Studia il pianoforte sin da piccolo sotto la guida dei genitori e in particolare della madre, buona pianista dilettante.
A tredici anni è al conservatorio di Parigi, dove prosegue lo studio del pianoforte con Louis Diémer e composizione con Gabriel Fauré, coadiuvato dal più eclettico e accademico Maurice Ravel; entrato ben presto in forte polemica con quest'ultimo, ne uscirà dopo due anni e proseguirà la sua formazione interamente da autodidatta, tanto che egli stesso come tale sempre si considerò.
Casella nutriva una grande ammirazione per Debussy, stimato particolarmente dallo stesso, dopo aver ascoltato il Prélude à l'après-midi d'un faune nel 1898, nonostante all'epoca, a Parigi, il compositore destasse vivo scandalo. In questo periodo continua a scrivere in vena romantica, invece di adottare l'impressionismo nel suo stile. La sua prima sinfonia, del 1905, prende ispirazione dal tardo-romanticismo di Richard Strauss e Gustav Mahler; con essa esordì come direttore d'orchestra nel 1908 a Monte Carlo.
Ritorna in Italia durante la prima guerra mondiale e insegna pianoforte presso il Conservatorio Santa Cecilia a Roma. Nel 1917 fonda una "Società Nazionale di Musica", allo scopo di promuovere la conoscenza della musica contemporanea, società che nel 1923 viene ribattezzata con il nome di "Società Italiana di Musica Contemporanea" SIMC, così come è conosciuta oggi.
Diviene uno dei più conosciuti pianisti della sua generazione e nel 1930, con Arturo Bonucci (violoncello) e Alberto Poltronieri (violino), fonda il "Trio Italiano", ottenendo una grandissima notorietà in tutto il mondo.
Scrive anche molte liriche, libretti per opere, canzoni e musica da camera. Da alcuni brani poetici dell'opera di Rabindranath Tagore, che nel 1913 aveva valso all'autore il Premio Nobel per la letteratura, il compositore torinese crea nel 1915 le liriche che chiama L'adieu à la vie.
Nel 1926 l'editore modenese Angelo Fortunato Formiggini dà alle stampe la monografia di Casella su Igor' Fëdorovič Stravinskij, intitolata Strawinski (secondo la dizione polacca). Era questo il primo libro pubblicato sul compositore russo: un breve ritratto contenuto nella collana "Medaglie" che includeva profili biografici di artisti e personaggi pubblici. Il fine del testo era quello di divulgare l'opera di un compositore ancora poco noto in Italia; uscì in una nuova veste editoriale e molto ampliato nel 1946. Riappare, infine, per i tipi di Castelvecchi nel 2016, in una nuova edizione critica.
La generazione dell'80 (Alfano, Casella, Malipiero, Pizzetti, Respighi) segna un passaggio importante, che influenzerà anche il periodo successivo, con importanti interazioni anche nel campo della letteratura e della pittura. Di quest'ultima arte, Casella è un appassionato collezionista.
Nel 1933 fonda a Napoli "l'Accademia Musicale Napoletana", con l'intento di valorizzare caratteristiche e significati della cultura musicale, soprattutto italiana.
Amava molto la musica di Antonio Vivaldi, tanto che nel 1939 dedicò la prima Settimana Musicale Senese dell’Accademia Chigiana in settembre al musicista veneziano: la riscoperta del grande genio barocco si deve quindi anche alla sua sensibilità e alla sua intuizione. L’anno dopo la rassegna venne dedicata ad Alessandro e Domenico Scarlatti, due tra i massimi compositori del primo Settecento europeo. Negli anni successivi l’evento avrà come obiettivi da un lato la riscoperta del patrimonio strumentale italiano del Seicento e Settecento e dall’altro una costante attenzione alla valorizzazione del repertorio contemporaneo.
Oltre che compositore, Casella è noto principalmente per essere stato uno dei più importanti didatti del 1900, avendo questo curato la maggior parte dell'opera omnia pianistica classica, collaborando con la Casa Curci e la Casa Ricordi. Per la prima, ha curato, nell'ultima parte della sua vita, la mirabile revisione tecnico critica delle più importanti opere di J. S. Bach, tra cui Il clavicembalo ben temperato, le Suite inglesi e Suite francesi, il Concerto Italiano, la Fantasia Cromatica e Fuga, i 23 Pezzi Facili (tratti da più opere e da lui assemblati) e le Invenzioni a 2 e 3 Voci, mentre di Fryderyk Chopin ha curato la revisione delle 4 Ballate e Fantasia, degli Improvvisi, dei Notturni, dei Valzer, dei Preludi, e degli Studi. Per Ricordi, invece, ha revisionato degnamente le 32 Sonate per Pianoforte di L. V. Beethoven, uno dei suoi compositori preferiti, e le 18 Sonate di Mozart.
Le Caselliane prima citate, sono guidate dalla sua immensa cultura storico-sociale, "di mezzo secolo", come direbbe lo Stesso e da criteri assolutamente didattici ed estetici, in modo da garantire all'allievo la massima efficienza nello studio dei Capolavori da lui revisionati.
