Inoltre, il comune è conosciuto per l'importante golf resort, composto da 2 percorsi da 18 buche ognuno, che ospita importanti eventi e gare di livello nazionale ed internazionale. Nel 2014, nel golf resort di Bogogno furono girate delle scene del film "Il ricco, il povero e il maggiordomo" del celebre trio Aldo, Giovanni e Giacomo.[5]
Le prime notizie storiche certe su Bogogno risalgono all'epoca romana e si desumono da una testimonianza rappresentata da un cippo votivo dedicato a Diana rinvenuto in località "Minerva" presso l'attuale oratorio di Santa Maria in Valle.
Nei secoli IX e X Bogogno era già un villaggio rurale di una certa consistenza e nel 962, con diploma imperiale, l'imperatore Ottone I lo donò ai Canonici di San Giulio come parte delle corti di Agrate e Baraggiola.
Nel 1248 le terre di proprietà dei Canonici di San Giulio situate in territorio di Bogogno passarono al comune di Novara e, successivamente, ai conti di Biandrate.
Nei secoli successivi al 1400, le terre di Bogogno vennero rifondate prima dai Visconti e poi dagli Sforza, per passare successivamente nella disponibilità della famiglia Borromeo che le mantenne fino al 1797.
Con la presenza dei Borromeo arrivarono in Bogogno i Padri Gesuiti, che dai Borromeo ricevettero in dono molti possedimenti, comprese strutture abitative del centro storico da loro trasformate in strutture conventuali le cui tracce sono ancora ben visibili.
Ai Borromeo seguirono altre importanti famiglie emergenti quali i Bono, i Marchesi Terzi ed i conti Devisart che mantennero le loro proprietà in paese fino alla fine dell'800.
In prossimità di Villa Bono, nella parte alta del paese, è situata la parrocchiale dedicata a Sant'Agnese, la cui presenza è già documentata nel 1514. Al suo interno sono da segnalare pregevoli opere pittoriche del bogognese Giuseppe Guglielmetti; recentemente sono stati rinvenuti alcuni stucchi secenteschi.
L’antico oratorio dedicato a San Giacomo si trova fuori dall’abitato lungo la strada che conduce a Veruno. Scarse sono le notizie documentarie della chiesa, le prime risalgono ad una visita pastorale del Vescovo Bascapè avvenuta nel 1595. Risulta che l’edificio fosse di dimensioni più modeste rispetto all’attuale. Negli anni 1624-25 venne ampliato: fu aggiunta una nuova campata e una balaustra. Nel XIX secolo venne utilizzato come lazzaretto. Di pregevole fattura sono gli affreschi che adornano il suo interno e rappresentano una testimonianza significativa delle tendenze pittoriche novaresi del XV e XVI secolo. D’effetto è l’affresco raffigurante il “Matrimonio mistico di Santa Caterina con il Divin Fanciullo” seduto in braccio alla Vergine opera di un anonimo “…de Burgimainerio pixit” ovvero “Maestro di Borgomanero”. Gli affreschi più antichi sono quelli che decorano la zona absidale e le due pareti laterali della seconda campata attribuiti a Giovanni de Campo e datati 1473. Di particolare curiosità è la raffigurazione del Miracolo di Sant’Eligio. Il dipinto è ambientato nella bottega di un fabbro dove il Santo riattacca, sotto lo sguardo incredulo del padrone, una zampa a un cavallo mutilato.
Sorge fuori dall’abitato al confine con il territorio comunale di Agrate Conturbia in località denominata “Minerva”. Il toponimo suffraga l’ipotesi che in tale luogo, in epoca romana, sorgesse un tempio pagano e proprio qui verso la fine del XIX secolo fu ritrovato un cippo votivo dedicato a Diana, ora conservato a Novara presso il Museo della Cattedrale. Attiguo all’oratorio si trovava un piccolo cimitero ove venivano tumulati i defunti di Agrate e Bogogno, ora rimangono solo i resti di un ossario. Il catino absidale è interamente affrescato da pitture risalenti alla fine del XV secolo e agli inizi del XVI secolo. Vengono rappresentati il Cristo in mandorla con i simboli degli Evangelisti, nella parte inferiore si possono ammirare una Madonna del Latte con Bambino in braccio e una teoria di Santi con cartiglio, sicuramente opera di artista novarese.