Salomè (Salome) è un'opera in un atto e un balletto di Richard Strauss, su libretto dello stesso compositore, basato sulla traduzione in tedesco di Hedwig Lachmann dell'omonimo dramma in francese di Oscar Wilde.
A suggerire a Strauss di musicare la Salomè di Wilde fu il poeta Anton Lindner che ne curò anche una prima riduzione del testo. Strauss preferì però ricorrere alla traduzione tedesca della scrittrice Hedwig Lachmann. Il libretto musicato corrisponde quindi quasi integralmente all'originale di Wilde.
La partitura, cominciata nel 1902 fu completata a Berlino il 20 giugno 1905.
Scena prima. Mentre è in corso uno splendido banchetto, il paggio di Erodiade mette in guardia Narraboth dal lasciarsi ammaliare dal fascino lunare di Salomè. Intanto si ode la voce del profetaJokanaan (Giovanni Battista), imprigionato in una cisterna, che annuncia l'arrivo del Messia.
Scena seconda. Salomè compare sulla terrazza e, incuriosita dalla profetica voce di Jokanaan, ordina alle guardie di infrangere gli ordini di Erode e di liberare l'uomo dalla cisterna.
Scena terza. Jokanaan, liberato dalla sua prigione, condanna fermamente i peccati di Erode e di Erodiade. Salomè lo osserva e il profeta, quando se ne accorge, scaccia la giovane, che è sempre più attratta da lui e che vorrebbe baciarlo. Narraboth, sentendosi tradito da Salomè, si pugnala. Jokanaan maledice la giovane e fa ritorno nella cisterna.
Scena quarta. Escono sulla terrazza Erode ed Erodiade. Erodiade è turbata dalla presenza del profeta e accusa il marito di esserne spaventato. Frattanto gli Ebrei e i Nazareni disquisiscono sull'identità del profeta, ritenuto da alcuni il Messia, da altri il profeta Elia. Erode, indifferente, chiede a Salomè di danzare per lui promettendo di darle qualsiasi cosa desideri. Dopo aver danzato la "Danza dei sette veli", la giovane chiede di ricevere su un piatto d'argento la testa mozzata di Jokanaan. Erode tenta invano di dissuaderla e alla fine deve esaudire la richiesta della figliastra. Ricevuta la testa, Salomè ne bacia la bocca coperta di sangue. Erode, sdegnato, ordina ai soldati di ucciderla.