Tutelare e valorizzare il patrimonio di storia, arte e natura italiano, educare e sensibilizzare la collettività, vigilare e intervenire sul territorio.
La prima donazione arriva nel 1977 dall’Avvocato Piero di Blasi[10] che lascia al FAI un terreno di oltre 1.000 metri quadrati a Cala Junco, sull’isola di Panarea, per scongiurare un piano di lottizzazione che avrebbe irrimediabilmente deturpato il paesaggio.
Negli anni 1990 seguono altre acquisizioni: Castel Grumello[19] in provincia di Sondrio (Donazione Fedital); la minuscola barbieria dagli interni decò a Genova[20] (acquisita dagli eredi Giacalone grazie a sottoscrizione pubblica); un'edicola ottocentesca per giornali a Mantova[20] (acquisita dalla famiglia Gandolfi grazie a sottoscrizione pubblica); il Maso Fratton-Valaia[21] ai confini del Parco naturale provinciale dell'Adamello-Brenta (acquisito dai fratelli Endrizzi grazie a una donazione Bayer Italia) e il Teatrino di Vetriano a Pescaglia in provincia di Lucca (donazione di Anna Biagioni e concessione del Comune di Pescaglia[22]).
Nel 1993, con il sostegno delle sue delegazioni di volontari, il FAI lanciò la prima edizione delle Giornate FAI di Primavera aprendo 90 luoghi solitamente inaccessibili in tutta Italia, con un'affluenza di 70mila visitatori.[23] Da allora l'evento divenne un appuntamento annuale,[24] dal 2012 affiancato dall’edizione autunnale Giornate FAI d’Autunno[25] che, nella prima edizione rese accessibili 70 luoghi visitati da 25mila persone.
Nel 2003, in collaborazione con un Intesa Sanpaolo, il FAI lancia “I Luoghi del Cuore”, una campagna nazionale di sensibilizzazione sul valore del patrimonio culturale italiano che prevede un censimento biennale[32] aperto a tutti i cittadini, alternato a una selezione di progetti da sostenere tra quelli rivolti ai luoghi che hanno raggiunto un numero minimo di voti.[33]
Nel 2008, dopo tre anni di restauro, apre nel centro di MilanoVilla Necchi Campiglio, mirabile esempio di architettura residenziale degli anni 1930 su progetto di Piero Portaluppi, lasciata al FAI da Gigina Necchi Campiglio[37] e Nedda Necchi[38] nel 2001.[39]
Altre recenti acquisizioni riguardano Casa Bortoli[62] a Palazzo Contarini a Venezia (2017), lasciata in eredità al FAI da Sergio e Carla Bortoli; la Cappella del Simonino a Trento (2018), grazie al lascito testamentario di Marina Larcher Fogazzaro[63] e Palazzo Moroni a Bergamo (2019), con la collaborazione della Fondazione Museo di Palazzo Moroni.[64]
Anni 2020
Il lascito testamentario di Maria Adele “Pupa” Carnevale Miniati consente alla Fondazione di acquisire Villa Rezzola[65] a Lerici (SP) nel 2020, anno in cui Filippo Perego di Cremnago dona al FAI la sua cascina ottocentesca insieme a una tenuta di 40 ettari in Lomellina (PV).[66]
Dopo un lungo restauro iniziato nel 2013, a settembre 2024 viene inaugurata la Velarca, una casa-barca progettata dal gruppo BBPR per i coniugi Fiammetta ed Emilio Norsa nel 1959, e donata al FAI dal figlio Aldo.[72] A luglio dello stesso anno viene riaperta l'Aula del Simonino, una piccola cappella nel Palazzo Bortolazzi Larcher Fogazzaro di Trento, che era stata lasciata in eredità al FAI nel 2018 da Marina Larcher Fogazzaro.
