L'Istituto si occupa di storia contemporanea, in particolare del Novecento italiano ed europeo, del fascismo e dell'antifascismo e della Resistenza in Italia e soprattutto in Toscana. Possiede un ampio patrimonio archivistico e bibliotecario, comprensivo di una ricca collezione di periodici, di fotografie e di testimonianze scritte e orali (audio e video).
Svolge una intensa attività di ricerca e didattica della storia, per insegnanti e studenti di ogni ordine e classe, collabora con le università toscane e altri istituti culturali, anzitutto gli Istituto storici della Resistenza e dell'età contemporanea presenti in Toscana e in generale quelli associati alla rete Insmli. Promuove inoltre iniziative volte a consolidare il ruolo della conoscenza storica nel dibattito pubblico, in collaborazione con associazioni e altri soggetti della società civile.
Vive di contributi pubblici e privati, in prevalenza su specifici progetti.
raccoglie testimonianze dei partecipanti alla lotta, promuove inchieste presso enti pubblici e privati, accerta dati statistici sulla vita militare, politica, economica e sociale di quel periodo;
promuove manifestazioniculturali e la compilazione ed eventualmente la pubblicazione di un Bollettino periodico di studi e monografie.
Fondi
L'Istituto conserva, tra l'altro, alcuni fondi di partecipanti alla guerra di liberazione, fra i quali il Fondo Nello Niccoli, contenente corrispondenza, cimeli, carte, quello di Aldobrando Medici Tornaquinci,contenente documenti riguardanti la sua attività politica, donati all'Istituto dagli eredi[3]; l'archivio di Foscolo Lombardi.
Inoltre si possono ricordare, per la loro entità e importanza: il Fondo comitato Toscano di Liberazione nazionale (CTLN), il Fondo comitati di Liberazione nazionale (CLN) dei Comuni della provincia di Firenze, il Fondo comitato provinciale di Liberazione Nazionale (CPLN) di Apuania, il Fondo archivio di Giustizia e Libertà, il Fondo Gaetano Salvemini, il Fondo Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) di Firenze e il Fondo Regione Toscana.
Negli ultimi due decenni del Novecento l'Istituto ha provveduto ad acquisire presso l'Archivio centrale dello Stato una corposa documentazione relativa al fascismo ed all'antifascismo toscani e numerosi microfilm della documentazione prodotta dai reparti della Wehrmacht, acquistati dal National Archives di Washington, che operarono in Toscana.
La biblioteca nel 1962
Nel 1962 il Consiglio dell'Istituto acquistò moltissimi volumi d'argomento storico, tutti del periodo che va dalla prima guerra mondiale alla Liberazione e alla ricostruzione. La biblioteca comprendeva allora 1727 fra volumi e opuscoli. I volumi furono tutti catalogati dal consigliere Dino Del Poggetto, grazie al quale la biblioteca ebbe un registro d'accesso e uno schedario; gli opuscoli furono anch'essi registrati e catalogati[4].
Negli anni successivi fu costantemente proseguita l'integrazione della biblioteca con acquisti sul mercato corrente e antiquario e acquisizioni di donazioni (ad es. fondo librario Giovanni Francovich, fondo librario Ferdinando Schiavetti), che la portarono alla consistenza di varie decine di migliaia di titoli.
Biblioteca e archivio
L'accesso alla biblioteca e all'archivio fu stabilito da un regolamento redatto da Foscolo Lombardi e approvato, con modifiche, dal Consiglio. Sia la biblioteca che l'archivio ricevettero numerose donazioni da soci e amici dell'Istituto, consistenti in libri, documenti, materiale fotografico, giornali, stampe e manifesti clandestini, relazioni di formazioni partigiane, documenti che facevano parte dell'archivio della commissione di epurazione, documenti estratti dal processo Mario Carità, riguardanti il suo arresto e la sua successiva deportazione, cimeli[5]
È opportuno precisare: a) che le carte concernenti la commissione di epurazione non hanno mai fatto parte dell'archivio dell'Istituto, perché alla conclusione dei lavori di detta commissione la documentazione da essa prodotta fu consegnata alla prefettura di Firenze; con queste carte furono versate, e mai più ritrovate, anche le pratiche dell'Ufficio informazioni del CTLN, il quale, quindi, per questo aspetto risulta mutilo; b) che le carte definite come relative al processo di Mario Carità, in realtà sono i documenti concernenti il processo ai componenti della banda che dal Carità prese nome; infatti il Carità non fu mai arrestato,né processato per la semplice ragione che nei primi giorni dopo la fine della guerra rimase ucciso in uno scontro a fuoco con un reparto delle forze di sicurezza angloamericane, che lo stavano ricercando.
