Situato nella valle del Niceto, il comune è ripartito nei tre centri abitati di Valdina (capoluogo comunale), Tracoccia e Fondachello, la frazione marina.
Il territorio del comune di Valdina è di origine antica, e secondo alcuni in epoca pre-romana l'attuale chiesa di San Pancrazio sarebbe stata una torre di avvistamento per le navi provenienti dalle isole Eolie.
Comunque, fu in epoca romana che si formò il primo "pagus" (o villaggio) nell'area dove sorge oggi Roccavaldina, e l'area fra Monforte e Rometta (comprendente gli attuali comuni di Valdina, Roccavaldina, Venetico e Torregrotta) fu chiamata Rachal El-melum (o Rachal El-melue) sotto la dominazione araba, e successivamente Casale del Conte(Casale Comitis) in epoca normanna.
Età medievale
Nel 1168 Guglielmo II concesse il Casale del Conte alla badessa del monastero messinese di Santa Maria della Scala, e nel 1196 la regina Costanza confermò la donazione[5].
A seguito della presa del potere da parte del dominio aragonese furono concessi nuovi titoli nobiliari, e nella parte occidentale del territorio demaniale di Rametta (oggi Rometta) vennero creati due feudi, che furono concessi a Giovanni Rocca, nobile cavaliere pisano, e Giovanni Mauro, di origine genovese. Nei due feudi nacquero due casali, che presero il nome dei possessori, cioè "La Rocca" (odierna Roccavaldina) e "Maurojanni" (o Mauro Giovanni, odierna Valdina).
Successivamente, nel 1509 i feudi furono ceduti da Gilberto Pollicino Castagna alla famiglia Valdina, arrivata dalla Spagna. I Valdina (prima baroni e poi successivamente principi di Maurojanni o Valdina) contribuirono per due secoli allo sviluppo dei borghi, finché l'ultimo discendente della famiglia, Giovanni Valdina Vignolo, morì nel 1692 senza lasciare eredi. Il titolo passò al cugino più prossimo, e la famiglia si imparentò con la borghesia locale. Il feudo fu posseduto dalla famiglia Valdina sino al 1812, quando il feudalesimo fu soppresso.
Età contemporanea
Nel 1929 Valdina e i vicini comuni di Spadafora San Martino e Venetico furono fusi nel nuovo comune di Spadafora. Tuttavia nel 1940 il comune di Venetico fu ricostituito nei suoi vecchi confini e il territorio che fu di Valdina venne aggregato a Roccavaldina. Nel 1948 fu ricostituito in comune autonomo nei suoi vecchi confini.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del comune di Valdina sono stati concessi con DPR del 29 dicembre 1995.[7]
Lo stemma non presenta alcuna descrizione araldica all'interno dello statuto comunale, in cui si afferma solamente che l'emblema comunale è lo stemma raffigurato nel gonfalone[8].
Lo stemma è partito semitroncato e così descritto nel volume sulla Sicilia della collana «Comuni d'Italia» edita dall'Istituto enciclopedico italiano[9]:
«Il primo campo, a sfondo azzurro, rappresenta un pino d'Italia, verde, fondato su una verde pianura e sormontato da tre stelle d'oro a cinque raggi; nella seconda partizione, dorata, spiccano due gigli rossi, ordinati in fascia. La terza sezione, a sfondo rosso, raffigura uno scettro d'oro, posto in palo. Sotto lo scudo, su una lista rossa, bifida e svolazzante, spicca il motto in lettere maiuscole d'oro: valdina felix.»
Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa di San Pancrazio, risalente al XVII secolo, sita nel capoluogo comunale.
Chiesa della Madonna delle Grazie, costruita nel 1972 e sita nella frazione di Tracoccia.
Chiesa della Madonna dell'Acqua Santa, probabilmente del XVI secolo e sita nella frazione di Tracoccia.
Chiesa di San Giovanni Battista, costruita nel XX secolo e sita nella frazione di Fondachello.
Cappella di San Giovanni Battista, posta all'interno di Villa Calcagno Lo Mondo nella frazione di Fondachello.
Siti archeologici
A Valdina, in località Scarano, sono state rinvenute tracce di un insediamento antico[10][11].
A Valdina il servizio scolastico è garantito dalla presenza della scuola d'infanzia, primaria e secondaria di primo grado "Giovanni Paolo II" (site a Fondachello) appartenenti all'istituto comprensivo "Stefano d'Arrigo" di Venetico.