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Commento: Praticamente tutte le fonti su ideologie e collocazione trattano del periodo intorno al 2013, precedente allo spostamento verso centro-sinistra del partito, dovuto alle scissioni della sinistra del partito (MeRA25 e Unità Popolare) e l'assorbimento di parte del PASOK. Aggiornamento: si aggiunge nel 2023 ulteriore scissione a sinistra di "Nea Aristera".
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Sorto nel 2004 inizialmente come coalizione di partiti e politici indipendenti di area socialista democratica, eco-socialista,
trotskista, maoista ed eurocomunista,[6] si è in seguito costituita come partito unico nel 2012;[7] nel luglio del 2013 viene celebrato il primo congresso fondativo.
Benché si ritenga in genere che il SYRIZA ebbe l'avvio subito prima delle elezioni politiche del 2004, il processo che condusse alla sua formazione può essere ricondotto allo Spazio per il Dialogo, per l'unità e l'azione comune della sinistra (in greco: Χώρος Διαλόγου για την Ενότητα και Κοινή Δράση της Αριστεράς) nel 2001.[16]
Lo "Spazio" del 2001
Lo Spazio era composto da varie organizzazioni della sinistra greca che, nonostante le diverse provenienze ideologiche e culturali, condividevano un'azione politica comune in numerosi importanti questioni che impegnavano la Grecia alla fine degli anni novanta: Guerra del Kosovo, privatizzazioni, diritti sociali e civili.
Lo Spazio fornì il terreno comune nel quale i partecipanti poterono lavorare assieme su temi come:
le riforme neoliberistiche delle pensioni e del sistema di sicurezza sociale;
Benché lo Spazio non fosse un'organizzazione, ma piuttosto uno sforzo per mettere insieme partiti e organizzazioni, diede vita ad alleanze elettorali per le elezioni amministrative del 2001; la più significativa di esse fu quella condotta da Manolis Glezos per la "superprefettura" di Atene-Pireo.
Lo Spazio costituì così il terreno comune dal quale numerosi partiti che lo costituivano lanciarono il Social forum greco[17], parte del Forum sociale europeo.[18][19]
La nascita ufficiale di SYRIZA nel 2004
L'effettiva data di nascita di SYRIZA furono le elezioni parlamentari in Grecia del 2004. Molti dei partecipanti allo Spazio decisero di sviluppare una piattaforma comune che avrebbe condotto ad un'alleanza elettorale. Ciò portò all'effettiva formazione di SYRIZA nel gennaio 2004.[20][21]
I partiti che formarono originariamente la Coalizione della sinistra radicale furono:
Cittadini Attivi, l'organizzazione politica guidata da Manolis Glezos.
Alla nascita della Coalizione contribuirono anche numerosi attivisti di sinistra indipendenti.
Benché l'Organizzazione Comunista di Grecia (KOE) avesse partecipato allo Spazio, decise poi di non prendere parte alla Coalizione.[22]
Alle elezioni la Coalizione raccolse 241.539 voti (il 3.3% del totale) ed elesse sei membri al Parlamento, tutti membri del Synaspismós, il più grande tra i partiti della coalizione. Ciò provocò aspre tensioni all'interno di SYRIZA.
