Ubicazione delle squadre della Primera División 1995-1996
La sessantacinquesima edizione della Primera División spagnola fu caratterizzata dall'introduzione di numerose novità a livello regolamentare: in seguito alla controversa[2][3] vicenda che coinvolse Siviglia e Celta Vigo: inizialmente furono escluse dalla Primera División per problemi finanziari, al loro posto furono ripescate Albacete e Real Valladolid. In seguito furono riammesse[2] e si decise di ampliare quindi il lotto delle squadre partecipanti a 22 in maniera tale da includere anche Albacete e Real Valladolid. Ulteriori novità regolamentari riguardarono il sistema di assegnazione dei punti che ora prevedeva tre punti per la squadra vincitrice di un incontro e non più due[4], la possibilità di tesserare un massimo di cinque giocatori stranieri a squadra (fermo restando il limite di tre nella lista da consegnare all'arbitro il giorno della partita)[4], nonché l'aumento a tre del numero di sostituzioni[4]. Fu inoltre mandata in pensione la vecchia numerazione dall'1 all'11 per i giocatori, che ora ottenevano un numero fisso e la comparsa del nome sulla maglia[4].
Avvenimenti
All'avvio del torneo il Real Madrid si fece subito notare rifilando cinque reti al Rayo Vallecano, ma piombò ben presto nelle retrovie lasciando il via libera all'Atlético Madrid e all'Espanyol, entrambe capaci di rimanere a punteggio pieno fino alla quarta giornata. Il 1º ottobre, sconfiggendo di misura il Racing Santander, i Periquitos allungarono la striscia positiva proiettandosi al comando solitario della classifica: dopo quattro giorni fu di scena al Vicente Calderón il primo big-match della stagione, che vide i Colchoneros interrompere la striscia positiva degli avversari, sopravanzandoli al primo posto[5]. Tallonato da entrambe le squadre di Barcellona, l'Atlético Madrid effettuò un iniziale tentativo di fuga ma, la prima sconfitta stagionale rimediata nel derby del 18 novembre[6] permise a Periquitos e Blaugrana di agguantare la vetta. Già una settimana dopo i Colchoneros ripresero il comando solitario della classifica e, dopo aver prevalso nello scontro diretto del 9 dicembre contro il Barcellona[7], effettuarono nel periodo natalizio un allungo che permise loro di arrivare al giro di boa con sette punti di vantaggio sul sorprendente Compostela e otto sull'Espanyol terzo.
Con l'inizio del girone di ritorno l'Atlético Madrid allungò ulteriormente il distacco sulle inseguitrici totalizzando, dopo tre giornate, un vantaggio di 11 punti sulle due squadre di Barcellona. Sconfitto l'Espanyol nello scontro diretto del 18 febbraio[8], i Colchoneros gestirono il distacco nei confronti del Barcellona (unica avversaria rimasta in gara) fin quando, in seguito alla sconfitta nel derby del 30 marzo[9], persero terreno ottenendo due pareggi nelle successive due partite e arrivando alla vigilia dello scontro diretto (in programma al Camp Nou il 25 aprile) con soli tre punti di vantaggio sui Blaugrana. Una vittoria per 3-1[10] proiettò l'Atlético Madrid verso la vittoria del titolo: benché sconfitti dopo due giorni da un Valencia[11] che subentrerà al Barcellona in seconda posizione, i Colchoneros non persero più una gara ratificando, infine, il loro nono titolo il 25 maggio con una vittoria casalinga sull'Albacete.
In zona UEFA, l'esito della già disputata finale di Coppa del Re lasciò libero un posto valido per la qualificazione alla terza competizione europea: a beneficiare di tale situazione fu il Tenerife del capocannoniere Juan Antonio Pizzi, capace di avere la meglio su un Real Madrid che per la seconda volta nella propria storia e dopo diciannove anni, rimarrà escluso dalle competizioni europee. Sul fondo della classifica, il Real Valladolid riuscì a rimontare il pesante handicap rimediato nel girone di andata, costringendo il Rayo Vallecano allo spareggio contro il Maiorca, terzo classificato della Segunda División: il 2-0 ottenuto nella gara di ritorno[12] annullerà la sconfitta di misura rimediata all'andata permettendo alla squadra di Madrid di salvarsi[13]. Nel secondo spareggio l'Albacete rimediò una doppia sconfitta contro l'Extremadura[14][15] che ottenne, per la prima volta nella sua storia, l'ingresso in massima serie. Retrocessero direttamente in Segunda División il CP Mérida e il Salamanca, condannate con alcuni turni d'anticipo.
Tre punti a vittoria, uno a pareggio, zero a sconfitta.
In caso di arrivo di due o più squadre a pari punti, la graduatoria verrà stilata secondo la classifica avulsa tra le squadre interessate che prevede, in ordine, i seguenti criteri:
^Qualificata in Coppa delle Coppe come finalista perdente della Coppa del Re (La squadra vincitrice, l'Atlético Madrid, è già qualificata alle coppe europee tramite il campionato).