Molto varie e talvolta contrastanti sono le notizie circa la sua vita e il suo martirio. Secondo Mario Sgarbossa[1], il figlio del prefetto di Roma si era invaghito di Agnese senza essere ricambiato, avendo la giovane fatto voto di castità a Gesù. Dopo il rifiuto della ragazzina, il padre del giovane, saputo del voto di castità, le impose la clausura fra le vestali, con le quali avrebbe dovuto rendere culto alla dea che proteggeva la città di Roma. Al rifiuto di Agnese, il prefetto l'avrebbe fatta rinchiudere in un postribolo. Qui però nessun cliente aveva osato toccarla, tranne un uomo che la tradizione religiosa vuole accecato da un angelo, a cui però successivamente, per intercessione della stessa Agnese, Dio rese la vista.
La tradizione racconta anche che Agnese, accusata di magia, fu a quel punto condannata al rogo, ma le fiamme si divisero sotto il suo corpo senza neppur lambirlo e i suoi capelli crebbero tanto da coprire la sua nudità. Dopo questo miracolo, Agnese fu trafitta con colpo di spada alla gola.
Tale morte spiega il motivo per cui la martire venga rappresentata iconograficamente con un agnello, in quanto anche quest'animale subiva la stessa sorte. Dopo la sua morte, il suo corpo fu sepolto nella catacomba oggi nota come Catacomba di Sant'Agnese, mentre il suo cranio è esposto in una cappella nella chiesa di Sant'Agnese in Agone.
«Memoria di sant’Agnese, vergine e martire, che, ancora fanciulla, diede a Roma la suprema testimonianza di fede e consacrò con il martirio la fama della sua castità; vinse, così, sia la sua tenera età che il tiranno, acquisendo una vastissima ammirazione presso le genti e ottenendo presso Dio una gloria ancor più grande; in questo giorno si celebra la deposizione del suo corpo.»
Nel giorno della sua celebrazione, il 21 gennaio, la liturgia riporta questa antifona al Magnificat:
(LA)
«Stans beata Agnes in medio flammae, expansis manibus, orabat ad Dominum: Omnipotens, adorande, colende, tremende, benedico te et glorifico nomen tuum in aeternum»
(IT)
«Sant'Agnese, in piedi in mezzo al fuoco, aprendo le mani, pregava il Signore: Onnipotente, degno di adorazione, di lode e di timore, benedico te e glorifico il tuo nome in eterno»
Sant'Agnese è la patrona delle vergini, delle fidanzate, dei giardinieri, dei tricologi, dei soggetti affetti da calvizie e dell'Ordine della Santissima Trinità. Anche l'Almo collegio Capranica, tradizionalmente costruito sul luogo della sua casa natale, la venera come patrona.
La prima manifestazione a inizio anno che si svolge a Sava (Baronissi) in Campania è quella del 21 gennaio, giorno in cui ricorre la solennità di S. Agnese Vergine e Martire che da secoli è la patrona di Sava: i festeggiamenti prendono inizio la seconda domenica di gennaio, giorno in cui la venerata statua della santa viene intronizzata nel trono. Da lì la comunità festosa si prepara nove giorni prima con la novena, antica preghiera, in preparazione alla festa liturgica e al termine l'antico canto dell'inno alla Vergine scritto da un fedele del paese. Nei giorni della festa si svolgono varie manifestazioni civili sempre all'interno della Parrocchia.
Al termine dei solenni festeggiamenti la comunità accompagna la reliquia di S. Agnese per le strade della parrocchia e la "saluta" per poi portarla in processione nella seconda domenica di luglio nell'ambito dei festeggiamenti compatronali in onore di Maria Ss.ma delle Grazie.