La crisi terminò nel dicembre 2004, con il IV congresso del Synaspismós, quando la larga maggioranza del partito votò per la rivitalizzazione di SYRIZA. Questo diverso atteggiamento si rafforzò in seguito con l'elezione di Alekos Alavanos (un sostenitore della coalizione) come presidente del Synaspismós, dopo che il precedente leader, Nikos Konstantopoulos, era stato battuto.[25][26]
La Coalizione si rafforzò ulteriormente durante l'organizzazione del Quarto Forum sociale Europeo, ad Atene nel maggio 2006 e con il successo dei candidati di SYRIZA alle elezioni amministrative del 2006. La lista per il comune di Atene era guidata dal trentenne Alexīs Tsipras, proposto da Alavanos che aveva dichiarato il Synaspismós «aperto alle nuove generazioni».[27]
Il successo inaspettato alle elezioni del 2007
La Coalizione della Sinistra Radicale fu la grande sorpresa delle elezioni politiche del 2007. Essa aumentò il proprio consenso di 120.000 voti e raggiunse un inaspettato 5,04%.[28][29]
Antefatto
Prima delle elezioni, il 22 giugno, i partiti aderenti concordarono una dichiarazione comune. Firmarono la "Dichiarazione della Coalizione della Sinistra Radicale", creando la piattaforma comune sulla quale la Coalizione avrebbe partecipato alle prossime elezioni e le basi dell'alleanza politica.[30]
La coalizione era anche accresciuta di partecipanti, rispetto alla sua composizione originaria del 2004. Nel giugno 2007 l'Organizzazione Comunista di Grecia (KOE) annunciò la propria partecipazione alla Coalizione.[31]
Il 21 agosto aderì anche il gruppo ambientalista Intervento Ecologico (gr. Οικολογική Παρέμβαση);[32] il giorno seguente il Movimento Sociale Democratico (DIKKI) annunciò anch'esso la propria partecipazione alla coalizione.[33]
Il 2 settembre la Corte di Cassazione (gr. Άρειος Πάγος) rifiutò di includere il nome del DIKKI nella coalizione elettorale di SYRIZA, dichiarando che le procedure interne seguite dal DIKKI erano irregolari. Ciò fu duramente criticato da SYRIZA e dal DIKKI, come interferenza indebita nell'attività politica interna di partito.[34]
Dopo le elezioni: Tsipras diventa presidente del partito
Il 27 novembre del 2007, Alavanos annunciò che, per motivi personali, non avrebbe rinnovato la propria candidatura alla presidenza del Synaspismós.[35]
Il V congresso del Synaspismós elesse presidente il trentatreenne Alexīs Tsipras, il 10 febbraio 2008.[36] Alavanos mantenne, comunque, la presidenza del gruppo parlamentare del SYRIZA.
Tsipras raggiunse una considerevole popolarità tra l'elettorato greco: ciò ha condotto ad una significativa crescita di SYRIZA nei sondaggi elettorali, fino al 18%.[37]
Dal 2008 al 2011
Alla fine di giugno del 2008, la formazione trotskistaXekinima annunciò di volersi unire alla coalizione.[38]
In seguito alla constatazione del leader di Nuova Democrazia di non poter riuscire a formare un governo che avesse una solida maggioranza, il leader di SYRIZA, Alexīs Tsipras, viene incaricato dal Presidente della RepubblicaKarolos Papoulias di cominciare le trattative per formare una coalizione di partiti che abbiano la maggioranza dei deputati all'interno del Parlamento greco.[44]
Il 10 maggio 2012 Tsipras annuncia che non riuscirà a formare il governo poiché non dispone di un numero di deputati sufficiente per avere la maggioranza in Parlamento. Tsipras rimette dunque il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica che, il giorno dopo, incaricherà il leader del PASOK di formare un nuovo governo.[45]
Il 15 maggio, a causa del fallimento del leader del PASOK e dopo un ultimo estremo tentativo, il presidente della Repubblica Karolos Papoulias dichiara che nessun accordo è stato raggiunto dai partiti per formare una maggioranza di Governo e che quindi la Grecia tornerà alle urne probabilmente la seconda settimana di giugno.[46]
Il 16 maggio si apprende la notizia che il Presidente del Consiglio di Stato grecoPanagiōtīs Pikrammenos dirigerà ad interim il Governo greco per portarlo alle elezioni di giugno. Papoulias aveva proposto di estendere il mandato del già capo del governo Lucas Papademos, ma la proposta viene scartata a causa dell'opposizione della sinistra radicale (SYRIZA e KKE).[47]
Il 22 maggio, SYRIZA decide di costituirsi come partito unico, unificando definitivamente tutte le varie componenti al suo interno. Il motivo principale di questa scelta è da ricercarsi nella legge elettorale greca, che attribuisce al partito con più voti un bonus di 50 seggi: presentandosi come "coalizione di partiti", in caso di vittoria, SYRIZA non avrebbe potuto usufruire di questa possibilità.[7][48]
Il nome ufficiale del partito, a seguito di questa unificazione, sarà d'ora in poi "Coalizione della Sinistra Radicale - Fronte Sociale Unitario".[7][48][49]
Dopo le elezioni: le battaglie politiche dentro e fuori dal Parlamento
Nel settembre 2012, Alexīs Tsipras durante una conferenza stampa a Bruxelles affermò a nome del partito:
«Bisogna dire la verità non solo ai cittadini greci ma tutti gli europei: le misure d’austerità non funzionano. La popolazione greca ha sopportato delle prove durissime senza che in due anni e mezzo la crisi sia stata risolta e questo è servito solo a salvare le banche greche, il cui fallimento avrebbe conseguenze in tutto il sistema bancario europeo.»
