Nei primi giorni il quotidiano non riportò il nome del direttore: dal 2 maggio fu indicato come reggente Gaetano Coeli sostituito il 22 maggio 1945 da Leonzio Foresti[2]. Con l'edizione del 30 giugno 1946 perse l'indicazione in testata di "Organo del Comitato di Liberazione Nazionale"[5], mentre l'anno seguente, a seguito del Lodo Valletta, il controllo del quotidiano fu assunto da un'impresa editoriale costituitasi appositamente: Editoriale Bresciana[6].
Il quotidiano veniva pubblicato sei giorni la settimana, finché il 13 settembre 1948 fu lanciata l'edizione del lunedì, denominata Lunedì del Giornale di Brescia, a contenuto principalmente sportivo[7]. La testata del lunedì fu poi assorbita in quella principale a partire dal 24 aprile 2000[8].
Con l'edizione del 30 dicembre 1948, la testata perse l'articolo iniziale e assunse il nome di Giornale di Brescia[9].
Nel 1960, la sede del quotidiano e la tipografia fu spostata in via Aurelio Saffi[2].
Dal 19 gennaio 1988 è pubblicato il supplemento settimanale del martedì denominato Sport Giovani; inizialmente fu dedicato all'attività calcistica giovanile, mentre dal 1996-1997 si ampliò all'attività giovanile in tutti gli sport[10].
Dal 20 aprile 2000 il quotidiano cambiò formato e iniziò ad essere stampato dal Centro Stampa Quotidiani di Erbusco, progettato dall'ingegnere Lamberto Cremonesi, assieme a L'Eco di Bergamo[11].
^BRESCIA È LIBERA, in Il Giornale di Brescia, 27 aprile 1945, p. 1. Sam Quilleri, Finalmente Liberi..., in Il Giornale di Brescia, 26 aprile 1946, p. 3.
^[In data odierna...], in Brescia Repubblicana, 7 novembre 1943, p. 1.
^Edizione del Giornale di Brescia del 30 giugno 1946, p. 1.