Il nome di Grumo deriverebbe dal termine latino grumum, con il significato di "agglomerato" o "mucchio" (di case), mentre il nome di Nevano da praedium naevianum, ovvero da una proprietà della Gens Naevia[5]. È opinione diffusa (ma non provata) che da questa famiglia verrebbe l'antico drammaturgo e letterato Gneo Nevio.
Prima del 1863 Grumo e Nevano furono due casali divisi: Grumo comprendeva la zona sud del comune (fino alla Basilica di San Tammaro) mentre Nevano comprendeva la zona nord.
Nelle mappe del 1700 compariva come Grumi.
Grumo Nevano come tutti gli altri comuni dell'area sita a nord di Napoli, è di origine osca. Alcune tombe sannitiche furono rinvenute casualmente nell'abitato negli anni 1960 e 1970[6] e sono testimoniate due iscrizioni latine, probabilmente provenienti da Atella[7]. Storici locali hanno ipotizzato su queste basi l'esistenza di un vicus dipendente da Atella, situato su un incrocio del percorso della via Atellana tra Capua e Napoli[6] o persino di un centro abitato di origine osca dalla fine del V secolo a.C.[5]
Grumo è menzionato in documenti a partire dal X secolo, mentre la prima citazione di Nevano è del 1308.
Furono entrambi casali di Napoli e sono riportati nella carta di Rizzi Zannoni del 1793.
Quando furono istituiti i comuni, in epoca murattiana, i due casali furono accorpati in un unico comune, che ebbe il nome di Grumo. Con l'unità d'Italia, il nome divenne Grumo Nevano[8].
Targa commemorativa davanti al palazzo dove nacque Domenico Cirillo
La chiesa più antica di Grumo Nevano è la chiesa di Santo Stefano, che risale a prima del Seicento e che fu edificata nella zona più antica del paese, attuale piazza Capasso, da devoti del santo. Era proprietà dei signori Guerra di Massalubrense. Ogni anno vi si continua a celebrare la messa nel solo 26 dicembre. La chiesa custodisce affreschi e una statua del santo di autore ignoto.
A Grumo Nevano oggi ci sono quattro parrocchie principali:
Parrocchia Madonna del Buon Consiglio, costruita nel 1997.
Altre piccole chiese sono quelle di Santo Stefano (1600) in piazza Capasso, mentre non esiste più la chiesa di San Gabriele delle Suore carmelitane, della quale resta invece il vicino convento.
La Torre dell'orologio fu abbattuta nel 1964 per problemi di traffico.
Sono presenti alcuni monumenti eretti in onore del martire della repubblica napoletana Domenico Cirillo: un busto marmoreo (1867) nel municipio, una statua di bronzo (1899) in piazza. A questi si aggiungono il monumento ai caduti della prima guerra mondiale (1927) e una statua in bronzo dedicata a padre Pio.
il "Mendicicomio", edificio storico sede di un istituto nato nel 1875 dalla donazione testamentaria di Teresa Parolisi per ospitare poveri e malati per fornire loro cure. La nuova donazione di Michele Cristiano nel 1910 permise la costruzione dell'immobile. Esauritisi i fondi ereditari, l'edificio è oggi chiuso e inagibile;
la casa natale di Francesco Massa, generale nella seconda guerra mondiale e filosofo, costruita inizialmente nel 1926, fu distrutta dai bombardamenti e ricostruita negli anni 1950.
Società
Evoluzione demografica
Il comune di Grumo Nevano ha fatto registrare nel censimento del 1991 una popolazione pari a 19 524 abitanti. Nel censimento del 2001 ha fatto registrare una popolazione pari a 18 644 abitanti, mostrando quindi nel decennio 1991 - 2001 una variazione di abitanti pari al -4,51%.
Gli abitanti sono distribuiti in 5 603 nuclei familiari con una media per nucleo familiare di 3,33 componenti.
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2019 i cittadini stranieri residenti a Grumo Nevano erano 1 244 , corrispondenti al 6,9% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[11]
Agli inizi degli anni 1980 erano insediate più di trecento aziende tra calzaturiere e tessili, dimezzate nel corso del tempo. Sul territorio sono presenti ancora piccole aziende calzaturiere e di confezioni.
^ Maria Rosaria Nappi, Area frattese, in La Campania e la Grande Guerra: I Monumenti ai Caduti di Napoli e Provincia, Gangemi Editore, ISBN9788849294019.
^abcEmilio Rasulo, Storia di Grumo Nevano e dei suoi uomini illustri, Napoli 1928.
^abGiovanni Reccia, Sull'origine di Grumo Nevano. Scoperte archeologiche e ipotesi linguistiche, in Rassegna storica dei comuni. Istituto di studi atellani, n.s. 18 (110-111), gennaio-aprile 2002, pp. 20-38 (testo on line (PDF), pp. 20-22.
^Base onoraria un tempo reimpiegata nella chiesa di San Tammaro con dedica a Celio Censorino, di epoca costantiniana (CILX, 3540) ed epigrafe funeraria del decurione Publio Acilio Vernario (CILX, 3735).