Massino Visconti è un piccolo paese piemontese situato sul versante Sud-Est del monte San Salvatore nel territorio collinare del Vergante, un tempo ricco di vigne e olivi[5]. Il comune — che si affaccia sul Lago Maggiore, al di sopra di Lesa — offre un invidiabile panorama sulla sponda lombarda del lago, su Ranco e sui laghi lombardi di Monate e di Varese[6][7].
Il territorio comunale presenta delle variazioni di altitudine piuttosto accentuate: si passa da un minimo di 260 fino a un massimo di 922 metri sul livello del mare[8].
Origini del nome
Il nome Massino Visconti nasce dall'unione di due parole: "Massino" deriverebbe da massa con il significato di "podere", "piccola proprietà agraria", mentre "Visconti" è stato aggiunto solo nel 1943[9], a memoria del suo passato visconteo[8][10].
Storia
Dalle origini ai Visconti
Nonostante le probabili origini romane, la sola testimonianza appartenente a tale epoca è costituita da un frammento di lastra funeraria murato sotto il portico della casa parrocchiale. Alla dominazione romana seguì, poi, quella longobarda.
La prima notizia storica relativa a Massino risale all'anno 865 d.C., quando il conte Ermenulfo chiese di ottenere, tramite la mediazione dell'imperatrice Angelberga, una conferma imperiale del monastero di Massino. Fondamentale fu l'infeudazione ai Visconti, che conservarono le prerogative feudali del paese dal 1134 (con Guido Ottone Visconti) fin verso la fine del XVIII secolo. Le varie vicende dei numerosi rami familiari viscontei, oltre al nome, hanno lasciato traccia del loro passaggio anche tramite il castello Visconti di San Vito.
Simboli
Lo stemma è stato concesso con regio decreto del 16 luglio 1868.[11][12]
«D'oro, al mastio merlato con porta chiusa, fortificato da due torri esse pure merlate, il tutto di rosso: il mastio fondato sulla pianura erbosa al naturale e caricato superiormente alla porta d'uno scudetto d'argento, partito da un filetto di nero, il punto di destra ad un orso di nero, levato, allumato di rosso, e collarinato d'oro, quello di sinistra alla biscia d'azzurro, coronata d'oro, ondeggiante in palo e ingoiante a metà un bambino ignudo di carnagione posto in fascia: lo scudo accostato da due rami, l'uno di quercia a destra, l'altro di olivo a sinistra, ambi fogliati e fruttati al naturale, e cimato da una corona formata da un cerchio di muro d'oro aperto da quattro porte e sormontato da cinque merli d'argento uniti da muricciuoli dello stesso.[13]»
Il gonfalone, concesso con DPR dell'11 giugno 1980[11], è un drappo partito di bianco e di rosso.
Il Castello dei Visconti di San Vito a Massino Visconti sorge all'entrata del paese. Nacque come convento dei monaci di San Gallo durante i primi decenni dell'anno mille. Solo successivamente, intorno al 1139, la struttura fu trasformata dai Visconti in residenza signorile di campagna.
L'odierna costruzione è il risultato di una serie di considerevoli ricostruzioni cinquecentesche: ora si presenta come un edificio di tre piani con una sola torre. Nella struttura si può notare un balconcino vicino al cortile rivolto verso il paese: da qui i Visconti parlavano agli abitanti del villaggio. Nel 1863, Alberto Visconti vendette il castello a Pietro Pallestrini, da Villa Biscossi e sindaco di Massino, erudito e autore di una Relazione sulla Esposizione agricola-industriale-artistica del Lago Maggiore che lo abitò e restaurò e successivamente lo trasmise ai Visconti di San Vito, tuttora proprietari con la marchesa Ludovica Visconti[6][7][8].
Chiesa di San Michele
La chiesa di San Michele, risalente alla metà XI secolo, fu chiesa parrocchiale fino al 1585 quando una frana danneggiò gravemente la struttura e conferendo al campanile la caratteristica forte inclinazione che ha ancora oggi. A partire dal 1618 la chiesa fu parzialmente ricostruita conservando uno solo degli ingressi originari.
L'interno è ricco di affreschi risalenti al XV secolo attribuiti alla bottega del pittore novarese Giovanni de Campo. Il campanile, eretto tra il 1025 ed il 1050, è a pianta quadrata disposto su 6 piani aperti da monofore ed una curiosa bifora che presenta una piccola colonna ed un capitello a stampella decorato da un viso scolpito[14][15].
La chiesa di San Salvatore, posta sull'omonimo colle che sovrasta il paese, risale, nella sua prima costruzione, all'anno Mille per volere dei monaci benedettini di Massino. Nel XV secolo passò ai monaci dell'ordine di Sant'Agostino, i quali ampliarono la chiesa aggiungendo il campanile e la sacrestia e rendendola approssimativamente come possiamo ammirarla oggi.
Caratteristico del paese è il Monumento agli ombrellai, realizzato dallo scultore Luigi Canuto come omaggio all'intensa attività dei Lusciatt, gli ombrellai per l'appunto, che vivevano numerosi a Massino Visconti e, più in generale, in queste zone del Vergante e in quelle di Gignese[16].