In quell'occasione egli auspicò la «ricostruzione dell'Eurozona in base ai principi della coesione sociale e della democrazia».[56]
Il 7 novembre 2012 il partito ha organizzato una manifestazione in piazza Syntagma per contestare il voto favorevole del parlamento sulle politiche di austerity imposte dall'Unione europea alla Grecia.[54]
Il 18 gennaio 2013 il Parlamento greco, con 265 voti su 300, vota a favore dell'istituzione di una commissione di inchiesta per valutare l'operato dell'ex ministro dell'economia del PASOK Georgos Papaconstantinou: egli avrebbe rimosso i nomi di tre suoi parenti dalla cosiddetta Lista Lagarde, ossia un documento che contiene i nomi di centinaia di possibili evasori fiscali greci con depositi in Svizzera. Nella stessa seduta il Parlamento ha respinto la proposta di SYRIZA, che voleva un'indagine anche su possibili responsabilità penali, per la stessa vicenda, di un altro ex Ministro delle Finanze e attuale leader del PASOK, Evangelos Venizelos.[57][58][59]
Il 14 febbraio 2013 il partito ha promosso una manifestazione pacifica davanti al Ministero delle Finanze greco, a seguito delle dichiarazioni del segretario generale dello stesso ministero che auspicava la riduzione del salario minimo, che si attestava a 500 euro. Tra i partecipanti vi erano anche due parlamentari di SYRIZA (Kostas Barkas e Vangelis Diamantopoulos) che vennero gettati a terra dai reparti speciali di polizia greca (MAT), che erano stati incaricati di disperdere la manifestazione, e vennero presi a calci nonostante avessero mostrato alle forze dell'ordine la loro tessera da parlamentari.[60][61]
Nei primi mesi del 2013 SYRIZA ha guadagnato numerosi consensi elettorali, arrivando a diventare il primo partito greco per intenzioni di voto.[62][63][64][65]
Il 13 aprile 2013, SYRIZA ha chiesto le dimissioni del governo di centro-destra e le elezioni anticipate. Secondo il leader del partito, questa è «l'unica soluzione per superare la difficile situazione economica in Grecia».[66]
I contrasti con Alba Dorata
Il 5 aprile 2013 alcuni membri di Alba Dorata hanno aggredito alcuni immigrati, nei pressi di Chania, e poi hanno organizzato una manifestazione provocatoria, davanti alla sede del KKE; in seguito si sono scagliati anche contro alcuni supporter dell'AEK Atene. A seguito di ciò il segretario locale di Alba Dorata, Stelios Vlamakis, è stato gettato in mare da un gruppo di comunisti, di tifosi dell'AEK Atene e di antifascisti. L'indignazione si è diffusa tra la popolazione della città, e il giorno dopo, a seguito di un appello di SYRIZA, circa 2500 persone sono scese in piazza per condannare l'episodio xenofobo.[67][68][69]
Il 18 maggio 2013, durante una seduta del Parlamento Ellenico in cui si stava discutendo un disegno di legge antirazzista, il parlamentare di Alba DorataPanagiotis Iliadis venne richiamato numerose volte dal presidente di turno dell'aula, Iannis Dragasakis (SYRIZA), a causa dei toni aggressivi del suo discorso nei confronti del Ministro della Giustizia e del leader di SYRIZA. In seguito il deputato è stato espulso dall'aula dopo aver intimato al vicepresidente del parlamento di «stare seduto». Nell'uscire dall'aula il deputato ha scandito per tre volte lo slogan «Heil Hitler», scatenando l'indignazione generale dei deputati.[70][71] Successivamente Dragasakis ha deciso di applicare, per la prima volta nella storia della Repubblica greca, l'articolo 80 del "Regolamento del Parlamento" per il «comportamento antiparlamentare», che prevede dure sanzioni per l'autore dello slogan.[72] Il giorno seguente Alexīs Tsipras, leader di SYRIZA, ha accusato Nuova Democrazia di «non aver preso posizione contro i neonazisti di Alba Dorata».[73]
Reazioni alla chiusura della ERT
Il portavoce del governo greco Simos Kedikoglou, annunciò la chiusura della ERT, la radiotelevisione pubblica greca, l'11 giugno 2013 e il licenziamento di tutti i suoi 2.500 dipendenti, nell'ambito del programma di privatizzazioni delle aziende a partecipazione statale concordato con la «troika» (UE, BCE e FMI).[75][76]
SYRIZA ha partecipato alle varie manifestazioni per difendere la ERT dalla chiusura e per chiedere le dimissioni del governo di centro-destra:[77][78][79]
«In parlamento i partiti di opposizione hanno cominciato un duro ostruzionismo per guadagnare tempo, con Syriza in prima fila per fermare la liquidazione della tv. Tsipras si è precipitato martedì pomeriggio da Salonicco direttamente nella sede dell'Ert, dove già si trovavano da ore l'anziano partigiano Manolis Glezos e decine di deputati di Syriza, per tornare negli studi della tv di stato alle tre di notte per ripetere senza se e senza ma che Syriza sarà al fianco della società greca. Ieri mattina Tsipras ha anche incontrato il presidente della Repubblica greca Karolos Papoulias, sottolineando a muso duro che non deve essere l'usciere della troika.»
