Giovanni Arpino nasce a Pola (all'epoca ancora italiana), dove il padre, Tomaso Arpino, ufficiale di carriera, era di guarnigione. Si trasferisce prima a Bra, città d'origine di sua madre, Maddalena Bercia, dove sposa Caterina Brero, e poi a Torino, dove rimane per il resto della sua vita. Laureatosi in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino con una tesi su Sergej Aleksandrovič Esenin nel 1951, nell'anno successivo esordisce nella letteratura con il romanzoSei stato felice, Giovanni, pubblicato da Einaudi. Nel Pioniere del 1961 al nº 1 venne pubblicato il racconto Mille e una luna.[1]
Accanito fumatore (numerose le pose che lo ritraggono con la sigaretta in bocca), muore a Torino il 10 dicembre 1987, a 60 anni, a causa di un carcinoma.
È sepolto nel cimitero di Bra.
Intitolazioni
Giovanni Arpino era particolarmente legato alla città della sua giovinezza, Bra, la quale gli ha dedicato una piazza, un Centro culturale polifunzionale e un Premio di letteratura per ragazzi. Il 18 marzo 2017 la biblioteca Civica di Bra ha cambiato nome diventando “Biblioteca Civica Arpino”;
La città di Torino gli ha intitolato una via nel nuovo quartiere ricavato nell'area ex-Venchi Unica, vicino a Piazza Massaua;
Anche il Comune di Pianezza gli ha intitolato una via;
Allo scrittore è intitolata, dal 2006, la Biblioteca civica di Nichelino.
Opere
Giovanni Arpino scrisse sedici romanzi e quasi duecento racconti; fu autore di raccolte di poesie e di libri per ragazzi.
Opere scelte, a cura e con un saggio introduttivo di Rolando Damiani, Milano, Mondadori, 2005.
Epistolari
Lettere a Rina, 1950-1962, a cura di Alberto Sisti e Rosella Zanini, Torino, Aragno, 2013. [167 lettere scritte alla moglie Caterina Brero]
Altro
Fiabe piemontesi, scelte da Gian Luigi Beccaria e tradotte da Giovanni Arpino, Milano, A. Mondadori, 1982.
Serghej A. Esenin. L'estremo cantore dell'antica Russia di fronte alla rivoluzione, prefazione di Vittorio Strada, Venezia, Marsilio, 1997. [tesi di laurea di Arpino]
Nel 1977 sempre Dino Risi ha diretto Anima persa, adattamento cinematografico del romanzo Un'anima persa, con Vittorio Gassman (nella parte di Fabio Stolz) e Catherine Deneuve (Elisa Stolz). Il film presenta differenze nell'ambientazione (da Torino a Venezia) e nell'introduzione del personaggio di Beba, primogenita di Elisa.
Nel 1991 nel documentario Un livre un jour interpreta se stesso.
Note
^PIONIERE N.01 1961, su Il Pioniere. URL consultato l'8 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2023).
^1964, Giovanni Arpino, su premiostrega.it. URL consultato il 15 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2019).
Enrico Falqui, Un delitto d'onore messo alla gogna, «Fiera letteraria», 16 luglio 1961.
Paolo Milano, Il disonore di un delitto, «L'Espresso», 25 giugno 1961.
Gian Carlo Ferretti, Arpino parla del suo nuovo romanzo, intervista-recensione per Una nuvola d'ira, «L'Unità » 13 febbraio 1962.
Franco Antonicelli, «Una nuvola di ira» nella Torino operaia, «La Stampa», 1º marzo 1962.
Giancarlo Vigorelli, Nuvola d'ira, «Tempo», 3 marzo 1962.
Alberto Asor Rosa, recensione a Una nuvola d'ira, «Mondo nuovo», 23 marzo 1962.
Antonio Piromalli, ree. di Una nuvola d'ira, «Ausonia», marzo-aprile 1962.
Anna Banti, Bassani e Arpino, «Paragone», aprile 1962.
Oreste Del Buono, Inchiesta sul romanzo in Italia-La generazione della tiratura, intervista-recensione per Una nuvola d'ira, «L'Europeo», 6 maggio 1962.
Piero De Tommaso, Arpino e le antinomie della coscienza operaia, «Belfagor», 31 maggio 1962.
Gaetano Mariani, in Giovane narrativa italiana tra documento e poesia, Firenze, Le Monnier, 1962.
Luigi Baldacci, Letteratura e verità, Milano-Napoli, Ricciardi, 1963.
Giovanni Tesio, Frammenti per un ritratto critico di Giovanni Arpino, «Studi piemontesi», XVII, 1988. (Poi in Piemonte letterario dell'Otto-Novecento, Roma, Bulzoni, 1991)
Bruno Quaranta, Stile Arpino. Una vita torinese, pref. di Piero Bairati, Torino, SEI, 1989.
AA.VV., Arpino fra romanzo e film, atti del convegno di studi, Centro di ricerca per la narrativa e il cinema, Agrigento, 1990.
Attilio Dughera, Per una bibliografia di Giovanni Arpino. Gli anni della formazione (1927-1953), «Studi Piemontesi», novembre 1991, vol. XX, fasc. 2.
Cetta Berardo, Giovanni Arpino, il «narratore di storie», Cavallermaggiore, Gribaudo, 1991.
Giorgio Barberi Squarotti, Introduzioni, a Opere I, III, IV, Milano, Rusconi, 1991-1992.
Giorgio Barberi Squarotti, Per Arpino, in Le colline,i maestri, gli dei, Treviso, Editrice Santi Quaranta, 1992.
Bruno Quaranta, Stile e stiletto. La Juventus di Arpino, Arezzo, Limina, 1997.
Flavio Santi, Il (la) fine di Arpino, «Nuova prosa», 33, 2002.
Rolando Damiani, Cronologia, in Opere scelte, a cura e saggio introd. di Rolando Damiani, Milano, Mondadori, "I Meridiani", 2005.
Rolando Damiani, Arpino e la sua ombra, in Opere scelte, a cura e saggio introd. di Rolando Damiani, Milano, Mondadori, "I Meridiani", 2005.
Daniele Fioretti, Operai e scrittori. La rappresentazione dell'ambiente industriale nella narrativa italiana tra il 1934 e il 1983 (prof. M.C. Papini), Università degli Studi di Firenze, tesi di dottorato, XVIII ciclo (2002-2003; discussa nel 2006).
Cetta Berardo, Alla tavola di Giovanni Arpino. Sapori e colori del Piemonte, Torino, Il leone verde edizioni, 2007. ISBN 978-88-95177-02-1
Anna Baldini, La trilogia della disillusione di Arpino, in Il comunista. Una storia letteraria della Resistenza agli anni Settanta, Torino, Utet, 2008. ISBN 978-88-02-07906-6
Renzo Paris, I randagi di Giovanni Arpino, «Pulp», 7-8, 2009.
Massimo Raffaeli, Nota bio-bibliografica, in Giovanni Arpino, Una nuvola d'ora, Milano, BUR Scrittori Contemporanei (RCS Libri S.p.A.), 2009.
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