) in concetto di santità.
Chiesa di San Francesco d'Assisi, costruita tra il XVII e il XVIII secolo dai frati minori conventuali. All'interno conserva otto altari laterali in barocco leccese, unici nel loro genere a Martina e organizza dal 1716 la processione dei Misteri la sera del Venerdì Santo e la sera del Giovedì Santo la processione dell'Addolorata dal 2000..
Chiesa di San Giovanni dei Greci, ha conservato l'originale struttura interna medievale con aula rettangolare, solo la facciata è stata rifatta in età barocca quando fu creato il secondo piano superiore.
Chiesa di San Pietro dei Greci, la struttura tardo quattrocentesca conserva la tipica copertura del tetto a pignon con le chiancarelle e il campanile a vela sull'ingresso laterale.
Chiesa di San Nicola in Montedoro, è tra le chiese più antiche di Martina, l'interno è completamente affrescato.
Chiesa di San Vito, situata nel centro storico tra via Ignazio Ciaia e via Mazzini, poco distante dalla cosiddetta "discesa dei mulini" e dalla Porta San Nicola, la chiesa di San Vito è uno degli edifici più antichi della città. La sua costruzione si colloca tra la fine del XIII secolo e gli inizi del secolo successivo. Imponente e austera, la facciata è decorata a bugnato e termina in un campanile a vela con tre archetti a tutto sesto risalenti al XV secolo. Il portale, dalle linee semplici e armoniche, è sormontato da una piccola monofora che consente l'illuminazione dell'interno. La navata unica, perpendicolare rispetto all'ingresso principale, è stato interamente ridecorata in chiave barocca nel corso del '700.
Chiesa dell'Annunziata, è un'antica chiesetta rettangolare fuori le mura che accoglie l'Arciconfraternita del Monte Carmelo e un Museo che conserva testimonianze significative del sodalizio religioso.
Chiesa della Provvidenza, anche questa è una semplice chiesetta che sorge sull'antica via che un tempo conduceva in Valle d'Itria. Il tetto è a pignon con un campanile a vela e l'interno conserva delle tempere.
Chiesa dello Spirito Santo, si tratta di una piccola chiesa a ridosso della Valle d'Itria con copertura di chiancarelle, risale al XVI secolo e l'interno presenta affreschi nella zona presbiteriale.
Chiesa di San Donato, risalente al XVI secolo, è una piccola chiesetta nella Valle d'Itria con tetto a pignon ma oggi è completamente abbandonata.
Chiesa di Cristo Re, risalente al 1961, è una delle chiese più moderne di Martina Franca.
Parrocchia della Santa Famiglia, edificata tra il 1978 e il 1982 (il 3 maggio 1982 mons. Motolese la benedisse). Di particolare rilievo il mosaico bizantino a cura di Guido Veroi, medaglista e scultore.
Chiesa di San Michele Arcangelo, eretta intorno al '700 vicino alla grotta degli eremiti che ospita al suo interno una statua in pietra del santo titolare.
Chiesa della Madonna di Loreto Impreziosita da una Deposizione del 1894 e da una struttura esterna caratterizzata dalla presenza di deliziose statuette, angeli e santi, edificata nel sec. XVI custodisce al suo interno alcuni dipinti realizzati dal Carella.
Chiesa di S.Irene e Cristo Spirante, situata nella contrada di Carpari.
Architetture civili
Palazzo Ducale
Iniziato nella seconda metà del Seicento per volontà del duca Petracone Caracciolo, in esso l'elemento rinascimentale si incrocia con il Barocco d'ispirazione leccese e l'impronta architettonica locale. Un tempo residenza dei duchi Caracciolo, è sede del Municipio. Notevoli all'interno le sale dell'Arcadia, del Mito e della Bibbia, che prendono il nome dai cicli di affreschi in esse ospitati, tutte opere del pittore francavilleseDomenico Carella che le eseguì nel 1776.
Palazzi signorili
Sono di seguito riportati i palazzi signorili più significativi dal punto di vista storico e artistico di Martina. Ogni palazzo è riportato con la denominazione storica originaria, ossia della famiglia che lo ha fatto costruire e a seguire il nome delle famiglie che nel corso dei secoli sono subentrate per ragioni di eredità o di acquisto dell'immobile.
Palazzo Nardelli, già Martucci, in bella posizione nella piazza Roma, contraddistinto dalle lesene che racchiudono le finestre simmetricamente disposte nelle bianche campiture della facciata.
Palazzo Barnaba, altra denominazione Marturano, eretto nel 1719 dal conte Barnaba, spicca per le due balconate in pietra che definiscono la facciata.
Palazzo del cavalier Semeraro, eretto nel 1733, si impone per il portale di ingresso con doppia cornice in bugnato.