(Teodoro Andreadis Synghellakis, In rivolta per la tv pubblica, il manifesto, 13 giugno 2013)
Il leader di SYRIZA, Alexīs Tsipras, ha affermato che la chiusura della televisione pubblica è un «colpo di Stato»,[80] e ha dichiarato in Parlamento, rivolto al Ministro delle Finanze:[81]
«Lei ha deciso e ordinato di mettere a tacere la televisione di Stato, oscurando anche la democrazia e la libertà di parola. Una cosa del genere avviene solo in due occasioni, Ministro: quando un Paese subisce un’invasione straniera o quando crolla la democrazia.»
Il 18 giugno 2013 l'Alta Corte di Stato ha accolto il ricorso e ha giudicato incostituzionale il decreto di chiusura dell'ERT.[83] La corte ha inoltre disposto che il segnale dell'emittente pubblica deve rimanere in onda fino a quando il governo greco non avvierà la riforma delle comunicazioni nazionali, varando la nuova versione della televisione di Stato.
«L’articolo 15 [della Costituzione greca] obbliga lo Stato a regolare il buon funzionamento e la radiodiffusione pubblica.»
A seguito della notizia, Tsipras ha dichiarato che: «Il colpo di Stato tentato da Samaras con ERT, significa la decapitazione di migliaia di lavoratori e il diritto dei cittadini greci ad essere informati. Esso ha rivelato i limiti del memorandum e della politica di governo Samaras. [...] La vita del governo si è conclusa oggi».[84]
Le elezioni europee del 2014: SYRIZA è il primo partito della Grecia
L'avvenimento ha avuto grande risalto sulla stampa nazionale ed internazionale, poiché è stata la prima volta che un partito di sinistra ha vinto le elezioni in Grecia.[89][90]
I parlamentari di Syriza donano parte delle loro indennità all'organizzazione greca Solidarity4all, che finanzia mense e farmacie, cliniche, programmi di assistenza legale per i poveri, ecc.[91]
La maggioranza di governo, composta da ND e PASOK, propose il nome di Stavros Dimas[93] mentre le opposizioni (tra cui SYRIZA) non proposero alcun candidato, limitandosi a votare contro Dimas in tutte e tre le votazioni.[94][95][96]
A seguito della sua elezione a primo ministro, Tsipras, tenta di fare accordi riguardo alla rinegoziazione del debito con l'Unione europea e col Fondo Monetario Internazionale. Tuttavia il governo non è disposto ad accettare le proposte dei creditori e decide di indurre un referendumin cui verrà chiesto se accettare o no le proposte. Col 61,3% vince il NO (OXI in greco). Il giorno antecedente ai risultati (6 luglio) il ministro delle finanze Varufakis però si dimette. Così Tsipras torna a parlare coi creditori e il 13 luglio si raggiunge un accordo, anche se obbliga ad introdurre misure di austerità.