Una valutazione dell'entità e dell'importanza dell'archivio dell'ISRT può essere condotta sulla base della Guida archivistica, che fa parte della «Guida agli archivi della Resistenza» pubblicata sulla «Rassegna degli archivi di Stato», nuova serie, a. II (2006), n. 1-2
Altre donazioni
L'Istituto ricevette altre donazioni: l'ultimo scritto autografico di Piero Calamandrei, intitolato Questa nostra Repubblica, dalla signora Ada Calamandrei; documenti riguardanti il C.L.N. di Asciano e di Castelfiorentino; furono donati dagli eredi di Aldemiro Campodonico documenti riguardanti il processo penale Campodonico-Favi per la contesa proprietà del Nuovo Giornale ; inoltre fu donata dal Ministero della pubblica istruzione-Direzione generale accademie e biblioteche una settantina di volumi intorno alla storia del fascismo[6]
In questo Istituto, il 29 settembre 1963, si tenne, nella sala di Luca Giordano, in palazzo Medici Riccardi, il primo convegno di Storia della Resistenza in Toscana, dal titolo I C.L.N. della Toscana nei loro rapporti col Governo militareAlleato e col Governo dell'Italia liberata. Nel programma del convegno era prevista la celebrazione del ventennale della costituzione dei C.L.N. ed Enzo Enriques Agnoletti ne fu il relatore, con l'introduzione a cura di Carlo Ludovico Ragghianti[11]
4 novembre 1966
Durante l'alluvione del 1966 a Firenze, l'Istituto, la cui sede era situata al piano terreno del Palazzo Medici Riccardi, fu investito e ricoperto da acqua e melma e furono allagati molti documenti, fra i quali le carte Calamandrei, le carte Foscolo Lombardi[12]. Anche la collezione dei giornali clandestini, pubblicati durante la guerra di liberazione, insieme ai giornali, ai periodici del periodo fascista, pre-fascista e post-liberazione e insieme alla collezione de La Martinella, primo foglio socialista stampato in Toscana fra il 1886 e il 1923, ebbero la stessa sorte[13]. La biblioteca, specializzata per il periodo dell'epoca fascista e della seconda guerra mondiale, comprendente opere ormai introvabili[13] presentò circa 1.000 volumi allagati, su circa 5.000 volumi[13]. Altri danni subirono gli schedari, il mobilio, le pubblicazioni dell'Istituto. I lavori di liberazione dal fango iniziarono fin dal 5 novembre 1966 e videro la partecipazione, sotto la direzione del personale dell'Istituto, fra gli altri, di studentistatunitensi della Syracuse University e dello Smith College, di studenti dell'Università di Siena, di Firenze e di Piombino[13] Da una prima stima, fu constatato che gran parte dei documenti poteva essere salvata, mentre i 1.000 volumi alluvionati avrebbero potuto in parte essere restaurati ed in parte essere sostituiti con l'acquisto di libri nuovi[13]. In effetti il materiale documentario alluvionato poté essere salvato nella misura del 95/98 % in virtù degli aiuti pervenuti dall'Amministrazione provinciale di Pistoia e dagli altri Istituti della Resistenza presenti in Italia, in particolare quello di Torino.
La Toscana nel regime fascista (1922-1939)
Il 23 e il 24 maggio 1969, nella Sala delle Quattro Stagioni del Palazzo Medici Riccardi a Firenze, si tenne un convegno di studi sul tema: La Toscana nel regime fascista (1922-1939). Gli atti ufficiali di questo convegno furono stampati sul volume edito da Leo S. Olschki[14] per iniziativa dell'Unione Regionale delle Province Toscane (URPT), dell'Amministrazione Provinciale di Firenze e dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana.
