Alberto Malaspina detto "il Moro"[1] e "lo marches putanier", è ricordato soprattutto per essere stato un trovatore.[1] Suoi "colleghi" in terra italica furono il genovese Lanfranco Cigala, il venezianoBartolomeo Zorzi e, più celebre di tutti, Sordello da Goito, l'anima lombarda "altera e disdegnosa" che si accompagna a Virgilio e Dante nell'Antipurgatorio. Il Malaspina, che altri trovatori definirono "valenz hom, larcs e cortes",[1] è forse più noto per la tenzone sboccata e senza freni (lo stile tradizionale delle tenzoni) con il provenzale Rambaldo di Vaqueiras, che lo definisce marches putanier : [2] è questa l'unica testimonianza rimasta dell'opera poetica di Alberto.
Va ricordato che Peire Vidal gli dedicò l'ultima canzone scritta prima della morte, rivolgendoglisi in modo ingiurioso.
Discendenza
Sposò una delle figlie, il cui nome non è noto (forse Beatrice[1]), di Guglielmo V del Monferrato ed ebbero una figlia, Caracosa.[1]