Il palazzo Modena (in tedesco: Palais Modena) è un palazzo residenziale viennese, parte del patrimonio degli edifici della famiglia imperiale. È la sede del Ministero dell'Interno austriaco. Venne chiamato anche palazzo Beatrice dal nome di Maria Beatrice d'Este che lo acquistò per la sua famiglia e nel quale morì nel 1875 Francesco V d'Asburgo-Este.[1]
Storia
Il palazzo Modena trae le proprie origini nel XVI secolo quando venne fatto costruire dal cavaliere Hans von Pellendorf. Questi nel 1515 fece sposare la propria figlia Barbara al conte Sigismund von Dietrichstein ed il palazzo passò in possesso a quest'ultima famiglia. Sotto il governo del principe Ferdinand Joseph von Dietrichstein la costruzione, che all'epoca si presentava ancora in pieno stile rinascimentale, venne ampliata tra il 1658 ed il 1678 e rimodernata in stile barocco. L'architetto incaricato del progetto, l'italiano Domenico Carlone, collaborò attivamente con i pittori Carlo Antonio Bussi e Carpoforo Tencalla per disegnare anche gli interni della struttura che nel giro di 20 anni venne completamente terminata.
Il successore di Ferdinand Joseph von Dietrichstein, il principe Franz Joseph, si disinteressò quasi completamente al palazzo e come tale esso venne acquistato da Maria Beatrice d'Este, figlia dell'ultimo duca Este di Modena e vedova dell'arciduca austriaco Ferdinando, la quale era stata espulsa da Milano dopo l'occupazione napoleonica. Ella, con la propria famiglia, si ritirò al palazzo nel 1811. Il palazzo subì in quest'epoca nuovi ammodernamenti di stile neoclassico a partire dal 1814, contando sull'appoggio del potente genero (e, prima, nipote acquisito), l'imperatore austriaco Francesco II/I, che, nel 1807, aveva sposato sua figlia Maria Ludovica d'Asburgo-Este.
Successivamente il palazzo venne venduto allo stato austriaco che in un primo tempo ne fece la sede della polizia e della censura per poi passarlo per scopi ministeriali. Parzialmente distrutto dai bombardamenti del 1945, il palazzo venne subito sottoposto ad un restauro che terminò nel 1950.
Durante gli ultimi restauri del 2004 è stata anche riscoperta la "Sala Terrena", una sala posta appunto al piano terreno caratterizzata da volte a crociera sotto le quali sono stati riscoperti gli originali affreschi cinquecenteschi oggi rivalorizzati.
Claudio Maria Goldoni, Atlante estense - Mille anni nella storia d'Europa - Gli Estensi a Ferrara, Modena, Reggio, Garfagnana e Massa Carrara, Modena, Edizioni Artestampa, 2011, ISBN978-88-6462-005-3.
(DE) Georg Clam Martinic: Österreichisches Burgenlexikon. Burgen und Ruinen, Ansitze, Schlösser und Palais. 2. Auflage. Landesverlag, Linz 1992, ISBN 3-85214-559-7.
(DE) Richard Groner: Wien wie es war. Ein Nachschlagewerk für Freunde des alten und neuen Wien. 5. Auflage. Vollständig neu bearbeitet und erweitert von Felix Czeike. Molden, Wien u. a. 1965.
(DE) Wolfgang Kraus, Peter Müller: Wiener Palais. Blanckenstein, München u. a. 1991, ISBN 3-926678-22-4.
(DE) Manfred Matzka: Vieler Herren Häuser. 20 Wiener Palais. Brandstätter, Wien 2005, ISBN 978-3-85498-444-3.
(DE) Nina Nemetschke, Georg Kugler: Lexikon der Wiener Kunst und Kultur. Ueberreuter, Wien u. a. 1990, ISBN 3-8000-3345-3.
(DE) Richard Perger. Das Palais Modena in der Herrengasse zu Wien. Franz Deuticke, Wien 1997, ISBN 3-7005-4656-4, (Forschungen und Beiträge zur Wiener Stadtgeschichte 31).