Posto ai confini dell'agro aversano, fa parte dell'area frattese[4] e insieme ai comuni confinanti è parte integrante della grande conurbazione settentrionale di Napoli.
Origini del nome
Durante il feudalesimo, Casandrino ebbe il nome di "Casale" per l'aumento delle case che si formavano nel territorio allo scopo di metterlo a coltura. Ma è la sua trasformazione in "Casandrino" che porta con sé alcuni dubbi.
Alcuni studiosi del luogo suppongono che derivi da Casa Trina, territorio con tre case. Etimologia molto criticabile in quanto costituirebbe un ibridismo d'italiano e latino; si sarebbe detto senz'altro Trecase, e non Casatrina.
Altri farebbero derivare Casandrino da Casa Andropon, dal greco ανθρωπος, che significa casa dell'uomo, ma sembra essere davvero troppo generico come nomen urbis.
Né può derivare da Androna che era il luogo pubblico dove gli uomini si radunavano per le discussioni, in quanto sembra improbabile che i pochi abitanti del tempo avessero bisogno di un "forum" dove riunirsi e discutere.
Secondo la tradizione popolare, il nome di Casandrino deriverebbe da "casa di Sandrino" che doveva essere il primo o uno dei primi abitanti della zona, forse un contadino di nome Sandro che abitava e lavorava in quel luogo, o forse il proprietario di quella parte di terra situata appunto dove sorge oggi la città.
Ma la più attendibile fra le possibili etimologie sostenute è che Casandrino derivi da Casa Andrena, cioè luogo sicuro circondato da mura: Andrena, locus operÌus undequaque condusus. Tale tesi viene autorevolmente sostenuta nel libro Casandrino, nella sua storia di ieri e di oggi del P. Lett. Cherubino Caiazzo, Provinciale Emerito degli Agostiniani di Napoli, il quale pone a fondamento della sua tesi etimologica alcuni atti della S. Visita fatta dai Vescovi di Aversa (Archivio Vescovile) che chiamano questo territorio Casandrenus (Casa-Andrena) e da una pergamena del periodo Normanno dove si legge che un certo Amerigo, figlio di Ugone della villa di Casandrena, dona all'abadessa del monastero di S. Biagio parte del suo territorio (anno 1122).
Storia
Casandrino, come tutti gli altri comuni dell'area sita a nord di Napoli, è di origine osca. Tuttavia, le notizie più certe si fanno risalire all'epoca romana, più precisamente all’età repubblicana, quando, grazie alla distribuzione dell'Ager Publicus, molti coloni, lasciata Roma, vennero a stabilirsi nell'agro napoletano, favoriti ed incoraggiati dai saggi criteri dell'Urbe, la quale, conquistate le terre, le distribuiva appunto ai coloni col canone di alcuni "nummi". Questi coloni, avendo a disposizione, come propria, una certa zona di terreno, pensarono subito di costruirvi le casae, modeste e povere abitazioni con davanti uno spiazzo per sé e la famiglia, la quale cresceva senza preoccupazioni, contentandosi del poco. Naturalmente, col volgere degli anni, le casae si ingrandirono con più ampi fabbricati e più vaste corti, fino a formare dei piccoli villaggi e delle borgate, le quali, prima di diventare in epoca molto posteriore dei veri e propri paesi e comuni autonomi (ciò che avvenne largamente durante il ducato di Napoli) furono denominati casali e presero il nome dalle ville dei patrizi o da quei coloni che per primi vi avevano preso stanze.
Monumenti e luoghi di interesse
Santuario di Santa Maria Assunta in Cielo, (Madonna di Casandrino)
Al 1º gennaio 2022 i cittadini stranieri residenti a Casandrino erano 1 236, corrispondenti al 9,2% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[6]
Casandrino condivide con Sant'Antimo lo svincolo dell'Asse Mediano ed è raggiungibile anche tramite la Circumvallazione esterna di Napoli, inoltre era servita da autolinee della CTP che collegavano Napoli al suo circondario.