Ha inoltre scritto un importante saggio sul pianoforte, il suo strumento, del quale analizza aspetti storici, tecnici e interpretativi (Il pianoforte, 1936), e ha scritto un'autobiografia, I segreti della giara, molto utile per approfondire i rapporti - non sempre facili - tra i musicisti e i vari ambienti culturali d'inizio Novecento. Con Virgilio Mortari ha scritto il notevole trattato La tecnica dell'orchestra contemporanea, ma è scomparso prima di vederlo pubblicato.
Alfredo Casella fu un importante collegamento tra quello che fu la musica tonale del 1800 e la musica sperimentale del 1900.
L'opera sinfonica "Italia" (op.11) fu, nel 1979, diretta dal direttore d'Orchestra Sergiu Celibidache, riscuotendo un certo successo anche all'estero.
Tra le opere preferite dal maestro nell'ambito della sua produzione pianistica, diremmo che oltre alla vecchia Toccata in Do# Minore (Op.6), i suoi lavori che ritiene più importanti sono i 2 Ricercari sul Nome BACH (Op.52) e soprattutto Sinfonia, Arioso e Toccata (Op. 59).[senza fonte]
Siciliana e Burlesca per flauto e pianoforte op. 23 (1914?)
Musica vocale
Notte di Maggio per voce e orchestra op. 20 (testo di G. Carducci, 1913)
L'Adieu à la vie per mezzosoprano e pianoforte op. 26 (1915) - per mezzosoprano e orchestra da camera op. 26 bis (1926)- testo di R. Tagore
Canto e ballo sardo per coro e orchestra da camera (1937)
Missa Solemnis "Pro Pace" per Soprano, Baritono, coro e orchestra op. 71 (1944)
Scritti di Casella
Alfredo Casella, I segreti della giara, Sansoni, Firenze, dicembre 1941
Alfredo Casella, Il Pianoforte, 3ª ed., Milano, Ricordi, 1954
Alfredo Casella, Strawinski, nuova edizione a cura di Benedetta Saglietti e Giangiorgio Satragni, prefazione di Quirino Principe, Roma, Castelvecchi, 2016
Alfredo Casella, La musica al tempo dell'aereo e della radio. Cronache musicali 1925-46, a cura di Francesco Lombardi, Torino, EDT/CIDIM 2014
Alfredo Casella, I segreti della giara, nuova edizione a cura di Cesare De Marchi, postfazione di Giovanni Gavazzeni, Milano, il Saggiatore 2016
Il collezionista d'arte
Alfredo Casella è stato anche un appassionato collezionista d'arte, soprattutto - ma non solo - di quella corrente del ritorno all'ordine che ha caratterizzato la pittura italiana della prima metà del Novecento. Subito dopo la fine della prima guerra mondiale, pur non disponendo di grandi risorse economiche, grazie al suo carisma e al contatto diretto con gli artisti, Casella riuscì a comporre una pregevole e ampia collezione di opere dei principali pittori suoi contemporanei quali de Chirico, Carrà, Casorati, Donghi, Morandi, De Pisis, Depero, Balla, Prampolini, Spadini, Francalancia, Mafai, Ferrazzi.[senza fonte]
Interessante ricordare questo aneddoto. Un amico di Casella, quando questo era ancora giovane, gli propose di comprare a poco prezzo dei quadri di un suo amico, ma rifiutó l'offerta. Questo in realtà sarebbe diventato Pablo Picasso ed i suoi quadri sarebbero valsi mille volte di più!
Adriano Bassi, Alfredo Casella (L'anticipatore), Prefazione di Luciano Chailly, Antonio Lalli Editore, Poggibonsi, 1984
Alfredo Casella negli anni di apprendistato a Parigi, Atti del Convegno internazionale di studi, Venezia, 13-15 maggio 1992 ISBN 88-222-4262-9
Riccardo Viagrande, La generazione dell'Ottanta, Casa Musicale Eco, Monza, 2007
Bertoglio, Chiara (2012). Instructive Editions and Piano Performance Practice: A Case Study. Saarbrücken: Lambert Academic Publishing. ISBN 978-3-8473-2151-4
Maria Borghesi, L’Invenzione a due voci n. 1 di Bach nelle edizioni italiane d’inizio Novecento: un modello per l’analisi della prassi esecutiva, «Rivista Italiana di Musicologia», 53, 2018, pp. 117-148
Alfredo Casella. Gli anni di Parigi. Dai documenti, Firenze, Olschki, 1997
Alfredo Casella e l'Europa, a cura di Mila De Santis, Firenze, Olschki, 2003
Pier Paolo De Martino, Casella interprete e revisore di Chopin, in Alfredo Casella e l'Europa, Firenze, 2003, pp. 361-378.
Guido Michelone, Sincopato tricolore. C'era una volta il jazz italiano, 1900-1960, Editrice effequ, 2010.
Francesco Fontanelli, Casella, Parigi e la guerra, Torino, De Sono/ Albisani, 2015