Letteratura rabbinica, in senso lato, può indicare l'intera gamma di scritti rabbinici nel corso di tutta la storia dell'ebraismo rabbinico.
Però spesso il termine si riferisce specificamente all'era Talmudica, opposta alle opere medievali e moderne, e quindi corrisponde al termine ebraicoSifrut Hazal (ספרות חז"ל; "Letteratura [dei nostri] saggi [di] beata memoria", ove Hazal normalmente sta a significare solo quei saggi dell'era talmudica).
In questo senso più specifico di "Letteratura rabbinica" — con riferimento ai Talmudim, Midrash e rispettive scritture, ma quasi mai a testi successivi — il termine viene usato e citato nella letteratura accademica contemporanea e nelle bibliografie moderne. D'altra parte, i termini meforshim e parshanim (commentari/commentatori) quasi sempre si riferiscono a scrittori post-talmudici successivi, che hanno apportato glosse rabbiniche su testi biblici e talmudici.
Questa voce tratta della letteratura rabbinica in entrambi i sensi. Inizia con la letteratura rabbinica classica dell'Era Talmudica (Sifrut Hazal) e continua poi con una rassegna di scritti rabbinici dei periodi posteriori.l
Letteratura mishnaica
La Mishnah e la Tosefta (compilate con materiali prima dell'anno 200 e.v.) sono le opere esistenti di letteratura rabbinica più antiche, che espongono e sviluppano la Legge Orale dell'ebraismo, insieme agli insegnamenti etici. Successivamente arrivarono i due Talmud:
Midrash (plur. Midrashim) è una parola ebraica che si riferisce ad un metodo di lettura ed interpretazione dettagliata del testo biblico. Il termine midrash può anche riferirsi ad una compilazione di insegnamenti midrashici, in forma di scritti legali, esegetici, omiletici o narrativi, spesso configurati come commentario della Bibbia o della Mishnah. Esistono parecchi lavori midrashici "classici", che coprono il periodo dal mishnaico al gaonico, e che spesso mostrano evidenza di esser stati elaborati e rielaborati da materiali precedenti e che ci pervengono in varianti multiple.
Meforshim è una parola ebraica che significa "commentatori (rabbinici classici)" (o anche e più liberamente, "esegeti") e viene usata invece della parola esatta perushim che significa "commentari". In ebraismo tale termine si riferisce a commentari della Torah (i cinque libri di Mosè), del Tanakh, della Mishnah, Talmud, responsa e anche può riferirsi anche al siddur (libro di preghiere ebraico) e altro.
Commentari classici di Torah e Talmud
Commentari classici di Torah e Talmud sono stati scritti dai seguenti autori:
Commentari talmudici classici furono scritti da Rashi. Successivamente furono scritti i Tosafot, un commentario omnibus del Talmud dei discepoli e discendenti di Rashi; tale commentario era basato sulle discussioni delle accademie rabbiniche di Germania e Francia.
Commentari moderni della Torah
I moderni commentari della Torah che hanno ricevuto ampi consensi nella comunità ebraica includono:
Jonathan Sacks, su The Authorised Daily Prayer Book of the British Commonwealth (nuova versione di "Singer's Prayer Book") e anche il Koren Sacks Siddur.
My Peoples Prayer Book, Jewish Lights Publishing, scritto da un gruppo di rabbini non-ortodossi, studiosi del Talmud.
Siddur secondo l'uso della Comunità Ebraica di Roma, tradotto e commentato in italiano - autore il Rabbino Capo di RomaRavDavid Prato, pubblicato nel 1949 e digitalizzato nel 2010 da www.torah.it .
Bibliografia
John Bowker, The Targums and Rabbinic Literatureː An Introduction to Jewish Interpretations of Scripture, Cambridge, Cambridge University Press, 1969.
Barry W. Holtz (a cura di), Back to the Sources: Reading the Classic Jewish Texts, New York, Simon & Schuster, 1984.
Jacob Neusner, Introduction to Rabbinic Literature, New York, Anchor Bible Reference Library/Doubleday, 1994.
Shemuel Safrai e Peter J. Tomson, The Literature of the Sages: Oral Torah, Halakha, Mishnah, Tosefta, Talmud, External Tractates, Minneapolis, Fortress Press, 1987.
H. L. Strack e G. Stemberger, Introduction to the Talmud and Midrash, Minneapolis, Fortress Press, 1992.