Nascono le polemiche interne a Syriza
Il parlamento approva il nuovo pacchetto di riforme del governo grazie ai voti di Nuova Democrazia, To Potami e PASOK. Tuttavia tali riforme (maggiori tasse e allungamento dell'età pensionabile) sono molto contestate dalla minoranza di sinistra Piattaforma di Sinistra. Successivamente Tsipras si dimette da capo del governo e induce nuove elezioni previste per settembre. Ad agosto 25 deputati di Syriza fuoriescono dal partito e creano il gruppo di Unità Popolare, guidati dall'ex ministro Panagiotis Lafazanis e dalla presidente del Parlamento greco Zoi Konstantopolou.[108]
La nuova vittoria alle politiche anticipate di settembre 2015
Dopo le dimissioni di Alexīs Tsipras da Primo Ministro della Grecia a causa della scissione dell'ala sinistra anti-euro contraria alla firma del terzo memorandum voluto dal Governo e alla conseguente perdita della maggioranza in Parlamento, il Paese torna alle elezioni politiche anticipate in settembre per la terza volta in un anno. Secondo tutti i sondaggi ci sarebbe stato un testa a testa tra SYRIZA dell'ex premier Tsipras e ND guidata dal segretario pro-tempore, l'ex Presidente del Parlamento ed ex Ministro della Difesa, Vangelīs Meimarakīs. Tsipras ha chiesto la maggioranza assoluta aprendo alla conferma dell'alleanza con gli indipendentisti greci di destra ANEL in chiave anti-austerità lasciando la porta aperta alle forze socialdemocratiche europeiste come PASOK-DIMAR e Il Fiume mentre nega una grossa coalizione con Nuova Democrazia come auspicato da Memarakis. Tsipras ha ribadito il rispetto del memorandum promettendo pero una rinegoziazione del debito greco e sacrifici spalmati in modo equitativo.
Le elezioni confermano la fiducia in SYRIZA che con il 35,5% ottiene 145 seggi pari a 1,925,904 voti riuscendo così a formare una coalizione con i 10 deputati di destra di ANEL, con una maggioranza di 155 deputati su 300 totali. Rispetto a gennaio SYRIZA perde solo lo 0,8% pari a 4 seggi (ne guadagna 22 però considerando anche la scissione del partito di Unità Popolare).
Elezioni del 2019 e opposizione
In seguito ai cattivi risulati ottenenuti alle elezioni europee Alexis Tsipras convoca le elezioni anticipate per settembre, nelle quali il partito perde la maggioranza e passa all'opposizione.[109]
Nelle elezioni del maggio 2023 Syriza si conferma secondo partito, Nuova Democrazia, vincitrice, non riesce però a ottenere la maggioranza, a seguito della legge proporzionale senza premio di maggioranza approvata da Syriza nel 2016, vengono convocate nuove elezioni. Nelle elezioni di giugno Syriza perde un 2.24% rispetto a quelle di maggio, confermandosi secondo partito con lo status di Opposizione Ufficiale. Quattro giorni dopo le elezioni Tsipras si dimette da segretario, rimanendo però in carica come deputato. Alle primarie è eletto segretario Stefanos Kasselakis, che dopo le elezioni dichiara che vuole trasformare Syriza in un partito come il Partito Democratico americano. Kasellakis è criticato per aver sostenuto Nuova Democrazia in passato. Durante una riunione del comitato centrale il segretario attacca la minoranza interna del partito portando alla scissione 45 membri del comitato centrale e due deputati della corrente Umbrela, guidata da Eucleidis Tsakalotos.[110] Il 16 novembre anche l'eurodeputato Petros Kokkalis lascia il partito e si iscrive al gruppo Verdi/ALE, fondando poi il proprio partito Kosmos.[111] Il 23 novembre 2023 nove deputati, un eurodeputato e altri 57 membri del comitato centrale della corrente 6 + 6 annunciano l'uscita dal partito guidati da vari ministri dei governi Tsipras, tra cui Effie Achstioglu, principale sfidante di Kasellakis nelle primarie.[112] Nel novembre 2023 per la prima volta dal 2015 Syriza era terza nei sondaggi, dietro al PASOK. A dicembre gli scissionisti di Umbrela e 6 + 6 annunciano la fondazione di un nuovo partito: Nuova Sinistra.
Per quanto riguarda le politiche economiche, SYRIZA si è sempre dichiarata contro le politiche neoliberiste dell'Unione europea e, in generale, delle istituzioni economiche internazionali. Per contrastare tali politiche il partito propone programmi di «giustizia sociale» e di «protezione dei diritti fondamentali».[115][116][117][118]
Adottare una tassa sulle transazioni finanziarie e anche una tassa speciale per i beni di lusso.
La protezione del diritto alla istruzione, alla sanità e all'ambiente.
