Nata in una famiglia modesta, si diplomò alla Charles Sumner High School, la prima high school per neri a ovest del fiume Mississippi[1]. A 17 anni vinse un concorso radiofonico cantando l'aria della Principessa d'Eboli "O don fatale" dal Don Carlo di Verdi: il primo premio era una borsa di studio per frequentare il conservatorio locale, ma all'epoca la scuola non accettava studenti afro-americani. Imbarazzati, gli organizzatori del concorso fecero sì che in alternativa potesse studiare alla Boston University. La Bumbry passò poi alla Northwestern University, dove incontrò il noto soprano drammatico e interprete wagnerianaLotte Lehmann, di cui divenne allieva alla Music Academy of the West di Santa Barbara e che divenne la sua mentore ai suoi esordi. Nel 1958 fu scelta assieme al soprano Martina Arroyo alle audizioni della Metropolitan Opera di New York; più tardi, quello stesso anno, esordì come concertista con un recital a Parigi. Il debutto nell'opera avvenne invece nel 1960, ancora a Parigi, con il ruolo di Amneris in Aida all'Opéra Garnier. Sempre nel 1960 entrò a far parte della compagnia del Teatro di Basilea.
Raggiunse la notorietà nel 1961, a ventiquattro anni, quando fu scelta da Wieland Wagner, direttore artistico del Festival di Bayreuth e nipote di Richard Wagner, per interpretare il ruolo di Venere in Tannhäuser: era la prima cantante di colore a salire su quel palco. Il cast comprendeva anche Victoria de los Ángeles nel ruolo di Elisabeth e Wolfgang Windgassen in quello di Tannhäuser. Il pubblico tedesco di stampo più conservatore fu scandalizzato, e il clamore nei mass media la resero una celebrità sulla scena internazionale. In seguito a ciò venne invitata da Jacqueline Kennedy a cantare alla Casa Bianca (vi avrebbe fatto ritorno nel 1981, per cantare alla cerimonia di insediamento di Ronald Reagan).
Nel 1991, all'inaugurazione della nuova Opéra Bastille, cantò nel ruolo di Cassandre, con Shirley Verrett come Didon. Come racconta la Verrett nella sua autobiografia, a causa di uno sciopero lei non poté essere presente all'ultima rappresentazione, e perciò la Bumbry accettò, senza preavviso, di nterpretare sia Cassandre sia Didon nella stessa serata.
Negli anni Novanta fondò la Grace Bumbry Black Musical Heritage Ensemble, che si prefiggeva come scopo la diffusione del patrimonio dei tradizionali Negrospirituals, e con essa si esibì in tournée. La sua ultima apparizione in un'opera fu come Clitemnestra nell'Elektra di Strauss a Lione nel 1997.
Da allora si è dedicata all'insegnamento e a esibizioni concertistiche: nel 2001 e 2002 ha dato una serie di recital in onore della sua maestra Lotte Lehmann, a Parigi (Théâtre du Châtelet), Londra (Wigmore Hall) e New York (Alice Tully Hall).
La Bumbry è stata inserita nella St. Louis Walk of Fame, è stata premiata dall'UNESCO, le è stato assegnato il Premio Giuseppe Verdi ed è stata nominata Commandeur dell'Ordine delle arti e delle lettere dal governo francese. Nel 2010, unitamente a Lella Cuberli, per la loro straordinaria interpretazione della Norma del 1977, nella versione originale del 1831 concepita da Vincenzo Bellini per due soprani, le è stato assegnato il prestigioso riconoscimento internazionale "Bellini d'oro" riservato ai più illustri esecutori ed esegeti dell'arte del grande compositore catanese.[3]
È deceduta a Vienna il 7 maggio 2023, in seguito agli esiti di un colpo apoplettico che l'aveva colpita il 20 ottobre 2022, durante il volo che la stava portando da Vienna, dove abitava, a New York, per celebrare la sua accessione alla Opera Hall of Fame di Opera America. Non si era in seguito mai completamente ripresa.[4]
Note artistiche
Grace Melzia Bumbry appartiene alla generazione di cantanti di colore che emersero nella seconda metà del novecento, a seguito della pioniera Marian Anderson, e di altre famose artiste come Leontyne Price, Martina Arroyo, Shirley Verrett e Reri Grist.
Inizialmente, la Bumbry interpretò ruoli di mezzosoprano, ma in seguito, essendo dotata di una voce da soprano falcon, allargò il suo repertorio includendo, in misura maggiore tra quelli recitati, il ruolo di soprano drammatico. Negli anni settanta e ottanta si considerava a tutti gli effetti un soprano, anche se la critica non sempre è stata d'accordo.[5]
Negli anni Novanta, ormai a fine carriera, tornò a ricoprire ruoli da mezzosoprano.
Rimangono moltissime incisioni del suo periodo da mezzoprano, in ruoli come Carmen e Amneris (forse il ruolo da lei più volte portato in scena e più frequentemente registrato), Venere (con Anja Silja nel ruolo di Elisabeth, al Festival di Bayreuth del 1962), Eboli e Orfeo. Non esistono invece in commercio registrazioni in studio di opere complete con la Bumbry in ruoli da soprano, ma vi sono registrazioni dal vivo di Le Cid, Jenufa (alla Scala) e Norma (Martina Franca), oltre ad alcune compilation che comprendono arie del repertorio sopranile. Curiosamente molte di queste (tra cui brani tratti da La forza del destino in tedesco, con la Bumbry nel ruolo di Leonora e Nicolai Gedda in quello di Alvaro) furono registrate negli anni sessanta, quando in teatro la Bumbry cantava solo da mezzoprano. La cantante ha anche registrato pezzi per il musicalCarmen Jones, basato sull'opera di Bizet, come operette (Der Zigeunerbaron di Johann Strauss II), oratori (Israele in Egitto e Giuda Maccabeo di Georg Friedrich Händel), e un albumpop.
^L'anno successivo, nel 1978, cantò sia come Norma sia come Adalgisa nella medesima produzione al Covent Garden: dapprima nei panni della sacerdotessa più giovane al fianco di Montserrat Caballé, poi in quello Norma, con Josephine Veasey come Adalgisa.
^Recensendo la registrazione discografica dal vivo di Norma, ad esempio Rebert Levine scrive, per inciso ([1]Archiviato il 30 novembre 2011 in Internet Archive.): «I don't care what she was calling herself in '77, she's always been a mezzo» (non mi interessa come lei si definisse nel '77, è stata sempre un mezzosoprano).