Palazzo Delfini, innalzato nel 1776, come indica chiaramente l'epigrafe sul portale, che riporta anche il simbolo araldico della famiglia: un delfino.
Palazzo Ancona, è fra i palazzi più belli di Martina, per via delle due cariatidi laterali e del mascherone apotropaico centrale.
Palazzo Carucci, altra denominazione Fighera, eretto nel 1777 si caratterizza per il mascherone apotropaico.
Palazzo Magli, altra denominazione Ruggeri poi Barnaba e Caroli, eretto nel 1759, come riporta l'elegante cartiglio collocato sul portale rococò.
Palazzo Marinosci, eretto nel 1744, del quale si segnalano le balconate con le collanine sagomate e la lapide di Martino Marinosci, botanico martinese dell'Ottocento.
Palazzo Blasi, altra denominazione Gioia e Chiarelli, costruito nel 1774, si distingue per le balconate spanciate in ferro battuto.
Palazzo Torricella, già Fanelli, edificato nel 1749 da Ambrogio Fanelli, notevole per le variegate forme dei balconcini laterali.
Palazzo Turnone, poi diventato Conservatorio di Santa Maria della Misericordia, edificato intorno alla fine del XV secolo o alla prima metà del XVI, fu probabilmente una delle prime residenze signorili della città (trovandosi peraltro nel cosiddetto Curdunnidde, arcaico complesso abitativo del centro storico risalente al tempo degli Angioini). Fu l'antica dimora della famiglia Turnone, della quale, con la sua imponente estensione, testimoniava il notevole prestigio sociale ed economico. Nei primi anni del XVIII secolo don Giovanni Turnone (1634-1715), abate e canonico della collegiata di San Martino, lo donò alla duchessa Aurelia Imperiali (moglie di Petracone V Caracciolo), che lo trasformò in un complesso monastico ancora esistente ed operante.
Palazzo Magli, altra denominazione Blasi,ora Palazzo Lella, edificato nel 1748 su una precedente casa a corte del Cinquecento.
Palazzo Motolese, poi Marinosci, edificato nel 1778, è coronato superiormente da una balconata di colonnine sagomate.
Palazzo Maggi, è caratterizzato da un'ariosa veranda superiore.
Casa a corte Le Marangi, fondata nel 1735, si sviluppa attorno ad un cortile interno (inchiostra).
Ex-ospedaletto, edificato nel 1783 grazie alle rendite del canonico Michelangelo Cappellari.
Palazzo dell'Università, detto anche della corte, sede dell'Associazione Artigiana e della Biblioteca Popolare prof. Michelangelo Semeraro. Eretto fra il 1759 e il 1762, era la sede del Parlamento locale, infatti la facciata reca lo stemma della città: un cavallo sbrigliato.
Palazzo Stabile, l'edificio del Settecento si differenzia per le due ampie verande che delimitano il prospetto frontale.
Palazzo Paolo Marino Motolese, la parte sottostante fu realizzata nel 1716, mentre i piani superiori furono aggiunti nel 1758.
Palazzo Motolese, è dotato di due ingressi, quello principale in via Principe Umberto reca la data di fondazione 1775.
Palazzo Blasi, già Magli, ricostruito nel Settecento su una precedente struttura del Cinquecento; significativo è il mascherone apotropaico in legno del portone.
Palazzo Casavola, altra denominazione Ancona, è un tipico palazzetto settecentesco con raffinate modanature del portale e delle finestre.
Palazzo Recupero, altra denominazione Magno - Cofano (Salotto Culturale di Teresa Gentile), la mole dell'imponente palazzo tardo-settecentesco si caratterizza per il colore rosso pompeiano.
Palazzetto dello Sport "Pala Wojtyla"
Il Palazzetto dello Sport e Centro Polifunzionale per lo Sport, la Cultura ed il Tempo Libero "Pala Wojtyla" è stato progettato dallo studio di Progettazione Donati D'Elia Associati ed è stato ultimato nel 2004.
L'organismo edilizio, di chiara ispirazione post-moderna, è costituito da tre volumi che si compenetrano: la testata a T, il corpo centrale a forma circolare ospitante l'area polifunzionale con le tribune (1.800 posti a sedere) ed il parallelepipedo che chiude la composizione.
L'urbanistica del centro storico martinese si caratterizza per abitazioni sviluppate in senso verticale: i locali al pian terreno, e talvolta parzialmente interrati, erano adibiti a bottega. Al primo piano, invece, si trova la zona giorno, con cucina e sala da pranzo. Di solito era presente anche un camino, che assolveva a una duplice funzione: serviva a cucinare le pietanze e fungeva da stufa, sia per il primo piano sia, grazie alla canna fumaria, anche per i piani superiori.
