La celesta (nota anche come celeste o celestino) è uno strumento musicaleidiofono, ossia che produce il suono mediante il materiale stesso di cui è composto senza l'ausilio di parti poste in tensione: nel caso specifico si tratta di uno strumento idiofono a percussione, il cui aspetto è simile a quello di un pianoforte verticale di piccole dimensioni.
Il suono viene prodotto da alcune lamelle di metallo sospese tramite un sistema di martelletti e comandate da una tastiera (lo stesso sistema viene applicato al pianoforte) e da una pedaliera.
Produce un suono ovattato, dolce e chiaro, privo di armonici.[1]
La celesta è stata utilizzata anche da musicisti rock e pop, già in registrazioni degli anni quaranta di Frank Sinatra per la Columbia, tra cui I'll Never Smile Again[4], poi i Velvet Underground nella celeberrima Sunday Morning[5]. Tra gli altri gruppi che hanno utilizzato la tipica sonorità dello strumento segnaliamo The Beatles (Baby, It's You)[6], The Beach Boys (Girl Don't Tell Me), Buddy Holly (Everyday)[7], e i Pink Floyd (The Gnome e la versione di Mother usata nel film The Wall).
In anni più recenti, il compositore John Williams ha utilizzato la celesta per il celebre tema principale nella trasposizione cinematografica della saga di Harry Potter.
Altri esempi contemporanei di utilizzo della celesta si trovano in alcuni album del musicista svedese Lars Danielsson (Pasodoble del 2007, Tarantella del 2009) in cui lo strumento viene suonato dal pianista polacco Leszek Mozder.
La celesta ha una forma simile a quella di un piccolo pianoforte verticale. La sua tastiera, formata generalmente da un'estensione che va dal Do3 al Do7, aziona dei martelletti che percuotono una serie di lastre d'acciaio intonate per semitoni, fissate ciascuna su una cassa di risonanza. Il suono, molto dolce, chiaro, vaporoso ma privo d'intensità, può essere ampliato attraverso l'uso del pedale di risonanza.
La notazione corrisponde a un'ottava più sotto rispetto ai suoni realmente prodotti.
Note
^A. Casella - V. Mortari La tecnica dell'orchestra contemporanea p. 116 - Edizioni Ricordi, 1950, ristampa 1989