Altri beni istituzionali del FAI
Rientrano infine tra i beni istituzionali della Fondazione:
le Aree boschive sul Monte di Portofino (GE) rispettivamente donate da eredi Casana in memoria di Renato Casana nel 1977, Carla Salvucci nel 1981, Benito Brignola nel 1986, Ida Marta Oliva nel 2001, famiglia Falconi nel 2015, famiglia Capurro nel 2016;[73]
l’Area costiera sull'Isola di Capraia (LI) donata da Ignazio Vigoni Medici di Marignano nel 1978;[74]
la “Stanza del belvedere” a Vasto (CH) lasciata da Cesario Cicchini nel 2006;[78]
i terreni sull'ansa dell'Adige (VR) donati da Renata Dalli Cani nel 2012;[79]
l’Area agricola a Cetona (SI) acquisita grazie alla donazione di Federico Forquet nel 2013;[80]
Casa Dal Prà a Padova, lasciata in eredità da Maria Pia Dal Prà nel 2017;[81]
le Case Montana ad Agrigento, acquistate da Caterina di Grado nel 2018.[82]
Attività
La missione del FAI
Il FAI persegue la sua missione affiancando in modo sussidiario lo Stato italiano nell’offrire un servizio di pubblico interesse e rilevanza sociale: contribuire in modo efficace alla cura e alla valorizzazione del patrimonio italiano di storia, arte e natura attraverso un grande progetto partecipato, aperto a chiunque voglia far parte di una comunità che protegge e promuove questa risorsa collettiva, affinché chiunque possa averne conoscenza e beneficio.[83]
Il FAI si impegna a tutelare, educare e vigilare operando secondo i suoi valori costitutivi: la conoscenza come elemento di crescita per la persona e per la società, la concretezza come valore oltre che come metodo e pratica d’azione, la qualità come stimolo a guardare costantemente avanti e migliorarsi, la curiosità come motore di scoperta e di progresso culturale, l’indipendenza come garanzia di autonomia di pensiero e di condotta, la trasparenza come principio guida di gestione e impegno verso coloro che sostengono la sua missione.[84]
L’attività principale del FAI consiste nel curare e nell’offrire al pubblico luoghi storici, artistici e paesaggistici entrati a far parte del suo patrimonio grazie a donazione, eredità oppure concessi in gestione da privati o enti pubblici. Beni monumentali o naturalistici, dal riconosciuto valore storico, culturale e identitario, strappati spesso all’incuria e riportati in vita per essere nuovamente fruiti da tutti e diventare, o tornare a essere, un riferimento del contesto che li circonda.[85]
Oltre alla cura dei luoghi, la Fondazione realizza attività nazionali di promozione e sensibilizzazione come le Giornate FAI di Primavera e d'Autunno, uno dei primi e più popolari eventi di piazza dedicati al patrimonio culturale e paesaggistico italiano, che in trent’anni di vita ha aperto più di 19 000 siti normalmente non accessibili o poco valorizzati, richiamando oltre 13 milioni di visitatori.[86]
O come I Luoghi del Cuore, la campagna che permette ai cittadini di segnalare al FAI luoghi da non dimenticare attraverso un censimento biennale al termine del quale la Fondazione sostiene una selezione di progetti promossi dai territori a favore dei luoghi che hanno raggiunto una soglia minima di voti. Dalla prima edizione del 2003, il progetto ha raccolto 9,6 milioni di segnalazioni relative a più di 39 000 luoghi italiani e varato 139 interventi su altrettanti “Luoghi del Cuore” in 19 regioni d’Italia.[87]
La rete territoriale
Alle iniziative nazionali contribuisce la rete territoriale del FAI, costituita da migliaia di volontari organizzati in più di 350 presìdi in tutta Italia, che scelgono di dedicarsi alla diffusione dei valori e della missione del FAI.[88] Persone di ogni età che affiancano la Fondazione nel far conoscere e valorizzare il territorio anche attraverso numerose iniziative locali che li rendono un riferimento per la promozione culturale dei loro luoghi di appartenenza.[89] Le iniziative territoriali del FAI sono a pagamento sia per i soci FAI che per tutti gli altri: in questo l'associazione è diversa dal National Trust inglese a cui si ispira, che invece prevede la gratuità di molte attività per i soci.[90]
I progetti per le scuole
Il FAI si propone come interlocutore della scuola italiana per offrire percorsi formativi multidisciplinari basati su esperienze applicate, per responsabilizzare i più giovani al rispetto del patrimonio comune e orientare le loro scelte future.[91] Obiettivo primario nei confronti delle scuole è stimolare lo spirito di una cittadinanza attiva che trova la sua espressione più diretta nel progetto “Apprendisti Ciceroni”: studenti della scuola dell'obbligo che accompagnano il pubblico delle giornate FAI alla scoperta del patrimonio del loro territorio.[92]
Il FAI considera l’ambiente come un inscindibile intreccio tra storia e natura, che vede l’uomo parte responsabile in co-evoluzione con le altre specie del pianeta e a esse indissolubilmente legato.[94] Per questo, la Fondazione mira a tutelare gli aspetti sia naturali sia storico-culturali inseriti in una più ampia cornice che diviene, appunto, ambiente. In sua difesa, il FAI è impegnato su tematiche come il consumo di suolo,[95] l’acqua[96] e l’energia,[97] il cambiamento climatico, l’uso consapevole delle risorse naturali, il mantenimento della biodiversità[98] e la buona gestione del territorio, in linea gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dalle Nazioni Unite. Si impegna inoltre a rendere i Beni che tutela sempre più sostenibili considerandoli come “laboratori di sostenibilità” in cui sperimentare e applicare modelli replicabili. Il tutto, nel contesto di aree e beni vincolati dal punto di vista storico, artistico, paesaggistico e/o naturalistico.[99]
La Fondazione partecipa inoltre al dibattito nazionale sui grandi temi dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio culturale e in ciò collabora con le forze più attive della società civile e con le istituzioni.[100]
I principali beni gestiti dal FAI
I beni istituzionali di cui la Fondazione si prende cura sono in continuo aumento. Nel 2022 erano 63 in tutta Italia, di cui 55 aperti e 8 in restauro.[101], nel 2024 sono passati a 72, di cui 7 in restauro.[102]
I principali beni tutelati, valorizzati, gestiti e aperti al pubblico dal FAI:
^ Alberto Saibene, Il paese più bello del mondo, UTET, 2019, p. 109.
^Gli scritti sul patrimonio artistico e naturalistico italiano di Renato Bazzoni sono stati pubblicati a cura di Antonella Cicalò Danioni, Tutta questa bellezza, Milano, Rizzoli, 2014.
^PanzaCollection, su panzacollection.org. URL consultato il 28 luglio 2022.
^ DiamoValoreAlPaese, Parco Villa Gregoriana a Tivoli, su DiamoValoreAlPaese. URL consultato il 28 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 25 giugno 2022).