In questo piano è facile trovare anche un imbocco del pozzo, che a differenza della canna fumaria ha un "camino" che arriva fin sotto la casa, nel luogo in cui è situata la cisterna d'acqua, per lo più di origine piovana. Il pozzo veniva sfruttato anche come un rudimentale frigorifero, in virtù della freschezza garantita dalla pietra calcarea del sottosuolo martinese. Gli alimenti venivano depositati in un secchio di rame o di ferro a fondo piccolo e bocca larga (un mezzo cono capovolto) e fatto adagiare a "pelo d'acqua" nel pozzo. Il secondo piano è la zona notte. Qui c'è la stanza, o le stanze, da letto, generalmente con un balcone o una finestra, che comunica con il tetto della casa.
Il tetto viene sfruttato in vari modi. Generalmente è uno spazio utile per stendere il bucato o anche per imbandire tavolate (alcune case hanno il tetto comunicante e allo stesso livello della casa vicina, spesso senza alcun muro separatore). D'estate i tetti si trasformano in veri essiccatoi naturali: gli anziani vi fanno essiccare fichi, noci, fave e altri alimenti, o "spurgano" la lana e i materassi. La particolarità delle case pugliesi, a differenza del resto della penisola italiana, sta nel fatto che i tetti sono in stile greco, cioè piatti e non spioventi. Questo perché il clima pugliese è molto mite, fresco, senza particolari precipitazioni (è raro vedere la neve alta, come è invece accaduto nel 1985). Le poche spiovenze servono per incanalare l'acqua nelle cisterne calcaree poste nel sottosuolo (chiamate comunemente ù pozz') che erano una fonte di acqua utile, visto la scarsità di quest'ultima nella regione.
Caratteristica importante del centro storico erano le vie strette e piene di "spigoli", vicoli ciechi e le strade nascoste: un vero labirinto urbano. Questo assetto anticamente presentava un duplice vantaggio: in caso di invasione nemica, infatti, era un mezzo per guadagnare tempo durante un'eventuale fuga, o per tendere imboscate ai nemici sfruttando vicoli ciechi e vie "nascoste" o poco visibili.
Le vie di Martina presentano una particolare depressione al centro della strada, a differenza delle altre strade moderne che hanno invece il manto stradale a "schiena d'asino". Da un punto di vista architettonico il centro storico è per lo più in stile barocco e rococò, ben visibile nelle chiese (ad esempio la già Collegiata, ora basilica, di San Martino).
Parte dell'attuale pavimentazione è stata rifatta negli anni '80, ma un tempo la differenza del basolato delle stradine indicava la logistica del centro storico. Infatti le strade principali che conducevano alle antiche porte, quindi fuori da centro storico, erano fatte con pietra lavica nera, mentre quelle labirintiche che conducevano verso l'interno erano realizzate con pietre bianche. In alcuni lembi delle stradine si riscontra ancora questa differenza cromatica.[25]
Aree naturali
La Valle d'Itria e i trulli
La Valle d'Itria è una ricchezza artistica e naturale per il territorio di Martina Franca ed è per questo anche la meta principale dei turisti. Da ricordare sono i caratteristici muretti a secco, i trulli (in martinese casedde), costruiti durante i periodi di civilizzazione contadina fuori dalla zona urbana, a differenza di quanto avviene ad Alberobello, dove sono situati all'interno del paese.
Negli ultimi quarant'anni l'abusivismo edilizio ha cancellato diverse peculiarità del territorio (come le numerose mulattiere) e ha contribuito alla compromissione della flora e della fauna locale.
Riserva naturale regionale orientata Bosco delle Pianelle
Si tratta di un'area boschiva adagiata lungo i versanti della Gravina delle Pianelle, la cui vegetazione dominante è costituita da lecceta d'alto fusto, macchia mediterranea e querceto (fragno e roverella).
Secondo i dati ISTAT al 1º gennaio 2022 la popolazione straniera residente era di 1 514[27] persone, pari al 3,7% della popolazione totale residente. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:
Nonostante Martina appartenesse all'antica Terra d'Otranto, il dialetto martinese fa parte dei dialetti apulo-baresi, e si caratterizza, rispetto ai centri limitrofi di Locorotondo e Cisternino, per la chiusura delle i intervocaliche (es. Martįnë diventa Martinë in curdunnese e cistranese). Altre caratteristiche specifiche del Martinese rispetto ai dialetti vicini, sono: molte "d" che diventano "r"
come in "pərŭcchjə" pidocchio; "rĕntə" dente; il suono particolare della "e" come in "mĕssǝ"; la "u" gutturale di "assŭttǝ" asciutto; la "o" di "cǝpŏddǝ" cipolla; la "i" di "pįlə" pelo; il dittongo "óu", come in "sóulə" solo.
