Gena Dimitrova nasce a Beglež, piccolo centro rurale a 140 chilometri da Sofia situato nel sud-ovest della provincia di Pleven, dimostrando già da bambina un certo interesse per il canto.
Dopo aver cantato nel coro della chiesa del suo paese, dove si mette presto in luce grazie alla robustezza della voce, prende lezioni di canto private con Ivan Genkov, maestro del coro, in previsione di un'audizione per il Conservatorio di Sofia.
Dopo il diploma, il padre vuole indirizzarla agli studi di medicina, ma incoraggiata dalla sua passione per il canto e dagli amici, nel 1959 la Dimitrova si presenta alle audizioni per il Conservatorio con una canzone popolare, Hej Balcan ti roden naš, venendo subito ammessa Comincia a studiare da mezzosoprano con il baritonoHristo Brămbarov, passando dal secondo anno al registro di soprano. Per mantenersi agli studi si impiega come lavapiatti presso la mensa del Conservatorio, venendo derisa per questo dai compagni più abbienti.
Nel 1964, dopo essersi diplomata, per mantenersi comincia a insegnare canto, frequentando nel frattempo dei corsi di perfezionamento presso il Conservatorio.
Nel 1967 viene ingaggiata dall'Opera di Sofia come "soprano di convenienza", cantando in parti di comprimaria (Ines nel Trovatore, la Prima Dama nel Flauto magico, Mercédès nella Carmen).
Debutta ufficialmente il 27 dicembre 1967 nel ruolo di Abigaille nel Nabucco, accettando di sostituire con una settimana di preavviso due soprani che avevano rifiutato perché sfiniti da precedenti impegni.
Grazie al successo ottenuto, dal 1968 al 1970 la Dimitrova diventa un membro fisso dell'Opera di Sofia, esibendosi regolarmente in un repertorio basato su tre ruoli: Abigaille, Leonora nel Trovatore ed Emma nella Kovancina. Esiste di quel periodo una registrazione di Nabucco live del 28 maggio 1968, in cui l'intero cast, ad eccezione di Nicolaj Ghiaurov, canta in bulgaro.
Anni '70 - '80
Il 24 maggio 1970, grazie alla sua interpretazione di Abigaille, vinse il IV Concorso Internazionale per Giovani Cantanti Lirici indetto dall'Opera di Sofia, ottenendo una borsa di studio che le consentì di trasferirsi a Milano, dove studiò alla scuola di perfezionamento del Teatro alla Scala, prendendo lezioni dai maestri Renato Pastorino, Enza Ferrari e Renata Corosio e dal celebre soprano Gina Cigna.
Nel 1975 affrontò per la prima volta a Treviso l'impervio ruolo di Turandot, il suo cavallo di battaglia per eccellenza, che la cantante sosterrà senza problemi per oltre vent'anni, fino alle recite di addio a Tokyo del 2000[1].
Nel 1986 cantò la Messa di requiem di Verdi alla Royal Albert Hall in memoria delle vittime del terremoto del Messico, sviluppò la carriera negli Stati Uniti e in Canada, cantò il Macbeth in tournée in Grecia con la Royal Opera House e inaugurò nuovamente la stagione lirica della Scala col Nabucco.
La carriera della Dimitrova continua brillantemente nel corso degli anni '90, grazie anche ad un'eccezionale longevità vocale, che le consente di continuare a cantare senza problemi tutte le opere del suo repertorio, anche le più massacranti (Turandot, Nabucco, Gioconda, Forza del destino, Ballo in maschera, Tosca).
All'inizio degli anni 2000, a causa della crescente stanchezza, comincia a diradare l'attività. Si è ritirata dalle scene il 1º settembre 2001, dopo aver interpretato Amneris al Festival di Gelsenkirchen ed essersi esibita al Pavarotti & Friends.
Il 17 gennaio 2003, dopo oltre un anno di inattività, ha accettato di cantare in un concerto a Montecarlo (dove esegue arie da Cavalleria rusticana, Mefistofele e Adriana Lecouvreur), ritirandosi in seguito in modo definitivo: da quel momento si è dedicata all'insegnamento, tenendo dei corsi di perfezionamento (master classes) in vari Conservatori europei, in particolare in quello di Sofia, avendo tra le sue migliori allieve il soprano Elena Baramova.
Gena Dimitrova è deceduta in una clinica di Milano l'11 giugno 2005, all'età di 64 anni, a causa di un tumore al pancreas.
È sepolta insieme al marito Giorgio (1941-1991) al Cimitero Centrale di Sofia.
Il governo bulgaro ha stanziato fondi per creare una scuola di canto in suo onore. A Pleven è stato creato un museo dedicato alla sua memoria.
Vocalità e personalità interpretativa
Dotata di una voce di soprano drammatico dal timbro tagliente, corposa, di straordinaria potenza ed estensione (dal fa diesis grave al re bemolle sovracuto)[2] e sorretta da un'eccellente preparazione tecnica, la Dimitrova si è distinta per la capacità di alleggerire la voce in pianissimi eterei ed eseguire le agilità con scorrevolezza, imponendosi come una delle maggiori interpreti del repertorio lirico-drammatico dell'Ottocento grazie anche all'aderenza del fraseggio.
Nonostante il repertorio impegnativo, nel corso degli anni la Dimitrova ha subito un declino vocale modesto (evidente dalla seconda metà degli anni '90) consistente in una leggera perdita di stabilità degli acuti e di armonici.
Come attrice possedeva presenza scenica, senso della misura e forte temperamento drammatico.
Rodolfo Celletti l'ha definita "uno dei più ragguardevoli soprani del nostro tempo"[3].
È il soprano che detiene il record di maggiori recite di Tosca[5] e Nabucco, quest'ultimo cantato ininterrottamente per 33 anni consecutivi (1967-2000).
^Il fa diesis grave (fa#2) è presente in una scala discendente verso la fine dell'aria Arrigo! ah, parli ad un core dai Vespri siciliani che la Dimitrova ha cantato in concerto (1986, 1999), mentre il re bemolle si trova nell'aria D'amor sull'ali rosee nel Trovatore (Vienna, 1983) e in pianissimo nella scena del sonnambulismo di Lady Macbeth (Arena di Verona, 1982). Oltre al fa diesis, la Dimitrova ha cantato dei la naturali gravi (la2) nel Ballo in maschera (nell'aria Ma dall'arido stelo divulsa) e come Amneris nella "scena del giudizio".
^Celletti, Rodolfo, Memorie d'un ascoltatore: cronache musicali vere e immaginarie, Il Saggiatore, 1985