Nello Niccoli, in quell'anno presidente dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana, nel suo discorso di apertura spiegò che il convegno si proponeva di studiare con quali metodi il fascismo si fosse instaurato nella regione; quali strutture avesse usato nei riguardi della politica economica, sociale e culturale; quali forze si fossero associate al regime per trarne profitto e chi, al contrario, avesse sofferto per l'oppressione politica e lo sfruttamento economico della dittatura fascista. Niccoli disse: Dobbiamo indagare se vi furono aspetti positivi del fascismo nella nostra regione. Quanto più saremo obiettivi, tanto più saremo fedeli non solo al nostro dovere di storici, ma anche a quello di democratici e di antifascisti[16]. Aggiunse che, se il convegno non fosse giunto a risultati immediati, sarebbero stati importanti l'impostazione di studio, i suggerimenti della ricerca formulati in [...] due giorni di lavoro, in nome di un rigoroso ed obiettivo criterio scientifico[17]
Altri convegni
Oltre al Convegno sopra citato l'Istituto, precorrendo studi che negli anni seguenti avrebbero avuto largo spazio, organizzò nell'autunno 1963 il Convegno su "La Resistenza e gli Alleati in Toscana" e, successivamente, "La Toscana nella seconda guerra mondiale".
La liberazione di Firenze
La documentazione utile alla stesura del libroLa liberazione di Firenze fu resa disponibile dall'Istituto Storico della Resistenza in Toscana, grazie alla collaborazione di Giovanni Verni che valutò e coordinò il materiale utilizzato. Per la copertina del volume, l'Istituto Storico della Resistenza in Toscana concesse la fotostorica di Firenze[18]
In realtà Giovanni Verni non valutò e non coordinò un bel niente, ma si limitò a favorire le ricerche dell'autore del libro, Giovanni Frullini, indicando, come era uso fare con tutti coloro che si rivolgevano a lui, pubblicazioni e documenti presenti in Istituto, concernenti l'argomento della ricerca.
Note
^L'atto pubblico della sua costituzione fu registrato a Firenze il 25 novembre 1953, nº 5275, vol. 526, modificato con atto pubblico 22 giugno 1954, registrato a Firenze il 3 luglio 1954, nº 129, vol. 530: Atti e studi dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana, numero 4, Stamperia "Il Cenacolo – Firenze", ottobre 1962
^Estratto dallo Statuto, in Atti e Studi dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana, numero 6, gennaio 1966, Il Cenacolo - Arti Grafiche - Firenze
^Carlo Francovich La Resistenza a Firenze, Firenze, La Nuova Italia, 1962, pagina363
^Atti e studi dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana n.4, ottobre 1962, Stamperia "Il Cenacolo", Firenze, pag.46
^Un anno di attività-Relazione letta dal direttore prof. Carlo Francovich all'Assemblea dei soci del 31 gennaio 1965 in Atti e Studi dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana, n.6, gennaio 1966, Il Cenacolo-Arti Grafiche, Firenze, pagg.64-65
^Un anno di attività-Relazione letta dal direttore prof. Carlo Francovich all'Assemblea dei soci del 31 gennaio 1965 in Atti e Studi dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana, n.6, gennaio 1966, Il Cenacolo-Arti Grafiche, Firenze, pagina 69
^Atti e studi dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana, numero 5, "Il Cenacolo – Arti Grafiche – Firenze", marzo 1964
^Articolo intitolato: L'Istituto Storico della Resistenza, a pagina 1429 della rivista Il Ponte – Firenze perché, Anno XXII, n.11-12, novembre-dicembre 1966, La Nuova Italia Editrice, Firenze, 1966, scritto da Carlo Francovich che, all'epoca dell'alluvione, era il direttore dell'Istituto Storico della Resistenza
^A pagina 4 di: Giovanni Frullini, La liberazione di Firenze, Milano, Sperling e Kupfer Editori, 1982 ISBN 88-200-0216-7, Ringraziamenti: Nell'attestare che la documentazione della presente opera è stata resa in gran parte possibile dalla consistenza e dalla efficienza dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana, l'autore desidera ringraziare particolarmente Giovanni Verni per la collaborazione insostituibile nel reperire, valutare e coordinare il materiale utilizzato [...] e: Copertina: Photo gentilmente concessa dall'Istituto Storico della Resistenza in Toscana
Bibliografia
Unione regionale delle province toscane, La Toscana nel regime fascista (1922-1939),(2 vol.) Leo S.Olschki Editore, Firenze, 1971