Forio (conosciuto anche come Forio d'Ischia; pronuncia forìo) è un comune italiano di 17 450 abitanti[1] della città metropolitana di Napoli in Campania.
Si trova nella parte occidentale dell'isola d'Ischia e, con i suoi 13,08 km² di territorio, è il comune più esteso dell'isola. Di fronte alla spiaggia di Citara è presente l'isola Pietra Bianca.
Secondo lo Jasolino, medico del '500, Forìo deriverebbe da Fiorio in quanto fiorì dopo la distruzione di altri casali, altri studiosi ritengono più probabile invece dal greco phòros, φόρος (ferace - fertile), altri ancora dal greco chorìon, χωρίον (villaggio). La leggenda, riferita dal D'Ascia, vuole che un castellano del Castello Aragonese, stanco di vivere sul castello con quattromila persone, disse "Fuori io!" e se ne andò dall'altra parte dell'isola a fondare questo comune.
Forio ha subito nei secoli diverse invasioni da parte dei Saraceni, di cui conserva marcati segni nell'architettura locale. Dal 1938 al 1945 fu aggregato al comune di Ischia, insieme agli altri comuni dell'isola, formando un'unica entità amministrativa dell'isola d'Ischia.
Numerose sono le chiese nel territorio comunale di Forio (di cui ben due con la dignità di basilica minore), tra le quali:[4]
Nel centro storico sono presenti palazzi nobiliari, botteghe di artisti locali e le chiese, tra cui quella del Soccorso situata nelle adiacenze di piazzale Giovanni Paolo II (già piazzale del Soccorso). In questo luogo è possibile assistere, in particolari condizioni, al fenomeno ottico del raggio verde in concomitanza con il tramonto del Sole.
Lungo la costa sorgono molte torri di avvistamento e difesa, la più famosa di queste è il "Torrione".[10]
Abitanti censiti[11]
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2018 i cittadini stranieri residenti a Forio erano 2005, corrispondenti al 11,2% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[12]
Forio possiede un proprio dialetto, il foriano, caratterizzato da suoni e lemmi propri, molto diversi da quelli degli altri comuni isolani e dalla lingua napoletana standard. Il dialetto foriano, con una difficile fonetica, è tuttavia quello maggiormente conoscibile, grazie alla grande produzione letteraria in foriano che il comune può vantare. Vicino ma non simile è il dialetto panzese, nella frazione di Panza, anch'esso lontano dalla prosodia napoletana standard soprattutto nei suoni ed in alcuni lemmi, così come dagli altri dialetti isolani. Insieme al foriano è uno dei 7 dialetti tuttora parlati dai nativi dell'isola.
Un bell'esempio di vernacolo foriano è la poesia Antonie gnocchignocche tratta dalla raccolta "Vasapiedi"[13] di Luigi Polito.
'U terramote miéie ha scarziete n'etu campiaune: Nntonie gnocchignocche.
E chigghie 'e tanne, paisce nfarenete: "Mammeme m'é ddà cotte e i m'ammocche.
Tenaive nu marrezze sciaremete e lu vulaive 'nvece cu lu crocche,
cua maneche le cuorre. Avé cerchéte nu pere 'e corre pure a Bastiocche.
- Quante ne vuò: é tene Micchiariegghie:
a mugghiere arrevune e ce gghie pporte -
- Ce vache mau.- Circave u puveregghie
lu pere e corre, ma cumme risposte avette tante chevece, na sporte.
Lu nomme 'e Gnocchignocche ha vute apposte.
La stessa in italiano:
Il mio terremoto ha risparmiato un altro campione, Antonio Gnocchignocche. È quello di un tempo, un pesce infarinato.Mia madre me le dà cotte ed io le imbocco. Aveva una roncola rotta e ne voleva una con tanto di ornamento, col manico di corno. Aveva chiesto un paio di corna anche a Bastiocco. "Quante ne vuoi: le ha Micchiariegghie (fiammifero), la moglie le raccoglie e gliele porta". "Ci vado ora". Chiese il poverino il paio di corna, ma come risposta ebbe tanti calci, una sporta. Il nome Gnocchignocche lo ha avuto per questo.
I foriani sono chiamati ironicamente dagli altri abitanti dell'isola "sanghe 'e turche" per il loro carattere levantino.[14] George Berkeley in cura sull'isola nel 1717[15] riporta che i foriani godono di fama di assassini[16]. Così il D'Ascia nella sua Storia dell 'isola d'Ischia.[17]. Un blasone popolare dice : "Furiano, mangia patane, acciraperucchi e sona campane - foriano, mangia patate, pidocchioso e bacchettone"[14]
Amministrativamente comprende diverse contrade (Monterone, Cierco) e la frazione di Panza che nei secoli ha subito, come il capoluogo, diversi attacchi da parte dei Saraceni, di cui conserva marcati segni nell'architettura locale.
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
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