Nel 1877 il governo scelse l'altro quotidiano cittadino Il Panaro (nato il 25 gennaio 1862) come «Giornale officiale per le inserzioni degli atti giudiziari ed amministrativi»[3]. La Gazzetta fu assorbita dal giornale concorrente, che uscì con la doppia titolazione Il Panaro - Gazzetta di Modena.
Dal 1911 ad oggi
Il 17 giugno 1911 uscì a Modena la Gazzetta dell'Emilia-Corriere di Modena[4]. La testata nacque sulle ceneri della Gazzetta dell'Emilia (1868-1911), quotidiano fondato a Bologna nel 1868. Chiuso all'inizio di giugno 1911, il giornale fu rifondato a Modena. La nuova testata recò l'indicazione "Anno LII", per indicare una continuità ideale con la Gazzetta di Modena, fondata 52 anni prima[5]. Nel 1914 chiuse Il Panaro[6]; da allora la Gazzetta dell'Emilia rimase il principale quotidiano della città.
Vittorio Querel (dal gennaio 1944 al 21 aprile 1945). La Gazzetta di Modena cessa le pubblicazioni
Erminio Porta (dal 28 aprile 1945) . Nasce L'Unità democratica, organo del Comitato di Liberazione Nazionale[5]. Il quotidiano esce fino al 10 febbraio 1947[9].
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Dalla rifondazione come Nuova Gazzetta di Modena, il 24 marzo 1981[10], si avvicendarono alla direzione Candido Bonvicini, Umberto Marchesini, Carlo Accorsi e Pier Vittorio Marvasi fino al 1988.
^abcde Giovanni Taurasi, La Gazzetta di Modena 150 anni fa, in Gazzetta di Modena, 31 dicembre 2009. URL consultato l'8 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2016).