«La musica è quantità, misura, nel periodo in cui viene composta o nell'attimo in cui lo strumento, stimolato dal musicista, la produce. Qui si compie un salto misterioso: quello che noi ascoltiamo è immateriale e nell'attimo in cui lo percepiamo sparisce per diventare memoria. La musica è il segno più sublime della nostra transitorietà. La Musica, come la Bellezza, risplende e passa per diventare la memoria, la nostra più profonda natura. Noi siamo la nostra memoria.[1]»
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Nato a Venezia da padre messinese e madre veneziana di origine messinese, si trasferì con la famiglia a Messina nel 1950, rimanendovi fino al 1963.[2]
Negli anni settanta Sinopoli fu noto soprattutto come compositore e specialista di musica contemporanea: esordì come direttore d'orchestra a Siena, verso la prima metà degli anni settanta dirigendo un brano da camera scritto da un allievo di Donatoni, in seguito fondò nel 1975 l'Ensemble Bruno Maderna. A partire dal 1978, tuttavia, si impegnò sempre più nella direzione di un repertorio più tradizionale: a cominciare dalla direzione dell'Aida di Verdi al Teatro La Fenice di Venezia, si dedicò intensamente a Bruckner, Mahler e Richard Strauss, compositori verso i quali lo portavano affinità crescenti.
Come direttore d'orchestra ha lavorato con le maggiori orchestre europee: la Deutsche Oper di Berlino, la New Philharmonia di Londra (di cui dal 1984 al 1994 fu direttore principale, e dal 1987 anche direttore musicale), l'Accademia di Santa Cecilia di Roma; collaborazioni particolarmente pregevoli ebbe con i Wiener Philharmoniker; ha diretto inoltre prestigiosi complessi musicali come l'orchestra del Covent Garden di Londra, la Philharmonic del Teatro Metropolitan di New York; diresse varie volte i Berliner Philharmoniker (l'ultima delle quali nel 1986) e assunse la direzione della Staatskapelle di Dresda (di cui fu direttore principale dal 1992) e dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
Ha debuttato al Teatro alla Scala di Milano nel 1994, mentre già nel 1985 ha diretto il Tannhäuser di Wagner al Festival di Bayreuth, dove nel 2000 fu il primo direttore d'orchestra italiano in tutta la storia del festival a dirigere il Ring des Nibelungen. E proprio a Bayreuth, prima con Parsifal e dopo appunto con la Tetralogia, Sinopoli conosce la sua consacrazione forse come l'interprete wagneriano italiano più importante degli ultimi quarant'anni sulla scia di Victor de Sabata. Le sue letture del Ring e di Parsifal appaiono infatti molto vicine a quelle della tradizione interpretativa bayreuthiana degli anni cinquanta, in particolare a quelle di Hans Knappertsbusch, che Sinopoli richiama molto da vicino con i suoi tempi lenti, la maestosità dell'impianto fonico, la monumentalità e la liturgica ieraticità nell'impostazione generale dell'opera . Ad oggi non risultano ancora edizioni discografiche, che appaiono invece quanto mai opportune.
Sinopoli fu un ottimo compositore, in totale ha scritto 24 lavori (pubblicato da Suvini Zerboni e da Ricordi): le sue composizioni giovanili risentono dello stile strutturalista, con interessanti aperture verso i procedimenti combinatori di matrice donatoniana, mentre i lavori più tardi si riavvicinano ad un espressionismo lirico di matrice mitteleuropea, talora specificamente berghiana. Lavoro significativo di questo suo tardo periodo compositivo è Lou Salomé (1981, su libretto di Karl Dietrich Gräwe). L'opera, che fu tra l'altro la sua ultima composizione, venne rappresentata nel 1981 al NationalTheater di Monaco, e trent'anni dopo (2011) al Teatro La Fenice di Venezia.
Nel 1981, dopo neanche un decennio di attività compositiva, Sinopoli decise di abbandonarla per dedicarsi definitivamente alla direzione d'orchestra.
Oltre che laureato in Medicina e Chirurgia, Sinopoli fu un grande appassionato di archeologia.
Laureando all'Università di Roma (avrebbe dovuto discutere la tesi il giorno del suo funerale), gli è stata riconosciuta la laurea in Archeologia "post mortem". La sua collezione di vasi archeologici è stata pubblicata in un volume edito da Marsilio ("Aristaios. La "collezione Giuseppe Sinopoli").
La morte
Morì improvvisamente a Berlino il 20 aprile 2001 all'età di 54 anni, stroncato da un infarto mentre stava dirigendo l'Aida di Giuseppe Verdi alla Deutsche Oper; dopo che la salma è stata riportata a Roma, il 23 aprile è stata allestita la camera ardente nella sala della Protomoteca al Palazzo Senatorio in Campidoglio, dove ricevette l'omaggio ininterrotto di una folla immensa; il giorno seguente si sono celebrati i funerali presso la basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, ai quali erano presenti il presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, il presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana Giuliano Amato e tanti altri volti della politica e della musica; successivamente, il suo feretro è stato tumulato nel cimitero monumentale del Verano di Roma.[4]
La città di Roma, di cui aveva diretto non senza molte difficoltà le principali istituzioni musicali (l'Accademia nazionale di Santa Cecilia, di cui fu direttore musicale dal 1983 al 1987, e il Teatro dell'Opera, di cui fu direttore artistico e musicale dal 1999 al 2001), gli ha dedicato una sala dell'Auditorium Parco della Musica. Gli sono state anche dedicate alcune scuole tra cui la scuola media di via Mascagni a Roma.
Vita privata
Era sposato con Silvia Cappellini da cui ebbe due figli: Giovanni e Marco, e aveva diversi fratelli tra cui Anna Sinopoli, docente universitaria.
Festival Sinopoli
Dal 2005 Taormina Arte dedica a Giuseppe Sinopoli, direttore artistico della sezione Musica della kermesse taorminese dal 1989 al 1997, un festival che si svolge ad ottobre. Il Giuseppe Sinopoli Festival è una rassegna che non celebra semplicemente il musicista e il direttore d'orchestra, ma anche il compositore, il medico, l'archeologo, l'intellettuale, in un percorso che si snoda attraverso la musica, il teatro, la letteratura, l'arte, con convegni, mostre, pubblicazioni e, naturalmente, concerti.
La grande sala del Palazzo dei Congressi di Taormina è a lui intitolata.
Wagner a Roma. Conversazioni di Giuseppe Sinopoli, Roma, Quaderni degli Amici di Santa Cecilia, 2002 (edizione fuori commercio, riporta la trascrizione delle conferenze di presentazione, tenute da Sinopoli, sulla tetralogia di Wagner: L'oro del Reno, 22 aprile 1988; La Valchiria, 5 marzo 1989; Sigfrido, 20 maggio 1991; Il crepuscolo degli dei, 24 giugno 1991).
Armando Gentilucci, Guida all'ascolto della musica contemporanea, Milano, Feltrinelli, 1992, ISBN88-07-80595-2.
Carlo Bianchi, Un'alta tensione interpretativa. Per ricordare il maestro Sinopoli [Intervista a Guido Maria Guida], BresciaMusica, 77, giugno 2001, pp. 8–9 [1]