Dairago ascoltaⓘ (Dairagh o Dairàa nei dialetti bustocco e legnanese) è un comune italiano di 6 354 abitanti[1] situato nella città metropolitana di Milano, in Lombardia.
Secondo la classificazione climatica il centro abitato è situato in "zona E", 2617 GG. Situata nell'alta pianura padana, Dairago ha un clima di tipo continentale con inverni freddi caratterizzati da molte giornate di gelo e dal fenomeno della nebbia, che però sta diventando via via sempre meno frequente. Le estati sono calde, umide e moderatamente piovose, con le temperature che possono superare i 30 °C e con l'umidità che può raggiungere l'80% causando quel fenomeno di caldo umido comunemente chiamato "afa". L'umidità non è presente solo d'estate, ma è molto elevata tutto l'anno.
Le perturbazione di stampo atlantico-mediterraneo o quelle di origine artico-russa sono le principali cause delle precipitazioni atmosferiche. Dairago, come del resto gran parte della pianura padana, soffre di scarsa ventilazione.
I dati provenienti dalla stazione meteorologica di Milano Malpensa indicano, in base alla media trentennale di riferimento (1961-1990) per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia, che la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno a −4 °C; quella del mese più caldo, luglio, è appena sopra i 28 °C. Le precipitazioni medie annue sono superiori ai 1000 mm e presentano un picco primaverile e autunnale, con un minimo relativo invernale.
I primi abitanti del luogo furono le popolazioni liguri di stirpe preindoeuropea, seguiti poi dai Celti nel V secolo a.C. (da cui si fa derivare il toponimo "ago" che indicava le proprietà terriere). Dopo la conquista romana e la caduta dell'Impero romano d'Occidente, Dairago conobbe un nuovo periodo di splendore nel basso medioevo, quando fu capopieve ed uno dei capoluoghi storici del Contado di Burgaria, una delle contee che suddividevano la marca di Milano, durante le dominazioni di Longobardi, Franchi e in parte sotto il Sacro Romano Impero.
Il più antico documento scritto conservato è una pergamena altomedioevale, risalente all'anno 922 in cui è nominato Domenico da Inveruno, arciprete della chiesa di San Genesio in "Dayrago", la quale fu retta in seguito da un prevosto ed ebbe considerevole importanza in campo religioso quanto in quello sociale: il "Liber Notitiae Sanctorum Mediolani", del 1280 di Goffredo da Bussero, elenca nella giurisdizione della pieve di Dairago ben 46 chiese.
San Genesio divenne successivamente una collegiata, ossia residenza di un capitolo di canonici. Col passare del tempo il potere della pieve si indebolì a scapito della pieve confinante di Corbetta ed il capitolo venne soppresso nel 1454. Di tutti questi secoli rimangono pochissime testimonianze: il borgo veniva considerato un comune rurale retto da un console ed un comune religioso, visto che la maggior parte dei terreni e quindi dei profitti da essi ricavati, erano devoluti a favore degli enti religiosi presenti sul territorio. La famiglia dairaghese più importante fu quella dei Della Croce che aveva rapporti con il potere ecclesiastico e con gli altri proprietari; inoltre a questa famiglia appartennero molti prevosti, nonché numerosi canonici.
Dopo l'arrivo degli spagnoli il territorio della pieve di Dairago, costituente feudo camerale, fu venduto a Castellano Maggi (1538), poi passò al nipote Cesare Maggi ed alla figlia di quest'ultimo, Ippolita, moglie del Marchese Alfonso Gonzaga di Castel Goffredo, che a sua volta vendette il feudo nel 1570 a Giovan Battista Arconati. Dopo una controversia, la Regia camera riprese il feudo e lo concesse a Giovanni Battista Lossetti di Vogogna nel 1652: Dairago e le altre località rimasero sotto la giurisdizione Lossetti-Mandelli fino alla soppressione del potere feudale.
Durante tutto il Medioevo il paese non conobbe sviluppi urbanistici né demografici, a tal punto che nel Settecento contava meno di 500 abitanti e venne ad essere uno dei centri minori della sua stessa pieve. Isolato nella campagna, retto da un'economia prevalentemente agricola fino al secondo dopoguerra, Dairago ebbe un progressivo degrado, con la conseguente perdita dell'indipendenza comunale (nel 1868 fu aggregato ad Arconate perché era di popolazione inferiore ai 1 500 abitanti. L'indipendenza la riacquisterà solo nel 1957) ed il distacco di molte parrocchie dal suo vicariato, fino all'eliminazione dell'ordinamento plebano ed alla formazione dei decanati (1972): ora è membro del decanato di Castano Primo.
La composizione dello stemma e del gonfalone di Dairago, ideata dall'Archivio Araldico Vallardi di Milano, fu deliberata dal Consiglio comunale il 13 ottobre 1960 e venne concessa con decreto del presidente della Repubblica solo il 6 maggio 1962[4]: la solenne benedizione del nuovo gonfalone si svolse nella festa del 4 novembre 1963. Il decreto del presidente Giovanni Gronchi descrive lo stemma civico di Dairago nei seguenti termini:
«Trinciato: il primo di rosso, al leone d'oro, linguato; il secondo di azzurro, alla chiesa della Madonna in Campagna movente dal lato destro dello scudo, fondata su terreno alberato in prospettiva, il tutto al naturale; alla banda scaccata d'argento e di nero sulla partizione. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il leone intende richiamare la dominazione barbara dei Burgari, mentre la banda scaccata è ripresa dello stemma della famiglia Lampugnani anche se in modo impreciso, poiché nello stemma dairaghese gli originali scacchi azzurri sono stati sostituiti da quadretti neri.[5] Nella parte inferiore è rappresentata la chiesa della Madonna in Campagna, che si trova ai limiti orientali del paese, edificata nel 1522. La stella d'oro a otto disegnata sulla sommità della chiesa è probabilmente un riferimento al culto dei Re Magi.[6] Il gonfalone è un drappo di giallo.
Abitanti censiti[7]
Al 12 aprile 2018 gli stranieri residenti a Dairago con regolare permesso di soggiorno (dati Comune di Dairago) assommavano a 347 (269 extra comunitari e 78 comunitari), pari a circa il 5,46% della popolazione. La popolazione straniera conta quindi su 168 individui di sesso maschile e 179 individui di sesso femminile. Le nazionalità rappresentate alla data del rilevamento sono:
Il comune si fregia del titolo di Paese dei Murales[Rilevante? La fonte?] come esposto sul cartello posto all'esterno del Palazzo Municipale: le ormai oltre 60 opere, prima affrescate, ora dipinte su pannelli lignei, decorano l'abitato dairaghese, affisse sulle pareti di case private ed edifici pubblici. Realizzati uno per contrada, per ogni edizione del Palio, affrontano temi liberi con differenti tecniche pittoriche.
Il Comune è attraversato dalle seguenti strade provinciali:
In questa tabella sono elencati i sindaci del Comune di Dairago dopo la sua ricostituzione dovuta alla separazione dal comune di Arconate nel 1957:
A Dairago sono presenti diverse società sportive:
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