Religione
Confraternite
Nel corso dei secoli la storia religiosa di Martina si è arricchita di confraternite il cui scopo era quello di andare incontro alle esigenze dei vari iscritti tenendo conto dei ceti sociali di appartenenza. Molte si sono estinte con il passare del tempo ma molte altre sono riuscite a resistere nei secoli adeguandosi di volta in volta alle esigenze della fede e al cambiamento dei costumi. Sono attive 8 confraternite religiose e due laicali. Eccole di seguito elencante, specificando il nome e il luogo di collocazione e la data di costituzione.
Arciconfraternita Immacolata degli Artieri (oratorio nell'ex convento dei Riformati nella chiesa di Sant'Antonio da Padova), la costituzione avviene nel 1570. Organizza la Festa della Titolare "Immacolata Concezione" dell'8 dicembre;mentre collabora alla Festa Parrocchiale di Sant'Antonio da Padova del 13 giugno. L'abito liturgico tradizionale è composto da un saio bianco e dalla mozzetta celeste con ricami dorati.
Arciconfraternita del Carmine (oratorio nella chiesa del Carmine), l'approvazione avviene nel 1716. Organizza la processione della Madonna del Carmine a luglio. L'abito liturgico tradizionale è composto da un saio bianco a dalla mozzetta beige con la stella caudata.
Confraternita di Maria Santissima del Rosario (oratorio nell'ex convento domenicano), la costituzione canonica avvenne nel 1585. Organizza la processione del Rosario ad agosto. L'abito liturgico tradizionale è composto da un sacco bianco e dalla mozzetta marrone con ricami.
Confraternita del Santissimo Sacramento dei Laici (oratorio adiacente alla basilica di san Martino), la costituzione è nel 1544. Organizza la processione del Corpus Domini a fine maggio. L'abito liturgico tradizionale è composto da un saio bianco e da una mozzetta blu con distintivo eucaristico.
Confraternita di sant'Antonio da Padova (oratorio nell'ex convento dei frati riformati), fu fondata nel 1706. Organizza la processione dei Misteri nella Settimana Santa. L'abito liturgico tradizionale è composto da un saio bianco e da una mozzetta color marrone.
Confraternita della Natività e dei Dolori di Maria Santissima (oratorio nell'ex chiesa della Trinità), fu istituita nel 1621. Organizza la processione dell'Addolorata il giovedì Santo. Nell'oratorio si conserva la tela della Natività della Vergine, opera di Leonardo Antonio Olivieri datata nel 1730. L'abito liturgico tradizionale è composto da un sacco bianco e da una mozzetta azzurra.
Confraternita dell'Immacolata Concezione detta dei nobili (oratorio), fu istituita nel 1600. L'abito liturgico tradizionale è composto da un saio bianco e da una mozzetta celeste.
Confraternita di Maria Santissima Assunta in Cielo (oratorio presso la chiesa di San Giovanni dei Greci), nacque nel 1628. Organizza la processione dell'Assunta a Ferragosto. L'abito liturgico tradizionale è composto da un sacco bianco e da una mozzetta celeste.
Oltre alle confraternite religiose, esistono anche due sodalizi laici nati in seguito ai moti mazziniani della prima metà dell'Ottocento; si tratta della Società Operaia e della Società Artigiana.
Tradizioni e folclore
La cupola del Trullo, tipica costruzione della Valle d'Itria, termina in una chiave di volta frequentemente scolpita con elementi lapidei decorativi a carattere esoterico, spirituale o scaramantico o cristiano, sporgenti al vertice del conoide di copertura.
La città è intitolata a Martino di Tours, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e festeggiato l'11 novembre nonché, insieme alla co-patrona cittadina Comasia, la prima domenica di luglio. Secondo la tradizione Martino sarebbe giunto più volte in soccorso dei locali. La leggenda muove da un episodio realmente accaduto: nel febbraio del 1529 il marchese del Vasto alla guida di 6 000 soldati italiani e spagnoli e diversi mercenari cinse d'assedio Monopoli, rimasta fedele a Venezia e alla Francia. L'assedio andò avanti inutilmente per oltre tre mesi e le truppe del Vasto registravano defezioni a causa di scarsità di viveri e denaro. Il capo dei mercenari al soldo del Vasto, il napoletanoMaramaldo, per sostenere le truppe, saccheggiò quindi Noci e a seguire tentò lo stesso con Martina Franca, ma incontrò la strenua difesa dei locali[28]. Avendo rinunciato all'assedio dopo diversi tentativi falliti, Maramaldo tornò sotto le mura di Monopoli, postazione che abbandonò a fine maggio insieme al marchese del Vasto. La leggenda sorta su tale ritirata fu che Maramaldo fosse rimasto spaventato dall'apparizione sulle mura cittadine di cavalieri a spada sguainata comandati da Martino di Tours[29].
