Dal 14 settembre 2018 la sua sede è sita presso la Torre Francesco del centro direzionale della città[1], la redazione è da allora intitolata a Giancarlo Siani, cronista del Mattino ucciso nel 1985 dalla camorra. Il domicilio dei precedenti cinque decenni era nel quartiere San Ferdinando a via Chiatamone 65, in cui il quotidiano si era trasferito nel 1962 dopo aver lasciato la storica sede di vico rotto San Carlo, dietro la galleria Umberto.
Storia
Dalla fondazione alla prima guerra mondiale
Il primo numero esce il 16 marzo 1892. A Napoli ci sono dieci quotidiani. In poco meno di dieci anni Il Mattino raggiunge una tiratura di 33 000 copie.[2]
Dal primo dopoguerra al fascismo: Tecchio, Preziosi e l'insediamento di Sansanelli
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Dal secondo dopoguerra agli anni della gestione Rizzoli
Dopo la Liberazione di Napoli (ottobre 1943) il Comando alleato decide la chiusura del "Mattino" per la connivenza col regime fascista.[4]
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale il Banco di Napoli ritorna proprietario della testata. Il quotidiano ritorna in edicola il 9 aprile 1950.[5]
Il 23 luglio 2009, dopo sette anni, Mario Orfeo lascia la direzione del giornale per passare a quella del Tg2. Dal 5 agosto 2009 al 10 dicembre 2012 l'incarico di direttore è stato affidato a Virman Cusenza, già vicedirettore della testata.[6]
Il 10 dicembre 2012 con il passaggio di Cusenza alla direzione del Messaggero viene nominato direttore Alessandro Barbano.
Il 30 maggio 2018 il quotidiano si rinnova graficamente. Poco dopo Barbano lascia la direzione. Dal primo giugno 2018 al primo giugno 2022 il direttore è Federico Monga.[7]. Dal 4 maggio 2024 il direttore è Roberto Napoletano.[8]
Variazioni dell'assetto proprietario
All'atto della fondazione Edoardo Scarfoglio è il proprietario del giornale. Dopo la sua morte (1917) la proprietà passa ai figli Paolo e Carlo.[2]
Nel 1924 il giornale passa di proprietà: il Banco di Napoli acquista la quota di maggioranza. Alcuni industriali rilevano quote di minoranza: tra essi l'armatore Achille Lauro.[2]
Durante la Seconda guerra mondiale il regime risarcisce Lauro, che ha impegnato tutta la sua flotta per il trasporto di truppe e merci, ormai decimata, conferendogli il 50% della proprietà di tutti i quotidiani napoletani, tra cui "Il Mattino".[9]
Dopoguerra: il Banco di Napoli possiede le principali testate di Napoli. Tra esse vi è "Il Mattino".
Dal 2004 al 2017Il Mattino ha ospitato nella sede di via Chiatamone, nel salone al secondo piano ribattezzato Sala Siani, la giornata conclusiva del Premio Giancarlo Siani, promosso da: Ordine dei giornalisti della Campania, Associazione napoletana della stampa, Università degli Studi "Suor Orsola Benincasa", Centro studi Siani e lo stesso quotidiano partenopeo. Il premio è intitolato al giovane giornalista partenopeo, prima corrispondente per Il Mattino da Torre Annunziata e poi al lavoro per tre mesi nella redazione centrale, ucciso dalla camorra il 23 settembre del 1985, per un suo articolo sulle guerre di camorra e gli arresti dei capoclan di quegli anni.
Edizioni e diffusione
La vendita media giornaliera è di circa 82 000 copie. Negli ultimi anni il giornale ha però subito una perdita netta di oltre 30 000 copie vendute, anche a causa della comparsa sul mercato di altri quotidiani che si occupano in maniera approfondita di Napoli, tra cui Corriere del Mezzogiorno, l'edizione locale di Repubblica e (dal 14 gennaio 2020) il Riformista, Roma,Cronache di Napoli, Il Denaro,Napolipiù (chiuso nel 2008) e Metropolis.
Dal 24 novembre 2008Il Mattino ha anche una versione on-line, con un sito web che pubblica aggiornamenti in tempo reale su notizie locali, nazionali e internazionali. Secondo i dati diffusi da Audiweb, il sito web è il più letto quotidianamente in Campania. Nel 2014 il sito è risultato essere (insieme a Repubblica, Fanpage, Il Fatto e Corriere della Sera) tra le cinque testate giornalistiche italiane più social, ovvero con il maggior numero di articoli condivisi.[11]
^Nei sette anni successivi le rotative de "Il Mattino" vennero usate per stampare il quotidiano indipendente «Il Risorgimento», il cui primo numero uscì il 4 ottobre 1943.
^Fino al 1950 le rotative del "Mattino" furono usate per stampare il quotidiano indipendente «Il Risorgimento», il cui primo numero uscì il 4 ottobre 1943.