Smilitarizzare la guardia costiera (in Grecia: Limenikò Sòma − Ellinikì Aktofylakì) e sciogliere le forze speciali anti-sommossa. Proibire la presenza di poliziotti con il volto coperto o con armi da fuoco nelle manifestazioni. Cambiare i corsi per poliziotti in modo da mettere in primo piano i temi sociali come l'immigrazione, le droghe o l'inclusione sociale.
Depenalizzare il consumo di droghe, combattendo solo il traffico. Aumentare i fondi per i centri di disintossicazione.
Nazionalizzare gli ospedali privati. Eliminare ogni partecipazione privata nel sistema pubblico sanitario ed eliminare i ticket a carico dei cittadini nel servizio sanitario.
Esigere dalla UE un cambiamento nel ruolo della BCE perché finanzi direttamente gli Stati e i programmi di investimento pubblico.
Sottoporre a referendum vincolanti i trattati e altri accordi rilevanti europei.
SYRIZA è stata spesso accusata dai suoi avversari politici e dalla stampa di essere contraria all'euro e alla permanenza della Grecia nell'Unione europea. Tuttavia il partito non ha mai messo in dubbio la permanenza della Grecia in Europa e nella moneta unica.[125][126][127]
Il leader di SYRIZA ha infatti affermato che «se la sinistra radicale rappresentata da SYRIZA vincerà le prossime elezioni, la Grecia rimarrà nell'Euro».[128][129]
SYRIZA avverte l'assoluta necessità di cambiare le politiche economiche dell'UE (a cominciare dalle politiche di austerity), giudicate troppo a favore dei «poteri forti» (come banche e grandi imprese). Il partito ritiene che per uscire dall'attuale crisi economica sia d'obbligo mettere al centro delle politiche economiche europee temi come: il lavoro, lo stato sociale, il reddito, la tutela e i diritti dei più deboli e i «beni comuni».[130][131][132]
Si può ben dire, riassumendo, che SYRIZA sia un partito con una sua particolare visione europeista e contrario alle politiche di austerity.[125][133]
«Angela Merkel è venuta ad Atene per dare il suo appoggio al governo di coalizione del premier Antōnīs Samaras e alle misure che vuole imporre, ma il popolo non reggerà al peso dell’austerità e alla fine vinceremo perché abbiamo il diritto dalla nostra parte.»
Nel dicembre 2012 il comitato centrale di SYRIZA ha approvato, con il 75%, una mozione che sostiene il mantenimento della Grecia nell'Unione europea; nonostante questo SYRIZA continua a contestare in maniera decisa le politiche di austerity imposte dall'Europa alla Grecia, in particolare per quanto riguarda le privatizzazioni dei servizi pubblici, i tagli agli stipendi dei dipendenti statali e l'aumento della pressione fiscale.[135][136]
Il 9 dicembre 2012 alcuni membri del partito, con una fiaccolata ad Oslo insieme a gruppi no-global, hanno contestato duramente la decisione di assegnare il Premio Nobel per la pace all'Unione europea. Alcuni parlamentari di SYRIZA hanno dichiarato che:[137][138]
«Non è giusto assegnare il premio Nobel all'Unione Europea: [...] la gente deve unirsi contro un'Unione Europea che aiuta solo le banche e le grandi aziende.»
Il 14 febbraio 2013, il parlamentare europeo di SYRIZA Nikos Houndìs ha rivolto un'interrogazione alla Commissione europea in merito alle politiche di austerity che il paese sta applicando su ordine della cosiddetta «troika» (UE, BCE e FMI). La stessa Commissione ha rilevato che il governo greco «deve garantire la conformità delle leggi approvate alla Costituzione greca»; a ciò si aggiunge il fatto che il "Tribunale Superiore" (la Corte costituzionale greca) si è pronunciato, in passato, contro tali politiche di austerity ritenendole in violazione dei principi costituzionali in materia di tutela dei diritti della persona e del lavoro.[139]
enotikinisi.gr. URL consultato il 17 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2012).
Risultati elettorali
Dal 2004 al 2006 il partito si stava ancora costituendo: dunque si presentava alle elezioni come alleanza di alcune forze politiche. Dal 2007 sino al 2011 tutte queste forze si coalizzeranno tutte sotto il simbolo di SYRIZA, nonostante il partito rimanga ancora, de iure, una coalizione di più formazioni. Dal 2012 SYRIZA diventerà un unico partito.