Festa patronale estiva di San Martino e Santa Comasia martire (primo fine settimana dopo il 4 luglio);
Le frise ignoranti, (2014) registi Antonello De Leo, Pietro Loprieno con Lino Banfi, Nicola Nocella, William Volpicella, Giorgio Gallo, Davide Donatiello, Eva Riccobono, Rosanna Banfi, Rossana Sparapano, Federica Sarno, Dario Bandiera, Francesco Pannofino, Federica Cifola.
Without blood (2022), con Angelina Jolie (in produzione) - basato sul romanzo di Alessandro Baricco "Senza sangue". [33]
Musica e Teatro
In città ha sede la Fondazione Paolo Grassi, un'organizzazione senza scopo di lucro che opera in Puglia per la diffusione della cultura teatrale e musicale.[34]
Nell'ottobre 2019 nasce l'Orchestra giovanile della Valle d'Itria, una formazione che assemblea alcuni tra i più talentuosi giovani strumentisti diplomati e diplomandi in Conservatorio, o frequentanti Scuole Musicali Civiche e Licei Musicali, tutti accomunati da una matrice identitaria unica: l’appartenenza al comprensorio della Valle d’Itria.[35]
Biblioteche
Biblioteca Comunale Isidoro Chirulli presso il Palazzo Ducale[36]
Museo del bosco delle Pianelle, presso il Palazzo Ducale, mira a divulgare le specificità della fauna e della flora del territorio. Nel museo è allestita perennemente una mostra della civiltà contadina con oggetti e arredi storici.[40]
Museo di Filippo I d'Angiò, presso Palazzo Ducale, propone mostre di pittura di arte contemporanea che si ispirano al territorio[41].
MuBa (Museo della Basilica di San Martino), percorso espositivo che raccoglie collezioni di arredi liturgici e documenti di storia.[42]
Scuole e istruzione
A Martina Franca hanno sede diverse scuole, molte intitolate a persone storiche di notevole importanza, di cui quest'ultime (secondo le classifiche Eduscopio[43]) sono ai primi posti della provincia di Taranto per le loro formazioni educative. Si hanno tre scuole secondarie di secondo grado, tre scuole secondarie di primo grado e quattro scuole primarie.
Capocollo, salume tipico. Nella lavorazione viene aggiunto il vino locale e le erbe aromatiche tipiche della macchia mediterranea. L'affumicatura avviene bruciando il legno e la corteccia di un fragno originario dei Balcani, presente solo in Puglia. I maiali da cui provengono le carni utilizzate nel prodotto sono allevati in boschi di fragno e si nutrono di ghiande degli stessi arbusti. Il capocollo, in dialetto martinese chépecùedde, è tipico della Murgia dei trulli ed era noto nel Regno di Napoli dal XVIII secolo.
Orecchiette, pasta fresca di produzione locale spesso condite o con sugo di polpette, braciole arrotolate e cacioricotta, oppure con rape.
Bocconotti, dolci monoporzione di pasta frolla ripieni di crema pasticcera anche con aggiunta di amarene sciroppate[44].
Bombette, involtini di capocollo fresco ripieni di formaggio vaccino, sale e pepe. Cuocendole, il formaggio all'interno degli involtini tende a fondersi, concentrandone il gusto. Una vera e propria esplosione di sapori che può essere proposta in altre "versioni" oltre quella tradizionale; non è difficile infatti trovare macellerie che propongono le Bombette in versioni impanate, piccanti, con ripieno di scamorza o di mozzarella.
Eventi
Festival della Valle d'Itria, un'importante rassegna lirica che si tiene ogni estate, famosa per la sua offerta di opere rare e per la bellezza dei suoi scenari, come il Palazzo Ducale di Martina Franca.;
L'economia di Martina Franca si basa principalmente su agricoltura, allevamento, artigianato e commercio. L'agricoltura è concentrata nelle lame che attraversano le vallate della zona, con una produzione vitivinicola e una crescente attività olivicola. L'allevamento comprende principalmente bovini, ovini e caprini, ma anche cavalli di razza Murgese e dell'asino di Martina Franca, una razza autoctona.
Il settore industriale più sviluppato è quello manifatturiero, in particolare quello tessile.
L'artigianato è un settore particolarmente rilevante per Martina Franca, sviluppatosi in particolare nell'estrazione e la lavorazione della pietra calcarea bianca, usata per la realizzazione di elementi di arredo e decorativi come i bassorilievi.[52][53][54]
Infrastrutture e trasporti
Strade
L'unica strada più importante che vi passa è la SS172 dei Trulli, che entra dentro la città e collega Taranto a Casamassima, passante per Via Taranto, Corso Italia e Via Valle D'Itria.
