Mentre ricopre la carica di ministro degli esteri nel primo governo Amato, il suo partito vara un regolamento interno che sancisce l'incompatibilità tra la carica di ministro e di parlamentare. Scotti è l'unico ministro che opta per rimanere deputato, lasciando pertanto l'esecutivo.[2]
Alle elezioni politiche del 2006 guida una lista denominata Terzo Polo[3], presente solo in alcune circoscrizioni del Lazio e dell'Italia meridionale, che raccoglie risultati complessivamente assai modesti: lo 0,04% sia alla Camera (16.174 voti)[4] sia al Senato (13.260 voti).[5]
Rinviato a giudizio per peculato e abuso d'ufficio per lo scandalo dei fondi neri del SISDE nel 1993, le accuse penali sono poi decadute per sopravvenuta prescrizione. La Corte dei conti gli ha imposto di risarcire allo Stato 2.995.450 euro, giudicandolo colpevole insieme all'ex direttore del SISDE, Alessandro Voci, di aver fatto acquistare un palazzo a Roma con fondi riservati del SISDE a un prezzo maggiorato di 10 miliardi di lire per la creazione di fondi neri. È stato assolto dall'accusa di corruzione nella gestione della nettezza urbana e in quello dei Mondiali di Italia '90.[8]
L'inchiesta sulle sale Bingo
Un'inchiesta giornalistica di Report del 1º ottobre 2002, intitolata "Dietro al Bingo", rivela alcuni retroscena sulla legalizzazione del gioco della tombola (rinominata in Bingo) e i coinvolgimenti politici. In particolare Milena Gabanelli avrebbe affermato che imprenditori privati e multinazionali spagnole del gioco d'azzardo si sarebbero lanciati nell'affare nel 1999 quando sotto il governo D'Alema il gioco della tombola diventa Bingo, anche se il decreto legge che lo rende operativo e che trasformerebbe in illegali tutte le tombole di quartiere nasce il 21 novembre 2000 quando al Ministero delle finanze vi era Ottaviano Del Turco e al TesoroVincenzo Visco.[9]
Nella vicenda venne coinvolto anche Vincenzo Scotti, che fondò assieme a Luciano Consoli, "Formula Bingo", una società nella quale è presidente, che svolge consulenze per l'apertura delle sale bingo e rapidamente ottiene 214 delle 420 concessioni[9][10] messe in campo sino a quel momento, grazie anche all'alleanza con Codere, una multinazionale spagnola del gioco d'azzardo. Codere e "Formula Bingo" danno un'impronta industriale e altamente lucrativa al gioco casalingo della tombola, dove sono necessari grandi costi e investimenti da parte dei concessionari (i quali -stando all'inchiesta- per rifarsi necessitano di giochi più lucrosi e speculativi).
Con questa operazione "Formula Bingo" guadagna l'1,50% su ogni cartella venduta dalla sue 214 consociate. Scotti è anche presidente di Ascob, l'associazione dei concessionari. È lo stesso Scotti, infatti, che, in Senato, preme per rendere abusive le tombole nei circoli e consentire l'introduzione di slot machine e videopoker nelle Sale Bingo.[11]
Romano Benini con Vincenzo Scotti, Sorvegliata speciale. Le reti di condizionamento della Prima Repubblica, Rubbettino, 2023. ISBN 9788849873733
Vincenzo Scotti, Romano Benini, Silvia Sticca, Giovanni Tartaglia Polcini "Da Corleone alla rete silente", Eurilink University Press, 2022, ISBN 9791280164445
Vincenzo Scotti e Sergio Zoppi, "Governare l'Italia. Da Cavour a De Gasperi a Conte oggi" Eurilink University Press, 2020, ISBN 9791280164001
Vincenzo Scotti e Sergio Zoppi, "Non fu un miracolo. L'Italia e il meridionalismo negli anni di Giulio Pastore e Gabriele Pescatore, Eurilink Uiversity Press, 2016, ISBN 9788897931829
Vincenzo Scotti, "Pax mafiosa o guerra. A venti anni dalle stragi di Palermo", Eurilink,2012, 9788895151571