«[...] Increasingly aggressive austerity policies that are serving to undercut what remains of the social democratic consensus, along with a number of organisational shifts within the UK left and the perceived success of the Greek Left unity organisation SYRIZA, have raised the question of unitary organisation high on the political agenda within the broad Left milieu [...]»
^abcde(EN) Wolfram Nordsieck, Greece, in Parties & elections in Europe. URL consultato il 29 maggio 2012 (archiviato il 9 ottobre 2015).
^(EN) What is Greek Social Forum, in socialforum.gr, 6-10 novembre 2002. URL consultato il 2 maggio 2004 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2004).
^abcd Hilary Wainwright, Syriza, una luce in Europa, su sbilanciamoci.info, 6 settembre 2012. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
^(EL) Δελτίο Τύπου, su oikologiki-paremvasi.gr, 21 agosto 2007. URL consultato il 23 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).
^(EL) Συνέντευξη τύπου Αλ. Αλαβάνου, in dikki.gr, 22 agosto 2007. URL consultato il 4 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2008).
^(EN) Angus Reid, Governing New Democrats Still Lead in Greece, su angus-reid.com, 3 maggio 2008. URL consultato il 26 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2012).
«[...] The Coalition of the Radical Left (SYR) is third with 18.4 per cent [...]»
^(EN) George Gilson, Syriza’s «responsible opposition», su athensnews.gr, 25 giugno 2012. URL consultato il 26 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2012).
^ atenecalling, I MAT attaccano due deputati di Syriza, su InfoAUT, 19 febbraio 2013. URL consultato il 23 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2015).
^ Argiris Panagopoulos, In rivolta per la tv pubblica, su ilmanifesto.it, il manifesto, 13 giugno 2013. URL consultato il 16 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2013).
^Christine Berry y Joe Guinan, People Get Ready!: Preparing for a Corbyn Government, 2019
^Essa prevede che si svolgano tre votazioni, con quorum diversi (nelle prime due 200 deputati su 300, nella terza 180) per riuscire ad eleggere il nuovo presidente. Se non si riesce a raggiungere il quorum in nessuna delle tre votazioni, il Presidente della Repubblica uscente scioglie il Parlamento entro i dieci giorni successivi e convoca le elezioni anticipate.
«Alla prima votazione, la scorsa settimana, Dimas ha ottenuto 160 voti, ovvero la maggioranza di governo (formata da conservatori e socialisti) più cinque voti indipendenti [...]»
«I parlamentari greci non sono riusciti, nella seconda tornata di voto, a eleggere il presidente. [...] Dimas ha ottenuto 168 voti, 12 in meno del quorum necessario. Ci sono state 131 schede bianche, che per il regolamento parlamentare ellenico valgono come voti contrari, ed un astenuto.»
«On January 4, the EGP member party, Oikologoi Prasinoi, decided by a majority of about 75% to accept an offer from the Syriza party for a joint candidacy.»
^(EN) Paul Mason, Trying to understand Syriza, su paulmasonnews.tumblr.com, 12 maggio 2012. URL consultato il 27 febbraio 2013.
^(EN) Richard Seymour, The challenge of Syriza, su Isg - International Socialist Group, 7 giugno 2012. URL consultato il 27 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 23 luglio 2012).
^Syriza: chi siamo, che cosa vogliamo, su Sinistra critica (sito ufficiale), 10 gennaio 2013. URL consultato il 24 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2013).
^In Grecia, infatti, la Costituzione statuisce la «predominanza» della Chiesa ortodossa e stabilisce che il Presidente della Repubblica deve giurare in nome della Santissima Trinità. Inoltre, poiché, in Grecia il clero ortodosso è stipendiato dallo stato, Kourakis è arrivato a proporre di coprire questa spesa tassando tutti coloro che si dichiarano ortodossi e utilizzando il denaro così ottenuto per gli stipendi dei religiosi.
(EN) José Magone, Comparative European Politics: An Introduction, Taylor & Francis, 2009, ISBN978-0-415-41892-8.
(EN) International socialist review: the quarterly journal of the International Socialist Organization, International Socialist Organization, 2008, pp. 57-62.
(EN) Uwe Backes e Patrick Moreau, Communist and Post-Communist Parties in Europe, Vandenhoeck & Ruprecht, 2008, ISBN978-3-525-36912-8.
(EN) Kate Hudson, The New European Left: A Socialism for the Twenty-First Century?, Palgrave Macmillan, 2012, ISBN978-0-230-24876-2.