A Martina Franca è attivo un servizio di autobus locali gestito dalla compagnia privata Miccolis[55] che serve tutti i quartieri della città e le maggiori frazioni collegandole con la ferrovia e alla stazione autobus.
Esistono diverse società di autoservizi di linea che effettuano collegamenti di carattere regionale:
Ferrovie del Sud Est garantisce collegamenti con Taranto, ILVA, Locorotondo, Fasano, Alberobello, Monopoli, Cisternino;
CTP Taranto svolge collegamenti per vari paesi minori della provincia di Taranto;
STP Brindisi collega Martina Franca con Ostuni; altre compagnie private di Viaggi gran Turismo, Marozzi e Marino garantiscono il collegamento per le altre città dell'Italia.
Amministrazione
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
La società di basket locale è la New Gen Basket Martina Franca che milita nel campionato di Divisione Regionale 1.
Al riguardo della pallavolo ha avuto sede a Martina Franca per una sola stagione la società Prisma Volley. In città è inoltre presente la Pallavolo Martina, squadra maschile promossa in serie B[57].
^F. Rittatore Vonwiller, La grotta di Monte Fellone, in La Veneranda Anticaglia, Milano 1965; A. Soffredi, La seconda campagna di scavi nella Grotta di Monte Fellone, in La veneranda Anticaglia, Milano 1966.
^Dizionario di toponomastica, Torino, UTET, 1997 [1990], p. 449, ISBN88-02-07228-0.
^Istituto italiano di preistoria e protostoria, Rivista di scienze preistoriche, Pubblicato da s.n., 1987;
^Università di Roma Museo delle origini, Università degli studi di Roma "La Sapienza, Facoltà di lettere e filosofia, Museo delle origini, preistoria e protostoria delle civiltà antiche : XVIII (1994), Pubblicato da Bonsignori, 1995
^International Association for Classical Archaeology, Fasti Archaeologici: annual bulletin of classical archaeology, Sansoni Editore., 1969
^Antonio M. Radmilli, Popoli e civiltà dell'Italia antica, A cura dell'Ente per la diffusione e l'educazione storica, 1974
^Vincenzo Fusco, Adriana Soffredi, Ricerche preistoriche in Puglia : Grotta di Monte Fellone (Brindisi) 1966
^Augusto Azzaroli, An early history of horsemanship, ed. Brill, Leiden, 1985, p. 129.
^G. Neglia, Il fenomeno delle cinte di Specchie nella penisola salentina, Edizioni Adriatica, Bari, 1970.
^Giuliano Volpe, Puglia paleocristiana e altomedievale, Edipuglia, 1991.
^Ciro Cafforio, La lama del Fullonese sobborgo medievale di Grottaglie, Taranto, 1961.
^Archivio di Stato di Napoli, Documento Angioino, reg. 1269, b.4, fg. 39; C. Minieri Riccio, Documenti di Carlo I d'Angiò.
^analisi di una della lettere scritte a tale scopo pubblicata in Spicilegium Historicum, Roma, 9 (1961) pp. 357-359.
^altre due lettere per la costruzione della missione in: Alphonsi Maria De Ligorio, Lettere, vol II 619. al p.d. Andrea Villani; Alphonsi Ligorio, Lettere, Volume II 617. al p.d. Andrea Villani.
^Delibera 18 marzo 1939, n. 66, vistata dalla Prefettura in data 10 gennaio 1940.
^L'art. 3, c. 5, dello Statuto comunale recita: «Lo stemma è costituito da uno scudo su cui è riportato un cavallo bianco senza freno che trotta verso sinistra su un poggio verde in campo azzurro, sormontato da un giglio d'argento.»
Cesare Brandi, Pellegrini di Puglia. Martina Franca, Editori Riuniti, 2002
Angelo Marinò, POESIA E TRADIZIONI POPOLARI A MARTINA FRANCA E NELLA MURGIA DEI TRULLI, Edizioni Pugliesi, 2005
Angelo Marinò, Pipistrelli e crumiri, Edizioni Pugliesi, 2006
P. Marinò, Diffusione reticolare dell'architettura barocca minore, Umanesimo della Pietra. Città e cittadini, 2001, Martina Franca
Raffaele Caforio, RACCONTANDO MARTINA, Nuova Editrice Apulia
Raffaele Caforio, Proverbi e detti martinesi. Nuova Editrice Apulia, 2006
C. Colafemmina, Gli ebrei a Taranto, 2005
N. Ferorelli, Gli Ebrei nell'Italia meridionale, dall'età romana al secolo XVIII, Bologna, Arnaldo Forni editore (1966)
L. Finamore-Pepe Monopoli e la Monarchia delle Puglie, Monopoli, 1897
Gentile Teresa Cofano, Sacerdoti Poeti nella Martina del '900, Arti Grafiche Pugliesi 1989
Teresa Gentile, Dalla tessitura all'Industria confezioniera a Martina Franca, Schena Editore, 1998.
Teresa Gentile, Il pastore dinamico, graficstudio Recupero 1990
Teresa Gentile, Trenta anni e li dimostra, Nuova EDitrice Apulia, 1996
Teresa Gentile, Echi di Giubileo a Martina Franca, Grafischena, 2000
Antologie Iridescenze del Salotto Culturale "Recupero" di Martina Franca di Teresa Gentile del 2007-2008-2009-2010-2011-2012-2013 Ed. Artebaria, Antologie Scrigno di Emozioni 2014-2015-2016-2017 del Salotto Culturale internazionale Recupero, Antologia internazionale Ecologia è Vita di Teresa Gentile Italia e Ana Stoppa Brasile.., Ed. Giulia Selvaggi-Manduria
Giuseppe Gaetano Marangi, LA PARLATA DEI MARTINESI E ALTRI RICORDI, con lessico, Nuova EDitrice Apulia 2010
Brasil em FolhasTipeKoran harianFormatTabloidRedaksiFernando Alcântara MendonçaDidirikan2008Situs webwww.brasilemfolhas.com Brasil em Folhas adalah surat kabar harian Brasil yang didirikan pada 26 Februari 2008. Dengan publikasi harian, temanya memfokuskan pada kehidupan sehari-hari di kota-kota Brasil dan penghuninya. Titik kuncinya menampilkan ketidaksopanan, humor yang baik dan cerita eksklusif. Lihat pula Daftar surat kabar di Brasil Referensi Pranala luar Situs web resmi Brasil em Folh...
American actor (1917–2004) Norman RoseRose in 1997Born(1917-06-23)June 23, 1917Philadelphia, Pennsylvania, U.S.DiedNovember 12, 2004(2004-11-12) (aged 87)Upper Nyack, New York, U.S.Alma materGeorge Washington UniversityActors Studio Drama SchoolOccupationsActorannouncerdrama instructornarratorKnown forAnnouncer for National Federation of Coffee Growers of Colombia commercialsNotable workLights Out (1946)Radio Days (1987)The Front (1976)SpouseCatherine VagnoniChildren4 Norman ...
Stasiun Watanoha渡波駅Stasiun Watanoha pada September 2012Lokasi1-7-1 Watanoha, Ishinomaki-shi, Miyagi-ken 986-2121JepangKoordinat38°25′12″N 141°21′55″E / 38.419961°N 141.365167°E / 38.419961; 141.365167Operator JR EastJalur ■ Jalur Ishinomaki ■ Jalur Senseki Letak35.9 km dari KogotaJumlah peron2 peron sampingJumlah jalur2KonstruksiJenis strukturAtas tanahInformasi lainStatusMemiliki stafSitus webSitus web resmiSejarahDibuka7 Oktober 1939PenumpangFY2...
Adam Johansson Informasi pribadiTanggal lahir 21 Februari 1983 (umur 41)Tempat lahir Gothenburg, Swedia[1][2]Tinggi 1,82 m (5 ft 11+1⁄2 in)Posisi bermain BekInformasi klubKlub saat ini Seattle Sounders FCNomor 5Karier junior Slottsskogen/Godhem Azalea/KungsladugårdKarier senior*Tahun Tim Tampil (Gol)2002–2004 Västra Frölunda 66 (1)2005–2011 IFK Göteborg 129 (1)2012– Seattle Sounders FC 2 (0)Tim nasional‡2002–2005 Swedia U-21 13 (0)2009�...
Hubungan Hungaria–Indonesia Hungaria Indonesia Hubungan Hungaria-Indonesia mengacu pada hubungan bilateral antara Hungaria dan Indonesia. Kedua negara menjalin hubungan diplomatik sejak tahun 1955. Sebuah kedutaan Hongaria dibuka di Jakarta pada tahun 1957.[1] Sejalan dengan kebijakan Keleti Nyitás Hungaria,[2] dan karena bobot politik dan potensi pasar Indonesia, Hungaria menganggap Indonesia sebagai salah satu negara paling berpengaruh di ASEAN. Sementara Indonesia melih...
Body of representatives convened to draft or adopt a new constitution This article is about the political meeting. For customs or traditions relating to a Constitution, see Constitutional convention (political custom). Opening session of the 2021 Chilean constitutional convention A constituent assembly (also known as a constitutional convention, constitutional congress, or constitutional assembly) is a body assembled for the purpose of drafting or revising a constitution. Members of a constit...
Portuguese association football club Football clubSintrenseFull nameSport União SintrenseFoundedOctober 7, 1911; 112 years ago (1911-10-07)GroundEstadio do Sport União SintrenseSintraCapacity2,800[1]PresidentJosé SequeiraHead CoachFilipe MoreiraLeagueCampeonato de Portugal2018–19Serie C, 5thWebsiteClub website Home colours Away colours Sport União Sintrense is a Portuguese football club based in Sintra, that plays in the Campeonato de Portugal, the fourth divis...
Isabel AllendeLahir2 Agustus 1942 (umur 81)Lima, PeruPekerjaanNovelisKebangsaanChili Amerika SerikatAliran sastraRealisme magisKarya terkenalThe House of the SpiritsWebsitehttp://www.isabelallende.com/ Isabel Allende Llona (lahir 2 Agustus 1942) adalah seorang pengarang Chili yang buku-bukunya telah diterjemahkan ke dalam berbagai bahasa. Allende adalah salah satu novelis paling terkenal di dunia sekarang ini, dan buku-bukunya telah lebih dari 35 juta kopi yang terjual dan dite...
Computing terms for disk partitions System partition redirects here. Not to be confused with EFI system partition. Boot partition redirects here. Not to be confused with BIOS boot partition. The system partition and the boot partition (also known as the system volume and the boot volume) are computing terms for disk partitions of a hard disk drive or solid-state drive that must exist and be properly configured for a computer to operate. There are two different definitions for these terms: the...
GNP Crescendo Record Co.Founded1954 (1954)GenreJazz, rock, comedyCountry of originU.S.LocationHollywood, CaliforniaOfficial websitewww.gnpcrescendo.com/wp/ GNP Crescendo Record Co. is an independent record label founded in 1954 by Gene Norman (né Eugene Abraham Nabatoff; 1922–2015). It started as a producer of jazz, then expanded into many other genres, including comedy, rock, and Star Trek soundtracks. Currently GNP Cresendo is run by Gene Norman's son, Neil Norman. History After hit...
بيئة المناظر الطبيعية (بالإنجليزية: Landscape ecology)، هي الدراسة التي تشمل الجيومورفولوجيا والبيئة ويتم تطبيقها على تصميم وهندسة المناظر الطبيعية، بما في ذلك الزراعة والمباني. من الناحية النظرية، تعتبر بيئة المناظر الطبيعية هي تطوير وصيانة للتنوع المكاني عند العمليات الحيوي...
Budiono Darsono (lahir 1 September 1961) adalah seorang wartawan senior yang berasal dari Indonesia. Ia dikenal sebagai salah satu pendiri portal berita detik.com, salah satu media online terbesar di Indonesia. Lahirnya detik.com Ide awal pendirian portal berita detik.com tidak lepas dari beberapa peristiwa yang terjadi pada tahun 1998. Saat itu beberapa surat kabar diberangus, termasuk tabloid DeTik (tempat Budiono bekerja). Karena kehilangan pekerjaan, maka bersama 3 rekan wartawan lainnya ...
National coin cabinet of the United States The National Numismatic Collection is the national coin cabinet of the United States. The collection is part of the Smithsonian Institution's National Museum of American History. Overview The National Numismatic Collection comprises approximately 1.6 million objects and is one of the world's largest and most diverse collections of coins, paper currency, medals, commodity currencies, financial instruments, exonumia, and related items.[1] ...
Root-finding algorithm For Brent's cycle-detection algorithm, see Cycle detection § Brent's algorithm. In numerical analysis, Brent's method is a hybrid root-finding algorithm combining the bisection method, the secant method and inverse quadratic interpolation. It has the reliability of bisection but it can be as quick as some of the less-reliable methods. The algorithm tries to use the potentially fast-converging secant method or inverse quadratic interpolation if possible, but it fal...
العلاقات البرازيلية البلغارية البرازيل بلغاريا البرازيل بلغاريا تعديل مصدري - تعديل العلاقات البرازيلية البلغارية هي العلاقات الثنائية التي تجمع بين البرازيل وبلغاريا.[1][2][3][4][5] مقارنة بين البلدين هذه مقارنة عامة ومرجعية للدولتين: �...
UEFA Women's Euro 2009Jalkapallon naisten Euroopan-mestaruuskilpailut 2009 Europamästerskapet i fotboll för damer 2009UEFA Women's Euro 2009 official logoTournament detailsHost countryFinlandDates23 August – 10 SeptemberTeams12Venue(s)5 (in 4 host cities)Final positionsChampions Germany (7th title)Runners-up EnglandTournament statisticsMatches played25Goals scored75 (3 per match)Attendance134,907 (5,396 per match)Top scorer(s) Inka Grings (6 goals)Best player...